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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Una tavolozza di colori...dal Do all'ABC
Autore: Marino Debora
Descrizione: la musica è un ponte tra finito e infinito, quella lingua universale che suscita e rivolta lespressione in coloro che gioiscono e in coloro che soffrono, la musica è parte integrante dellanima poiché lanima respira vibrando, la musica è quell
Materie trattate: Lett. Italiana, Lett. Latina, Lett. Greca, Arte, Storia, Filosofia, Ingl., Fisica, Ed. Fisica
Area: umanistica
Sommario: ITALIANO: Pascoli, il miracolo, il fonosimbolismo pascoliano; Rimbaud, le vocali, associazione tra colori e suoni che svela l'infinita profondità della lingua; STORIA DELL'ARTE: Vasil Kandinsky, teoria armonica del colore, la pittura di parole e suoni; GRECO: Teocrito, il Ciclope Polifemo, quadretti di vita bucolica; LATINO: Ovidio, le Metamorfosi, libertà poetica tra colorita e musicale fantasia; INGLESE: Coleridge, The ballad of Ancient Mariner, Sounds and colours of imagination; STORIA: il fascimo, tutti i colori della propaganda fascista; FILOSOFIA: A. Schopenhauer, sulla vista e i colori, il linguaggio delle arti; FISICA: Il suono e i suoi caratteri distintivi; ED. FISICA: Movimento come linguaggio tra suono e colore.
dell’infanzia, di casa, del sorriso di una bambino, di un rimpianto e di una commozione.
Ascolta. Riconosci e fa vibrare la Tua musica. Con l’armonia dei suoni si uniforma
l’armonia dei colori che circondano e inondano la mente. Ma cosa sono i colori? Stentiamo
a definirli, ma soprattutto a comprenderne l’intima natura. Per quale motivo i colori
suscitano moti dell’animo, ricordi e sensazioni? Solo gli artisti veri che ricreano ombre, che
compongono sinfonie di colori sanno versare gocce di elisir negli occhi di chi guarda.
Senza che ci chiediamo più che cosa siano quelle sensazioni, viviamo l’avventura dei colori
con tutte le loro tonalità, timbri e sfumature. Ascoltiamo la musica ora fluida ora franta: i
colori sono note, le note sono brividi di vento.
Lo scopo della musica è quello di penetrare
oltre il suo sentire stesso ed espandersi dentro
il corpo di ogni singolo spettatore. Le mani
grandi della musica sono capaci di avvolgere
profondamente l’Inesprimibile e di toccare e
dire laddove le parole non arrivano.
Non esiste una sensibilità letteraria, una musicale, una pittorica, ma solo la sensibilità
artistica e partendo da tale presupposto possiamo comprendere come la poesia possa farsi
musica e la musica poesia.
Questo proverò a realizzare con il mio lavoro interdisciplinare: un tutt’ uno di emozioni.
Dal fonosimbolismo di Pascoli e le parole colorate di Rimbaud, alla pittura sonora di
Kandinsky; dalla musicalità di Teocrito a quella di Ovidio; dai colori e dai suoni
dell’immaginazione di Coleridge ai suoni e ai colori del fascismo; dal linguaggio dell’arte
shopenaueriana al linguaggio colorato del movimento.
L’universo tutto è la Grande Sinfonia diretta dal Primo Musicista. 5
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1. LETTERATURA ITALIANA
1.1. IL FONOSIMBOLISMO IN PASCOLI……………………………………..p.7
Il miracolo.................................................................................... p.9
1.2. ……………………………………
ARTHUR RIMBAUD, Vocali………….. p.11
STORIA DELL’ARTE
2. 2.1. Kandinsky…………….……………
LA PITTURA DI PAROLE E SUONI, p.13
3. LETTERATURA GRECA
3.1. QUADRETTI DI VITA BUCOLICA, Teocrito…………………….…………... p.17
4. LETTERATURA LATINA
4.1. OVIDIO, Libertà poetica tra colorita e musicale fantasia……………………. p.20
4.2. LE METAMORFOSI........................................................................................ p.22
5. INGLESE
5.1. SAMUEL TAYLOR COLERIDGE, Sounds and colours of imagination.….. p.26
5.2. The ballad of Ancient Mariner......……………………………………………... p.27
6. STORIA
6.1. Musica, tutti i colori della propaganda fascista………..………………………. p.29
7. FILOSOFIA
7.1. ARTHUR SCHOPENAUER, Il linguaggio delle arti........................……….. p.31
8. FISICA
8.1 Il suono………………………………………………………………………….p.33
8.2 Caratteri distintivi del suono………………………………………………....... p.34
9. EDUCAZIONE FISICA
9.1 suono e colore……………………………….
