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Nella seguente tesina di maturità viene analizzato il tema del progresso. Con la Prima guerra mondiale si assiste ad un'accelerazione dello sviluppo industriale sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista del progresso, al miglioramento delle condizioni di vita degli operai che iniziano ad avere un gran peso sul piano sociale. In questo periodo molto importante è la figura di Le Corbusier, architetto che elabora i progetti di molte città. Egli ha per esempio elaborato lo schizzo per i piani urbanistici di Montevideo e di San Paolo del Brasile (1929).Un altro dei suoi lavori è stato anche il progetto per l'esterno della Cappella di Notre-Dame du Haunt. Significativo è stato anche il contributo di Walter Gropius, artista che ha fondato il Bauhaus, una scuola democratica che è stata chiusa con l'avvento del nazismo in Germania. Questa scuola propone un tipo di architettura funzionale, in cui la forma deriva dalla funzione a cui è destinato l'edificio.
In Italia invece si afferma l'architettura realista, che si distacca dalla tradizione accademica. Uno dei suoi esponenti di spicco è stato Giuseppe Terragni, che ha elaborato il progetto della Casa del fascio nel corso degli anni Venti. In Inghilterra invece si assiste allo splendore dell'età vittoriana; questo è stato un periodo ricco di contraddizioni caratterizzato da industrializzazione, grandi invenzioni e dalla povertà a causa dell'emigrazione delle popolazioni rurali dalla campagna verso le grandi città. Sul piano letterario è Dickens che fa un'analisi critica nei confronti del progresso e dell'industrializzazione. Egli descrive la città inglese industriale attraverso l'opera "Coketown". Un'analisi del fenomeno del progresso viene effettuata da Verga ne "I Malavoglia", in cui l'autore parla di fiumana del progresso, secondo cui l'uomo cerca sempre più di migliorarsi alla ricerca del progresso, del benessere e della potenza. Un'altra corrente di pensiero importante è il positivismo, che esalta la scienza e il progresso, affermandosi a livello internazionale. Nella tesina molto importante è anche il legame con il "De rerum natura" di Lucrezio che nel V libro cerca di descrivere il processo evolutivo della storia umana, giungendo alla conclusione che si crea un'alternanza tra epoche vantaggiose e epoche svantaggiose.
Storia dell'arte: Il funzionalismo: Le Corbusier; Walter Gropius e il Bauhaus; l’architettura razionalista in Italia.
Inglese: L'età vittoriana e Dickens.
Italiano: Verga e "I Malavoglia".
Filosofia: Il positivismo.
Latino: Il V libro del "De rerum natura" di Lucrezio.
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trica determina, in Le Corbusier, anche la forma dell’edificio, che pertanto è generata non dalla si-
tuazione esterna del luogo in cui si colloca, ma dall’interno, eludendo una delle caratteristiche del
razionalismo che, per lo più, vuole forme geometriche. Nell' "Unità di abi-
tazione” a Marsiglia
del 1947-52, Le Cor-
busier ha voluto cre-
are la casa come vo-
lume librato su pila-
stri, in modo che sot-
to si circoli senza che
il movimento della
città venga interrotto
dai blocchi massicci
delle costruzioni; gli
appartamenti non so-
no stratificati, ma in-
castrati l'uno nell'al-
tro a livelli multipli.
Questo edificio con-
tiene circa 400 allog-
gi e comprende tutti i
servizi necessari alla
vita della comunità,
dai negozi ai par-
cheggi, dall’asilo per
i bambini ai luoghi di
svago: una specie di
villaggio autosuffi-
ciente.
La Cappella di Notre-Dame-Du-Haut si trova sulla sommi-
tà di una collina che domina la borgata di Ronchamp. La sua
volumetria è estremamente complessa. Escludendo il punto
di vista unico (o preminente) dell’architettura religiosa tradi-
zionale (la facciata), esige al contrario la continua variazione
di punti di vista, seguendo un itinerario che la circondi com-
pletamente, con la conseguente mobilità dei successivi im-
pianti prospettici. Le Corbusier, Cap-
pella di Notre-Dame-
du-Haunt, esterno
Le superfici della Ca-
pella di Notre-Dame-
du-Haut si plasmano
verticalmente e oriz-
zontalmente, inseren-
dosi nello spazio me-
diante andamenti cur-
vilinei (concavi e
convessi) e con spigo-
li acuti, come una
grande scultura astrat-
ta, armonizzando coe-
rentemente le strutture
chiare delle pareti,
con la massa scura del
tetto.
