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La storia che voglio raccontare nella mia tesina è quella di Arpad Weisz (Solt, 16 aprile 1896 – Auschwitz, 31 gennaio 1944), ebreo ungherese di Budapest, e della sua vita, votata alla passione per il calcio, il sogno con cui crescono tanti bambini e che lo ha reso grande, il più grande della sua epoca. Ciò che segue è tratto dal libro di Matteo Marani “Dallo scudetto ad Auschwitz” e da un documentario di Federico Buffa. Questa scelta deriva, dalla mia passione per lo sport e dai valori che esso trasmette, ma in particolare dalla storia di Arpad Weisz, che non conoscevo e che mi ha permesso nella tesina di maturità di collegare facilmente alcuni argomenti affrontati durante l’anno scolastico.
Fisica - La relatività di Einstein.
Latino - Interpretazione hitleriana della "Germania" di Tacito.
Filosofia - Interpretazione hitleriana del Superuomo di Nietzche
Storia - Dal 1900 al 1945 in particolare la Seconda Guerra mondiale.
Biologia - Apparato respiratorio.
Italiano - La disillusione leopardiana in "A Silvia".
Inglese - "Innsfree" L'isola sul lago - Yeats.
La storia che voglio raccontarvi è quella di Arpad Weisz (Solt, 16 aprile 1896 –
Auschwitz, 31 gennaio 1944), ebreo ungherese di Budapest, e della sua vita, votata
alla passione per il calcio, il sogno con cui crescono tanti bambini e che lo ha reso
grande, il più grande della sua epoca. Ciò che segue è tratto dal libro di Matteo Marani
“Dallo scudetto ad Auschwitz” e da un documentario di Federico Buffa. Questa scelta
deriva, dalla mia passione per lo sport e dai valori che esso trasmette, ma in
particolare dalla storia di Arpad Weisz, che non conoscevo e che mi ha permesso di
collegare facilmente alcuni argomenti affrontati durante l’anno scolastico.
Arpad nasce a Solt, cittadina ai confini con l’Austria, ma cresce e studia a Budapest
laureandosi in giurisprudenza. Di pari passo coltiva il suo grande talento per il gioco
del calcio, quello appena rinnovato dai maestri inglesi, i quali, ovunque avessero un
interesse diplomatico o commerciale, lo esportavano; in particolar modo lungo due
grandi fiumi: il Rio della Plata tra Buenos Aires e Montevideo, e il Danubio, tra Vienna e
Budapest. Il football ungherese deve tutto a Jimmy Hogan, uno degli “apostoli” inglesi
che spargevano la novella del pallone lungo questi fiumi.
Budapest aveva una vibrante comunità ebraica grazie a Maria Teresa d’Asburgo che
permise a questa popolazione, dal 1781, di possedere proprietà immobiliari a Pest, la
parte della città pianeggiante e opposta a Buda, quella collinaria e originaria. Lo sport
della comunità ebraica di Budapest era il calcio e c’erano due squadre di spicco: il
Ferencvaros, squadra legata alla borghesia conservatrice, e il Torekves (che significa
un sogno ad occhi aperti”. Io non credo alle coincidenze ), la squadra con la quale
esordisce Arpad. Viene convocato nella Grande Ungheria, che partecipa alle Olimpiadi
del 1924 a Parigi con l’obiettivo di vincere il torneo. Quella spedizione sarà, invece,
ricordata per il Grande Ammutinamento che i giocatori fecero verso l’allenatore ed i
dirigenti, dopo aver dormito in povere stanze d’albergo con la compagnia di
numerosissimi topi.
Dopo questo comportamento era meglio non stare a Budapest e se ne andranno quasi
tutti, compreso Arpad, che abbandona gli amici e il suo Torekves, per andare negli
Stati Uniti dove conosce un altro Weisz, Henry, (che il mondo conosce come Harry
Houdini) un anno prima della sua morte,ed incontra anche un certo Schulz, pure lui
ebreo ungherese che interpreterà il mago in un famoso film ad Hollywood, il mondo lo
conosce come Tony Curtis. Il suo viaggio ha delle analogie con quello di Albert Einstein
che nel 1933, per sfuggire alle persecuzioni antisemite. Questo avvenne circa 20 anni
dopo la formulazione della teoria della relatività generale, circa 30 dopo la
formulazione della teoria della relatività ristretta. Sulla richiesta di dichiarare la sua
razza d'appartenenza, avrebbe risposto "umana. Nessun dato reale sembra
supportarlo, nell'unico documento sul suo passaggio per Ellis Island risulta invece
registrato come ebreo)
Arpad arriva in Italia per giocare con il Padova anche se non ha dei bei ricordi del
nostro Paese perché durante la Prima Guerra Mondiale venne fatto prigioniero sul
Carso ai tempi di Caporetto (1917). È un ragazzo brillantissimo con una capacità
innata di capire il calcio, un predestinato, forse perché porta il nome del leggendario
guerriero magiaro che fondò la dinastia degli Arpadi e controllò l’Ungheria fino al 1301.
