Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Theories of the Nazca Lines mainly attempt to explain why these remarkable drawings were
created, and some theories seek to
address the "how" question as well.
Especially in the earlier years of study, it
was difficult for many anthropologists to
believe that the ancient Nazca peoples
could have created the Lines without
help of from a more advanced society -
or species!
In recent years, the professional
skeptic Joe Nickell has demonstrated
that the drawings would not have been
hard to accomplish with only the tools
available to the ancient Nazca. Nickell
has also shown that although the size of the figures suggests they were intended primarily for the
enjoyment of the gods, the drawings can be appreciated from the ground as well.
The general consensus of archaeologists, anthropologists and scientists is that the Nazca Lines
were created by the Nazca people themselves, without the help of celestial visitors or aerial views.
The figures drawn in the desert correspond with the images found in other examples of Nazca art,
such as pottery.
It is almost certain that the Nazca Lines had a sacred purpose, as other artifacts of the Nazca
culture show a preoccupation with death;
other major monuments of the ancient
world are known to be ritual in nature; and
no plausible practical purpose has yet been
discovered.
The Nazca Lines may have been ritual
centers for helping the dead achieve
immortality; they may have been an
offering to the gods; or they could have
been a major pilgrimage site.
We may never know why the Nazca
peoples put so much time and care into a
project that they could barely see. In spite of all that we have learned about them in recent years,
the Nazca Lines remain a fascinating mystery. 9
La civiltà di Nazca è una popolo del Perù
meridionale vissuta tra il II e VI secolo d.C., il
nome “Nazca” è preso appunto dalla zona in cui
essi vivevano,l’altopiano di Nazca, un vasto
deserto della pampa che estende per circa 50
Km che a quei tempi era molto fertile.
I Nazca erano una civiltà molto sviluppata e
intelligente, basti pensare al complesso sistema
di acquedotti della città di Cahuachi, che
nonostante i secoli è ancora funzionante. Questa
civiltà nasconde alcuni segreti, perchè è fiorita
all’improvviso e poi è scomparsa altrettanto
repentinamente? Cosa sono le misteriose linee di
Nazca? 10
La stranezza e il fascino che questi disegni
silenziosamente emanano solitari, in una zona disabitata e
delimitata da un lato, dalle grandi vallate di due fiumi e
dall'altro dalla catena
collinare pre-andina,
colpirono il geografo
americano Paul Kosok, il
quale si accorse della loro
esistenza il 21 giugno del
1941, mentre a bordo di un aereo si stava recando a fare un picnic
insieme alla moglie Rose. Subito egli fu impressionato da due
aspetti: le dimensioni davvero notevoli di quelle figure, che in totale
descrivevano una zona lunga 50 Km e larga 15, e la località dove si
trovavano, cioè un altopiano desertico delle Ande. . La la vera
scoperta delle linee di Nazca è comunque da far risalire agli anni
venti, quando cioè il peruviano Meyìa Xesspe e l'americano Alfred
Kroeber, 2 scienziati, arrampicatosi su di una collina, notarono con
l'effetto della luce pomeridiana, delle lunghe linee che attraversavano
il deserto. Queste linee sono praticamente dei solchi, non molto
profondi, praticati sul terreno ed è proprio per la loro grandezza che non si riescono a vedere da
terra, rimanendo così nascoste per parecchi secoli. sono stati contati più di 300 disegni per un
totale di tredicimila Km di linee e gli animali rappresentati fanno parte realmente della fauna della
zona.
L’aspetto stupefacente delle linee di Nazca è la precisione con la quale sono state fatte, degna dei
più bravi ingegneri del nostro tempo; alcuni studiosi ipotizzano che i disegni venivano prima
realizzati su stoffa e poi realizzati,
chiaramente con proporzioni maggiori,
sul terreno con l’aiuto di corde, paletti e
compassi di legno. Il contrasto delle
linee col terreno si otteneva rimuovendo
le pietre superficiali lungo le linee, così
facendo il colore più chiaro delle pietre
sottostanti faceva da contrasto col
terreno; si pensa inoltre che le linee
fossero utilizzate come un percorso
celebrativo ovvero dei sentieri tracciati
per fini religiosi, ecco perchè le linee
sarebbero così ben marcate, in quanto
ogni giorno erano percorse da centinaia di persone.