Le Corbusier, Cappella di Notre-Dame-du-
Haunt, interno; 1950-54
Ai volumi dell’esterno corrisponde lo spazio in-
terno, illuminato in maniera ugualmente diffe-
renziata dalle aperture che sfondano le pareti e
dalle vetrate create dallo stesso progettista. A
proposito della forma del tetto, Le Corbusier
scrive: “ Un guscio di granchio raccolto a Long
Island vicino a New York nel 1946 sta sul mio
tavolo da disegno. Esso diventerà il tetto della
cappella: due membrane di cemento di 6 centi-
metri di spessore e tenute fra loro a una distanza
di 2m e 26. Il guscio poggerà sui muri di vecchie
pietre di ricupero […] ma non toccherà il muro:
un getto di luce orizzontale di dieci centimetri di
spessore susciterà meraviglia”
W G B
ALTER ROPIUS E IL AUHAUS
Alla fine della prima guerra mondiale la Germania, sconfitta, è in una condizione politica, sociale,
economica tragica. E' lacerata dai conflitti di classe: da un lato i militari ed i grandi capitalisti che
hanno voluto la guerra, con essa hanno realizzato enormi profitti ed ora addossano la colpa della
sconfitta al disfattismo della classe operaia invocando il riarmo e uno Stato forte che scateni un'altra
guerra di rivincita; dall'altro, il popolo, che ha sostenuto tutto il peso della guerra ed ora è il solo a
subire le conseguenze della disfatta. Sono gli intellettuali che chiedono e compiono una rigorosa au-
tocritica della società. Il funzionalismo architettonico tedesco s'inquadra in questa situazione storica
e lo stesso Gropius, che si metterà a capo del razionalismo tedesco, ha partecipato a questa crisi.
Come Le Corbusier, Gropius va visto nel duplice aspetto di artista e di animatore culturale; egli
convoca intorno a sé, nella Bauhaus della repubblica di Weimar, gli artisti più avanzati, ottiene la
loro collaborazione, li persuade che il luogo dell'artista è la scuola e il suo compito sociale l'inse-
gnamento.
Il Bauhaus (che significa "casa della costruzione") è stata una scuola democratica nel senso pieno
del termine: appunto per questo il nazismo, appena arrivato al potere, l'ha soppressa. Gropius, poi-
ché considera la scuola come il nucleo formativo della società, ne studia l'organismo funzionale, a
cominciare da quella che dirige, per la quale costruisce a Dessau una sede che è uno dei più grandi
capolavori del funzionalismo architettonico europeo
Il Bauhaus propone una architettura funzionale, in quanto la forma deriva dalle varie funzioni cui
l’edificio è destinato, ognuna distaccata dalle altre ma ad esse collegata. La veduta aerea ce ne può
dare un’idea: in alto vediamo il settore dei laboratori, in basso quello delle aule, collegate da un
corpo a ponte adibito
agli uffici amministra-
tivi sotto i quale passa
una strada, mentre a
sinistra, distanziato, è
un corpo più alto dove
sono poste le abitazio-
ni degli allievi, cui si
accede mediante un
basso passaggio, sede
del refettorio,
dell’auditorium e del
palcoscenico. Presenta
una struttura a “doppia
elle” dove nessuna
parte è più importante
delle altre. Inoltre
manca la facciata
principale, elemento caratteristico di tutti gli edifici precedenti. Nel Bauhaus, poiché la forma è de-
terminata dalla funzione e le funzioni sono tutte importanti, non può esistere una fronte visivamente
predominante sulle altre. Inoltre molto importanti sono le lunghe vetrate utilizzare per dare maggio-
ra luce agli ambienti di lavoro, e allo stesso tempo per non celare ciò che a avviene entro un com-
plesso scolastico in una società nuova, in cui tutto deve essere trasparente.
Walter Gropius, Casa Gropius, veduta dal
giardino (lato sud), veduta dalla strada (lato
nord). Appartamenti destinati agli insegnanti.
Pianta del piano terreno
e del primo piano della
Casa Gropius
Nel 1934 dopo la salita la potere di Hitler, Gro-
pius lascia la Germania, per andare prima in In-
ghilterra e poi in America. Qui egli si trova in un
ambiente completamente diverso. Abbandonan-
do per gli esterni l’uso esclusivo del vetro acco-
stato all’intonaco bianco, caratteristico del fun-
zionalismo europeo, vi unisce anche la pietra.
L’ I
ARCHITETTURA RAZIONALISTA IN TALIA
In Italia, sulla fine degli anni ’20, vi è un tentativo di distacco dalla tradizione accademica. Fra gli
artisti che per primi si pongono in posizione di avanguardia è Giuseppe Terragni (Meda, Milano
1904- Como, 1943) che, con la casa di appartamenti “Novocomum” e la “Casa del Fascio” di Co-
mo, si allinea con la più moderna architettura europea. L’opera è stata commissionata dal regime fa-
scista, che in questi anni è ancora pronto ad accettare ciò che agli occhi dell’opinione pubblica ap-
pare rivoluzionario, non tanto perché il fascismo esce da una presunta “rivoluzione”, quanto perché
la misura nitida del razionalismo coincide con il “ritorno all’ordine” e con quella chiarezza che an-
che la contemporanea pittura italiana va perseguendo.
