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Sintesi
Estratto del documento

Introduzione

10

L'uccisione di Matteotti provocò un grave sdegno dell'opinione pubblica e la

reazione degli altri partiti che abbandonarono il Parlamento e si ritirano su

quello che Filippo Turati definisce " l'Aventino delle coscienze". Restano però le

differenze interne all'opposizione (più prudenti i liberali e i socialisti, mentre i

comunisti pensano ad un vero e proprio Parlamento alternativo) e il progetto di

convincere il re a liquidare Mussolini e indire nuove elezioni, ripristinando la

proporzionale, fallisce.

Il 3 gennaio 1925 Mussolini, prendendosi le responsabilità di quanto accaduto,

Dichiaro qui, al cospetto di questa

pronunciò il seguente discorso alla Camera "

assemblea ed al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la

responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto". Con questo

discorso il fascismo mostrò il suo vero volto. Tra il 1925 e il 1928 furono varate

le "leggi fascistissime" che consacrarono la nuova struttura e lo strapotere

dello Stato. Croce e con lui Giolitti, Salandra, Orlando e altri dovettero

arrendersi all'evidenza.

Ogni speranza di riporto alla legalità del fascismo cadeva. Essa moriva con la

soppressione della libertà di stampa, le perquisizioni contro gli antifascisti, con

il ripristino della pena di morte, l'istituzione di un tribunale speciale per reati

politici, l'istituzione dell'O.V.R.A. polizia politica segreta e con l'attribuzione al

potere esecutivo di emanare norme di legge. I normali meccanismi dello Stato

di diritto e i fondamenti della libertà politica e della rappresentatività popolare

furono sovvertiti, mentre a cominciare dal 1926 nelle amministrazioni comunali

alla procedura elettiva del sindaco e del consiglio fu sostituita la nomina

governativa del podestà e della consulta, così da sconvolgere l'intero

ordinamento centrale e periferico del processo di " fascistizzazione dello Stato",

il Parlamento risultò svuotato di ogni prerogativa (legge sulla decadenza dei

deputati comunisti e aventiniani, 1926) e le elezioni (1929) furono ridotte a

semplici plebisciti di approvazione di una "lista unica" di deputati designati dal

Gran Consiglio. Il capo del Governo, che era contemporaneamente "duce del

fascismo", prese a occupare il vertice della piramide politica, che

simboleggiava l'ordinamento gerarchico del regime, e venne sottratto a

Dal libro fascista del balilla (1934)

qualunque controllo o sanzione, con l'obbligo di rispondere solo di fronte al

sovrano. Con le elezioni del 1929 Mussolini poté contare su una Camera tutta

Lo stato democratico che governava l'Italia era, caro balilla, lo Stato del disordine e

composta da fascisti, e il carattere totalitario del fascismo finì rapidamente per

dell'anarchia, in cui ogni cittadino, dimenticando i doveri, reclamava solo diritti e

coinvolgere ogni settore della vita italiana.

pretendeva di governanti privilegi al danno degli altri. Nello Stato democratico solo

alcuni partiti avevano il comando, sicché, invece di essere lo Stato il dominatore dei

partiti, era il loro schiavo, mentre oggi vi è un solo partito, quello di tutti gli italiani, che

Da un saggio di propaganda fascista nelle scuola:

si chiama Fascismo.

C'era poi il Parlamento, formato da Camera dei Deputati e dei Senatori, che era diverso

da quello di oggi e rappresentava un'altra piaga della Nazione , perché a forza di lunghi

discorsi, di litigi e di chiacchiere, impediva al Governo di fare buone leggi. Adesso invece

le leggi le fa in maniera sbrigativa direttamente il Governo, cioè il Consiglio dei Ministri

e il Gran Consiglio del Fascismo, senza bisogno del Parlamento, che ne viene informato

in ultimo a cose fatte.

4 Italiano: Pirandello

Il periodo che va dal 1922 fino alla seconda guerra mondiale vede gli

intellettuali schierarsi su due fronti diversi: quelli che aderiscono al regime e

quelli che si schierano contro di esso.

Tra le grandi figure letterarie che aderiscono al fascismo troviamo Luigi

Pirandello.