I fatti principali che portavano ad una simile conclusione erano principalmente due. Il primo si basava su un
documento spagnolo risalente al 1653 che spiegava come nella capitale Inca di Cuzco, gli indiani
edificarono santuari lungo linee che si irradiavano dal tempio del sole. Quindi i cumuli di pietra congiunti
dalle linee di Nazca potevano essere per ciò resti di santuari. Il secondo fatto, che rende la teoria ancora più
attendibile, vede come protagonista la regione della tribù degli Aymarà. Dove il produttore cinematografico
Tony Morrison, trovò un insieme perfetto di
linee come quelle di Nazca, che univano piccole
costruzioni in pietra usate per funzioni sacre,
dette sacelli.
Ipotesi attendibili sono quelle del professor
Josuè Saul Lancho Rojas il quale pensa che
questo meraviglioso mondo della pampa
potrebbe essere stato un santuario dove i Nazcas
avevano disegnato tutti gli esseri del loro
mondo, come per offrirli agli dei. Le figure 11
avevano proporzioni gigantesche per essere visti dalle divinità celesti: il fatto che la gente, qui sulla Terra,
non potesse vederle, non importava.
Altre ipotesi, meno attendibili, prendono poi le misteriose linee di Nazca come rivelatrici di
presenze extraterrestri. Quale sia quindi con certezza lo scopo delle linee di Nazca non si sa, ma
resta il fatto che ancora oggi questo arido altopiano del Perù nasconde in se qualcosa di misterioso,
sepolto da secoli e che forse non verrà mai alla luce.
Negli anni Trenta del millecinquecento i conquistadores agli ordini di Francisco Pizarro giunsero
in Perù decisi ad impadronirsi di quella rieda di Nuovo Mondo che per le monarchie europee
avrebbe dovuto rappresentare un autentico serbatoio di ricchezza. Il destino dei popoli che
abitavano la regione era segnato per sempre, ma, in realtà, quando Pizarro mise piede in Perù
l'antica potenza dell'impero Inca era già minata alle fondamenta dalla guerra civile che
imperversava nella regione. I conquistadores non
fecero altro che dare il colpo di grazia a una civiltà
ormai decadente, e le truppe di Pizarro, meno
numerose di quelle nemiche ma dotate di armi più
micidiali e affiancate da un'efficiente cavalleria,
12
seppero approfittare di quel momento di debolezza e di travaglio sconfiggendo uno dopo l'altro i
sovrani delle regioni in cui era suddiviso l'impero.
Uno di essi, chiamato Manco Capac, dopo la sconfitta abbandonò la capitale Cuzco e si inoltrò
nelle Ande per fondare una
nuova città, Vilcabamba, un
luogo dove si dice che lui e i suoi
successori regnarono indisturbati
per i successivi trentasei anni.
Vilcabamba divenne una
leggenda e una vera ossessione
per molti archeologi del nostro
secolo.Tra questi c’era Hiram
Bingham, che nel 1911 organizzò
una spedizione in Perù alla
ricerca dell'ormai mitica
Vilcabamba. Partì da Cuzco e
percorse tutta la regione
esplorando le rive del fiume
Urubamba. Dopo molti giorni incontrò un contadino che si offri di accompagnarlo a visitare alcune
rovine poste sulla cima di una montagna, che l'indigeno chiamava l'Antico Picco, Machu Picchu
nella lingua locale. Dopo un
avventuroso percorso attraverso la
giungla, ponti sospesi e ripide salite
lungo vertiginosi pendii, la spedizione
arrivò in cima a una collina dove alcune
rovine facevano capolino dal folto della
vegetazione. Giunto nei pressi di quella
che oggi é conosciuta come la Tomba
Reale, Bingham si rese conto di trovarsi
di fronte a qualcosa di straordinario. Fu
colpito in particolare dalle pareti di
granito bianco e dall'accuratezza con cui
erano realizzate le parti in muratura.
