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Estratto del documento

molto cambiata la figura del bambino e in generale la concezione del mondo

infantile.

Nel periodo medioevale, anche a causa dell’alta mortalità infantile e delle

dure condizioni di vita, la perdita di un bambino fu sempre vissuta in modo

molto più fatalistico rispetto a quanto non succeda oggi. Il bambino era

considerato come un “piccolo uomo” da far entrare prima possibile nell’età

adulta e quindi non era dotato di propri bisogni e propri linguaggi.

Con il fiorire della società borghese alla fine del Settecento, invece, si

affermò un nuovo atteggiamento sociale nei confronti dei bambini, sempre più

sentiti come un “bene” per il progresso stesso della società, da proteggere e da

educare secondo quei modelli nuovi affermati per la prima volta dal filosofo

illuminista Jean Jacques Rousseau nell’ “Emilio, o

dell’educazione” (1762). In questo romanzo viene descritta

l’educazione di un fanciullo attraverso metodi che gli

permettono di svilupparsi senza anticipare i tempi e senza

un piano prerealizzato di obiettivi didattici da raggiungere.

I Libro

Si apre con l'enunciazione del gran principio della bontà

originaria dell'uomo e della sua degenerazione nei rapporti

sociali. Ma Rousseau sostiene che la crescita del bambino

dipende dall'educazione. Tutto ciò che abbiamo quando

nasciamo ci viene fornito dall'educazione, impartita da "tre

maestri": la natura, gli uomini e le cose. La natura provvede allo sviluppo

interno delle nostre facoltà e dei nostri organi; gli uomini all'uso che ne

facciamo; le cose all'acquisizione dell'esperienza e degli oggetti. Se i contributi

di queste tre educazioni si contraddicono, l'alunno sarà educato male.

Secondo Rousseau, poi, l'educazione naturale va condotta in mezzo alla natura,

dove l'ambiente rinvigorisce il corpo e l'anima, e la società non può esercitare il

suo effetto corruttore.

L'educatore, inoltre, deve provvedere affinché Emilio non contragga abitudini

che lo rendano schiavo e lo devino dai suoi bisogni naturali.

Inoltre, nel I libro, Rousseau dà ampio spazio al tema dell'apprendimento

del linguaggio e ci dice che gli adulti devono rispettare i tempi di questo

sviluppo e devono cominciare col fornire gradualmente pochi termini, ben

distinti, ben pronunciati e collegabili ad oggetti sensibili nell'esperienza del

bambino.

II Libro

(3-12 anni) Nella seconda età evolutiva, Emilio imparerà innanzitutto a

muoversi e a parlare, a conquistare coscienza di sé e autonomia. Poiché la sua

esperienza è ancora incentrata sulle emozioni del piacere e del dolore, è a

partire da esse che si dovrà organizzare la sua educazione. 3

Emilio sarà libero di muoversi e di agire: le piccole cadute lo aiuteranno a

conoscere e dominare il dolore; la vita all'aria aperta e il libero esercizio del

corpo nel gioco e in piccoli lavori manuali lo renderanno più sano e vigoroso.

La sua educazione passerà soprattutto attraverso i sensi e il corpo, spinta

dall'interesse.

Inoltre, il precettore dovrà fare in modo che egli otterrà quello che chiede solo

se ne ha effettivamente bisogno.

Rousseau sostiene che bisogna rispettare la legge di natura e permettere che

Emilio assuma conoscenze, abitudini e norme dalla legge stessa delle cose in

quanto la natura non insegna mai il male.

Il metodo del precettore sarà, dunque, inattivo, la sua educazione negativa:

consisterà nel togliere le cattive influenze, non nel fornire precetti. Inoltre,

l'attività educativa del precettore sarà indiretta, cioè il maestro farà tutto senza

far nulla, dando ad Emilio l'impressione che le sue esperienze siano casuali.