Giuseppe Terragni, Casa del Fascio; 1932-36
L’edificio è misurato con assoluta precisione in un totale coordinamento di pianta e alzato, che ri-
sponde alle stesse norme “puriste” proclamate Le Corbusier. Ma se la forma è quella di un cubo se-
zionato orizzontalmente a metà altezza, non ne risulta un geometrismo pesante, per il diverso aspet-
to delle quattro facciate e per l’attenta e calibrata distribuzione dei pieni e dei vuoti
T V A
HE INDUSTRIAL PROGRESS IN THE ICTORIAN GE
T (“T N ” : B D ”)
HE SOCIAL CONTEXT WO ATIONS RICH AND POOR AS WRITTEN ENJAMIN ISRAELI
The Victorian Age was an age full of contradictions, of industrialization and poverty, of scientific
discoveries and religious unrest. Industrialization resulted in the migration of rural people to the in-
dustrial areas in search of jobs. So, within a few years, the population of London and other indus-
trial cities, doubled. Soon, urbanization became intolerable, because cities were overcrowding and
Sanitary conditions were so poor that typhus and cholera were very common. The political philoso-
phy in this period was liberalism that defended the individual freedom in policy and the free trade
without interference by government in industry or commerce in the economy. For much of this pe-
riod industrialization meant the exploitation of workers. Men, women, and children worked in fac-
tories sometimes up to 14 or 16 hours a day, while factory owners paid very low salary. They were
not confortable to live because of the industrialization, the density of population and their big size.
The poor lived in the slums, appalling quartiers characterized by squalor, crime and disease. They
lived in bad conditions and worked in a bad and dangerous atmosphere.
V C -
ICTORIAN OMPROMISE AND WORKING CLASS MOVEMENTS
On the other hand there was some persons that lived in welfare, ignoring the problems of the rest of
society. This period marked the triumph of the industrial middle classes, with their confidence in
progress, their belief in the theory of laissez-faire in economics. This is what has been called Victo-
rian compromise, that is the utilitarian compromise of a large section of English society that saw
industrial development only as a source of prosperity and progress, while it tended to ignore the
many social conflicts and problems raised by it.
In front of this dramatic situation began in England some revolutionary movements as Chartism, a
radical working-class movement or Fabian Society, an intellectual's group that based their activity
on conferences and pamphleteering. This movements express the popular discontent for the bad
conditions of worker.
D ’ “H T ”
ICKENS S CRITICISM AND ARD IMES
Charles Dickens was one of the intellectuals that criticized this dramatic period. In his life he knew
the bad conditions of the worker on his body, working in a blacking factory, when he was a child.
He identifies the origin of social evils in man’s hypocrisy, lack of love, greed for money and want
of charity. The most important novel that show this theory is “Hard Times”. Here he presents an ex-
tremely wide range of characters, and a great variety of situations, even if Dickens's characters are
not heroes and heroines. He drew most of them from reality.
In this novel he show a city, Coketown destroyed by the industrial progress. Thomas Gradgrind,
one of the characters, (grad=gradually; grind=to smash something into a little bits) represents the
groundless of the philosophy based on facts. He represents a man without heart, he thinks that only
the facts are useful.
Gradgrind, but other characters are rich in exaggerations, used by Dickens to change the reality. In
fact in many of his text he didn’t paint the reality as it was, but as the reading public wanted it to be.
The wanted to escape from the real miseries of life. This doesn’t mean that Dickens denounced
imaginary evil of his society, but he wanted to reassure the reader that in the end, good and justice
would triumph. Dickens used also humor to criticize better the Victorian society, representing it of-
ten in a funny way.
: (N H T )
Q UOTATION URSERY FABLE TAKEN FROM ARD IMES
There was an old woman, and what do you think? C’era una vecchietta,sapete cosa faceva?
She lived upon nothing but victuals and drink; Da mangiar e da bere in tavola metteva;
Mangiare e bere eran tutta la sua dieta
Victuals and drink were the whole of her diet,
And yet this old woman would Never be quiet. Eppur la vecchietta non se ne stava MAI quieta.
The moral of this quotation show the greed of everything of the persons of the Victorian society.
D ’
ICKENS S SOLUTION
Dickens never suggested a revolutionary change in the structure of society. His solutions are not
economic and political but moral. In fact he suggested that is the rich who was to help those who
suffer from poverty thanks to their privileged condition, but he completely ignored that not to be
miserable is a right. He was convinced that the only solution is moral change and a deeper sensitiv-
ity to the human sufferance.
“I ” ’
L CAMMINO FATALE DELL UMANITÀ VERSO LA CONQUISTA DEL
PROGRESSO
P M
REFAZIONE AI ALAVOGLIA
Verga, durante la composizione de “I Malavoglia”, aveva già ben preciso in mente un “ci-
clo” di romanzi che svolgesse per intero l’evoluzione di questo desiderio di progresso, di benessere
e di potenza. La prefazione si presenta come un testo metaletterario nel quale egli esplicita la sua
idea di progresso: