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Freud e Lou Andreas Salomé

Sicuramente una delle muse ispiratrici più enigmatiche dell'intero '800, Lou Andreas

Salomé colpì e diede modo anche a Freud di rinnovare le proprie idee. Grande catalizzatrice

di idee innovative, Salomé, dopo le frequentazioni con Rainer Maria Rilke, Friedrich

Nietzsche, e lo stesso Jung, ebbe modo di incontrare anche Freud. Dal loro confronto, Freud

smorzò quella che fino ad allora era rimasta la concezione primaria delle sue teorie, la

libido come motore della vita emotiva dell'uomo. Infatti, nel suo saggio "Psicologia e

Metapsicologia" espose per la prima volta la dualità tra istinto alla vita (libido = Eros) e

l'istinto alla morte (=Thanatos): modellizzando l'uomo come un globo la cui superficie, la

coscienza, filtra il mondo istintuale, che è l'essenza del "globo", dal mondo esterno vero e

proprio. Un'essenza che nasconde la lotta tra volontà alla vita e all'aggregazione, da un lato,

e alla morte e disgregazione dall'altro. È doveroso ricordare che un altro personaggio

femminile del primo novecento, Sabina Spielrein, ebrea russa ricoverata al Burgozli, curata

da Jung e diventata poi essa stessa psicoanalista, fu la prima a scrivere sull'istinto di morte,

ma Freud non la citò probabilmente per la burrascosa vicenda sentimentale fra Sabina e

Jung.

"Analisi terminabile e analisi interminabile" (1937)

Durante lo sviluppo della disciplina psicoanalitica, in Freud si faceva sempre più chiaro che

questa sua "figlia" era qualcosa che andava ben oltre una semplice psicoterapia come era

invece negli intenti iniziali che nella sua qualifica di medico si era prefissato. Così scrive

infatti nel 1925:

«Probabilmente il futuro stabilirà che l'importanza della psicoanalisi come scienza

dell'inconscio oltrepassa di gran lunga la sua importanza terapeutica.»

(Sigmund Freud "Psicoanalisi" sta in "Opere Complete" volume X).

Partendo dal confronto con i problemi psicoterapeutici la psicoanalisi si era mossa

lentamente verso il superamento della semplice psicoterapia stessa. 14

Andando ancora più in là, a due anni dalla sua morte in "Analisi terminabile e

interminabile" Freud pose una delle questioni se non la questione fondamentale della

psicoanalisi ormai nota con le stesse parole di Freud come del problema del "fondo roccioso

della psicoanalisi" ovvero ancora dell'impossibilità o per lo meno la difficoltà a proseguire

il lavoro psicoanalitico oltre un certo limite.

Detto in altri termini, qui Freud si riferisce al fatto che la psicoanalisi è impotente di fronte

alla realtà biologica. Quando cioè il paziente pone domande che affrontano l'aspetto

biologico della divisione sessuale l'analisi diventava interminabile. Tuttavia è invece

proprio in questa capitale questione che si cela, quale implicazione, un'altra questione:

quella sulla funzione adattativa-conservatrice della psicoanalisi che ha attraversato tutta la

storia della psicoanalisi e che proprio su questo punto ha subito le critiche di quella parte

dell'umanità impegnata per altre strade sulla via della trasformazione ad andare oltre lo

status quo.

Una parte delle critiche alla psicoanalisi infatti provenivano da coloro che al contrario si

domandavano se la psicoanalisi costituiva una vera e propria pratica rivoluzionaria

conseguentemente evolutiva o se invece fosse solo una semplice pratica normativa ed

adattativa atta ad esorcizzare ogni naturale movimento eversivo.

L'esilio a Londra

Siamo nel 1930, Hitler prenderà tra breve il potere in Germania. Le origini ebree di Freud

iniziano a costituire un serio problema. Sempre in quell'anno, il suo nome entra nella lista

nera degli autori di opere che devono essere mandate al rogo.

La situazione comincia ad aggravarsi seriamente a partire dal 1938, anno in cui l'Austria è

annessa al Terzo Reich: quattro sorelle di Freud muoiono nei campi di sterminio mentre la

figlia Anna viene sequestrata dalla Gestapo

Freud si prepara così a lasciare Vienna: pochi giorni dopo, accompagnato da Martha e da

Anna, che nel frattempo era stata rilasciata, Freud parte per Londra.

