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Sintesi
Sintesi Tesina su Into the Wild


La scelta di questo argomento per la mia tesina di maturità è dovuta alla grande influenza che questo film, Into the Wild ha avuto sulla mia immaginazione e sul mio desiderio di emulare la scelta del protagonista. Il fascino della sua esperienza è riuscito anche a mutare il mio modo di rapportarmi alle nuove esperienze e ai “fuori programma” che possono capitare di giorno in giorno. Infine, ispirato dal profondo interesse del protagonista nei confronti di autori come Jack London o Lev Tolstoj, ho potuto avvicinarmi anch'io a queste pietre miliari della letteratura.
Il film “Into The Wild – Nelle terre selvagge”, scritto e diretto da Sean Penn e uscito nel 2007, narra la storia vera di Christopher McCandless, un ragazzo qualsiasi con una sensibilità fuori dal comune, che intraprese un lungo viaggio attraverso l'America per riscoprire il legame profondo tra Natura e Uomo, lontano dalla civiltà, dai suoi rituali e dai suoi falsi miti.
Il film è stato tratto dal libro di Jon Krakauer, “Nelle Terre Estreme”, che ripercorre le avventure di Chris attraverso ricerche e interviste compiute dall'autore stesso. Krakauer fu il primo giornalista che si interessò della storia del ragazzo e ne scrisse un lungo articolo che la rese nota a tutta l'America.
Chris iniziò il suo viaggio nell'aprile 1990 quando, dopo essersi laureato all'Università Emory, ad Atlanta, in Georgia, diede tutti i suoi risparmi in beneficenza, si liberò di ogni prova della sua identità e iniziò a viaggiare in autostop.
McCandless descrisse se stesso come "un viaggiatore esteta la cui casa è la strada" che intraprese un "pellegrinaggio spirituale" della durata di due anni, che lo portò dalla Georgia all'Arizona, poi giù in Messico, da Salton Sea in California alle strade di Las Vegas e alla cittadina di Carthage, nel South Dakota e in altri innumerevoli posti.
Questa lunga odissea culminò nell'aprile del 1992, quando il ventiquattrenne si avventurò negli immensi spazi selvaggi dell'Alaska, luogo da lui prediletto per cercare uno stato di purezza assoluta a contatto con la natura incontaminata.
Qui visse per 113 giorni in un autobus abbandonato da lui soprannominato “Magic Bus”, cacciando e provvedendo da sé alla propria sopravvivenza. Tuttavia la sua avventura si concluse nell'agosto dello stesso anno, quando trovò la morte per inedia. La mia tesina permette inoltre dei collegamenti con altre materie di studio, come per esempio il rifiuto della società borghese di Alberto Moravia, l'imperialismo in ambito storico.







Collegamenti

Tesina su Into the Wild


Filosofia - Friedrich Nietzsche .
Italiano - Alberto Moravia, il rifiuto della società borghese.
Storia - Imperialismo.
Storia dell'arte - "Il viandante sul mare di nebbia" e il Romanticismo.
Biologia - L'inedia e l'apparato digerente.
Inglese - "Heart of Darkness".
Latino - Seneca e la "mutatio loci".
Estratto del documento

Introduzione

“Vivere soltanto vivere, in quel momento in quel luogo.

Senza mappe, senza orologio, senza niente. Montagne

innevate, fiumi, cieli stellati. Solo io e la natura selvaggia.”

La scelta di questo percorso è dovuta

alla grande influenza che questo film ha

avuto sulla mia immaginazione e sul mio

desiderio di emulare la scelta del

protagonista. Il fascino della sua

esperienza è riuscito anche a mutare il

mio modo di rapportarmi alle nuove

esperienze e ai “fuori programma” che

possono capitare di giorno in giorno. Infine, ispirato dal profondo interesse del

protagonista nei confronti di autori come Jack London o Lev Tolstoj, ho potuto

avvicinarmi anch'io a queste pietre miliari della letteratura.

