Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 21
Musiaca: da linguaggio primitivo ad arte dei suoni Pag. 1 Musiaca: da linguaggio primitivo ad arte dei suoni Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Musiaca: da linguaggio primitivo ad arte dei suoni Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Musiaca: da linguaggio primitivo ad arte dei suoni Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Musiaca: da linguaggio primitivo ad arte dei suoni Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Musiaca: da linguaggio primitivo ad arte dei suoni Pag. 21
1 su 21
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Inoltre Pitagora nelle sue intuizioni accosta l’armonia e la perfezione della musica alla

rispettiva grandezza e armoniosità del cielo stellato, ed è proprio dallo studio delle stelle e

dall’accostamento che fece tra il movimento d’astri e pianeti e la musica, che egli arrivò a

dedurre il rapporto tra quest’ultima e la matematica che lo portò ad affermare che la musica

è regolata da precise leggi matematiche.

Pitagora Rappresentazione musicale nell’arte greca

3. Seicento e settecento: il risveglio della musica.

Facendo un salto temporale, tralasciando epoche in cui la musica visse periodi più cupi, e

come nel caso delle altre arti, fu sconvolta (senza però sminuire tutte le scoperte in ambito

musicale ottenute in periodo medievale e la svolta radicale che la musica compie in campo

religioso con l’avvento del cristianesimo) dai fatti storici e sociali che si alternarono nel

periodo medievale e nei secoli successivi, arriviamo a trattare il periodo seicentesco e

settecentesco. La musica in questi secoli si risveglia da una rigidità e da una limitatezza che

l’ha caratterizzata negli anni precedenti e si sviluppò con straordinaria rapidità arrivando

allo sviluppo del sistema tonale che ebbe una delle sue pietre miliari nell'opera di J.S.Bach

"Clavicembalo ben temperato" (1722), che portò ad assumere l’autore il soprannome di

“architetto della musica” (sottolineando ancor più l’importanza della matematica e della

3

fisica nell’evoluzione della musica). In questo periodo e nei secoli a seguire la musica si

distinse sempre più fino a giungere al vero e proprio “periodo d’oro” di quest’ultima,

anticipato dalla gran presenza di W.A.Mozart, senza dubbio uno tra i grandi: grazie a lui

l'evoluzione della musica può poggiare su un grande pilastro creato, che si estende in tutti i

campi, sinfonia, opera, musica da camera, serenate, ma soprattutto egli è il legame tra la

musica del settecento e quella romantica del diciannovesimo secolo.

J. S. Bach W. A. Mozart

3.1.: Seicento e settecento: musica e cultura

La musica è sempre stata considerata un arte a sé, il cui sviluppo procede sulla base

d’autonomi postulati, indipendentemente dall’evoluzione delle altre arti e al di fuori della

stessa storia. Al contrario anche la musica, come ogni altra branca dell’attività umana, fa

parte della storia ed ogni momento musicale riflette il senso dell’epoca storica in cui si

colloca non meno di quanto lo riflettano la pittura, la poesia ed il pensiero filosofico, e

proprio in questi secoli che vanno dal 600 al periodo romantico dell’800 che la musica si

rispecchia totalmente nelle altre forme d’arte riprendendo temi e valori che si riflettono in

tutti i campi artistici dell’epoca, ponendo attenzione maggiormente per le tecniche plastiche

come l’architettura e la scultura. In queste ultime la ripresa dei temi classici e mitologici si

4

fece sempre più forte ed è proprio nella maestosa ed austera architettura greca e nella

profondità ideale della sua drammaturgia, non poteva certo non trovare la musica un

corrispettivo più degno.

3.1.1.: Gianlorenzo Bernini: Apollo e Dafne

E così, nel seicento, la musica, la sua perfezione ed il suo estetismo, vengono

magnificamente rappresentati da uno tra i migliori esempi del movimento artistico che

siamo soliti definire “barocco”: Gianlorenzo Bernini, che con la sua “Apollo e Dafne”

sottolinea la stessa perizia tecnica e lo stessa importanza per i particolari che caratterizzano

sia questa scultura che la musica del tempo. Apollo e Dafne

1621 – 1623

Gianlorenzo Bernini

Galleria Borghese, Roma 5

Nel testo d’Ovidio (le metamorfosi), da cui Bernini riprende il fatto, Apollo si era vantato di

saper usare come nessun altro l'arco e le frecce e per la sua presunzione Cupido lo punisce

colpendolo e facendolo innamorare della bella ninfa Dafne, la quale però aveva consacrato

la sua vita a Diana e alla caccia. L'amore di Apollo è irrefrenabile, Dafne chiede aiuto al

padre Penèo, dio dei fiumi, il quale per impedire ai due di congiungersi la trasforma in un

albero, il lauro, che da quel momento diventerà sacro per Apollo. Questo è in breve

l'episodio che Bernini rappresenta fedelmente proprio nel momento della trasformazione

della ninfa in pianta mentre Apollo, con un ultimo sforzo, cerca di raggiungerla. Bernini

esalta il movimento, sottolinea la disperata fuga della ragazza che si può cogliere nei gesti,

nelle posizioni e addirittura nel movimento dei capelli, ma anche nell’espressione disperata

della ninfa, che terrorizzata assiste alla sua metamorfosi; tutto questo arricchito dai

magnifici particolari, minuziosi e curati: basti pensare alle sottili dita e ai lunghi capelli

nell’atto di trasformarsi in piccolissime foglie e minutissimi ramoscelli.

3.1.2.: Antonio Canova: Amore e Psiche

Altro esempio di perfetto connubio tra scultura e musica è una famosissima opera del pittore

e scultore Antonio Canova, che con la sua “Amore e Psiche” porta al massimo splendore il

movimento artistico neoclassico, che con la ripresa dei temi mitologici e il culto per il bello

e la perfezione (sottolineandone il vezzoso, il dolce e il leggiadro) si ricollega

magnificamente al movimento musicale del tempo. La scena, tratta da una storia racchiusa

nell’opera delle “Metamorphoseon”(metamorfosi) di Apuleio, appartiene alle allegorie

mitologiche della produzione del Canova e per queste radici si accomuna al gruppo di

Apollo e Dafne, del Bernini, benché si differenzi dalle intenzioni di quest'ultimo (che

desiderava suscitare stupore e meraviglia), allorché in Amore e Psiche si percepisce la

tensione verso la perfezione classica. Tecnicamente l'opera Amore e Psiche del 1788 è un

capolavoro nella ricerca d'equilibrio. Le due figure sono disposte diagonalmente e divergenti

fra loro. Questa disposizione piramidale dei due corpi è bilanciata da una speculare forma

triangolare costituita dalle ali aperte di Amore. Le braccia di Psiche invece incorniciano il

punto focale, aprendosi a mo' di cerchio attorno ai volti. 6

Amore e Psiche

1787

Antonio Canova

Louvre, Parigi

Le Metamorfosi di Apuleio

Opera tarda di Apuleio che racconta in 11 libri la straordinaria vicenda di Lucio l’asino,

giovane di ottima famiglia che per eccessiva curiosità nei confronti delle pratiche magiche

viene trasformato in asino e deve quindi affrontare ogni sorta di avventura, di cui è

scrupoloso testimone e talvolta involontario protagonista, prima di poter riassumere

(nell’ultimo libro) la forma umana grazie all’intervento salvifico della dea Iside. La storia

di Lucio occupa però solo metà o poco più dell’opera perché la trama è continuamente

interrotta dall’inserimento di racconti di cui il più lungo ed importante è proprio la favola

di Amore e Psiche da cui è tratta l’opera analizzata in precedenza. Questa opera (le

metamorfosi) viene anche chiamata “Asino D’oro” per via delle qualità umane di cui è

dotato Lucio asino, che viene quindi considerato un animale speciale. Inoltre è importante

ricordare le similitudini con la vita stessa dell’autore che portano a pensare che ci sia una

sovrapposizione di identità tra Lucio e Apuleio e che quello che compie il protagonista

dell’opera sia un vero e proprio viaggio iniziatici al culto della dea Iside: Apuleio

apparteneva a questo culto che a quel tempo a Roma era ritenuto proibito e proprio per

questo motivo e per i suoi interessi per occultismo e pratiche magiche si conquistò la nomea

di mago e addirittura dovette difendersi da un processo intentatogli contro che lo vedeva

accusato di praticare arti magiche e occulte (riporta le orazioni in sua difesa in un opera

che chiamerà Apologia). 7

4. Ottocento: la musica Romantica.

La musica dell’ottocento si svolse pressoché per intero sotto il segno del romanticismo,

