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Indice
Breve introduzione pag. 6
- parte prima pag. 8
Filosofia
Kierkegaard pag. 13
* Freud pag. 20
Latino
Lucrezio pag. 15
Seneca pag. 17
Italiano
Franz Kafka pag. 19
Pascoli pag. 19
- parte seconda pag. 22
Storia
Il fenomeno dei sottomarini pag. 24
Arte
Kurt Wenner pag. 26
Scienze
La sismologia nella vita di tutti i giorni pag. 30 Altobelli
Gabriele
Fonti
Bibliografia pag. 34 |
paura
Sitografia pag. 36 la
v’insegno
Note finali pag. 38 come
* trattato successivamente Io,
2
Altobelli
Gabriele
|
paura
la
v’insegno
come
Io,
3 Un ringraziamento particolare
va ai miei genitori, che
mi hanno sostenuto
con ogni mezzo
in questi anni,
e alla mia ragazza, Alessia,
che supporta (e sopporta!)
le mie idee.
Grazie di cuore. Altobelli
Gabriele
|
paura
la
v’insegno
come
Io,
4
Altobelli
Gabriele
|
paura
la
v’insegno
come
Io,
5 Breve introduzione
C
on la stesura di quest’opera ho intenzione di affrontare la tematica della
paura nelle sue forme più generali, spaziando tra paura del mondo esterno,
paura della conoscenza, paura dello studente e altre.
N
on ho la pretesa di docere, ma solo quella di movere e delectare chi leggerà le
righe che seguiranno.
L
a struttura argomentativa della tesina si costituisce sotto forma di “romanzo-
diario” e narra le vicende di Laerte che, rimasto ormai solo dopo la morte della
moglie Katrina e della figlia Ana in un grave incidente stradale, si ritrova, gli
ultimi giorni di Dicembre dell’anno 2012, a leggere e a commentare un libro
senza titolo, giuntogli per posta con un pacco senza alcuna indicazione.
Tradizione Maya vuole che l’anno 2012 rappresenti per l’umanità l’anno del
cambiamento, o come qualcuno afferma “l’anno in cui tutto cesserà di
esistere”: il nostro uomo, distrutto dal dolore, crede ciecamente che ciò possa
avvenire e sente in continuazione, ogni volta con maggior intensità, il peso
della fine oramai prossima.
Soltanto la lettura del libro riuscirà a fargli comprendere che l’uomo non è
destinato a soffrire e insinuerà in lui la voglia di ricominciare a godere del Altobelli
mondo esterno. Gabriele
F ilo conduttore della storia è il tempo, che con la sua fugacità riesce a creare
nella mente dell’uomo il giusto (dis)equilibrio tra armonia e caos. |
paura
la
L
a figura di Laerte va così pian piano delineandosi, trasformandolo da perfetto v’insegno
sconosciuto senza emozioni sino a giungere ad una verità sconcertante che gli
cambierà definitivamente l’esistenza. come
Io,
6
Altobelli
Gabriele
|
paura
la
v’insegno
come
Io,
7 P
A R T
E P
R I M A Altobelli
Gabriele
|
paura
la
v’insegno
come
Io,
8
Altobelli
Gabriele
|
paura
la
v’insegno
come
Io,
9 11 Dicembre 2012
Ore 9.36
(di fronte allo specchio)
Oggi, per la prima volta, ho avuto modo di conoscere l’immagine del mio corpo.
Oggi, e solo oggi, mi accorgo che ormai è troppo tardi. 11 Dicembre 2012
Ore 12.00
La luce del sole sui loro corpi mi suscitava soltanto rabbia. Non sono riuscito un
solo attimo a distogliere lo sguardo dal Coroner, piegato su di loro mentre i
Vigili del Fuoco ancora stavano tagliando le lamiere per estrarre gli ultimi
brandelli di carne dalle macchine.
Loro erano lì, ferme, immobili sull’asfalto pronte a soddisfare ogni curiosità e a
rispondere ad ogni domanda venisse loro posta.
Io ho chiesto loro “cos’è successo?”, ma loro sono rimaste in silenzio, come se
l’odore acre e maleodorante di asfalto e pioggia fosse riuscito a farle stare zitte.
Loro non erano morte, erano vive, ma non comprendevo il perché della loro
immobilità.
Qualche minuto fa un vigile mi si è avvicinato per chiedermi se fosse tutto ok, Altobelli
io gli ho risposto di sì, è tutto ok, e ora sto continuando a scrivere su questo
foglio, d’altronde è il mio lavoro. Gabriele
Ma loro sono ancora lì, ferme, immobili. |
Non battono ciglio. paura
la
v’insegno
come
Io,
10
11 Dicembre 2012
Ore 15.30
Quando sono arrivato sul luogo dell’incidente ho subito riconosciuto l’auto di
Katrina: rossa, sportiva, con assetto ribassato, pneumatici da corsa e marmitta
cromata a doppia via. L’auto perfetta per ogni amante dell’alta velocità, ma
non per lei.
