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NICHILISMO COMPLETO: il nichilismo vero e proprio
Quest’ultimo a sua volta si distingue tra:
NICHILISMO PASSIVO: ci si limita a prendere atto del declino dei valori e
delle certezze.
NICHILISMO ATTIVO: grazie alla Volontà di potenza (modo di vivere del
Ubermesh, caratterizzato dall’esaltazione di fronte
alla vita e dalla capacità di fronteggiare il nulla e il
vuoto che la morte di Dio porta), si passa dal
momento distruttivo a quello costruttivo. Ci si
rende conto che bisogna ridare un senso al mondo,
essendo comunque consapevoli che non esistono
verità assolute.
Nietsche inoltre afferma che nel mondo non esistono fatti ma solo le interpretazioni
di questi. Il suo atteggiamento prospettico coinvolge anche la persona pensante, che
la filosofia aveva sempre considerata come qualcosa di solido e definito. Con questo
Nietsche vuole dire che esistono molteplici punti di vista sul mondo e quindi nessuna
verità assoluta.
Heiddeger, affrontando questa tematica, fa più volte riferimento a Nietzsche,
affermando tra l’altro che l’espressione nietzschiana “Dio è morto” è la migliore
auto-definizione del nichilismo che, per il filosofo è l’essenza della metafisica. Infatti
in essa viene soppressa la differenza ontologica, cioè la differenza tra l’ente e
l’essere. La metafisica, pur pretendendo di rivolgersi all’essere, si è in realtà rivolta
all’ente, configurandosi come oblio dell’essere in quanto si è dimenticata che essi non
sono la stessa cosa. Nel pensiero di Haiddeger il nichilismo è strettamente connesso
anche alla questione della tecnica. Il filosofo vede la tecnica dell’epoca moderna
come provocazione: l’uomo estrae dalla natura energia che viene poi accumulata in
un fondo, per essere poi utilizzata in base alle proprie esigenze. Questo atteggiamento
può essere pericoloso per l’uomo, in quanto può portarlo a fargli smarrire:
1. LA PROPRIA ESSENZA: l’uomo si limita a raccogliere le risorse
in un fondo e usarle.
2. LA VERITÀ: l’uomo rischia di vedere nella tecnica l’unica forma
di disvelamento dell’essere, quando in realtà è solo
una delle modalità, quella nichilistica.
La tecnica moderna coincide con il nichilismo in quanto riduce al nulla l’essere.
L’uomo infatti riconduce ogni elemento della realtà ad un riserva di energia che deve
essere immagazzinata e sfruttata, perdendone l’essenza.
Un altro importante filosofo il cui pensiero può dirsi nichilista è Schopenhauer. Egli
ritiene che la vita sia caratterizzata dal dolore (dovuto al desiderare continuamente
qualcosa) e dalla noia (subentra nel momento in cui abbiamo raggiunto il desiderio),
causate dalla Volontà di vivere. Essa, l’impulso irresistibile che spinge a vivere tutte
le creature ed essenza del nostro io, si preoccupa soltanto di salvaguardare la specie.
L’unico modo per uscire dal dolore è liberarsi della stessa Volontà, ciò avviene
tramite un percorso che termina con l’ascesi, e che porta alla negazione del mondo.
L’asceta non nega la vita (Schopenhauer è contrario al suicidio), ma il vivere
sottomesso alla volontà di vivere.
Quello che Schopenhauer affermava in filosofia, Leopardi lo ribadiva nelle proprie
opere letterarie. Entrambi infatti sostengono che la vita umana sia caratterizzata dal
dolore e dalla noia. Tuttavia l’artista italiano sostiene che l’uomo soffre perché
impossibilitato a soddisfare non un piacere, ma il piacere, infinito per estensione e
durata. La causa principale di tutta questa sofferenza, mentre per il filosofo è la
Volontà di vivere, per Leopardi è la Natura. È importante comunque sottolineare
come inizialmente essa, nella fase denominata pessimismo storico, abbia un ruolo
positivo in quanto permette alle persone di consolarsi con l’immaginazione e le
illusioni. Soltanto in seguito, nel momento in cui approda al pessimismo cosmico, la
Natura descritta dall’artista può essere identificabile con la Volontà di vivere, in
quanto, anche essa, si preoccupa esclusivamente della propria sopravvivenza, senza
curarsi delle sofferenza delle creature che ha prodotto. Nonostante le premesse
nichilistiche del suo pensiero, nell’ultima sua opera si può comunque cogliere un
messaggio positivo. Egli infatti, nella Ginestra, invita tutti gli uomini, destinati alla
stessa sofferenza, di restare uniti contro la Natura. Essi non potranno migliorare la
loro condizione, ma potranno in qualche modo consolarsi a vicenda e eliminare le
ingiustizie della società.
