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Il mondo come rappresent

“Il mondo è una mia rappresentazione: questa è una verità che vale in rapporto a ciascun essere vivente

e conoscente (…) “

Schopenhauer ammette che il mondo è fenomeno.

La realtà è deformata dalle forme a priori:

-SPAZIOcollega le rappresentazioni secondo una determinata posizione

-TEMPOcollega le rappresentazioni secondo il nesso della successione

dà conto dell’ “attività” che la materia compie secondo nessi di causa-effetto

-CAUSALITA’ “vetri sfaccettati”

Il Velo di

Maya

La Rappresentazione si identifica con il “VELO MAYA”,

DI divinità buddista che si avvale del velo come strumento per mostrare

come reali delle semplici illusioni. Questo velo ingannevole quindi,ci fa apparire le cose come in sogno o come l’effetto di

un’illusione ottica. Si può evadere da questa dimensione illusoria per penetrare nella realtà solo squarciando il velo.

Il mondo come volontà

L’unica via per squarciare il velo e quindi, scoprire la realtà che si cela dietro questo,è il nostro corpo.

La corporeità è quindi il modo per andare al di là della rappresentazione e attingere l’essenza delle cose. Schopenhauer

considererà però il corpo, solo come un mezzo metafisico per pervenire alla realtà, percorrendo questa strada si

individua una realtà sostanziale : la volontà di vivere, che ha un valore universale. La volontà di vivere è una forza

tragica apportatrice di dolore, è il fondamento del reale, la brama, il desiderio di esistere, la vera essenza delle cose.

Dolore,piacere,noia

DOLORE

La volontà di vivere produce sofferenza,perché volere significa

desiderare,cioè mancare di qualcosa. Ciò produce dolore.

PIACERE

È un intervallo in cui cessa il dolore.

NOIA

Quando subentra rende la volontà insoddisfatta di ciò che ha

ottenuto,facendo risorgere il desiderio “incattivito”.

L’Iter salvifico consta di tre momenti essenziali:

-L’ARTE è la conoscenza libera e disinteressata, che si rivolge alle idee ed ha un carattere contemplativo, la sua funzione però è

temporanea e parziale, come un incantesimo.

La MORALE

- che implica un impegno a favore del prossimo e che si concretizza in due virtù cardinali :

la giustizia : si riconosce con la giustizia nella persona altrui, un essenza uguale alla nostra.

la pietà : il sentimento in cui sentiamo nostre le sofferenze altrui.

L’ASCESI

- per la cui definizione, nel pensiero di Schopenhauer, concorrono elementi tratti dalla mistica tedesca. L’ascesi

comincia infatti quando l’uomo cessa di volere ed esercita in se stesso la massima indifferenza per ogni cosa,

finendo per provare orrore della volontà di vivere, che è il nocciolo del dolore.

L’ultimo gradino dell’ascesi si rivela così essere la Noluntas o nolontà, l’assoluta quiete dell’animo, il puro nulla.

Il Nirvana.

. Luigi Pirandello

La vita

Nacque a Girgenti il 28 giugno 1867: il padre gestiva alcune solfare, la madre apparteneva ad

una famiglia di agiati commercianti. Compiuti gli studi liceali frequentò l’università di Roma ,

laureandosi poi a Bonn con una tesi sui suoni del dialetto agrigentino. Scrisse alcune raccolte di

poesie : “le e “Pasqua alla maniera

Elegie Renane” di Gea” carducciana . Sposatosi nel 1893

con Antonietta Portulano appartenente ad una ricca famiglia socia in affari con la sua e si

trasferì a Roma dove insegnò stilistica italiana. Le sue prime composizioni furono alcune novelle;

“Amori ed opere di narrativa fra cui “Marta Ayala” che in seguito pubblicherà con

senza amore”

il titolo “l’esclusa”. Nel 1904 la zolfatara gestita dal padre viene distrutta da una frana . La

moglie ne riporta un trauma psichico dal quale non guarirà mai più . Le difficoltà familiari

conducono Pirandello ad un forte senso di frustrazione, al punto da farlo pensare al suicidio . Ma

nonostante tutto trova la forza di reagire . Nel 1904 pubblica un muovo romanzo che lo rende

celebre “Il “ , in seguito “i (1913) , “Si (1916),

fu Mattia Pascal vecchi e i giovani” gira”

“Liolà”, “Pensaci e “Così

Giacomino” è se vi pare”

Nel dopoguerra riprende la produzione teatrale con una famosa trilogia della quale fa parte “Sei

Nel 1924 chiede la tessera del partito fascista , forse solo per

personaggi in cerca di autore”.

ragioni pratiche.