Ora che mi trovo in sala d’attesa, non posso fare a meno di pensare a quanto
sia stato incosciente farla uscire con quella macchina, quando fuori di qui si sta
abbattendo un vero e proprio uragano da giorni! Maledetto Laerte, cosa ti è
saltato in mente?!?
Sto aspettando i risultati delle autopsie quando mi accorgo, tastando le tasche
in un gesto consono, di aver perso le chiavi di casa.
Mi alzo, giro su me stesso e nel cercarmi addosso mi tocco anche lì, sotto lo
sguardo attento di un’infermiera presumibilmente single, ma delle chiavi non
c’è traccia.
Ho provato a guardar
Annunciano il mio nome, continuerò più tardi. 13 Dicembre 2012
Altobelli Ore 21.03
Gabriele Sono stati 2 giorni convulsi.
In ordine: dall’autopsia ho scoperto che Katrina era farmaco dipendente e che
| oltre a qualche pasticchetta qua e là assumeva anche cocaina (ne hanno
paura trovata giusto un po’ nel setto nasale destro); nel tornare a casa ho sentito alla
la
v’insegno radio che proprio in questi giorni, mi pare il 21, dovrebbe finire il mondo
secondo una previsione Maya, e ad essere onesti non mi dispiacerebbe se fosse
vero; le chiavi di casa erano misteriosamente appese alla porta d’ingresso
come (eppure io avevo chiuso a chiave e avevo messo le chiavi in macchina, me lo
Io,
11 ricordo bene!) ma fortunatamente nessun estraneo è entrato e niente è
scomparso; quei maledetti piccioni sono entrati dalla finestra e mi hanno
sporcato tutta la camera da letto e ora mi vedo costretto a dormire sul divano;
ho trovato un pacco senza mittente, né etichette e cose simili sullo zerbino e
come unica scritta il mio nome, LAERTE, scritto in maiuscolo e con un
pennarello indelebile su tutti e 6 i lati della scatola.
Non ho ancora avuto il coraggio di aprirlo, anche perché non vorrei che si
trattasse di quell’unabomber che lascia regalini esplosivi a giro per l’Italia, ma
ho una curiosità sempre crescente di scoprire che cosa contiene…
Forse è il caso di riposare, lo aprirò domani (forse). 13 Dicembre 2012
Ore 21.14
Ok, magari una sbirciatina gliela do.
Se solo trovassi le forbici quando mi servono…
È un libro!
Un libro con una copertina bianca, un po’ ingiallita, ma è senza titolo o autore.
Non ho tempo di leggerlo, ho troppe cose da fare. Altobelli
13 Dicembre 2012 Gabriele
Ore 22.20 |
Stasera non riesco proprio ad addormentarmi. paura
Ho ripensato 5, 10, 100 volte a quel libro senza nome che mi è arrivato. la
v’insegno
Cosa c’è scritto nel libro? chi me lo ha mandato? perché proprio a me?
è uno scherzo o è forse stato un errore del corriere che ha perso i dati di
consegna? come
Non lo so, mi sento troppo stanco per mettermi a leggerlo proprio adesso. Io,
(passa qualche minuto, Laerte continua a fissare il soffitto disteso sul divano. Balza in piedi di scatto) 12
Ma che diamine!
In fondo non vedo perché non dovrei aprirlo!
“Io, come v’insegno la paura” è scritto sulla pagina numerata col numero 1.
Allora un titolo ce l’ha questo affare… sfoglio le pagine, ma sembrano essere
tutte bianche…
Le ho contate, ci sono esattamente 23 pagine bianche prima che cominci ad
esserci qualche riga di testo:
Kierkegaard 23 pagine non sono niente in confronto al novero delle scelte operabili nel corso
della vita di un singolo uomo e Il destino dell'uomo è sempre incerto perché è aperto
a qualsiasi possibilità.
Ed è proprio il peso della possibilità aperta ad essere schiacciante, di gran lunga
superiore a quello della realtà compiuta.
Sembra quasi che il libro mi abbia sentito!
L'angoscia è il sentimento di sgomento che prende l'uomo di fronte all'incertezza
riguardo al proprio destino: solo Dio e la fede possono allontanare l'angoscia,
credere è una scelta che l'uomo prende al buio, non sapendo cosa realmente lo
aspetta. Tuttavia è proprio la fede salda, questa decisione sofferta e paradossale di
credere nella salvezza, che permette agli uomini di allontanare il sentimento
angoscioso.
