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Mussolini promosse poi una forte propaganda attraverso la radio e i giornali. I suoi slogan, come
“credere, obbedire, combattere” o “meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora”,
venivano ripetuti all’infinito. Per poter controllare i lavoratori, il Duce organizzò non solo il loro
tempo lavorativo, ma anche quello libero: creò circoli ricreativi come le Case del Fascio, e istituì
le colonie estive per i bambini più poveri.
Nel 1929 Mussolini e papa Pio XI firmarono i Patti Lateranensi. Così il governo riconosceva il
cattolicesimo come religione di stato.
Per cercare di rimettere in sesto l’economia italiana, Mussolini mise dei limiti alle merci che si
potevano importare dall’estero, favorendo la produzione interna. Promosse l’agricoltura e avviò
la bonifica di zone paludose, come l’Agro Pontino. Fece costruire nuove linee ferroviarie. Abolì il
diritto di sciopero per i lavoratori e impose la giornata lavorativa di 9 ore. Ma, nonostante il
diretto intervento dello stato, la disoccupazione rimase molto alta e l’Italia restò un paese
arretrato rispetto alle altre potenze europee. Nel 1936, spinto dal desiderio di fare dell’Italia
una potenza coloniale, Mussolini decise di
conquistare l’Etiopia. Nello stesso anno strinse
un patto di alleanza con Adolf Hitler: l’Asse
Roma-Berlino. Per avvicinarsi alla politica dei
nazisti tedeschi, nel 1938 vennero emanate in
Italia le leggi razziali contro gli ebrei,
proibendo loro ogni attività pubblica, come
l’insegnamento. A pochi fu concesso di
emigrare, e gran parte finì nei campi di
concentramento.
Adolf Hitler e il Partito nazista salirono al
potere in Germania nel 1933 e vi restarono
fino al 1945. Questo periodo passò alla
storia come il Terzo Reich (Reich è una
“impero”).
parola tedesca che significa Per
un breve periodo, Hitler fece della Germania
d’Europa.
la nazione più potente CHI ERANO I NAZISTI?
l’abbreviazione
Nazista è del nome completo di
un partito politico: il Partito
nazionalsocialista tedesco dei lavoratori. Nel
l’allora
1919, quando trentenne Adolf Hitler
entrò a farne parte, si chiamava ancora Partito
tedesco dei lavoratori ed era una piccolissima
formazione di orientamento razzista e
nazionalista. Hitler ne cambiò radicalmente le
un’identità
sorti: ne modificò il nome, gli diede
forte e un simbolo che ben presto si diffuse in
tutta la Germania: la svastica.
LA GERMANIA NEL 1920 l’imperatore
Dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale, tedesco Guglielmo II abdicò. Fu
costituito allora un nuovo governo, passato alla storia come Repubblica di Weimar, dal nome
l’assemblea
della cittadina tedesca dove si riunì nazionale costituente.
Nel corso degli anni Venti del Novecento i risparmi di milioni di persone erano stati divorati da
un’inflazione spaventosa, che aveva reso la moneta tedesca quasi priva di valore. Come se non
bastasse, i tedeschi si sentivano ancora arrabbiati e umiliati per la sconfitta subita nella prima
guerra mondiale e per le dure condizioni che i nemici le avevano imposto con la pace di
Versailles. La Germania era stata privata di una parte consistente dei suoi territori, e costretta a
“riparazioni
pagare agli ex nemici enormi somme di denaro chiamate di guerra”. Molti cittadini
tedeschi disprezzavano il nuovo governo e lo ritenevano responsabile della crisi economica e
dell’instabilità politica del paese.
Nel 1923, sotto la guida di Hitler, i nazisti
tentarono un colpo di stato (in tedesco Putsch)
contro il governo. Il Putsch di Monaco, come
fu chiamato questo episodio, fu un fallimento,
ma diede a Hitler una vasta fama in tutta la
Germania.
Nel 1929 il crollo della Borsa americana di
l’inizio
Wall Street segnò di un periodo di
gravissima crisi economica a livello mondiale:
la Grande Depressione. Nel 1932 oltre 6
milioni di cittadini tedeschi erano disoccupati.