III Libro

(12-15 anni) Rousseau chiama questo periodo l' "età dell'utile" e a suo parere

è il più prezioso dell'esistenza e, data la sua estrema brevità, deve essere

attentamente amministrato dal punto di vista educativo. Se prima era

opportuno "perdere tempo", in questa fascia d'età, il tempo è così breve che

l'attività educativa deve scegliere cosa fornire all'allievo senza la pretesa di

poterlo rendere sapiente.

All'attività del corpo subentra quella dello spirito che cerca di istruirsi. Il

passaggio dalle conoscenze sensibili a quelle intellettuali avverrà attraverso

l'esperienza diretta incentrata sull'esplorazione dell'ambiente. Il suo maestro

allenerà Emilio a cercare in sé stesso i mezzi di indagine e a non ricorrere ad

altri se non dopo aver riconosciuto la propria insufficienza.

L'errore non verrà corretto dall'adulto, ma dalla scoperta di Emilio stesso: è

fondamentale che egli non sappia nulla perché gli è stato detto, ma solo perché

lo ha compreso da sé.

Nella terza età educativa, dunque, l'istruzione di Emilio continuerà per forma

indiretta, sarà incentrata sull'utilità, sull'interesse e sullo sforzo.

La lettura non verrà particolarmente incoraggiata; una sola lettura viene

consigliata: "Robinson Crusoe" che rispecchia l'autosufficienza del fanciullo.

IV Libro

(15-20 anni) In questa fase, Emilio impara a ragionare in modo astratto,

dunque il suo percorso educativo dovrà avvenire secondo modalità differenti,

ma ancora una volta dovrà fondarsi sulla natura.

Inoltre, il precettore sarà molto attento a non favorire in Emilio l'insorgere

precoce e incontrollato delle passioni. Ciò comporterà la necessità di

un'educazione sessuale anche se Rousseau ritiene che su alcuni argomenti il

giovane dovrebbe essere ancora lasciato nella totale ignoranza. A tal proposito

Rousseau afferma che se l'educatore non è sicuro di poter far ignorare fino ai 4

16 anni la differenza fra i sessi, faccia in modo che l'alunno l'apprenda prima

dei 10 anni. L'educazione sessuale consisterà nel chiamare le cose con il loro

nome.

Poi, Rousseau espone il tema della religione e a tal proposito, sostiene che le

diverse religioni non sono altro che variazioni del Credo fondamentale; Emilio,

quindi, non verrà educato ad una religione specifica, ma sarà messo nelle

condizioni di poter scegliere con l'uso della ragione la propria religione.

V Libro

Emilio verrà finalmente avviato all'incontro con Sofia e al matrimonio. Ma

Sofia dovrà essere, a sua volta, educata nel modo opportuno per giungere a

questo passo. L'educazione femminile sarà indirizzata al matrimonio e alla

procreazione. Sofia verrà, innanzitutto, preparata alle conoscenze pratiche utili

al governo della casa.

Emilio troverà Sofia dopo un lungo viaggio a piedi, a diretto contatto con la

natura e in compagnia del precettore.

Rousseau ritiene che il viaggiare sia fonte di istruzione che permette

all'individuo di conoscere l'indole dei vari popoli.

Il romanzo termina con il matrimonio e la nascita di una nuova famiglia fra

Emilio e Sofia. A questo punto, il precettore rinuncia alla sua autorità su Emilio;

lo lascerà con la certezza di aver trasformato, a sua volta, in educatore l'alunno

di un tempo.

Durante la prima rivoluzione industriale però cambiò totalmente la

condizione sociale del bambino, in quanto era costretto a lavorare a ritmi e in

luoghi disumani. I piccoli lavoratori andavano incontro a diverse malattie, quali

febbri contagiose, e venivano privati dei loro diritti, come la possibilità di

istruirsi e di ricevere un’educazione morale e religiosa. L’autore inglese che

descrisse il lavoro e la vita dei fanciulli durante questo periodo

fu Charles Dickens.

