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scienze - la radiazione elettromagnetica
scienze - il rilievo con il laser scanner 3d
arte - il rilievo 3d nell'arte
antropologia - la ricostruzione facciale con il computer
geografia - il kenya
evoluzionismo
spagnolo - islas galapagos
storia - il nazismo
inglese - the beatles
musica - imagine by j. lennon
italiano . l'amico ritrovato
educazione fisica - la visita medico sportiva
Scuola Media Statale M. Pich
Gabriele Quaranta
Classe III C
Anno scolastico 2012/2013
Tesi multidisciplinare licenza media
50 giorni da orsacchiotto
Nole, 27 giugno 2013 1Indice
1 Indice
2 LA LAMPADINA....................................................................................................1
3 LA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA.....................................................4
4 IL RILIEVO CON IL LASER SCANNER 3D.....................................................5
5 IL RILIEVO NELL'ARTE.....................................................................................7
6 ANTROPOLOGIA................................................................................................11
7 LA RICOSTRUZIONE FACCIALE...................................................................14
8 KENYA...................................................................................................................17
9 EVOLUZIONISMO..............................................................................................20
10 ISLAS GALAPAGOS.........................................................................................20
11 IL NAZISMO.......................................................................................................22
12 THE BEATLES...................................................................................................26
13 L'AMICO RITROVATO....................................................................................30
14 LA VISITA MEDICO-SPORTIVA....................................................................30
15 INDICE DELLE IMMAGINI............................................................................30
16 INDICE DELLE IMMAGINI DELLA PRESNTAZIONE.............................33
2
2La lampadina
2 La lampadina
All'inizio del XIX secolo, il gas illuminante divenne di uso comune per
l'illuminazione delle città. Le lampade a gas erano di tre tipi: con bruciatore di
Argand; con bruciatore a coda di pesce, in cui il gas scaturiva da una fessura o da una
coppia di fori, generando una fiamma sottile; e a gas a incandescenza, in cui la
fiamma di gas riscaldava al calor bianco una cappa di rete di ossido di torio.
Una lampada a gas piuttosto comune, specialmente nelle zone agricole, era la lampada
portatile ad acetilene, costituita da due serbatoi sovrapposti, contenenti acqua (quello
superiore) e carburo di calcio (quello inferiore): dalla reazione chimica, che si
innescava a mano a mano che l'acqua, cadendo a gocce, veniva in contatto con il
carburo, si sviluppava il gas, che usciva da un beccuccio e produceva una fiamma
bianca e brillante. Il flusso di acetilene si controllava semplicemente regolando il
gocciolamento dell'acqua.
Sul finire del secolo XIX tutte le forme di illuminazione a combustibile lasciarono
spazio alle lampade elettriche a incandescenza e a fluorescenza. Tuttavia in alcune
zone rurali, non ancora raggiunte dalla rete di distribuzione dell'energia elettrica, si
usano ancora lampade e lanterne (ossia lampade protette, e quindi trasportabili) a
petrolio o a cappa incandescente. Tali lanterne sono state anche di uso comune nei
campeggi, fino all'avvento dei GPL (gas di petrolio liquefatti) in bombolette portatili.
La lampada a incandescenza è una sorgente luminosa in cui la luce viene prodotta dal
riscaldamento (fino a circa 2700 K) di un filamento di tungsteno attraverso cui passa
la corrente elettrica.
Durante il funzionamento il tungsteno sublima, e il filamento diventa sempre più
sottile, fino a spezzarsi dopo circa 1000 ore di funzionamento. Oltre che in calore
l'energia elettrica viene convertita in luce, in una misura intorno al 10%; quindi si può
affermare che circa il 90% del consumo elettrico si disperde come calore.
Nelle lampadine moderne il bulbo di vetro non è vuoto ma contiene un gas inerte a
bassa pressione, di solito Argon, più raramente Kripton. Quest'ultimo consente una
resa superiore del 10% circa a parità di potenza. Questi gas riducono i rischi di
implosione e prolungano la vita del filamento. Inoltre la presenza del gas
Argon/Kripton riduce l'annerimento del bulbo dovuto al deposito del tungsteno che
sublima. 3
2La lampadina
Al momento dell’accensione della lampada, poiché il filamento è freddo e la sua
resistenza è bassa, si determina un picco di assorbimento della durata di pochi decimi
di secondo e del valore di 10-12 volte la corrente a regime.