movimento che influì sulle più diverse manifestazioni artistiche nel periodo di tempo che va

dagli ultimi decenni del settecento fino agli inizi del XX secolo. La caratteristica essenziale

di questo movimento culturale fu quella di presentarsi come alternativa o ribellione alla

formale compostezza del classicismo settecentesco e di porre una rivalutazione della

fantasia, della libertà formale, dell’impronta personale ed individuale. In precedenza

avevamo citato l’importanza nell’epoca passata di Mozart che rappresentò la musica del

settecento, ma ora i tempi sono cambiati e l’Europa venne profondamente segnata da un

importante fatto: tra Mozart e il romanticismo sta la rivoluzione francese. Il celeberrimo

artista è l’espressione di un mondo che aveva il suo centro nelle corti di Versailles e di

Vienna, ma questo mondo verrà spazzato via dalla borghesia rivoluzionaria. Ora l’uomo è la

vera misura di tutte le cose e così è anche per la musica: la perfezione delle forme

settecentesche, adatte all’ambiente in cui erano nate, appare come vincolo che limita le

possibilità espressive, che condiziona il naturale fluire dei sentimenti. Nell’ottocento il

musicista è il creatore, che scrive musica per se, e che quasi di volta in volta deve trovare la

forma più adatta all’idea da esprimere.

Simbolo di questo nuovo impegno, e al

tempo stesso anello di congiunzione tra

le due epoche, è L.V.Beethoven. Le sue

prime composizioni testimoniano una

certa adesione ai classici canoni della

musica settecentesca, ma ben presto la

nota fondamentale della sua ispirazione

fu quello che potremmo definire un

doloroso sentimento della condizione

umana, dove l'uomo non era più integro,

unico e sufficiente a sé stesso come

nell'antichità classica: l'uomo, essere

finito, tende all'infinito, ovvero è alla

costante ricerca di un bene o di un

piacere illimitato, mentre nel mondo L. v. Beethoven 8

compiuto a sua disposizione non trova che risorse limitate. Questo fa sì che l'uomo senta un

vuoto dentro se, una mancanza, che lo relega in un’inevitabile situazione di infelicità. Questi

sono i sentimenti che meglio rappresentano il movimento romantico, che con il suo pensiero

coinvolge ogni arte e ogni espressione letteraria del tempo fino al punto di poter parlare di

un arte romantica, di una letteratura romantica, di una musica romantica e soprattutto di una

filosofia romantica.

4.1.: Musica e filosofia: dalla “teoria delle arti” alla “nascita della tragedia”

Come si è appena asserito il romanticismo si espresse in ogni branca culturale del tempo, ed

in una di queste, la filosofia, ebbe una delle sue maggiori rappresentazioni. Inoltre è molto

importante sottolineare l’importanza che ebbe la musica nel pensiero filosofico di due tra i

più noti filosofi del tempo: Arthur Schopenhauer e Friedrich Nietzsche, che arrivarono a

postulare vere e proprie teorie riguardanti questa arte ed incentrarono sulla musica parte del

loro pensiero.

4.1.2.: Arthur Schopenhauer

Con la sua riflessione propone la completa irrazionalità del reale, definendo la realtà

null’altro che un’apparenza la cui vera essenza ci viene celata da quello che egli,

richiamando la filosofia sanscrita, chiama “velo di Maya”. La realtà “noumenica” non è altro

che una volontà cieca e irrazionale che egli chiama anche “voluntas” che rende l’uomo

schiavo: quest’ultimo, per liberarsene, deve compiere un cammino attraverso la

contemplazione artistica che lo porterà all’ascesi, unica via che conduce alla “noluntas”, la

non volontà. La rappresentazione artistica viene intesa come una raffigurazione del mondo

che si sottrae alla schiavitù della volontà poiché il “genio artistico”, figura ripresa dal

romanticismo settecentesco, non ritrae la rappresentazione della realtà ma la sua forma

archetipa. Queste sue affermazioni lo portarono in seguito alla creazione di una vera e

propria teoria delle arti, dove queste vengono organizzate in ordine gerarchico dalla più

bassa alla più alta: ai primi scalini egli pone le arti plastiche e la pittura, ritenute legate al

mondo fenomenico; al terza scalino vi è la poesia, che pur usando parole della

Dettagli
Publisher
21 pagine
3429 download