Dopo il Padova si trasferisce all’Inter (chiamata allora Ambrosiana) ma si infortuna
gravemente al ginocchio sinistro, così vola in Uruguay per un anno sabbatico durante
il quale viene a contatto con una delle Nazionali di Calcio più forti di tutti i tempi;
questo completa così la sua formazione calcistica.
Quando torna in Italia non riprende a giocare ma poco dopo diventa l’allenatore
proprio dell’Inter, una grande Inter dalla quale sforna “il Balilla”, Giuseppe Meazza,
uno dei primi cinque giocatori italiani di tutti i tempi non che il volto del calcio del
regime fascista. L’Inter vince quel campionato, il primo a girone unico e Weisz ha 34
anni. Il suo record di precocità è tutt’ora imbattuto. Un predestinato, già detto vero?
Dopo una parentesi al Bari si trasferisce con la famiglia a Bologna perché si è sposato
con Ilona Rechnitzer dalla quale ha avuto due bambini: Roberto e Clara, che vengono
battezzati perchè i genitori non sono ebrei ortodossi. Abitano a mille passi dallo
stadio, LO STADIO, un omaggio di Arpinati, il gerarca locale, a Mussolini, con una sua
statua equestre che domina i 50.000 posti a sedere. La prima pietra fu posata da
Vittorio Emanuele III. In quello stadio Arpad cresce una squadra, che riporta lo
Scudetto a Bologna vincendolo per due anni di fila. È il 1936, Weisz è il miglior
allenatore d’Italia ma, non contento, diventa il miglieore d’Europa nel 1937 vincendo
con la sua squadra la Champions League dell’epoca, a Parigi, battendo 4-1 i maestri
Torekves, un sogno ad occhi aperti.
inglesi del Chelsea.
Adesso la sua vita sta per cambiare; finisce la “Storia” ed entra la “storia” barbarica
ed arbitraria che se ti incontra non ti lascia nessuna possibilità.
L’Italia torna in Africa (1935) con l’idea di evitare il meticciamento, di mescolarsi. Per
la prima volta gli Italiani pensano alla razza e ne teorizzano la superiorità. Mussolini
promulga un’informativa: gli Ebrei stranieri che si sono stanziati in Italia dopo il 1933
dovranno abbandonarla, quindi i Weisz avrebbero potuto tranquillamente restare, se
non che, a penna, Mussolini cambiò la data da ’33 a ’19 e allora i Weisz non poterono
più restare. In tutto ciò Mussolini non fu influenzato da Hitler che pretendeva di
dimostrare la superiorità della sua razza, quella ariana. A questo scopo i suoi ideologi
strumentalizzarono anche alcuni passi della “Germania” di Tacito al fine di dimostrare
la purezza della razza germanica. L’uso che ne fece la propaganda nazista, fu quello di
dimostrare il collegamento tra “quei” Germani e il Terzo Reich che non ha un solo
“fuhrer” ma tanti fuhrer, ognuno che governa il suo territorio (come i “princeps” nei
“comitatus” della Germania tacitiana. Il Fuhrer, inoltre, trovò anche in alcuni passi di
Nietzsche una chiave di lettura a sua vantaggio, ma quello del filosofo, che affermava
che gli Ebrei erano “il popolo di risentiti per eccellenza”, non era affatto un discorso
razziale-culturale. Il “superuomo” di Nietzche è in realtà un “oltreuomo” che sa
adattarsi e superarsi ; è l'uomo in grado di sciogliere le briglie alla propria volontà di
potenza, la quale vuole sempre e solo sé stessa.
