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Biologia: sensorial marketing e occhio
Chimica: imballaggi
Filosofia: Karl Marx- Il Manifesto
Fisica: sistemi antitaccheggio
Informatica: simulazione supermercato e
Barcode
Inglese: supermarket in America
Italiano: Italo Calvino: “Marcovaldo al supermarket”
Scienze: frutta fuori stagione
Storia: il boom economico
Conclusioni e Riflessioni
BIOLOGIA: Il sensorial marketing
I nostri supermercati sono
pieni di prodotti di
qualsiasi genere: per lo
stesso tipo di articolo
esistono più aziende
produttrici in
concorrenza tra loro. Le
aziende quindi devono
distinguere il proprio
prodotto per poterlo
vendere. La qualità della
merce, la qualità del
servizio, sono tuttora fattori qualitativi indispensabili, ma sono
valutati alla stregua di prerequisti perchè il progetto globale é:
"l'intrattenimento e la spettacolarizzazione della merce". Questo
abbaglia tutti i sensi del consumatore, riesce a stimolarne la mente,
a toccarne il cuore, e procura reazioni coinvolgenti. L’obiettivo è dar
vita ad un evento memorabile che impegni globalmente gli
individui nell'atto stesso del consumo. Riuscire a creare la giusta
atmosfera permette ad un’azienda non solo di contraddistinguersi,
ma addirittura di brillare di una luce così forte da riverberare polvere
di stelle anche sui suoi prodotti. Una campagna
pubblicitaria è pensata e
progettata per far leva sui
nostri desideri inconsci,
sulle memorie
d’infanzia, sui pensieri
più reconditi di ciascun
consumatore. Le scelte
di un consumatore non
sono mai totalmente razionali, perchè dipendono da quell'area
6
celebrale: "l’emisfero destro" che domina il ragionamento
irrazionale. Recenti studi neuro-scientifici hanno dimostrato che,
mentre l’emisfero sinistro è quello che gestisce le azioni razionali,
quello destro fa invece riferimento ai comportamenti irrazionali: ed è
proprio da esso che scaturiscono comportamenti dettati
dall’istinto.
Facendo leva su specifiche percezioni sensoriali, le aziende
sono in grado di attivare nel consumatore riflessi, comportamenti,
azioni che lo inducono ad acquistare, guidati dal ricordo di una
sensazione piacevole che, la pubblicità, attraverso le sue immagini
e le sue parole, ha indotto nel suo cervello. Questo è studiato e
racchiuso nella branca del "marketing sensoriale" (sensorial
marketing).
L'Uso dei colori come esempio di sensorial
marketing
Il sistema dei colori come sistema di differenzazione servono a
marche e prodotti per identificarsi e distinguersi meglio. Gli studiosi
hanno individuato per ogni colore i sentimenti che suscitano alla
loro vista:
1. Rosso e arancione: effetto stimolante ed eccitante.
2. Blu: sentimento di soddisfazione ed infinita armonia, unione e
sicurezza. Dà sicurezza, protezione e fiducia.
3. Giallo: esprime ottimismo e speranza.
4. Verde: rappresenta i valori saldi, quelli che contano, integrità e
sicurezza, libertà da ogni tipo di impedimento.
5. Viola: é un colore mistico ed affascinante, molto legato
all’erotismo.
Ecco gli esempi di applicazione del sensorial marketing ad alcuni
prodotti molto diffusi nei nostri supermercati.
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Patatine SAN CARLO
Le chances di essere intercettati e
riconosciuti dall’occhio sempre più distratto
del consumatore crescono nella misura in
cui si assume un colore inedito per il
proprio settore merceologico. Nell’
espositore assiepato di patatine, pop
corn e simili, tra colori fluorescenti e argentature, i prodotti
San Carlo spiccano oggi immediatamente per assoluta
sobrietà cromatica: il sacchetto è bianco, mostra solo l’immagine
del prodotto scontornata e il brand name. Quasi virginali, "pure"
patatine, è praticamente impossibile non notarle.
Pasta BARILLA
Quanto ha lavorato il "blu Barilla"
alla costruzione dell’idea di marca
affidabile, seria, professionale?
