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Certo, vi furono progressi in campo industriale ma questi erano guidati da iniziative
statali e grazie a incentivi finanziari stranieri.
La Russia si delineava così come un impero arretrato sotto l’aspetto
economico-sociale e politico.
Il regime zarista non era quindi in grado di riformare sé stesso, né di modernizzare il
paese.
Non potendo agire diversamente, intellettuali e minoranze nazionali, furono costrette
a dar vita a forme clandestine e radicali di opposizione.
A cavallo fra Ottocento e Novecento, inoltre, si sviluppò un forte settore minerario,
siderurgico e meccanico.
Purtroppo, però, gli impianti erano quasi tutti di grandi dimensioni ma posti in poche
aree, e i capitali tramite i quali venivano sviluppati tali impianti provenivano da
investimenti stranieri.
Si venne a creare, così, una nuova classe formata da un proletariato urbano come
conseguenza di questa forte industrializzazione.
Non si sviluppò, invece, un tipo di borghesia individuale, tale da poter avere un ruolo
significativo nei processi di modernizzazione economici e politici.
La Rivoluzione Russa.
Agli inizi del Novecento, per superare la condizione di arretratezza in cui versava
l’Impero russo nella seconda metà dell’Ottocento, si tentò di realizzare
modernizzazioni in campo agricolo e industriale, grazie alle iniziative promosse dal
ministro delle finanze Witte, fautore di un modello di sviluppo occidentale.
I problemi di fondo restavano immutati, nonostante alcuni esiti positivi.
Infatti, anche se fu abolita la servitù della gleba nel 1861 - sbloccando, in parte, la
forza-lavoro-, la struttura sociale nelle campagne era ancora molto rigida mentre
l’aristocrazia conservava ormai un potere anacronistico.
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Con la riforma agraria del 1906 di P tr Stolypin, però, nacque una nuova categoria,
quella dei kulaki. Tale riforma prevedeva che le terre dello stato potessero essere
assegnate ai contadini, ma solo attraverso un pagamento. In questo modo i contadini
poveri peggiorarono ulteriormente le loro condizioni di vita perché non poterono più
accedere alle terre comuni per bisogni quali il pascolo, la legna i frutti della natura e
la caccia.
La riforma creò quindi una divisione di classe:
- ricchi proprietari terrieri appartenenti alla nobiltà, poco interessati a introdurre
innovazioni produttive;
- detentori di piccoli appezzamenti, riuniti nelle comunità agricole legate, anch’esse,
ai metodi più tradizionali di coltivazione;
- kulaki, medi proprietari, erano una fascia ristretta, che non otteneva dal governo
aiuti per far nascere moderne aziende agricole di stampo capitalistico.
Va ricordato che l’Impero russo era guidato da un potere assoluto, quello dello zar,
basato ancora sul diritto divino del monarca: era un sistema autocratico che non
lasciava spazio a organismi rappresentativi perché basato solo su se stesso. 12
Alessandro II aveva, però concesso alcune riforme: oltre ad aver abolito la servitù
della gleba (già citata), istituì assemblee elettive con funzioni amministrative
(non politiche).
I successori, non avendo garantito, come già detto, una continuità a tali azioni
riformatrici, crearono una situazione di immobilismo alla quale reagirono agli inizi del
Novecento alcuni gruppi che si opponevano al regime zarista.
Questi erano:
- il Partito costituzional-democratico ( o «cadetto»), di orientamento liberale,
composto dall’esigua borghesia, favorevole al modello parlamentare dei paesi
occidentali;
- erede del movimento populista, il Partito socialista rivoluzionario, con maggior
influenza nelle campagne, propugnava il comunitarismo agricolo come unica
soluzione per diminuire il divario fra contadini poveri e contadini arricchiti,
sostenendo la collettivizzazione delle terre;
- il Partito operaio socialdemocratico, organizzazione politica marxista
rivoluzionaria, attivo nelle città e quindi obbligato ad agire in clandestinità,
nato nel marzo 1898.
Nel 1903 quest’ultimo si divise in due tronconi: bolscevichi e menscevichi.