La sua casa a Londra è situata in un famoso quartiere residenziale, non lontano dal centro di

psicoanalisi, dove lavorerà, anni dopo, la stessa figlia Anna. 15

Psicoanalisi e Surrealismo

A Londra incontrò Salvador Dalì, uno dei più importanti esponenti dell'avanguardia artistica

storica surrealista. L'artista spagnolo era stato accompagnato a far visita a Freud da Stefan

Zweig; il loro incontro avvenne in un caffè, dove Dalí, sopra ad un tovagliolo, fece

rapidamente uno splendido ritratto di Freud, che ne rimase stupito.

La morte

Un anno prima della morte, nel 1938, al suo arrivo a Londra, Freud aveva concesso

un'intervista alla BBC. L'intervista si era conclusa con uno sguardo alla strada ancora da

percorrere per la neonata scienza: "La lotta non è ancora terminata" affermerà. Il suo

attaccamento estenuante nei confronti della madre Amalie Nathanson, lo porterà a dire,

dopo la sua morte 1930, che solo ora anche lui se ne sarebbe potuto andare, non certo prima

che lei morisse.

Il 21 settembre 1939 il medico viennese sul letto di morte consumato fra atroci sofferenze

mormorò al suo medico di fiducia: "Ora non è più che tortura, non ha senso" e poco dopo

ancora: "Ne parli con Anna, e se lei pensa che sia giusto, facciamola finita". Freud si affidò

al sentire della figlia. Morì due giorni dopo, senza risvegliarsi dal sonno tranquillo che la

morfina gli provocò. 16

Le innovazioni di Freud

L'influenza di Freud fu determinante in due campi correlati ma distinti. Sviluppò

simultaneamente una teoria della mente e del comportamento e tecniche cliniche finalizzate

all'apporto terapeutico nella risoluzione delle nevrosi. Molti sostengono che abbia

influenzato solo il primo campo.

Secondo alcuni, il contributo forse più significativo di Freud al pensiero moderno fu la sua

concezione dell'inconscio. Secondo una versione diffusa della storia della psicologia,

durante il XIX secolo la tendenza dominante nel pensiero occidentale fu il positivismo, che

avrebbe creduto nella capacità degli individui di poter controllare la conoscenza reale di se

stessi e del mondo esterno ed esercitare un controllo razionale su entrambi. Freud, invece,

suggerì che questa pretesa di controllo fosse in realtà una illusione; che persino ciò che

pensiamo sfugge al totale controllo e alla comprensione e le ragioni dei nostri

comportamenti spesso non hanno niente a che fare con i nostri pensieri coscienti. Il concetto

di inconscio sarebbe stato rivoluzionario in quanto sostenne che la consapevolezza fosse

allocata nei vari strati di cui è composta la mente e che ci sono pensieri non

immediatamente disponibili in quanto "sotto la superficie" (livello cosciente). Tuttavia,

come lo psicologo Jacques Van Rillaer, fra gli altri, ha sottolineato, "contrariamente a

quanto crede il grande pubblico, l'inconscio non è stato scoperto da Freud. Nel 1890,

quando ancora non si parlava di psicoanalisi, William James, nel suo monumentale trattato

di psicologia, esaminava il modo in cui Schopenhauer, von Hartmann, Janet, Binet e altri

avevano utilizzato il termine "inconscio" e "subconscio"".Inoltre, lo storico della psicologia

Mark Altschule ha scritto nel 1977: "È difficile -o forse impossibile- trovare uno psicologo

o psicologo clinico del diciannovesimo secolo che non riconoscesse la cerebrazione

inconscia come non solo reale ma anche della massima importanza".

I sogni, proposti come "la via regia che conduce all'inconscio", sono gli indizi migliori per

la comprensione della nostra vita inconscia e nell'interpretazione dei sogni Freud sviluppò

l'argomento dell'esistenza dell'inconscio e descrisse una tecnica per accedervi. 17

Il preconscio venne descritto come uno strato a cui si può accedere con meno sforzo, in

quanto interposto tra il conscio e l'inconscio. Anche se molti aderiscono ancora alla

concezione razionalista e positivista, è ormai comunemente accettato, anche da coloro che

rifiutano altre parti delle teorie di Freud, che l'inconscio è una parte della mente e che parte

dei comportamenti possono avere luogo senza il controllo della coscienza.