Certo l'incertezza può sedurre l'uomo, poiché dietro l'incertezza vi è comunque la
libertà assoluta delle sue scelte, ma è proprio qui che si avverte una contraddizione:
da un lato la libertà assoluta sembra essere un bene, dall'altro è la stessa fonte
dell'angoscia. La libertà assoluta provoca vertigine, le scelte pesano tutte sulle spalle
del singolo uomo, all'uomo è consegnata la chiave di ogni possibile soluzione, e la
Altobelli soluzione suprema, la fede in Dio, che sola può risolvere ogni altro problema, è una
scelta che non poggia su alcuna certezza convenzionale ma solo sulla volontà del
Gabriele singolo di scegliere di avere fede.
| La fede in Dio… beh, spero almeno che non abbiano ragione i Maya!
paura Possibile che la sola fede in Dio possa farmi conoscere il dolore e poi salvarmi?
la
v’insegno L'uomo sceglie di avere fede in Dio per salvarsi dall'angoscia provocata
dall'incertezza e dall'ignoto, ma Dio stesso è l'ignoto. L'ignoto è ciò che sta aldilà
come della nostra coscienza, l'ignoto è il "paradosso assoluto" in quanto se da un lato è
ciò che l'uomo non può comprendere perché è aldilà dei propri limiti gnoseologici
Io,
13 (conoscitivi), dall'altro l'uomo non può nemmeno provare quale sia il limite certo
oltre il quale non può accedere, poiché se non può conoscere cosa ignora, non può
nemmeno definire i limiti della propria conoscenza.
Per uscire da questa contraddizione Kierkagaard
Ah, finalmente un nome: Kierkegaard. Ricordo di averlo studiato al Liceo!
indica dunque la fede come "scelta responsabile". La fede è l'atto per cui l'uomo
decide consapevolmente e responsabilmente di affidarsi all'ignoto per sconfiggere il
timore e l'angoscia prodotti dall'ignoto stesso. Ecco quindi il senso profondo di
quello scandalo e di quel paradosso che Kierkegaard assegna alla fede: essa è un
atto terribile alla quale l'uomo sa di doversi necessariamente affidare per essere
salvato, ma che non può trovare giustificazione poggiandosi sulle basi di alcuna
logica.
E così dunque l’uomo che ha fede e crede in Dio è un uomo che ha paura della
vita e del destino che in un certo senso gli è stato assegnato.
Tutto sommato non può essere un’idea sbagliata.
Quando l’uomo prese visione di un qualsiasi fenomeno naturale, come un
uragano (visti questi giorni…), automaticamente ci possono essere 2 possibilità:
1. L’uomo lo classifica come fenomeno scientifico (se è un uomo di scienza,
ma qui dobbiamo aspettare almeno la scienza moderna)
2. L’uomo lo classifica come fenomeno sconosciuto.
Nel caso 2 ovviamente l’uomo dovrà per sua natura dare una spiegazione al
fenomeno e ecco che nasce un ipotetico Dio, colui cioè che ha provocato il
fenomeno stesso.
Ma io non rientro né nel primo e né nel secondo caso, almeno non adesso.
Mi sembrano tutte cavolate, sarà la confusione di questi giorni ma non riesco Altobelli
proprio a convincermi di niente… Gabriele
Ora che ci penso, sarà l’ora, visto che s’è fatta Mezzanotte.
Notte! |
paura
la
v’insegno
come
Io,
14
14 Dicembre 2012
Ore 5.00
Ho paura di quello che mi sta accadendo.
Ho paura del mio divano, della mia stanza e che il caminetto acceso possa
incendiarmi casa.
Ho paura del mondo.
Cazzo, possibile che tra 7 giorni possa realmente finire tutto? 14 Dicembre 2012
Ore 10.44
Mi sono svegliato 10 minuti fa.
Tempo di andare in bagno per controllarmi allo specchio la barba sfatta ed
eccomi subito qui a scrivere.
Ho pensato e ripensato continuamente per tutta la notte a quel poco che ho
letto e ho pure sognato Seneca. O era Lucrezio? Chi dei 2 scrisse di non dover
aver paura degli Dèi e dei fenomeni naturali?
(Laerte gira la testa lentamente verso il libro e con lo sguardo lo fissa per un attimo)
Non mi dire che adesso apro sto libro e ci trovo la risposta dentro eh!
Dunque, pagina 27, ero rimasto lì: Lucrezio
Nonostante appartenessero ad epoche diverse, sia Lucrezio che Seneca si sono
Altobelli occupati delle paure dell’uomo.
La dottrina epicurea e quella stoica, seppur con visioni della vita differenti, hanno