La lampadina viene classificata attraverso due parametri: tensione (volt) e potenza
assorbita (watt); ed anche attraverso la forma del suo bulbo ( goccia, oliva..)
Nel 1878 Thomas Alva Edison riuscì a costruirne un modello sufficientemente
durevole. Nel 1860 Joseph Wilson Swan aveva già costruito una simile lampadina che
perfezionò fino al 1878; divenne partner di Edison. Poco prima della sua morte
Heinrich Goebel riuscì a far valere i propri diritti d’inventore che furono poi acquistati
da Edison dalla vedova di Heinrich impoverita.
Era costituita da un bulbo di vetro in cui era stato praticato il vuoto, al cui interno era
contenuto un filo di cotone carbonizzato attraversato da corrente elettrica. Bisogna
dire che molti inventori stavano lavorando all'idea, tra i quali il torinese Alessandro
Cruto. Il problema dei primi modelli era la rapida distruzione del filamento.
Nel 1903 l'americano William David Coolidge introduce l'uso del filamento di
tungsteno, tuttora impiegato. L'uso di conduttori metallici con bassa resistenza
elettrica a temperatura ambiente sfrutta l'effetto Joule per ottenere uno spettro di
radiazione, approssimabile ad uno spettro di corpo nero, abbastanza ricco di
componenti visibili.
Nel 1962 Nick Holonyak Jr. brevetta il primo semiconduttore fotoemittente LED
visibile, che viene commercializzato 6 anni più tardi nella versione microlampada di
colore rosso. Lungo i successivi 30 anni diverranno man mano disponibili LED di
tutte le colorazioni, a partire dal 2000 saranno disponibili LED bianchi a media ed alta
intensità luminosa, proposti come sostitutivi a basso consumo delle lampade ad
incandescenza. Il 2 settembre 2009 L'Unione europea bandisce la produzione di
lampadine ad incandescenza pari o superiori a 100 W e di tutte quelle a bulbo
smerigliato, a vantaggio di quelle a basso consumo; nel settembre 2010 L'Unione
europea bandisce la produzione di lampadine ad incandescenza di potenza pari o
superiore a 75 W; nel settembre 2011 L'Unione europea bandisce la produzione di
lampadine ad incandescenza di potenza pari o superiore a 60 W; infine nel settembre
2012 L'Unione europea bandisce la produzione di tutte le lampadine ad incandescenza
4
2La lampadina
per illuminazione domestica, che saranno sostituite principalmente da quelle a basso
consumo. 5
3La radiazione elettromagnetica
3 La radiazione elettromagnetica
La luce è un’onda elettromagnetica, a cui è associata una lunghezza d' onda (distanza
fra due picchi consecutivi) e un' ampiezza (altezza dei picchi). La luce trasporta un’
energia che aumenta al diminuire della sua lunghezza d’onda. Due pacchetti d’onda
sono in fase se le posizioni dei loro picchi e delle loro valli coincide. Altrimenti essi
sono fuori fase.
La produzione della luce visibile avviene all’interno degli atomi, che sono composti di
un nucleo (di protoni e neutroni) e di elettroni che orbitano intorno ad esso. Se si
fornisce energia all’atomo, un elettrone può “saltare” da un’orbita vicina al nucleo ad
un’orbita più lontana. L’atomo diventa eccitato, ed ha più energia di prima.
Quando l’elettrone torna nella sua orbita originaria, l’atomo emette un fotone. Esso ha
un’energia pari alla differenza di energia fra l’atomo e l’atomo eccitato.
Il fotone ha un’energia ben precisa, e quindi anche una lunghezza d’onda, cioè un
colore, ben determinato.