Arpad e la sua famiglia non potevano andare In Ungheria perché le loro leggi razziali
erano ancor più terribili delle nostre, così torna a Parigi per la terza volta e lì viene
contattato dagli Olandesi del Dordrecht per allenare ed accetta. Si rimane stupiti per la
decisione di un uomo tanto intelligente che non sfrutta i suoi contatti in Sudamerica e
non porta la sua famiglia a Marsiglia per andarsene, salvando se stesso e i ragazzi:
invece no, lui è su questo pianeta per allenare il calcio e a Dordrecht ci va. La storia è
così strana. Questi (?) (Dordrecht) hanno avuto sempre facilità con gli allenatori
stranieri, ben sei, uno di questi fu Jimmy Hogan, ve lo ricordate?, l'apostolo inglese in
Ungheria, ed è forse per questo che Arpad accetta l’incarico, salvando la squadra dalla
retrocessione e arrivando per due volte al quinto posto con una squadra di ragazzi di
strada!
Olanda e Germania non hanno nulla in comune se non che i Tedeschi sono i vicini di
casa e non ci sono barriere naturali a dividere le nazioni. Se decidono di arrivare ad
Amsterdam ci mettono cinque giorni, un blitz krieg, una guerra lampo, che è
esattamente quello che tentano di fare nel 1942. Gli Olandesi si fanno delatori, sono
quelli che, per esempio, rivelano dove si trova la signorina Anna, che sta scrivendo un
diario su uno dei due più bei canali di Amsterdam: il diario di Anna Frank (Ho visitato in
gennaio la sua casa-museo). I Weisz sono troppo esposti, la Gestapo arriva una
mattina del 1942 e li porta a Westerbork, il campo di concentramento olandese. Qui
Arpad incontra alcuni giocatori del grande Ajax, la squadra del ghetto di Amsterdam,
io non credo alle coincidenze. Da Westerbork partivano quotidianamente dei treni
verso la Polonia, questo perché Hitler ha varato la Soluzione Finale, aveva catturato 4
milioni di Ebrei di cui non sapeva che farsene. O forse lo sapeva benissimo:
sterminarli.
Arrivarono a Birkenau nell’ottobre del 1942 dove si sentiva dire “licht” o “recht”
(sinistra o destra): sinistra vai a Birkenau, destra vai ad Auschwitz: Ilona, Roberto e
Clara sentono sinistra e vanno a Birkenau che non è neanche un campo, è un
mattatoio. Tre giorni dopo vengono invitati a fare la doccia e si accorgono subito che
qualcosa non va perché lo scolo dell’acqua non è in corrispondenza del soffione. Non
c’è l’acqua, c’è l’acido cianidrico che si diffonde nello stanzone. Si veniva a creare una
piramide umana alla ricerca di aria verso il soffitto. Al massimo si poteva resistere 14
minuti. A Birkenau morivano 4000 persone al giorno.
La morte sopraggiunge per asfissia, perché il cianuro inibisce l'azione degli enzimi
respiratori che trasferiscono l'ossigeno dal sangue alle cellule del corpo. In genere lo
stato di incoscienza subentra rapidamente, ma può ritardare se il prigioniero tenta di
prolungare la propria vita trattenendo il fiato o respirando lentamente.
Arpad non c’è, lui si è fermato in alta Slesia in fonderia, servivano le sue braccia ma ad
Auschwitz arriverà nel 1944. Bisogna provare ad immaginare il distacco tra un fisico
che ancora lo assisteva ed una mente che non voleva stare più al mondo, non in
questo mondo. Una mattina del gennaio del 1944 il corpo raggiunge la mente.
Pensare che 7 anni prima era il più amato allenatore d’Europa che aveva due sogni
Torekves, un sogno ad occhi aperti.
nella vita: la sua famiglia e il calcio e tutto era un
Un sogno vigile, fatto a occhi aperti è “Innisfree l’isola sul lago”, la poesia più famosa
di Yeats. Un sogno ad occhi aperti raccontato dallo stesso autore nella sua
Autobiografia: Nella mente diell’autore, Innisfree diventa una radura dove il poeta
nostalgico sogna di ritirarsi ad allevare api in una casupola d’argilla.
Pochi giorni dopo viene internato ad Auschwitz Imre Kertesz che resiste e viene salvato
dai Russi nel 1945.
Imre è un premio Nobel per la Letteratura nel 2002 per la sua opera: “Essere senza
destino”, una lancinante riflessione su Auschwitz di un bambino narrante (lui stesso),
che non accetta che questa sia la volontà di Dio. Arriva perfino a trovarsi bene ad
Auschwitz e poi torna al bisogno di divino. È Il momento più struggente della
letteratura concentrazionista.
Come Imre si abitua al campo e perde qualsiasi speranza, Leopardi “all’apparir del