Movimento come linguaggio tra p.36 6
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1. LETTERATURA ITALIANA
De la musique avant toute chose..
La musica prima di ogni cosa
De la musique encore et toujours!
E musica ora e per sempre
L’A
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u e di Verlaine può essere considerata un vero e proprio manifesto della poesia
che diventa musica.
Verlaine, infatti, esalta la m u s i c a
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, inaugurando consapevolmente la tendenza di
tanta poesia contemporanea a risolvere la parola in musica.
La sua poesia-musica è capace di ricreare “l’essenza viva”, mutevole e impalpabile del
soggetto, ondeggiante fra l’anima e le cose.
1.1 Il fonosimbolismo in Pascoli
Come ha definito il critico Gianfranco Contini, la poesia di
Pascoli è una poesia “translinguistica” e “cislinguistica” che
trascende il modulo di lingua che ci è noto dalla tradizione
letteraria, utilizzando espressioni che si situano al di sotto
del livello strutturale della lingua e non hanno un valore
semantico, non rimandano ad un significato concettuale,
come è proprio del linguaggio grammaticalizzato, ma
imitano direttamente l’oggetto.
La poesia di Pascoli è caratterizzata da una metrica formale
con versi endecasillabi, sonetti e terzine che coordina con
grande semplicità. Infatti, come dimostra lo stesso Contini,
nonostante la classicità della forma estrema, provata dal gusto per le letterature
scientifiche, Pascoli ha saputo rinnovare la poesia nei suoi contenuti toccando temi fino ad
allora trascurati dai grandi poeti.
Grazie alla sua poetica è stato capace di trasmettere il piacere delle cose più semplici viste
con la sensibilità infantile che ognuno porta dentro di sé. 7
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Usa un linguaggio poetico lirico con echi e risonanze melodiche ottenute talvolta con
ripetizioni di parole e un procedimento linguistico che consiste nella ricerca di effetti
sonori interni ad una determinata sequenza di parole, il fonosimbolismo, il cui scopo è
quello di trasmettere significati aggiuntivi mediante la valenza evocativa e suggestiva dei
suoni stessi.
Tra questi suoni si crea una trama sotterranea di echi e rimandi (ad es. nel G
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N o
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u r n o i fonemi |l| e |a| sono ripresi continuamente e sono proprio i fonemi dell’avverbio “là”,
quello che indica la lontananza della casa dove si svolge il rito di fecondazione da cui il poeta è
escluso). Questa trama viene a costituire la vera architettura interna del testo a supplire
l’assenza di strutture logico sintattiche. Infatti Pascoli vuole che si arrivi immediatamente
all’essenza segreta dell’oggetto evitando le mediazioni logiche del pensiero e della parola
codificata: tutto questo ottenuto mediante le onomatopee. Contini parlerà infatti di
“Plusvalore Onomatopeico” riferendosi all’utilizzo di vocaboli che, per il loro particolare
suono, caricano il testo di significati legati al valore evocativo della parole stessa.
I versi hanno tutti qualche cosa di comune e di particolare, il suono, l’indefinibile aurea
pascoliana. Pare che il loro effetto maggiore nasca dall’intensità del ritmo che li fa spaziosi
e vibranti. Tutta la loro consistenza è negli accenti che spiccano una battuta dall’altra
che creano fra le parole come un vuoto in cui ognuna si prolunga con vasta eco sonora.
Il verso è sentito come un accordo di tesi profondamente calcate e di arsi vibranti,
come musica pura. Crea la magia dei suoni, la trama sonora, gli effetti musicali di
onomatopee espressive e di pause improvvise. Renato Serra
Ma il linguaggio pascoliano è anche un linguaggio pittorico; oltre che alla musicalità egli si
affida molto al colore e unendo spesso queste due componenti realizza le sinestesie che
possiedono un’intensa carica allusiva e suggestiva fondendo insieme diversi ordini di
sensazioni. Ad es. in “L
L a m i a s e r a
” : “Dormi, bisbigliano, Dormi!/ là, voci di tenebra azzurra”, la
sensazione visiva e cromatica del cielo buio si fonde con una sensazione fonica, il colore
diviene una voce. Oppure espressioni come “n
n e r o d i n u b
i ” in cui avviene uno spostamento
tra concreto e astratto: la formula normale dovrebbe essere “nubi nere” sostantivo
concreto più aggettivo qualificativo; la qualità diviene invece un sostantivo (“nero”) e a
sua volta il concreto si trasforma in espressione qualificativa, equivalente ad un aggettivo
(“di nubi”). L’effetto è quello di una maggiore indefinitezza: la realtà corposa, materiale si
sfuma in una notazione cromatica con un effetto puramente suggestivo. 8
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B C Il Miracolo
Vedeste, al tocco suo, morte pupille!