Un altro artista italiano in cui è maggiormente evidente il carattere nichilistico è
Svevo. Egli infatti nella parte conclusiva della Coscienza di Zeno,evidenzia come il
destino del mondo sia quello di scomparire. Svevo infatti sottolinea come l’uomo
abbia, da sempre, progettato e costruito ordigni, sempre più tecnologici, che hanno
sovvertito la legge naturale del più forte, garantendo la sopravvivenza anche dei più
deboli. Apparentemente questo fatto risulta positivo, ma, in realtà, ha indebolito
l’umanità, permettendo il diffondersi delle malattie, l’unico modo per ripristinare la
salute e l’equilibrio è forse l’avvento di una catastrofe prodotta dagli stessi ordigni. A
questo punto il passo termina con una profezia: un giorno un uomo come tutti
inventerà un esplosivo potentissimo e un altro, anche egli come tanti, ma forse un po’
più ammalato, lo ruberà e lo porrà nel punto in cui il suo effetto sarà massimo, a
questo punto ci sarà un’esplosione e la Terra ritornerà ad essere una nebulosa, priva
di parassiti e di malattie.
Queste parole hanno un forte significato soprattutto considerato che, uscite nel 1923,
sembrano preannunciare l’invenzione della bomba atomica e le conseguenze che
questa ha avuto sull’umanità. Nell’ agosto 1945, infatti, il presidente americano,
Truman, decise di utilizzare la bomba atomica per sconfiggere definitivamente il
Giappone. Questo paese, nonostante fosse rimasto solo in guerra, continuava a
combattere con determinazione con l’utilizzo dei kamikaze, aviatori suicidi che si
gettavano sulle navi americane con i loro aerei carichi di esplosivo. Essa era stata
appena messa a punto da un gruppo di scienziati provenienti da diversi paesi, tra cui
l’Italia. Il 6 agosto la bomba fu sganciata su Hiroshima, il 9 a Nagasaki. Le
conseguenze furono terribili, non solo per la totale distruzione delle città e per
l’enorme numero di morti, ma anche per gli effetti a lungo termine sulla popolazione
sopravvissuta, senza contare che le radiazioni si depositano sul terreno, rendendo
pericolose l’agricoltura e l’allevamento. Le scoperta delle conseguenze a breve e a
lungo termine di questa nuova arma provocarono un vero e proprio trauma nelle
persone. Infatti ci si rese conto che una nuova guerra in cui tali armi sarebbero state
utilizzate avrebbe, molto probabilmente, segnato la fine dell’umanità stessa.
Di nichilismo si parla anche adesso soprattutto in riferimento al comportamento dei
giovani. Il filosofo Galimberti, recentemente ha pubblicato un saggio L'ospite
inquietante. Il nichilismo e i giovani che affronta proprio questo tema. Nell’opera egli
afferma che i giovani, anche se non ne sono consapevoli stanno male, e tale malessere
non ha una causa psicologica, in quanto non si può parlare di singoli casi, ma,
essendo un fenomeno collettivo, nasce dalla crisi dei fondamenti della nostra civiltà.
Ogni giorno si sente di giovani, etichettati erroneamente, secondo Galimberti, come
casi psichiatrici, che, per noia, per rabbia o per divertimento, commettono azioni
estremamente violente, anche contro amici e parenti. Il caso forse più tristemente
famoso, accaduto nel 2001, è quello di Novi Ligure, in cui una ragazza cresciuta in
una famiglia che non aveva mai dato segni di violenza (Erika), insieme al suo ragazzo
(Omar) ha inferto 40 coltellate alla madre e altrettante al fratellino, senza mostrare
segni di cedimento emotivo o di pentimento durante gli interrogatori. Il filosofo
continua poi sottolineando come le persone nate dopo il 1945 sono toccate da
depressione tre volte di più che agli inizi del 1900, e i numeri di suicidi hanno avuto
una notevole impennata soprattutto tra i ragazzi tra i 15 e i 25 anni di età, tanto che,
in questa fascia è la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Oltre a tutto
ciò si inserisce anche l’aumento dell’utilizzo di droga e di alcool tra i giovani e i
giovanissimi. Tutto ciò, conclude il filosofo, ci fa chiedere a quali forme di vita i
giovani vogliono fuggire.