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Questa tesina di terza media descrive lo sport. Collegamenti tesina terza media: in Storia le Olimpiadi del 1936, in Educazione fisica il rugby, in Arte Corse a Longchamp di Edouard Manet, in Tecnica le centrali geotermoelettriche, in Scienze il doping, in Musica De Gregori e La leva calcistica del 1968, in Letteratura Leopardi, Un vincitore nel pallone e in Geografia la Nuova Zelanda.

Collegamenti
Tesina Sport
Storia - Le Olimpiadi del 1936.
Educazione fisica - Il rugby.
Arte - Corse a Longchamp di Edouard Manet.
Tecnica - Le centrali geotermoelettriche.
Scienze - Il doping.
Musica - De Gregori e La leva calcistica del 1968.
Letteratura - Leopardi, Un vincitore nel pallone.
Geografia- La Nuova Zelanda.
ECONOMIA
La Nuova Zelanda è stato un territorio appartenente all'ex impero
coloniale inglese ed oggi è uno stato indipendente che fa parte del
“Commonwealth”, la comunità delle nazioni che furono colonie
dell'Inghilterra. Per questo motivo il suo capo dello stato è la Regina
della Gran Bretagna. Vi è una Camera dei rappresentanti con potere
legislativo ed un Consiglio esecutivo. La principale attività economica
della Nuova Zelanda è l'allevamento del bestiame e la produzione di:
carne, latte, formaggi, pellami e lavorazione della lana. Si allevano per
la maggior parte ovini e bovini. Il settore della pesca è anche ben
sviluppato. Vi è una agricoltura abbastanza sviluppata che produce
frumento, orzo, mais, patate e tabacco e molti frutti ed agrumi. Forte è
la produzione di legname che si ricava dai 2/5 del territorio che è
formato da boschi. Le industrie più sviluppate sono quelle legate alla
trasformazione dei prodotti dell'allevamento e dell'agricoltura e pesca.
Il commercio con l'estero è vitale per l'economia della Nuova Zelanda.
Dai suoi porti ed aeroporti partono, per tutta l'Asia ed il mondo intero, i
prodotti tipici della sua economia: carni, lane e legname. Anche il
turismo, soprattutto dall'Asia, è molto sviluppato. I molti parchi naturali
preservano gli splendidi paesaggi di questa terra .
CLIMA
Il clima è piuttosto uniforme su tutto il territorio e gode sia del benefico
influsso marino che dei forti venti occidentali. Le precipitazioni sono
abbondanti soprattutto sui versanti occidentali. La temperatura media
non è elevata e le escursioni termiche sono contenute. Invece, nella
parte settentrionale dell’isola del nord a causa del passaggio delle
perturbazioni cicloniche tropicali, si hanno condizioni climatiche
semitropicali, di tipo mediterraneo. Nell'estremo sud poi il clima diventa
continentale: solo su i rilievi vi sono precipitazioni nevose; la neve
permane per tutto l'anno soprattutto nell’isola del sud.
TECNICA: CENTRALI GEOTERMOELETTRICHE
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LE CENTRALI GEOTERMOELETTRICHE
Nelle centrali geotermoelettriche il calore che si trova nelle profondità
della crosta terrestre è sfruttato per produrre energia elettrica.
L’Italia è stato il primo paese al mondo a sfruttare l’energia geotermica
con l’impianto di generazione costruito nel 1913 a Larderello, in
Toscana.
Nell’impianto a vapore dominante (a circuito chiuso) il vapore estratto
dal sottosuolo è inviato direttamente alla turbina. Dopo l’utilizzo il
vapore viene condensato, depurato dai gas in combustibili e
nuovamente inviato nel sottosuolo in appositi pozzi, così da mantenere il
giusto livello di pressione nei serbatoi. Il sistema a circuito chiuso è il
più ecologico, perché garantisce che non siano dispersi nell’ambiente
elementi inquinanti.
Anche se l’Italia è stato il primo paese ha sfruttare la geotermia per
produrre l’energia elettrica, negli ultimi tempi, altri paesi, come Nuova
Zelanda e Islanda, hanno saputo sfruttare questa tecnologia molto più
ampiamente di quanto non sia stato fatto da noi.
IL CALORE INTERNO DELLA TERRA
L’energia geotermica rappresenta il calore proveniente dall’interno della
terra e può essere sfruttata sia direttamente, nei luoghi dove questa è
più concentrata per il riscaldamento, per impianti termali o per uso
agricolo (serre, essiccamento dei prodotti, acquicoltura), sia in modo
indiretto, per produrre energia elettrica.