Conseguì grande successo in Europa ed in America anche se il suo teatro critico contrastava

certamente con la retorica nazionalistica del fascismo.Nel 1934 gli venne conferito il premio

nobel per la letteratura . Morì a Roma nel 1936.

Luigi Pirandello

Scrittore, drammaturgo e narratore, rappresentò sulle scene l’incapacità dell’uomo di identificarsi con la propria personalità, il dramma della

ricerca di una verità al di là delle convenzioni e delle apparenze. Al centro della concezione pirandelliana c’è il contrasto tra apparenza e sostanza.

“.… perché una realtà non ci fu data e non c’è ; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere ;

e non sarà mai una per sempre, ma di continuo ed infinitamente immutabile”

Uno,Nessuno e Centomila

Pirandello in “Uno, nessuno e centomila” sostiene che il contrasto tra apparenza e realtà non esiste solo fuori di noi, ma

anche e soprattutto nell’intimo della coscienza : contrasto tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, tra ciò che

siamo e risultiamo agli occhi degli altri.Di conseguenza ciascun personaggio di Pirandello presenta centomila realtà

interne , per cui la vera realtà è nessuna e proprio per i personaggi Pirandelliani non esiste quindi una realtà oggettiva

ma soggettiva, che a contatto con la realtà degli altri si disintegra e si disumanizza. L’uomo però deve adeguarsi ad

una legge imposta dalla società e per farlo si costruisce una maschera , poiché il personaggio non sa come mutarla si

verifica la sua disintegrazione che si riassume nella teoria della triplicità esistenziale :

-Come il personaggio vede se stesso

-Come il personaggio è visto dagli altri

-Come il personaggio crede di essere visto dagli altri

Le conseguenze sono tre,il personaggio:

-È uno,quando viene messa in evidenza la realtà forma che lui si da;

-È nessuno, quando si accorge che ciò che lui pensa e ciò che gli altri pensano non è la stessa cosa;quando la propria

realtà forma è soggettiva.

-È centomila, quando viene messa in evidenza la realtà forma che gli altri gli danno.

In conclusione in “Uno, nessuno e centomila” Pirandello afferma che “o la realtà ti disperde e disintegra o ti vincola e

ti incatena fino a soffocarti. Menandro

Nacque ad Atene nel 324-341 a.C. da famiglia nobile. Fu discepolo o secondo altre fonti

parente del commediografo Alessi.Era allievo del filosofo Teofrasto,discepolo di

Aristotele. Menandro esordì con la sua prima rappresentazione, la commedia

“L’Ira”(perduta),nel 321 con cui ottenne la vittoria nell’agone comico delle Lenee.

Menandro avrebbe fatto rappresentare 105 commedie,di queste solo 8 hanno vinto gli

agoni comici ateniesi. Lo scarso successo è spiegato da due fatti: gli antichi dicevano che

imbrogliava corrompendo i giudici; invece i

gareggiando contro Filemone,quest’ultimo

moderni dicono che lo scarso successo era dovuto al contenuto delle sue commedie.

Infatti le tematiche sociali presenti nelle sue commedie non suscitavano la simpatia

del pubblico come ,ad esempio,la rappresentazione dell’etera o degli schiavi che non era

ben vista. Nelle sue commedie dimostra di non partecipare alla vita pubblica, non ci

sono cenni alla vita contemporanea, oppure sono rarissimi e poco chiari. I suoi unici

interessi sono il teatro e le donne. Sappiamo di un amore durante tutta la vita per

un’etera chiamata Glicera. Era così attaccato alla sua città che quando Tolomeo ,il re

d’Egitto, lo chiama ad Alessandria rifiuta e preferisce rimanere ad Atene, dove

morirà nel 291, annegato mentre nuotava nel Pireo. Opere

Il Misantropo

-

-L’arbitrato

-La donna di Samo

-Lo scudo

-La fanciulla tosata

Menadro fu il massimo esponente della commedia nuova

Caratteristiche Commedia di Menandro :

la storia dell’individuo e non più la realtà delle polis nel suo insieme comunitario

-privilegia

-i personaggi non sono più eroi comici,ma sono persone comuni,rappresentate nella loro sfera privata:il vecchio avaro

fanfarone…

il giovane innamorato,lo schiavo intraprendente,la prostituta,il soldato

del testo delle parti corali,della parabasi e dell’agone.