Tali fazioni, menscevichi e bolscevichi, si vennero a creare il 17 novembre 1903, in
seguito ad una disputa tra Vladimir Lenin e Julius Martov, entrambi membri del
POSd(R). Al secondo congresso del PSDRL, Lenin argomentò a favore di un partito di
rivoluzionari professionisti, con una larga frangia di simpatizzanti e fiancheggiatori
che però fossero al di fuori del partito. Martov era in disaccordo, ritenendo fosse
meglio avere un grosso partito di attivisti.
Il bolscevismo è stata una corrente Il menscevismo è stata una corrente
del Partito Operaio Socialdemocratico del movimento rivoluzionario russo
Russo nato nel congresso di Londra il che emerse nel congresso del 1903.
17 novembre 1903, che prese il Questi formavano una minoranza fra
potere nel paese nel novembre 1917. i delegati al congresso, quindi a
Il movimento porta questo nome questo si deve il nome Menscevichi
perché vinse contro i menscevichi al II che in russo significa "minoranza",
congresso del Partito Operaio La visione dei Menscevichi era quella
Socialdemocratico Russo. di una rivoluzione liberale borghese,
I suoi appartenenti erano detti di uno stato più simile alle
bolscevichi: "maggioritari" in russo. democrazie occidentali, e di un
I Bolscevichi ritenevano che la classe approccio graduale al socialismo,
operaia dovesse guidare la sulla scia
rivoluzione in alleanza con i contadini, del modello socialdemocratico
dove il ruolo del partito era quello di tedesco: un partito che operasse
L’opposizione al regime del 1904, a causa del discredito successivo la sconfitta della
Russia contro il Giappone per la conquista della Manciuria, si manifestò attraverso
ammutinamenti nell’esercito e nella marina e manifestazioni operaie nelle città.
Fu proprio a seguito di una manifestazione popolare pacifica, tenutasi a Pietroburgo il
9 gennaio 1905, repressa in un bagno di sangue, che la popolazione reagì. 13
Lo zarismo stava per crollare, poiché alla protesta sociale si aggiunsero minoranze
non russe (baltici, polacchi).
Intanto le forze di opposizione socialiste si organizzarono in consigli di delegati eletti
dai lavoratori nelle fabbriche.
Soviet , il termine, che significa proprio consiglio, sta ad indicare gli organismi
che si erano spontaneamente costituiti nel 1905 nel corso di manifestazioni
contro il regime zarista. I soviet risorsero nel 1917, estendendosi anche
all’esercito.
Tali episodi rivoluzionari erano così frequenti che lo zar Nicola II riprese a fatica il
controllo della situazione alternando repressione e promesse di riforme costituzionali.
In attesa di dar vita ad una vera e propria Costituzione lo zar si trovò a dover
Duma.
concedere una camera ssemblea legislativa: la Il termine viene dalla parola russa
Sotto la pressione della Rivoluzione russa del 1905, infatti, (dumat’),
думать "pensare" o
il 6 agosto 1905 Sergei Witte, importante politico russo,
"considerare". La Duma dei Bojari fu
scrisse un manifesto sulla convocazione della Duma, un gruppo di consiglieri del Gran
inizialmente pensata come organo consultivo. Principe e dello zar della Moscovia. La
Nel successivo Manifesto di ottobre, lo zar acconsentì
Duma fu sospesa da Pietro il Grande,
all'introduzione delle libertà civili di base, ad aumentare
che trasferì le sue funzioni al Senato
la partecipazione alla Duma di Stato e a dotarla di poteri
Governante nel 1721. Tuttavia, la Duma
legislativi. fu successivamente reintrodotta nella
storia russa dallo zar Nicola II, nel
periodo pre-rivoluzionario, con l'aiuto di
Tuttavia, Nicola II fu determinato a mantenere il proprio potere autocratico.
Nel maggio 1906, appena prima della creazione della Duma, lo zar promulgò la
Costituzione che contraddisse il Manifesto di ottobre in diversi punti.
Stabiliva, per esempio, che i ministri dello zar non potevano essere nominati e non
erano responsabili davanti alla Duma, negando pertanto la responsabilità di governo
a livello esecutivo. Inoltre, lo zar aveva il potere di sciogliere la Duma e indire nuove
elezioni ogniqualvolta lo ritenesse opportuno.