I NAZISTI CONQUISTANO LA FIDUCIA DEI TEDESCHI
La Repubblica di Weimar non fu capace di garantire alla Germania un governo stabile. Tra il
All’inizio
1919 e il 1933 si succedettero ben 20 governi diversi. degli anni Trenta la
disoccupazione colpiva più della metà delle famiglie tedesche. Questa situazione di disperazione
generale facilitò la salita al potere del nazismo.
Hitler convinse gli elettori che avrebbe dato loro un lavoro, posto fine alle gravi ingiustizie del
all’origine
Trattato di Versailles e trasformato la Germania in un paese potente. Spiegò che di
c’erano
tutti i problemi dei tedeschi gli ebrei e i comunisti, e che se la Germania fosse riuscita a
eliminarli, il paese avrebbe ritrovato la sua grandezza.
Nel frattempo, organizzò meglio il suo partito e creò le SS (squadre di difesa), un corpo di polizia
armato che aveva il compito di eliminare gli avversari politici e creare un clima di terrore.
I NAZISTI AL POTERE
I nazisti conquistarono un consenso sempre maggiore. Alle elezioni del 1932 il Partito
nazista ottenne 14 milioni di voti e divenne il primo partito del paese. Nel gennaio del 1933
il presidente della Germania, Paul von Hindenburg, offrì a Hitler la carica di cancelliere
(cioè di primo ministro).
Una volta al potere, Hitler iniziò immediatamente a modificare le leggi per adattarle ai suoi
scopi. Dopo un mese dalla costituzione del nuovo governo, il palazzo del Reichstag (il
Parlamento tedesco) fu dato alle fiamme. I nazisti accusarono i comunisti tedeschi, sebbene
vi fosse il sospetto che ad appiccare il fuoco fossero stati i nazisti stessi. Hitler sfruttò lo
all’incendio
stato di disorientamento seguito e persuase il presidente a dichiarare lo stato di
emergenza e a farsi dare poteri straordinari. Questo segnò la fine delle elezioni
democratiche e diede a Hitler un potere ancora maggiore. Nel 1933 venne istituita la polizia
segreta di stato, conosciuta come
Gestapo. Quando nel 1934 il
presidente Hindenburg morì, le
cariche di cancelliere e di
presidente furono unificate. Hitler
divenne il Führer: la guida, il
condottiero dei tedeschi.
HITLER E IL SOGNO DEL DOMINIO MONDIALE
Hitler aveva una visione molto chiara del futuro
della Germania. Egli riteneva che il popolo tedesco,
di razza ariana, appartenesse a una razza
superiore, composta cioè da esseri umani migliori
degli altri e destinati a comandare il mondo intero.
Gli ebrei dovevano essere eliminati. Gli slavi,
dell’Europa dell’est
ovvero i popoli e della Russia
sovietica, dovevano essere resi schiavi e posti al
servizio dei tedeschi. La Germania avrebbe guidato
l’intero continente europeo e dominato il mondo.
LA GERMANIA SOTTO IL GOVERNO NAZISTA
Hitler e il Partito nazista avevano ormai il pieno controllo del paese e iniziarono a trasformare la
l’antisemitismo (l’odio
Germania nello stato ideale nazista. Il razzismo e per gli ebrei)
diventarono la politica ufficiale dello stato. Gli ebrei vennero cacciati da tutte le cariche
importanti, mentre i loro negozi furono boicottati o distrutti. Nel 1935 furono approvate le leggi
di Norimberga: esse stabilivano che gli ebrei non erano più cittadini tedeschi e che non potevano
più sposare uomini e donne non ebrei. Per gli ebrei tedeschi la vita diventò sempre più difficile.
Prima che scoppiasse la guerra, nel 1939, più della metà di loro aveva lasciato la Germania e
trovato rifugio in paesi più accoglienti. l’ascesa
Il problema della disoccupazione, che aveva spinto tante persone ad appoggiare al potere
dei nazisti, fu affrontato grazie a un massiccio programma di lavori pubblici e alla riapertura
delle industrie di armi. Molti cittadini furono mandati a lavorare nella costruzione di strade ed
nell’industria
edifici, e bellica.