.-assenza

-la struttura della commedia ha una divisione fissa in cinque atti,rispetto alla commedia antica che era molto articolata.

-vi è una vera e propria trama narrativa,al contrario della commedia antica che ne era quasi priva.

è il Prologo,che informa gli spettatori dell’antefatto.

-vi vi sono personaggi negativi,quindi lo spettatore che nella commedia antica si identificava con l’eroe comico vittorioso

-non

ridendo delle sventure dello sconfitto,ora nella commedia nuova non è più indotto a identificarsi con un solo personaggio

L’agnizione nella Commedia di M

L’agnizione è un topos delle opere narrative e drammatiche. Consiste nel riconoscimento improvviso di un

personaggio la cui vera identità era rimasta fino ad allora sconosciuta e che quindi determina una svolta

decisiva nella vicenda. Un esempio di schema tipico di intreccio concluso da

“L’Arbitrato”. In cui l’anello rappresenta l’agnizione,cioè

un'agnizione si trova nella commedia di Menandro

l’oggetto che consente lo scioglimento dell’intreccio e quindi che svela la verità.

L’Arbitrato( )

epitreponteς

Durante la festa delle Tauropolie, Carisio si è ubriacato e ha violentato Panfila,figlia di Smicrine.

senza sapere che era la stessa ragazza della festa. Il figlio nato dall’unione illecita

Carisio ha poi sposato Panfila

è stato esposto da Panfila insieme con alcuni gioielli per il riconoscimento,tra questi vi era un anello sottratto

da lei al suo violentatore. Carisio venendo a sapere del bambino abbandona Panfila credendo che lo avesse

tradito. Il bambino viene adottato da Sirisco,ma il pastore Davo,colui che aveva raccolto il bambino si tiene per

sé i gioielli. Sirisco pretende che i gioielli vadano a lui,mentre Davo vuole tenerseli. Per dirimere la questione

Si affidano al giudizio di un passante (da qui il titolo della commedia).Il giudice improvvisato è Smicrine,padre

L’anello,rimasto così con il bambino,viene riconosciuto da

di Panfila,che assegna i gioielli a Sirisco. Onesimo,

servo di Carisio. Abrotono,la prostituta di Carisio,si ricorda di aver assistito ad una scena di violenza alla festa e

si fa consegnare l’anello per accertarsi che il violentatore era davvero Carisio. Avuto conferma dei suoi sospetti,

confida il segreto a Panfila,anche se così facendo perderà Carisio.

Apuleio

Vita Apuleio, filosofo platonico e retore latino.

Nacque intorno al 125dC a Madauro, nella Numidia. Studiò ad Atene e fece lunghi viaggi in Oriente,

consumandovi gran parte dei suoi averi; fu anche per qualche tempo a Roma.

Tornato in Africa, conobbe a Oea (Tripoli) una ricca vedova, assai più anziana di lui, Pudentilla, madre di un suo

antico compagno di studi, Ponziano;col consenso, anzi secondo Apuleio per istigazione di questi la sposò; ma il

suocero di Ponziano, per togliere ad Apuleio la possibilità di diventare erede della moglie, montò contro di lui un

processo per magia, accusandolo anche di aver attirato Pudentilla in quelle nozze coi suoi incantesimi.

un’assoluzione,

Il processo, celebrato nel 158 a Sabratha, finì certamente con ma Apuleio, amareggiato, se ne tornò a

Cartagine, dove ebbe una posizione di rilievo con la carica di sacerdos provinciae del culto imperiale.

Non si sa dove né quando morì (180ca).

L’ attività dello scrittore fu fecondissima e varia per interessi e generi.

“Matamorfosi” “Asinus “De ,”Florida”,”De

Di lui rimangono le seguenti opere: o Aureus”,”Apologia o magia liber”

deo Socratis”,”De Platone et eius dogmate”,”De mundo”.

Le metamorfosi

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