Il film “Into The Wild – Nelle terre selvagge”, scritto e diretto da Sean Penn e

uscito nel 2007, narra la storia vera di Christopher McCandless, un ragazzo

qualsiasi con una sensibilità fuori dal comune, che intraprese un lungo viaggio

attraverso l'America per riscoprire il legame profondo tra Natura e Uomo,

lontano dalla civiltà, dai suoi rituali e dai suoi falsi miti.

Il film è stato tratto dal libro di Jon Krakauer, “Nelle Terre Estreme”, che

ripercorre le avventure di Chris attraverso ricerche e interviste compiute

dall'autore stesso. Krakauer fu il primo giornalista che si interessò della storia

del ragazzo e ne scrisse un lungo articolo che la rese nota a tutta l'America.

Chris iniziò il suo viaggio nell'aprile

1990 quando, dopo essersi

laureato all'Università Emory, ad

Atlanta, in Georgia, diede tutti i suoi

risparmi in beneficenza, si liberò di

ogni prova della sua identità e iniziò

a viaggiare in autostop.

McCandless descrisse se stesso

come "un viaggiatore esteta la cui

casa è la strada" che intraprese un

"pellegrinaggio spirituale" della durata di due anni, che lo portò dalla Georgia

all'Arizona, poi giù in Messico, da Salton Sea in California alle strade di Las

Vegas e alla cittadina di Carthage, nel South Dakota e in altri innumerevoli

posti.

Questa lunga odissea culminò

nell'aprile del 1992, quando il

ventiquattrenne si avventurò negli

immensi spazi selvaggi dell'Alaska,

luogo da lui prediletto per cercare uno

stato di purezza assoluta a contatto

con la natura incontaminata.

Qui visse per 113 giorni in un autobus

abbandonato da lui soprannominato

“Magic Bus”, cacciando e

provvedendo da sé alla propria sopravvivenza. Tuttavia la sua avventura si

concluse nell'agosto dello stesso anno, quando trovò la morte per inedia.

STORIA

DELL'ARTE:

“Viandante sul mare

di nebbia” LATINO:

FILOSOFIA: Seneca e la

Nietzsche e “mutatio loci”

lo “spirito libero” INTO THE

WILD ITALIANO:

BIOLOGIA: Moravia e il

Apparato rifiuto della

digerente e società

l’inedia borghese

INGLESE:

STORIA: “Heart of

Imperialismo Darkness”

La vicenda di Chris e il film “Into The Wild” affrontano e trattano un gran

numero di temi che nella storia, sin dall'antichità, hanno trovato le più

disparate interpretazioni.

Il tema del “viandante” e della “libertà”, per esempio, hanno costituito lo spunto

iniziale della riflessione del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche.

In una prima fase, infatti, il filosofo parte dal concetto dello “spirito libero”, che

si identifica con la figura del “viandante”, che, grazie alla scienza, inaugura la

cosìddetta “filosofia del mattino”, basata sulla concezione della vita come

transitorietà priva di certezze.

Successivamente il concetto di “spirito libero” si evolve in quello del

“superuomo”, un modello di uomo che è in grado di superare la “morte di Dio”,

far propria la prospettiva dell'”eterno ritorno”, ponendosi come “dio di se

stesso” e “volontà di potenza”. La figura del “viandante” è

anche ripresa ne “Viandante

sul mare di nebbia”, un'opera

del pittore Caspar David

Friedrich, massimo

esponente del

Romanticismo, che descrive

il sublime, ossia il senso della

natura possente e smisurata,

che è l'emblema del sentire

romantico.

La scena ritrae un uomo, un

viandante solitario, ritratto di

spalle, che rappresenta la

parte inconscia e nascosta

dell'animo umano, in una

posa plastica, affacciato su di

un mare di nebbia che invade

un paesaggio montuoso.

Il tema della “mutatio loci”,

ovvero il cambiamento del

contesto esterno è affrontato

nella letteratura latina dal

filosofo Lucio Anneo Seneca. Di formazione stoica e originario della Spagna,

costui scrisse i “Dialogi”, le Epistole a Lucilio e le Tragedie.