Nell’anno in cui Hitler salì al potere, il governo aveva investito nella spesa militare il 2%
delle entrate della Germania. Nel 1939, questa spesa era salita fino al 30%.
l’informazione
Tutta era controllata dal Ministero nazista della Propaganda. Ogni film,
giornale o programma radiofonico doveva essere approvato e non contenere alcuna
informazione critica o negativa nei confronti dei nazisti. Persino i testi scolastici furono
l’antisemitismo, l’odio
riscritti, allo scopo di diffondere le idee naziste: per il comunismo e
la necessità di rendere grande la Germania. un’associazione
Bambini e adolescenti furono organizzati nella Gioventù hitleriana,
giovanile che riempiva loro la testa degli ideali nazisti. I maschi erano addestrati a diventare
soldati; alle ragazze veniva insegnato che il loro dovere principale era diventare le madri dei
futuri soldati che avrebbero combattuto per la grandezza della Germania.
La Gestapo (la polizia segreta) era usata
per tenere sotto controllo i nemici del
nazismo. I bambini erano addirittura
incoraggiati a denunciare i genitori, se
questi criticavano il regime! Raccontare
barzellette su Hitler poteva costare la
fucilazione. LA COSTRUZIONE DI UN NUOVO IMPERO
Uno dei punti centrali del programma nazista era la necessità di porre termine alle ingiustizie
subite dalla Germania alla fine della prima guerra mondiale. La Germania si rifiutò di pagare
altre riparazioni e iniziò a riprendersi i territori persi alla fine del conflitto.
Le prime manovre sembrarono piuttosto innocue. Nel 1936 alcune truppe tedesche si stabilirono
in Renania, una parte della Germania che confina con la Francia e che il trattato di pace di
Versailles aveva imposto che fosse demilitarizzata, ovvero privata di soldati. Successivamente,
all’unione
nel marzo 1938, truppe tedesche entrarono in Austria e costrinsero il paese con la
Germania. Questo atto fu chiamato Anschluss (annessione). Di fronte a questi eventi, la Francia e
la Gran Bretagna non reagirono, e questo rese Hitler ancora più arrogante e audace.
l’occupazione
Nel 1938 Hitler ordinò della
terra dei Sudeti, una parte della
Cecoslovacchia abitata da molti cittadini di
lingua tedesca. Per la Francia e la Gran
Bretagna questo era davvero troppo. I primi
ministri inglese e francese incontrarono
Hitler a Monaco ed egli promise che non
avrebbe cercato di conquistare altri territori
in Europa. Ma Hitler mentiva. Nel settembre
l’esercito
di quello stesso anno nazista
invase la Polonia. Francia e Gran Bretagna
non ebbero altra scelta che reagire con una
dichiarazione di guerra alla Germania. La personalità di Stalin e il suo metodo di esercizio
del potere produssero un sistema di pensiero e di
governo che passò alla storia con il termine di
stalinismo, un regime politico totalitario fondato
sulla dittatura del proletariato, la supremazia del
Partito comunista e il culto della personalità del suo
leader.
Compianto alla sua morte da tutto il paese e dal
movimento comunista internazionale, la figura e
l'operato di colui che fu definito 'Piccolo padre dei
popoli' non tardarono a essere messi in
discussione.
Nel 1956, durante il XX congresso del Partito comunista sovietico, il nuovo segretario
generale Nikita Kruscev denunciò i crimini compiuti dal suo predecessore e condannò il
culto della personalità di cui Stalin era stato fatto oggetto: fu l'inizio del cosiddetto
processo di destalinizzazione.
Al vertice di un sistema totalitario fondato sul centralismo burocratico e l'economia
pianificata, la repressione di qualsiasi forma di dissenso e il conformismo ideologico, Stalin
resta una figura molto contestata, i cui errori hanno largamente contribuito a screditare il
modello comunista nel mondo. Il 25 luglio del 1830 il re francese
Carlo X decide di firmare le
ordinanze che sospendono la libertà
di stampa e sciolgono la camera dei
deputati. A Parigi si scatena così
l’insurrezione popolare.
Delacroix, osservando i volti pieni di
rabbia dei rivoltosi, pensa di
rappresentare in una tela le “tre
gloriose giornate di luglio”, facendosi
così testimone di questa terribile
vicenda storica.
Per l’artista francese, come per tutti i romantici, la libertà è indipendenza
nazionale: la donna, che rappresenta la libertà, stringe il tricolore, simbolo
della patria e della repubblica che si instaurerà in seguito a queste tre giornate
e in seguito all’unione del popolo e della borghesia.
Per il tema scelto l’opera di viene considerata come il “primo quadro
Delacroix