Tale conquista, quindi, fu resa vana per tali restrizioni del diritto di voto e a causa di
una limitazione dei poteri di quest’organismo rappresentativo.
L’autocrazia russa perdeva, così, l’ultima occasione per adattare le istituzioni
politiche del paese alle trasformazioni economiche e sociali nel resto dell’Europa.
La riforma agraria di Stolypin, infatti, non riuscì ad avviare un processo di
democratizzazione della società di cui la Russia aveva bisogno.
Dopoguerra russo.
La partecipazione della Russia alla prima guerra mondiale fece precipitare
definitivamente la crisi economica, sociale e politica del paese.
La guerra aveva richiesto uno sforzo gigantesco che prosciugò ogni risorsa
dell’Impero. 14
Infatti, dopo alcuni successi militari iniziali, nelle trincee russe cominciarono a
scarseggiare i viveri e le munizioni: le morti erano elevate sia per queste ragioni, che
per la scarsa, seppur dispendiosa, strategia militare.
La crisi economica nel Paese venne accentuata anche dall’abbandono delle
campagne dei contadini chiamati alle armi.
A partire dal 1916 si moltiplicarono al fronte episodi di ammutinamento e di
diserzione come ultima speranza per sopravvivere.
La situazione era simile nelle città ed il malcontento sfociò nel febbraio del 1917 in
scioperi e manifestazioni.
Le forze dell’ordine, chiamate a reprimere tali manifestazioni, si rifiutarono di
eseguire i comandi; al fronte inoltre intere fazioni non rispettavano gli ordini imposti.
Nicola II aveva perso, ormai, il totale controllo della situazione; nonostante avesse
tentato di abdicare in favore del fratello, il popolo insorto lo arrestò decretando così
la fine del Regime Zarista.
Il tutto avvenne in pochi giorni senza che le forze politiche di opposizione potessero
agire :
il clima politico era di grande incertezza e allo stesso tempo si aveva bisogno di
implementare scelte precise come il tipo di regime politico che si voleva instaurare al
posto dello “zarismo” e se proseguire o meno la Prima Guerra Mondiale.
La confusione generata accrebbe soprattutto perché, sin dall’inizio della rivolta, in
Russia, vi era un doppio potere: da un lato il Governo Provvisorio capeggiato dal
Principe L’vov e dominato dal Partito dei Cadetti; alla parte opposta i Soviet risorti
nelle fabbriche, nell’esercito e nelle campagne.
Mentre i primi puntavano all’elezione di un’assemblea costituente che elaborasse
Organismo Parlamentare di Tipo Liberale,
una nuova idea di Stato come congelando
però la situazione sia interna, che internazionale, ovvero proseguire la guerra
rinunciando alle riforme. il piano di
Per i Soviet, espressione di una democrazia di base che operava dal basso,
azione doveva avere uno stampo socialista.
Nonostante il gruppo dei Soviet fosse disomogeneo, avevano un unico obiettivo:
stimolare il governo provvisorio a convocare in un tempo breve l’Assemblea
Costituente così da procedere per la riforma agraria.
Prima di allora, i Soviet, erano centri di discussione ma anche di decisione, ma per il
leader dei Bolscevichi, Lenin, i Soviet dovevano essere in grado di sostituire un
sistema rappresentativo così da dar vita ad una forma più avanzata di democrazia,
l’unica attraverso la quale si potesse attuare la proprietà collettiva dei mezzi di
produzione, unica condizione per Marx, perché si potesse realizzare il socialismo.
Al contrario del Governo Provvisorio, i Soviet vedevano necessaria l’uscita dal
conflitto e la confisca di terre dei grandi proletari per assegnarli a comunità
contadine. Tesi
Queste posizioni vennero presentate nella primavera del 1917 da Lenin nelle sue
di Aprile.
Lenin, attraverso questo documento, specificava l’intenzione di saltare la fase
costituita dalla democrazia rappresentativa, di stampo occidentale, dando vita ad
15
una democrazia diretta attraverso consigli di contadini e operai,così da garantire una
reale partecipazione delle masse alla vita politica.
Tale progetto politico, estremamente audace, suscitò perplessità anche fra gli stessi
Bolscevichi: