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Sintesi
Introduzione Tesina sul Mobbing


Nel realizzare questa tesina di maturità, ho voluto anzitutto dare il meglio di me stessa. Tutto è stato frutto di molto impegno, volontà ed entusiasmo per un progetto che si presenta come il coronamento di un importante ciclo di studi, di tanti anni di sacrificio, e come l'inizio della carriera universitaria. Il lavoro è stato realizzato coniugando il necessario rigore linguistico alla focalizzazione dell’interesse sul tema fondamentale e sulle sue varie declinazioni. Del resto, al Liceo classico, si deve già puntare al raggiungimento di un livello di scrittura maturo, dal punto di
vista della strutturazione sintattica, e soprattutto del lessico. Ho scelto per la tesina un titolo che vuole essere una presentazione nitida dell'originalità dell'idea su cui ho elaborato questo saggio, che tratteggia il mito di una giovinezza che ha avuto la fortuna di incontrare nella scuola e nella famiglia maestri impareggiabili che educano ad
ascoltare il tumulto del cuore e il fremito dell'anima. Sono le emozioni, infatti, a dare un tocco di poesia all'esistenza.
Elaborare un saggio su una fiaba come "Cenerentola" può apparire banale e ormai appartenente all'archeologia della nostra vita, ma desidero mostrare che le fiabe, come i miti, come i classici, hanno una radice vigorosa che dona loro una vita interminabile e la linfa necessaria per non morire mai. Si proiettano nella luce della contemporaneità, e nella
recente opera dello scrittore Vincenzo Russo, intitolata Che bello lavorare!, il quale narra la vicenda di una donna che si divincola dal giogo del mobbing. Anche la bella Cenerentola ne fu vittima per via delle sorellastre. La questione presenta dei tratti veramente significativi, alcuni dei quali sono stati elaborati in uno studio da Bruno Bettelheim, e che riportano alla psicopatologia del lavoro. Come sostenuto dalla psicologa e psicoterapeuta Alessandra A. Cineglosso: «La parola lavoro (così come il corrispondente inglese labour) deriva dal latino labor che significa “fatica, pena, sforzo” ed è riconducibile al verbo “labare”, ossia “vacillare sotto un peso. La tesina continua con vari collegamenti interdisciplinari.

Collegamenti

Tesina sul Mobbing


Greco: Euripide, Medea l'emarginata.
Latino: Tacito, l'Agricola e il mobbing politico.
Italiano: Svevo, "Una vita" e la figura dell'inetto; Vincenzo Russo, "Che bello lavorare!.
Filosofia e Storia: Giustizia, libertà, dignità da Platone ai giorni nostri.
Estratto del documento

esse sia funzionante in quel dato momento. Queste storie si

occupano di problemi umani universali, soprattutto di quelli che IL LAVORO SECONDO LA

PSICOANALISI

1

preoccupano la mente del bambino, e quindi parlano al suo Io in

8 Secondo Sigmund Freud,

boccio» . “Amore e lavoro sono i due

Quanto sostenuto da Bettelheim offre l'asola in cui inserire la poli importanti della vita” e la

lettura interpretativa di Che bello lavorare!; critici letterari come maturità emotiva di un

individuo dipende proprio

G. K. Chesterton e C. S. Lewis capirono che le fiabe sono dalla capacità di amare gli

“esplorazioni spirituali” e quindi “estremamente realistiche”, dato altri e di svolgere un lavoro

che rivelano “la vita umana come è vista o sentita o intuita gratificante.

nell'intimo”.

A Marirò «nonostante svolga bene il suo lavoro, non viene Erik Erikson ritiene che due

sono i compiti principali che

riconosciuto alcun merito», come per Cenerentola, emarginata, ogni persona deve affrontare

discriminata a causa della sua condizione dalle sorellastre. Eroina nelle fasi 6 e 7 dello sviluppo

innocente, è una donna «ricompensata dalla sua virtù». (ossia dall’inizio dell’età

adulta fino al suo termine,

«Uno dei maggiori meriti di Cenerentola continua intorno ai 65 anni): la

Bettelheim è che grazie alla propria personalità è in grado di capacità di stabilire relazioni

improntate sull’intimità e sulle

trascendere la sua condizione, nonostante quelli che appaiono cure affettuose e la capacità di

ostacoli insormontabili. Tutti gli sforzi delle sorellastre per trarre soddisfazione dal

giungere al loro scopo tramite circostanze esterne sono vani: i proprio lavoro.

loro abiti accuratamente scelti e preparati, le loro frodi con cui A.A. Cineglosso, op. cit.

1

cercano di rendere i propri piedi adatti alla scarpa. Solo essendo

fedeli a se stessi, come lo è Cenerentola, si raggiunge alla fine il

successo».

La fiaba di “Cenerentola” è foriera di significati allegorici su cui ancora oggi si può riflettere.

Essa è la fiaba più antica e più diffusa al mondo, e conta almeno 345 varianti, una delle quali

originata a Napoli da Basile, differenti per via di alcuni dettagli ma unificate da quello che

continua ad essere, per dirlo con un ossimoro, un “fenomeno latente” di ogni settore lavorativo.