La temperatura interna del nostro pianeta aumenta a mano a mano che
si scende in profondità: circa 3° C per ogni 100m di profondità. L’acqua
piovana, infiltrandosi nel sottosuolo, quando trova strati rocciosi
impermeabili, si accumula e forma dei depositi che si riscaldano a
contatto con queste rocce calde. Quando l’acqua trova uno sbocco verso
l’alto, risale in superficie sottoforma di acqua calda e vapore. A seconda
della diverse temperature e della maggiore o minore presenza di vapore
in pressione, questi fluidi geotermici sono utilizzabili direttamente per la
produzione di elettricità. 6
Il calore della Terra può raggiungere la superficie naturalmente (geyser,
fumarole, sorgenti di acqua calda) o artificialmente, attraverso un pozzo
perforato, e viene poi usato per scaldare un fluido che mette in azione
un sistema di turbine e generatori all’interno della Centrale elettrica.
Con questi impianti si ottiene energia elettrica utilizzando una fonte
energetica pulita, perché le centrali geotermiche non immettono
nell’atmosfera i gas nocivi responsabili dell’aumento dell’effetto serra,
che caratterizzano le centrali termoelettriche.
STORIA: OLIMPIADI DEL ‘36
I nazisti avevano messo in atto un piano radicale per la mobilitazione
delle energie nazionali che avrebbe potuto non aiutare ma alterare lo
sport tedesco. La prestanza fisica venne dichiarata essere un dovere
patriottico. Nelle scuole e nei club sportivi si tenevano esercitazioni
paramilitari, sport competitivi, discussioni patriottiche. Le vigorose
campagne antisemite influenzarono anche lo sport. Il 1° aprile 1933,
quando prese inizio il boicottaggio dei negozi ebraici, la federazione
pugilistica tedesca annunciò che non avrebbe tollerato atleti o arbitri
ebrei. Il 2 giugno 1933 il nuovo ministro nazista dell’Educazione
annunciò che gli ebrei sarebbero stati esclusi dalle organizzazioni
giovanili, statali e di ginnastica, e che tutti gli impianti sportivi
sarebbero stati loro negati. Alcuni funzionari sportivi ebrei si
suicidarono. A partire dal 1935 agli ebrei venne negato l’accesso ai
campi di allenamento pubblici e privati, e non fu loro permesso di
competere con atleti ariani (vale a dire non ebrei). Alcuni atleti ben
noti emigrarono. Naturalmente questi notevoli avvenimenti vennero
notati all’estero. Alcuni critici della nuova Germania affermarono
anche che l’ideologia del nazionalsocialismo non era in sintonia col
pacifico altruismo della mai precisamente enunciata “idea olimpica”, e
che pertanto i giochi olimpici del 1936, così come quelli del ’16, del ’20
e del ’24, dovevano avvenire senza la partecipazione della Germania.
Negli Stati Uniti nacque, crebbe e morì un movimento di boicottaggio
contro i giochi olimpici del 1936; altrove vi furono solo poche proteste.
Per via del suo grande prestigio all’estero, i nazisti furono costretti a
mantenere Theodor Lewald nella sua carica; a sua volta Lewald
assicurò i funzionari sportivi all’estero che le notizie delle persecuzioni
contro gli ebrei erano delle esagerazioni, e che in ogni caso i giochi
olimpici del 1936 sarebbero stati, come richiesto, estranei a influenze
politiche di ogni genere. Quale prova della buona volontà dei nazisti
Lewald sottolineò la presenza nella squadra tedesca di Helena Mayer,
che, come Lewald, era mezza ebrea. Bionda e molto attraente, la
Mayer aveva vinto la gara di scherma femminile ad Amsterdam e fu la
campionessa di fioretto del 1929 e 1931. I responsabili dello sport e i
capi delle nazioni accettarono ovunque le assicurazioni tedesche. Le
affermazioni di De Coubertin riguardo al vantaggio per tutti dei giochi
olimpici erano ormai da tutti ben accettate. In Italia, in Giappone, in
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Inghilterra, negli Stati Uniti e altrove i funzionari sportivi e i leader
politici volevano anch’essi i giochi olimpici per dimostrare il vigore dei
loro atleti e (simbolicamente e per estensione) il vigore dei loro sistemi
politici di fronte alla depressione e alla disillusione mondiale.