Nel 1910, in una conferenza all'università di Clark, Freud spiegò la sua nuova concezione del

funzionamento della mente umana e del rifiuto dei suoi lavori da parte dei suoi colleghi e del

pubblico:

«l'arroganza della coscienza che, per esempio, rigetta i sogni con leggerezza, generalmente

è causata da un forte apparato protettivo che li custodisce, impedendo ai complessi inconsci

di farsi strada, rendendo difficile convincere gli interlocutori dell'esistenza dell'inconscio e

spiegare nuovamente ciò che la loro conoscenza cosciente rifiuta.»

Elemento cruciale del funzionamento dell'inconscio è la rimozione. Secondo Freud, spesso i

pensieri e le esperienze sono così dolorosi che la gente non può sopportarli. Tali pensieri ed

esperienze, e i ricordi associati, ha argomentato Freud, sono banditi dalla mente, ma

potrebbero essere banditi anche dalla coscienza. In questo modo costituiscono l'inconscio.

Benché Freud più tardi tentasse di trovare strutture di rimozione tra i suoi pazienti per

derivare un modello generale della mente, egli ha anche osservato una differenziazione tra i

singoli pazienti dovuta alla rimozione di pensieri ed esperienze diverse. Freud ha osservato,

inoltre, che il processo di rimozione è in sé un atto non-cosciente (cioè non si presenta con

pensieri o sensazioni dipendenti dalla volontà). Freud ha supposto, insomma, che ciò che

viene rimosso è in parte determinato dall'inconscio. L'inconscio, per Freud, era sia causa

che effetto della rimozione.

Freud ha cercato di spiegare come il subconscio opera e ne propose una particolare

struttura. Egli ha proposto una suddivisione del subconscio in tre parti: Id, Ego ("Ich" in

tedesco o "Io" in italiano) e Superego ("Überich" in tedesco, "Super-Io" in italiano). L'Id (=

latino, =it in inglese, =es in tedesco) viene rappresentato come il processo di

identificazione–soddisfazione dei bisogni di tipo primitivo. Il Superego rappresenta la

coscienza e si oppone all'Id con la morale e l'etica. L'Ego (Ich) si frappone tra Id e Superego

sia per bilanciare le istanze di soddisfazione dei bisogni primitivi, sia le spinte contrarie

derivanti dalle nostre opinioni morali ed etiche. Un Ego ben strutturato garantisce la

capacità di adattarsi alla realtà e di interagire con il mondo esterno, soddisfacendo le istanze

dell'Id e del Superego. L'affermazione di principio che la mente non è monolitica o

omogenea, continua ad avere un'influenza enorme al di fuori degli ambienti della

psicologia.

Freud era particolarmente interessato al rapporto dinamico tra queste tre parti della mente,

argomentando che la dinamica fosse governata da comportamenti innati, ma ha anche

asserito che il rapporto dinamico mutasse col cambiare del contesto dei rapporti sociali.

Alcuni hanno criticato Freud per aver dato troppa importanza all'uno o all'altro fattore; allo

stesso modo, molti dei seguaci di Freud hanno concentrato la loro attenzione privilegiando

l'uno o l'altro.

Freud ha sviluppato il concetto di "sovradeterminazione" per evidenziare le molteplici

cause che sottendono alla interpretazione dei sogni, piuttosto che contare su un modello di

18

semplice corrispondenza biunivoca tra cause ed effetti. Ha creduto che gli esseri umani

fossero guidati da due comportamenti istintivi: dalla libido (Eros) e dall'istinto di

morte(Thanatos). La descrizione di Freud della libido comprende la creatività e gli istinti.

L'istinto di morte è definito come un comportamento istintivo finalizzato alla creazione di

una condizione di calma, o non-esistenza, ed è ricavato dai suoi studi sui protozoi.

Freud credeva anche che la libido si sviluppasse negli individui cambiando il suo oggetto.

Egli ha argomentato che gli esseri umani nascessero "polimorficamente perversi", volendo

con ciò significare che qualsiasi oggetto potrebbe essere una sorgente di piacere. Egli più

avanti ha argomentato che gli esseri umani si sono sviluppati in differenti stadi di sviluppo

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