8 Bruno Bettelheim, op. cit., pag.11. 11

1. 4 Marirò, Cenerentola e la psicopatologia del lavoro.

«La strategia dell'offesa, del terrore, unitamente alla constatazione di un mondo

popolato di disoccupati che vorrebbero lavorare al tuo posto, risulta purtroppo una

9

strategia ricattatoria sempre più attuata» .

La sicurezza inizia il suo corso anche da questo, come viene contemplato nel D.L. 38/00, Art.10

comma 4: «Si sottolinea che possono essere malattie professionali

anche quelle che non risultano espressamente riconosciute

dall'INAIL per l'indennizzo, sempre che il lavoratore ne riesca a MOBBING: DEFINIZIONE O

DEFINIZIONI?

1

dimostrare l'origine professionale». Art. 13: «Il lavoratore è "Il mobbing o terrore

tutelato da un'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul psicologico sul posto di lavoro

lavoro e le malattie professionali che comprende anche il danno si riferisce ad una modalità di

biologico quale lesione all'integrità psicofisica del lavoratore comunicazione ostile e non

etica sistematicamente

valutata da parte del medico legale.». E la Legislazione, direttiva diretta da uno o più soggetti

89/391 del Consiglio Europeo, recita: «2. I datori di lavoro hanno (specialmente) verso un solo

individuo; questi, per mezzo di

la responsabilità di garantire che i dipendenti non siano persistenti attività di

danneggiati dall’attività che svolgono, nonché dagli effetti dello mobbing, è spinto e

stress legato all’attività lavorativa». mantenuto in una condizione

d’impotenza.

«Lo stress correlato al lavoro rappresenta un possibile fattore Queste azioni avvengono con

causale di malattie nei lavoratori o, per lo meno, della sensazione una frequenza elevata

soggettiva di subire danni alla salute da parte del lavoro. Negli (definizione statistica: almeno

ultimi decenni è notevolmente aumentata la morbilità da fattori una volta alla settimana)e per

periodi protratti (definizione

stressogeni, tanto da essere seconda solo al statistica: almeno per sei

mal di schiena nella determinazione dell’assenteismo per mesi).

malattia. Secondo recenti stime, nei 12 Paesi della prima Unione A causa della frequenza e

Europea, circa quaranta milioni di lavoratori sarebbero affetti da della durata del

comportamento ostile, questo

patologie correlate allo stress lavorativo, con notevoli maltrattamento porta a

conseguenze d’ordine sociale ed economico. Per lungo tempo sofferenza mentale,

psicosomatica e sociale".

maggiormente attribuiti a predisposizioni individuali dei

lavoratori, i fenomeni patologici correlati allo stress sono oggi A.A. Cineglosso, op. cit. tratto da

1

ritenuti da un numero considerevole di ricercatori come effetto di (Heinz Leymann, 1990)

9 Vincenzo Russo, op .cit., pag. 27 12

anomalie nell’organizzazione del lavoro, effetti variamente manifesti sul comportamento

individuale e lavorativo, sulla salute e serenità del lavoratore, sul suo adattamento e sulla sua resa

nel lavoro. Considerando l’ampiezza del problema e l’impatto di esso sulla salute e sulla

produttività, l’Unione Europea ha emanato specifiche direttive per tutti gli Stati membri affinché

fossero adottate politiche e strategie finalizzate a promuovere la salute e la sicurezza dei lavoratori

attraverso il contenimento dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro, al fine di rendere

10

il benessere sul lavoro una realtà concreta entro il 2012» .

Secondo lo studio “Epidemiologia ed esiti psichiatrici nella psicopatologia del lavoro” affrontato

da Giovanni Nolfe e Claudio Petrella, «può essere sostenuto che le diverse forme di sofferenza

lavoro-correlate (mobbing, costrittività organizzative, burn-out) che, nel loro complesso,

confluiscono nella più vasta area della psicopatologia del lavoro, trovano nella condizione

11

depressiva il correlato psicopatologico più evidente» .

La psicopatologia del lavoro inquadra perfettamente la situazione che viene progressivamente a

delinearsi in caso di mobbing, indifferentemente dall'epoca, in quanto gli effetti risultano essere

analoghi, seppur in diverse forme. Cenerentola sa di non poter andare al ballo, non ottiene la sua

ricompensa, nonostante svolga perfettamente il suo lavoro, ma non dispera e con l'aiuto dei “più

piccoli” riesce a raggiungere il suo obiettivo. Nei nostri giorni è Marirò ad asciugare le lacrime,

dando una svolta alla sua vita, con il prezioso aiuto delle persone che le stanno accanto.