Vedeste in cielo bianchi lastricati
con macchie azzurre tra le lastre rare;
bianche le fratte, bianchi erano i prati,
queto fumava un bianco casolare,
sfogliava il mandorlo ali di farfalle.
Vedeste l'erba lucido tappeto,
e sulle pietre il musco smeraldino;
tremava il verde ciuffo del canneto,
sbocciava la ninfea nell'acquitrino,
tra rane verdi e verdi raganelle.
Vedeste azzurro scendere il ruscello
fuori dei monti, fuor delle foreste,
e quelle creste, aereo castello,
tagliare in cielo un lembo più celeste:
era colore di viola il colle.
Vedeste in mezzo a nuvole di cloro
rossa raggiar la fuga de' palazzi
lungo la ripa, ed il tramonto d'oro
dalle vetrate vaporare a sprazzi,
a larghi fasci, a tremule scintille.
Dormono i corvi dentro i lecci oscuri
qualche fiaccola va pei cimiteri;
dentro i palazzi, dentro gli abituri,
al buio, accanto ai grandi letti neri,
dormono nere e piccole le culle. 9
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Commento
Nella lirica ognuna delle cinque strofe presenta gruppi di immagini riunite per
associazione intorno ad un colore fondamentale per ogni strofa, dal bianco iniziale al
verde, all’azzurro, al rosso, per approdare al nero, seguendo una gradazione cromatica che
passa dai toni più delicati a quelli più accesi e infine più cupi. Ai colori si correlano
strettamente i suoni con un procedimento sinestetico assai rigoroso: ad ogni colore
corrisponde il ritorno ricorrente della vocale tonica in rima (al bianco la “a”; al verde la “e”
alternata con la “i”; all’azzurro ancora la “e”, alternata con la “o”; al rosso la “o”, con
alternanze minori di “a” e di “i”).
Dal punto di vista tematico la lirica sviluppa il motivo delle virtù magico-allusive dell’arte
che rende veggenti i ciechi e intende rappresentare la parabola e la ciclicità dell’esistenza
umana tramite immagini cromatiche, dal bianco che connota la staticità e l’attesa serena
dell’infanzia (vv.2-6) al cupo vero che è immagine palese della morte.
Ogni strofa, inoltre, eccetto l’ultima, è aperta dal sintagma verbale “vedeste” con l’esplicita
intenzione da parte del poeta di far convergere l’attenzione di chi legge sullo svolgimento
cromatico – simbolico - esistenziale della lirica. È qui attestata la funzione simbolica dei
colori, ognuno dei quali nell’intera raccolta di Myricae ha una funzione specifica e
caratterizzante e nello stesso tempo interagisce con gli altri, suggerendo le oscillazioni o le
dominanti tra sensazioni e sentimenti diversi.
Il colore rosso è il più idoneo all’espressione di sentimenti forti e contrastanti, consci ed
inconsci, che agitano l’animo di Pascoli, il colore delle passioni, dei sensi sconvolti e del
sangue, traccia indelebile dell’assassinio del padre. I colori, dunque non ricoprono solo
funzioni superficialmente qualificative, ma sono spie della vita profonda del poeta,
veicolati da spinte inconsce assumendo così risonanze simboliche autentiche ed originali,
libere da scelte pregiudiziali di marca retorica.
Come afferma H. Friedrich, le fantasie si impossessano del visibile strappando al banale i suoi
oggetti.
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1.2 RIMBAUD “Vocali”
Ogni forma visibile non è che un simbolo di qualcosa di più
profondo che sta al di là di essa e si collega con infinite altre realtà
in una rete segreta che solo la percezione del poeta può
individuare. Riprendendo la lezione delle analogie simboliche che
ha come emblema Baudelaire, Rimbaud la sviluppa in maniera più
radicale, giungendo ad individuare il carattere “fonosimbolico”
della poesia.
Il simbolo sprigiona dal suono con effetti particolari di sinestesia; la
parola poetica ha in se stessa, nella suggestione evocativa degli
elementi fonici che la compongono, i suoi sottili e misteriosi
significati.
Nella poesia “V
V
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c a
l i ” l’associazione fra colori e suoni viene presentata come paradigma,
come base oggettiva per svelare l’infinta profondità della lingua ed essa viene ora estesa a