Prodigi di architettura da mozzare il
fiato. L'archeologo credette di aver
finalmente trovato Vilcabamba e un anno dopo organizzò
un'altra spedizione per ripulire i ruderi dalla secolare coltre
di vegetazione che li ricopriva. Il mondo seppe così
dell'esistenza di quella cittadella arroccata su uno sperone
roccioso a 2300 metri d'altezza e a 450 metri a strapiombo
sulle rive del fiume Urubamba. Machu Picchu era ed è
tutt’ora un luogo meraviglioso che però, non era
Vilcabamba. Infatti, secondo alcuni documenti spagnoli
rinvenuti in seguito, si trovava nella direzione opposta
rispetto a Cuzco e ancora oggi gli archeologi proseguono la
loro diatriba sull'esatta collocazione della leggendaria città.
Nonostante tutto la cittadella di Machu Picchu é uno dei più
incredibili complessi urbanistici del mondo. Una portentosa
opera di ingegneria civile realizzata in un ambiente
tutt'altro che agevole. Gli edifici si sono conservati quasi
tutti perfettamente, tanto che non ci si stupirebbe di veder
camminare ancora oggi sulle gradinate e sui sentieri di 13
pietra qualche sopravvissuto della civiltà Inca. Perché é quasi sicuro che la città, é stata costruita
proprio dagli incas; rimane, però, impossibile stabilire con precisione l'origine del complesso, che
tuttora è avvolta dal più fitto mistero. In realtà, per quanto se ne può sapere, Machu Picchu non era
una vera e propria città, almeno non nel senso in cui intendiamo oggi questo concetto. Era, molto
probabilmente, un insieme di templi, osservatori e palazzi destinati ad accogliere l'élite degli incas,
sacerdoti e uomini di potere. Una specie di città sacra che aveva anche una valenza strategica.
Infatti, dominando la valle del fiume Urubamba, che era l'unica via
per arrivare a Cuzco, Machu Picchu svolgeva,
anche, un'importante funzione di avamposto.
Oltre tutto era una vera e propria roccaforte,
inaccessibile al nemico, data l'altezza e la
conformazione a strapiombo della roccia su cui
é costruita. Dal punto di vista urbanistico,
Machu Picchu é divisa in due parti, da una
scalinata di granito composta da oltre 150
gradini. Tale scalinata era il principale asse
viario e collegava la Piazza Sacra al punto più
alto dove é situato l'Inti-huatana, una pietra
sacra dedicata a Inti, dio del sole. La rete viaria
della cittadella era molto ripida e costituita
prevalentemente da scalini, per superare
pendenze altrimenti eccessive. Eseguendo
incredibili opere di terrazzamento, gli incas
furono in grado di realizzare in uno spazio tutto
sommato piccolo e angusto un'armonica
successione di templi, santuari, piazze, quartieri
residenziali, zone agricole e perfino un
complicato sistema di bacini d'acqua. Nella città spiccano alcune costruzioni caratteristiche. Come
Il Tempio del Sole, un edificio privo di tetto posto nella parte sud-orientale del settore urbano, che
cinge con un tratto di muro dalla forma
semicircolare una roccia levigata usata per le
funzioni religiose connesse con il culto del Sole. O
l’Inti-huatana, il luogo dove é collocata una pietra
dalla strana foggia, sormontata da una grossa
colonna che permetteva agli incas di conoscere
l'altezza del sole e di calcolare l'ora, le stagioni, i
solstizi, gli equinozi basandosi sulla posizione e
lunghezza dell'ombra proiettata. A ogni solstizio
invernale in occasione della festa di Inti Raymi, il
dio veniva simbolicamente legato al sole per
assicurarne il ritorno dell'estate seguente. Chi si reca
oggi a Machu Picchu rimane profondamente
impressionato dalla monumentalità delle opere in
muratura. Gli incas non conoscevano l'uso della ruota e
non 14
possedevano nemmeno animali da tiro. Questo deve aver reso ancor più ardua una simile impresa.
I muri degli edifici pesano parecchie tonnellate e le pietre sono incastrate in modo cosi' preciso
che risulta difficile far passare nelle fessure che le dividono perfino la lama di un coltello. Questa
precisione negli incastri é ancora più stupefacente se si pensa che la foggia delle pietre murali é
molto particolare, con numerosi spigoli incastonati tra loro senza l'utilizzo della malta. Questa
struttura ha consentito alle