Distintività e prestigio: su questi
due aspetti aveva giocato, non a
caso, la campagna pubblicitaria
intitolata appunto "Blu" (soundtrack:
Volare) negli anni ’90, in uno dei
momenti più bui nella storia delle
marche. Il blu del packaging diventava in quegli spot addirittura il
key benefit del prodotto Barilla: non una pasta buona, ovvero che
tiene il sugo e, soprattutto, che non scuoce (a differenza della pasta
dei discount) ma la pasta "blu", "quella" e non un’altra, con tutta la
sua illustre tradizione e la sua rispettabilità da "doppio petto". Non
funzionò: troppo astratto e sofisticato rispetto al realismo
consumerista del decennio. Barilla decise di passare a un
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pragmatico confronto tra un piatto di spaghetti ammassati e
sfatti e uno di spaghetti guizzanti e al dente (Barilla ovviamente),
trasposizione quasi letterale del celeberrimo "questo detersivo lava
più bianco" e fece centro.
Altri esempi
La scelta cromatica per alcuni settori non è mai
totalmente libera, in quanto il nostro occhio da
consumatori si è abituato a certi colori: il mondo della
cioccolata è certamente più rosso che verde o viola,
quello dei detersivi più azzurro e bianco che arancio e
giallo.
Conclusioni
Sono queste le nuove frontiere del marketing dei colori, sempre
più allusivo e intangibile rispetto ai prodotti, sempre più incuneato
nei meandri psichici del soggetto-consumatore, fino a
pornograficamente sfiorare – senza alcun pudore, senza nessuna
mediazione – il suo fondo pulsionale più nascosto, la sua natura
perversa e polimorfa. 9
L’ occhio
L'occhio è l'organo esterno della vista. L'apparato visivo è
un'organo assai complesso e di straordinaria importanza perché
rappresenta il principale mezzo di conoscenza del mondo
esterno. E' costituito da diverse strutture: la cornea è la membrana
esterna trasparente che ricopre la parte anteriore; al di sotto di essa
si trova l’iride, un muscolo circolare colorato, al centro del quale c’è
un foro chiamato pupilla. L’iride può dilatarsi o contrarsi secondo
l’intensità luminosa, regolando in questo modo la quantità di luce
che entra nell’occhio. Dietro l’iride si trova una lente, il cristallino
che, grazie alla contrazione dei muscoli ciliari, può variare la sua
curvatura permettendo la messa a fuoco delle immagini.
Posteriormente al cristallino ci sono l’umor vitreo, una sostanza
gelatinosa trasparente che riempie la parete centrale dell’occhio, e
tre membrane: la retina, la coroide e la schelorotica.
La retina è formata da tre strati di
cellule, il primo dei quali è costituito
da fotocettori che catturano
l’energia luminosa: queste cellule
sono i coni e i bastoncelli.
I bastoncelli sono responsabili
della visione notturna, i coni
della visione a colori. I bastoncelli
non hanno un potere di risoluzione
elevato (la quantità di dettagli che si riesce a vedere) quanto quello
dei coni, ma sono sensibili anche alla luce fioca.
Come si vede nella figura, il secondo strato della retina è formato
da cellule bipolari di associazione, che si connettono da una parte
ai fotocettori e dall’altra alla cellule gangliari, le quali costituiscono
il terzo strato; gli assoni di queste cellule si riuniscono poi in un
fascio che esce dal globo oculare formando il nervo ottico.
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Quando la luce viene catturata dalle cellule fotorecettrici, in esse si
avvia una serie di reazioni che fa cambiare la loro polarità di
membrana; il cambiamento influenza la liberazione di
neurotrasmettitori a livello delle sinapsi delle cellule bipolari. La
liberazione di neurotrasmettitori in corrispondenza di queste sinapsi
causa, a sua volta, un cambiamento nella polarità di membrana
delle cellule bipolari stesse e influenza la liberazione, da parte di
esse, di neurotrasmettitori a livello delle sinapsi con le cellule
gangliari.
La retina contiene circa 125 milioni di
fotocettori, mentre il nervo ottico contiene circa
un milioni di assoni di cellule gangliari, con un
rapporto di 125 a 1. Questa riduzione riguarda
soprattutto i bastoncelli. L’area della retina in cui
si forma l’immagine più nitida è nota come fovea.
Nella fovea i fotocettori sono costituiti interamente da coni
strettamente ammassati. Quest’ultimi formano connessioni uno ad
uno con le cellule bipolari e le cellule gangliari; ciò fornisce una
maggiore nitidezza all’immagine.
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CHIMICA: gli imballaggi
Per imballaggio si
intende il prodotto,
composto di materiali di
qualsiasi natura, adibito
a contenere e
proteggere
determinate merci,
dalle materie prime ai
prodotti finiti, a
consentire la loro
manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o
all'utilizzatore, e ad assicurare la loro presentazione , nonché gli articoli
a perdere usati allo stesso scopo (Decreto Legislativo 22/97, art. 35, lett. a). L'imballaggio deve
rispettare una serie di obiettivi quali: proteggere la merce, evitare furti, essere economico, e
rispettare un equilibrio tra le sue prestazioni e il suo costo, sia dal punto di vista del materiale
impiegato, sia del tempo impiegato per realizzare l'operazione di imballaggio. Dal punto di vista
ecologico è importante che per gli imballaggi vengano usati materiali facilmente riciclabili e nella
minor quantità possibile.
Necessità Inconvenienti Prospettive
Igiene
Facilitazione uso Ridurre i volumi
prodotti Materiali utilizzati
Costi
Conservazione biodegradabili
produzione
alimenti Materiali utilizzati
Costi trasporto
Mantenimento riciclabili
prodotti Standardizzazione
Inquinamento
Trasporto sicuro
Tipi di imballaggi
Pubblicità
Necessità 12
Gli imballaggi sono utilissimi per la
conservazione degli alimenti.
Conservare il cibo è una necessità che ha
accompagnato l’uomo lungo tutto il corso
della storia. Ai più antichi metodi di
salatura ed essiccatura, se ne sono
aggiunti altri: uso di sostanze come il
grasso o lo zucchero, utili a ostacolare lo
sviluppo di funghi e batteri decomponenti.
I primi esperimenti di sterilizzazione, usati
dalla seconda metà del Settecento, dettero importanza all'uso dei
contenitori per conservare i cibi. Il packaging diventò importante
anche per il trasporto di prodotti alimentari verso mete lontane:
dall’iniziale vetro si passò al metallo ferroso stagnato, meno fragile
e più adatto al trasporto e allo stoccaggio,poi all’alluminio più
leggero, e che ha dato vita ad un nuovo importante settore della
produzione industriale.
Oggi si sviluppano tecnologie sempre più
innovative: il cosiddetto "packaging attivo"
prevede l’inserimento all’interno delle confezioni
di piccoli “accessori” contenenti assorbitori
(di gas o umidità) o emanatori (di gas, come
ossigeno, anidride carbonica o etanolo) che
interagiscono attivamente e continuamente
con l’atmosfera interna della confezione o con il prodotto stesso,
prolungandone la conservabilità. Esistono materiali in grado di
assorbire il vapore acqueo presente sottoforma di goccioline
all’interno delle confezioni, materiali che emettono anidride
carbonica o sostanze gassose che hanno utili effetti nel
contenimento dello sviluppo microbico, composti che assorbono
l’etilene che frutta e verdura emettono con i processi di respirazione
cellulare durante la conservazione. L' igiene, il mantenimento e la
sterilità dei prodotti rappresentano gli effetti dovuti all'uso degli
imballaggi. 13
Inconvenienti
Oggi gli imballaggi incidono fino al 30% sul
prezzo industriale di vendita degli alimenti,
pesando sulle tasche degli acquirenti piu’ del
prodotto in essi contenuto. I pacchi con i quali
sono confezionati i prodotti della spesa
generano complessivamente 12 milioni di
tonnellate di rifiuti, il 40% della spazzatura
che si produce ogni anno in Italia. L’agro-
alimentare, con oltre i 2/3 del totale, è il maggior responsabile della
produzione di rifiuti da imballaggio.
Nell’alimentare spesso il costo
economico dell’imballaggio
supera quello del prodotto in
esso contenuto.
Esempi sono i fagioli in scatola
dove l’imballaggio incide per il
26% sul prezzo industriale di
vendita, mentre per la passata di
pomodoro in bottiglia da 700gr si
arriva al 25%, per il succo di frutta
in brick al 20% e per il latte in
bottiglia di plastica sopra il 10%.
Il costo energetico risulta
ancora più alto di quello
economico.
Negli Stati Uniti è stato fatto uno
studio su un barattolo di mais del
peso di 455gr: si è tentato di
capire qual è il costo energetico
14
che ogni singolo componente del barattolo ha assorbito. Il mais
come tale ha assorbito 450Kcal nella fase agricola, 316 nella fase
industriale. L’imballaggio del barattolo di mais incide per
1006Kcal quindi un terzo di tutta l’energia impiegata nella
produzione del barattolo di mais è dedicata all'imballaggio.