C. Dickens (1812-1870) came from a lower middle-class family.

He began his career as a journalist but, after the success of his

first novel he devoted himself to writing fiction. He published a

succession of highly successful novels, usually in monthly

instalments, which made him very popular. He was admired at all levels of

Victorian society from Queen Victoria herself down. He lived a very intense life.

He also worked as an editor, supported important social causes, travelled

widely in Europe and in the United States, was an amateur and gave public

readings of his works.

He is the foremost representative of the Victorian novel. One side of his genius

was his natural sense of humour, a quality which has kept alive the characters

of his novels up to the present time, when his attacks on the systems of 5

Victorian life have lost their topicality. His humour can be found in character

drawing, in dialogue and in whole episodes. The sequence of events that we

find in his novels, was partly due to their serial form, and it is to be found

particularly in his first great comic novel, The Pickwick Papers. Here each

episode is pure humour, and Dickens rejoices in his ability to create character

after character to put them in funny situations. Dickens is a subtle observer of

London life, which to know during his wanderings in the town; in his boyhood

he long observed streets and squares, particularly in those parts of the town

where the poor lived. He knew from personal experience the life led in

factories, the routine in the offices, the sordid life in a debtors prison. He gives

us a minute description of British homelife, of school systems, of the procedure

followed in the Law Courts, of the domestic life.

Dickens' world is inhabited and enlivened by hundreds of characters drawn

from the observation of real people. His characters may be roughly divided into

good and evil, but he doesn't create types. Each character is unlike the others,

each one is an individual. They may sometimes be exaggerated and grotesque.

Dickens is not concerned with the spiritual side of his characters; he is an

untiring observer of the external qualities of people.

Some of Dickens' novels are defined as social or humanitarian. He wrote fiction

as he was a novelist by vocation, but he used fiction to denounce the vices and

evils of his age. Some have called him a social reformer, though he did not

advocate any fundamental change in the overall systems of Victorian society,

or a revolutionary struggle between social classes; nor did he suggest any

specific means of reform. Yet he exerted a considerable influence on the reform

movement of the age by shedding light on the brutality of some schools, on the

vices of the criminal world, on the dirt and squalor of London slums and on the

conditions of their inhabitants in a period of industrial expansion.

An example of the suffering of poor children is found in the novel Oliver Twist

written in 1837. “Oliver twist” is one of the most important works

of Dickens. Oliver is a poor boy and he hasn’t got

parents. So he must work in a workhouse in an

inhuman way.

Then he is sold to an undertaker, but he decides to

escape from him for the badness of the man and of

his wife. Oliver decides to go to London. There, he

is adopted by a gang of young pickpockets, led by

Fagin and the child criminal Artful Dodger. He lives

among this group and gets to know the prostitute

Nancy and her violent man Sykes. One day the boy

6

is helped by an old gentleman but Sykes tries to track him down. Then, the

gentleman found him and decides to adopt him. In the end Oliver discovered

he has noble origins and he was adopted by his real family.

The importance of this story is that this is an autobiographical poem. In fact

Dickens was sent to work among poor people in a workhouse because his

father was imprisoned for debt.

In Oliver Twist si rappresenta, quindi, lo sfruttamento minorile del XIX° secolo.

Nella seconda rivoluzione industriale, in Italia, l’educazione era

un’esigenza fortemente sentita dopo l’Unità: negli intellettuali era radicata la

convinzione che occorresse “fare gli Italiani”. Uno degli strumenti più immediati

per la formazione di un carattere nazionale erano le letture per ragazzi, che

dovevano infondere ideali come l’amor di patria, il rispetto della famiglia,

l’onestà, l’obbedienza e la solidarietà ai meno fortunati. L’opera più tipica fu

Cuore di Edmondo De Amicis scritto nel 1886 e pubblicato nel 1888. Fu un

grande successo, tanto che De Amicis divenne lo scrittore più letto d’Italia.

Il libro è costruito come un diario, composto da Enrico, un alunno della terza

elementare (che corrisponde all’attuale quarta); alle annotazioni del bambino si

intercalano interventi sotto forma di lettera da parte dei genitori e della sorella,

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