Un atomo eccitato torna nello stato fondamentale spontaneamente dopo un certo
tempo caratteristico, emettendo l’energia assorbita sotto forma di luce
Ad esempio, in una lampadina la corrente scalda il filamento, portando i suoi atomi
nello stato eccitato. Successivamente essi si diseccitano emettendo luce. Questo
processo avviene in maniera casuale: i FOTONI vengono emessi in tutte le direzioni e
le onde ad essi associate sono sfasate tra loro. Si parla di emissione spontanea-
Il laser (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) sfrutta un
fenomeno scoperto nel 1917 da Albert Einstein, la cosiddetta emissione stimolata di
radiazione.
Se durante l’eccitazione di un atomo esso viene colpito da un fotone di energia pari a
quella di eccitazione, l’elettrone ricade immediatamente nell’orbita più bassa,
emettendo un altro fotone della stessa energia, identico al primo. 6
4Il rilievo con il laser scanner 3d
4 Il rilievo con il laser scanner 3d
La diffusione delle tecniche laser a scansione è abbastanza recente e certamente è una
delle tecnologie che troverà una più grande espansione nel prossimo futuro.
Le maggiori attese nel settore dei Beni Culturali sono indirizzate sugli apparati di tipo
terrestre, operanti in un campo di distanze che, a seconda delle tipologie strumentali,
può andare dal submetrico fino al chilometrico.
Un sistema laser a scansione fornisce come risultato diretto della sessione di misura
un insieme di coordinate tridimensionali, generalmente in un sistema di riferimento
correlato con lo strumento, riferite ad un numero elevatissimo di punti che vengono
colpiti dal raggio laser; la nuvola dei punti così generata descrive dunque la superficie
esterna dell’oggetto scansionato.
Gli apparati si distinguono innanzitutto in due grandi famiglie quelli a tecnologia a
tempo di volo (TOF) e quelli a triangolazione.
Il raggio laser, mediante opportuni sistemi ottico/meccanici di rotazione, viene inviato
verso l’oggetto da rilevare, variando per passi discreti gli angoli azimutali e zenitali.
La distanza tra il centro strumentale ed il primo punto che il raggio incontra e da cui
viene riflesso viene determinata dalla misura del “tempo di volo” (TOF, time of flight)
che intercorre tra l’emissione e la ricezione, oppure, in alternativa per differenza di
fase; la distanza, insieme alla conoscenza dei due angoli di emissione del raggio,
consente di determinare per coordinate polari la posizione del punto in questione.
All’utente tali coordinate vengono in prima istanza fornite in un sistema cartesiano
(X,Y,Z) che ha origine nel centro strumentale e solo in una seconda fase vengono
riportate nel sistema di riferimento più opportuno con semplici operazioni di
rototraslazione nello spazio. La massima distanza operativa per strumenti che operano
sul tempo di volo è di alcune centinaia di metri e l’accuratezza nella determinazione
delle coordinate varia in genere da alcuni millimetri ad un paio di cm o oltre; essa è
migliore per gli scanner che operano per differenza di fase, che però lavorano di solito
su distanze più ridotte e con una velocità di acquisizione minore. 7
4Il rilievo con il laser scanner 3d
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5Il rilievo nell'arte
5 Il rilievo nell'arte
Il patrimonio culturale italiano per il suo valore storico ed estetico è un bene che deve
essere salvaguardato, quindi la sua conservazione e valorizzazione necessitano di
un’approfondita documentazione sia in termini più propriamente storico-artistici che
per quanto concerne le caratteristiche fisiche di posizione, forma, colore e geometria.
Le discipline del rilevamento hanno affinato nel corso del tempo le tecniche di
acquisizione dei dati al passo con lo sviluppo tecnologico; da semplici metodologie
basate sul rilievo diretto a quelle derivate dalla geometria descrittiva. Le tecnologie
introdotte recentemente permettono addirittura di rilevare e rappresentare con
notevole accuratezza oggetti tridimensionali come sculture e reperti archeologici,
nonché elementi di grandi dimensioni quali strutture architettoniche.
L’unico metodo che, fino ad ora, soddisfaceva queste richieste era la fotogrammetria.
Questo metodo, che in fase di ripresa è sicuramente veloce, obbliga però ad una lunga
e delicata elaborazione in fase di restituzione.