L’eccezione principale fu data da alcuni europei che si sentivano
moralmente offesi, perlopiù socialisti che per il 1936 a Barcellona
stavano organizzando delle “olimpiadi del popolo” o “giochi dei
lavoratori” per protesta. Le olimpiadi di Barcellona non si tennero mai
a causa dello scoppio della guerra civile spagnola. A Berlino era chiaro
che le olimpiadi sarebbero state senz’altro uno spettacolo splendido. I
tedeschi avevano stabilito di eclissare il pur grandioso spettacolo visto
a Los Angeles . Così per esempio il “villaggio olimpico” di Berlino per
gli atleti venne creato in una zona verde, e consisteva di graziosi
cottages in muratura, più ristoranti, sale di ricreazione e sentieri per lo
jogging. In occasione dei giochi alcune grandi strade di Berlino
vennero ribattezzate. Lo stadio non era semplice contenitore di posti a
sedere, ma una grandiosa concezione architettonica ricca di colonne,
capace di 100.000 posti. Nel programma dei nazionalsocialisti
rientrava il tentativo di includere nella loro festa pubblica – intesa a
trasmettere piacere e allo stesso tempo ispirare ottimismo, fede e
l’idea della necessità del duro lavoro – tutti i tedeschi della Germania.
Alcuni aspetti dei giochi del 1936 segnarono un progresso
nell’elaborazione dei rituali totalitari. Un tentativo di attirare la
popolazione rurale tedesca alla festa fu “l’Olympia-Zug”, un corteo di
camion e rimorchi che percorse 10.000 chilometri circa per le
campagne del paese. I rimorchi trasportavano delle tende che, erette,
diventavano rappresentazioni di soggetti della Grecia classica, di atleti
tedeschi, di arte sportiva, modelli dei nuovi complessi sportivi a
Garmisch e a Berlino, nonché alcuni brevi film sonori degli atleti
tedeschi in azione. Venivano anche messe in mostra fotografie di
propaganda nazista più convenzionale, di esemplari e sorridenti
battaglioni al lavoro, nonché delle panoramiche di file e file di
partigiani ai raduni di partito a Norimberga. Al di sopra di tutto, la
bandiera rossa bianca e nera del Terzo Reich, la svastica, era
onnipresente. Di molto maggiore interesse fu la “corsa della torcia
olimpica”, un’idea molto bella e originale, poiché non vi erano dei
prototipi né antichi né moderni. Vestite nei costumi ispirati da figure
dei vasi attici, ai primi di luglio del 1936 alcune ragazze greche con
l’aiuto di un’enorme lente Zeiss accesero una fiamma sul tempio di
Era. Svariate migliaia di staffette trasportarono poi la fiamma
attraverso la Grecia, la Bulgaria, la Jugoslavia, l’Ungheria,
l’Austria e la Germania sino a Berlino e, lungo la strada, furono
oggetto d’interesse e parteciparono a suggestive cerimonie seguite da
milioni di persone. L’ultimo tedoforo era un biondo berlinese vestito di
bianco; ai suoi lati, tre per parte vi erano sei corridori di colore vestiti
di nero. Il gruppo avanzò velocemente all’unisono in formazione a “V”
fino allo stadio, dove il bel giovane lasciò gli altri e salì da solo fino a
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un colossale braciere sistemato su un treppiede, e lì accese la fiamma
che dominò lo stadio per due settimane successive. Malgrado i timori e
le apprensioni, i nazisti, volendo evitare la vendetta degli altri paesi,
non ostacolarono la presenza di neri o ebrei nelle altre squadre. Di
fatto l’eroe sportivo dei giochi estivi fu Jesse Owens proveniente dalla
Ohio State University. Owens, quasi 23enne di colore
dell'Alabama, in pista e in pedana
domina su tutti, tedeschi compresi,
nelle gare simbolo dei Giochi,
facendosi beffe delle tesi razziste
del Fuhrer e della tanto decantata
superiorità della razza ariana. A
Berlino incanta tutti tranne Hitler.
Vince i 100 metri davanti al
connazionale Metcalfe, secondo
anche 4 anni prima, poi si getta nel
salto in lungo, l'impresa che si
rivela più bella. Il duello è con il tedesco Luz Long. Owens si trova in
difficoltà nelle qualificazioni, con due salti nulli, ma è proprio il tedesco,
che diventerà suo grande amico, a dargli il consiglio giusto: anticipare
la rincorsa di pochi centimetri. Così è e l'americano strappa la
qualificazione alla finale proprio all'ultimo salto. La finale è avvincente,
con i due amici-rivali che si trovano in testa appaiati. Ma Owens negli
ultimi due salti allunga fino a 8,06 del record olimpico e si mette al
collo il secondo oro. La terza medaglia è sui 200 metri, dove vince
nettamente, l'apoteosi è la staffetta, dove gli americani dominano
segnando un nuovo record mondiale. Il pubblico allo stadio urlava: “Yes-
sa Ov-ens” (così infatti suonava il suo nome alla tedesca) quasi più del
nome di Hitler. Benché non fosse né un’atleta né un tifoso, colui che in