Il mobbing è come una pistola puntata alla tempia che, tuttavia, non ha il potere di uccidere

nell'immediato, corrodendo più o meno lentamente l'intimità intesa come persona del lavoratore. Il

perpetratore della molestia sul luogo di lavoro utilizza metodi quali il condizionamento della vittima

a partire dal suo ascendente intellettuale o morale, afferma Gemma Zontini in Il negativo del

lavoro, di cui si riporta un estratto: «In questo scritto cercherò di proporre alcune riflessioni su

alcuni aspetti del lavoro che, nell’attuale contesto sociale, rappresentano, a mio avviso, una sorta di

deriva in senso negativo della condizione lavorativa. Questa deriva consiste soprattutto in un aspetto

“negativizzante” di elementi identitari, specifici del singolo individuo, a favore di un appiattimento

generale e conformistico dell’identità individuale. Tale mutamento della condizione lavorativa è

10 Maria Triassi, Umberto Carbone, Le metodologie di valutazione dello stress lavoro-correlato, Dipartimento di

Scienze Mediche Preventive Università Federico II di Napoli; BIBLIOGRAFIA INTERNA ALLO STUDIO:

 Standards Europei ed Internazionali Relativi ai Rischi Psicosociali sul Lavoro

http://prima-ef.ispesl.it/documenti/07_Standards_Layout%202.pdf

 PRIMA-EF: Guidance on the European Framework for Psychosocial Risk Management

http://prima-ef.org/guide.aspx

 Avallone F, Paplomatas A . Salute organizzativa. Psicologia del benessere nei contesti

Lavorativi, Raffaello Cortina Editore, Milano 2005.

 Patto europeo per la salute mentale e il benessere www.governo.it

11 Nolfe Giovanni, Petrella C., Blasi F., Zontini G., Nolfe Giuseppe (2008), Psychopathological dimension of

harassment in the workplace (mobbing). Int J Ment Health 36(4): 70-88.

13

conseguente a importanti mutamenti della civiltà. Freud (1929) sostiene che lo sviluppo della civiltà

e delle sue istituzioni, quali il lavoro, il diritto, la religione, si è reso necessario a causa a della

dipendenza del singolo individuo dall’altro umano, condizione, peraltro, primigenia connessa alla

dell’uomo. La civiltà servirebbe, dunque, proprio ad assicurare

neotenia della nascita del piccolo

protezione ad ogni singolo individuo, fornendogli, allo stesso tempo, schemi di dipendenza evoluti

rispetto a quelli dell’infanzia, quali, ad esempio, sistemi previdenziali, assicurativi, legali. Tuttavia

la civiltà si trova a gestire non solo il bisogno di dipendenza che caratterizza ogni individuo, ma

anche la spinta libidica individuale che mira alla soddisfazione del desiderio. È, pertanto, necessario

che essa garantisca delle modalità di compromesso tra il principio di piacere che muove il singolo e

il principio di realtà che regola la relazione tra il singolo e l’altro, tra il piacere individuale e la

realtà esterna. Se il prezzo da pagare è la rinuncia, almeno parziale, al principio di piacere,

l’aderenza al principio di realtà, che tempera e addomestica il principio di piacere individuale,

assicura proprio la protezione e la conservazione dell’amore (come amore del simile) che invece il

solo esercizio del principio di piacere individuale non assicurerebbe. È, però, necessario che la

civiltà svolga un ruolo regolatore anche della pulsione aggressiva. […] Può, perciò, accadere che

all’interno di un’organizzazione lavorativa si liberino impulsi ostili di uno o più individui nei

confronti di altri individui, fino a costituire una condizione di molestia lavorativa.

[…] Sorgono, così, nelle organizzazioni lavorative relazioni interumane patologiche, di cui la

molestia rappresenta uno dei picchi maggiormente visibili. […] Il manifestarsi di essa all’interno di

un istituto sociale quale quello lavorativo, prevede una semplificazione dei legami tra soggetti

(come accade ad esempio nei tentativi di esclusione dal gruppo della vittima della molestia) e una

riduzione dell’economia produttiva del lavoro (come accade quando l’attività del gruppo nel quale o

a partire dal quale si compie l’esclusione o il declassamento di un membro si concentra su questa

specifica operazione piuttosto che porsi al servizio del lavoro stesso).

[…] In ogni caso, l’osservazione frequente di un fenomeno quale la molestia sul luogo di lavoro,

implica, a mio avviso, la necessità di interrogarsi sulla possibile connessione tra tale fenomeno e i

mutamenti sociali attuali, che sembrano, a loro volta, implicare un nuovo “disagio della civiltà”.

[…] La civiltà, si potrebbe dire, confonde fra soggetto ed individuo, chiedendo a quest’ultimo di

realizzarsi come soggetto della civiltà. […] In altri termini, questo assentarsi della posizione di

individuo all’interno della posizione di soggetto, è ciò che sposta l’equilibrio pulsionale e

relazionale tra individuo e soggetto a favore di un soggetto del sociale. Questa condizione è un

elemento incentivante la molestia sul luogo di lavoro. Essa è favorita dall’instabilità del clima

lavorativo (Hirigoyen 2000), a sua volta connessa alle nuove forme di organizzazione del lavoro,

imperniate sullo slogan della flessibilità e acquisizione infinita di competenze che impongono nel

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sociale e dal sociale l’imperativo idealegoico di tipo narcisistico, “cosificando”

in tal modo

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