Le “Epistulae morales ad Lucilium” sono una raccolta di 124 epistole letterarie,

in quanto scritte per essere pubblicate, nella quale il filosofo esprime la propria

visione della vita e dell'uomo, con l'intento di perfezionare lo spirito inquieto

dell'amico Lucilio attraverso continue riflessioni su problemi di filosofia morale.

In particolare, nella lettera 104, Seneca si sofferma sull'importanza del viaggio

per curare le inquietudini dello spirito. Contrapponendo i piaceri effimeri del

viaggiare con la ricerca della saggezza attraverso lo studio, il poeta equipara il

viaggiare di luogo in luogo con l'errare, cioè un vagabondare senza utilità,

perché non contribuisce al miglioramento di sé, mentre esprime la necessità

un viaggio interiore che persegui la virtù.

D'altra parte il viaggio di McCandless non avrebbe avuto ragion d'essere se

non fosse stato per il suo rifiuto nei confronti dell'ipocrisia e del consumismo

della società.

E' lo stesso rifiuto che provano i protagonisti delle opere di Alberto Moravia, in

particolare Michele ne “Gli indifferenti” e Luca ne “La disubbidienza”,

approdando però ad una soluzione diversa da quella scelta da Chris.

Infatti, Michele, pur consapevole della negatività della società borghese, non è

in grado di reagire, perché non riesce a rapportarsi con la realtà, rimanendo

bloccato nella propria “indifferenza” ed è quindi costretto all'adattamento.

Luca, come Michele si sente impossibilitato ad avere rapporti con la realtà,

tuttavia riesce ad estraniarsi dalla famiglia e dai suoi valori borghesi. Questa

crisi si trasforma in malattia fisica che porterà Luca a realizzare che l'unica

alternativa è quella di abbandonarsi al puro esistere nel “grembo di madre

natura”.

Unica soluzione positiva individuata da Moravia è quindi quella adottata dallo

stesso Chris: vivere nella natura incontaminata.

Inoltrarsi nel cuore della natura è uno dei temi

fondamentali del romanzo di Joseph Conrad

intitolato “Heart of Darkness”, ovvero “Cuore di

tenebra”, nel quale un vecchio marinaio di nome

Marlow, racconta del suo viaggio in un continente,

per quell'epoca, ancora misterioso e pieno di

fascino: l'Africa nera e la sua natura selvaggia, la

“wilderness”, alla ricerca di un certo Kurtz. La sua

esperienza diviene un viaggio all'interno della

coscienza umana, attraverso la descrizione della

giungla tenebrosa e densa di misteri, in una sorta

di percorso all'indietro nel tempo fino ad epoche

remote e selvagge.

Il racconto muove anche una denuncia e una

critica dell'imperialismo della fine del XIX secolo.

John Hobson fu il primo, nel 1902, ad utilizzare il termine “Imperialism” per

descrivere la nuova forma di colonialismo che si sviluppò negli anni 1870 –

1914. Questa nuova “corsa alle colonie” era basata sul “cosmopolitismo del

capitale”, cioè la ricerca continua di nuovi mercati d'investimento da parte dei

grandi paesi capitalisti e industrializzati, soprattutto causata dalla paura di una

crisi economica da sovrapproduzione.

Il nuovo colonialismo era di tipo imperialistico perché mirava alla conquista

militare del territorio e al dominio delle società colonizzate.

Nel film e nel libro la morte di

Chris è imputata ad alcuni

semi velenosi di patate

selvatiche, ma questa teoria

è stata successivamente

screditata, in quanto,

basandosi sul diario che

Chris scrisse durante la sua

permanenza in Alaska, si è

riusciti a calcolare

orientativamente quanto

fossero inadeguate le

quantità di cibo che costui

assumeva giornalmente.

Chris McCandless, quindi, è

andato incontro a morte per

inedia nell'agosto del 1992.

L'inedia è una grave

riduzione nell'apporto di

vitamine, sostanze nutritive e

in generale di cibo.

La mancanza di un apporto costante di cibo causa gravi danni sia all'apparato

digerente che agli altri organi.

Inoltre gli individui affetti da inedia perdono progressivamente materia grassa

e massa muscolare, perché il corpo si rivolge a questi tessuti per ricavarne

energia.

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