Già scrittore riconosciuto a livello mondiale Pirandello si iscrisse al P.N.F. nel

periodo più delicato nella storia del regime, ovvero all'indomani dell'omicidio

Matteotti.

Le dichiarazioni di Pirandello riguardo alla propria iscrizione tra le fila delle

camice nere, non sembrerebbe lasciar adito a dubbi sulla sua ferma adesione

agli ideali fascisti. A riguardo, infatti, l'artista di Girgenti (Agrigento) scrisse:

"Sento che questo è il momento più proprio di dichiarare una fede nutrita e

servita in silenzio".

Pirandello è il più grande autore di teatro del Novecento italiano: per la

consapevolezza della crisi di identità dell'uomo nella società moderna e per la

novità della sua opera che sconvolge le tradizionali tecniche espressive nel

teatro. La sua visione tragica della vita deriva dalla percezione che nella

società borghese si è consumata la definitiva frattura tra l'io e la realtà, fra

individuo e società: la realtà diventa allora il caos inspiegabile della vita e del

mondo, così come l'uomo diventa il caos indecifrabile delle sue centomila e

nessuna identità. Pirandello rappresenta così una delle voci più alte della

«coscíenza della crisi» che domina nella letteratura europea del tempo. Ma la

sua estraneità ai clamori avanguardistici e dannunzíani dei primo Novecento

italiano gli consentì di raggiungere la fama solo molto tardi, quando la crisi dei

dopoguerra fece maturare le condizioni perché il suo messaggio potesse essere

compreso.

4.1 La vita

Nacque nel 1867 ad Agrigento da famiglia agiata

(il padre era proprietario di una miniera di zolfo) e

di cultura laica. Trascorse l’infanzia e

l’adolescenza in Sicilia. Dopo aver frequentato

l'università di Palermo e di Roma, si laureò nel

1891 in Germania, a Bonn, in filologia

romanza.Tornato a Roma nel 1893, si dedicò alla

narrativa, incoraggiato da Capuana. Nel 1894

sposò Antonietta Portulano. Il 1897 segnò per

Pirandello l'inizio di una profonda crisi familiare, a

causa dei fallimento della miniera dei padre che

rovinò il patrimonio suo e quello della moglie. La

Matematica: Gli eventi e la loro probabilità

12

donna, che già aveva dato segni di fragilità nervosa, ebbe da quest'ultima

vicenda un trauma che la portò alla pazzia. Luigi Pirandello

Pirandello si dovette impiegare nell'insegnamento presso l'Istituto Superiore di

Magistero di Roma, dove insegno’ fino al 1922.Continuava intanto la sua

produzione di saggi, romanzi, novelle e nel 1910 esordi come autore teatrale

(riducendo per il teatro la sua novella Lumìe di Sicilia).A partire dal 1916 si

dedicò quasi completamente al teatro e nel 1921 ottenne, proprio dopo un clamoroso insuccesso, la

fama.

“Sei personaggi in cerca d'autore”, fischiato durante la prima al teatro Valle di

Roma, suscitò grande scalpore e viva curiosità: a Milano l'accoglienza di

pubblico e critica fu trionfale.Nel 1924, dopo il delitto Matteotti, si iscrisse al

partito fascista. Raggiunta una celebrità mondiale, fondò nel 1926 la

compagnia dei Teatro d'arte di Roma di cui fu direttore e regista, per la messa

in scena del suo repertorio. Si legò affettivamente a Marta Abba, attrice di

spicco della compagnia. Nel 1934 gli venne conferito il premio Nobel per la

letteratura. Morì a Roma nel 1936.

4.2 Il pensiero

4.2.1 Il rapporto dialettico fra Vita e Forma

Il pensiero pirandelliano si fonda sul rapporto dialettico tra Vita e Forma. La

destino burlone>>

Vita, pur essendo perpetuamente mobile e fluida, per un <<

tende a calarsi in una forma, in cui resta prigioniera e dalla quale cerca di

uscire, per assumere nuove forme,senza mai trovar pace.

Dal rapporto dialettico tra Vita e Forma deriva il relativismo psicologico,che

si svolge,per così dire,in due sensi: in senso

orizzontale,e riguarda il rapporto dell’individuo

con gli altri,e in senso verticale,e riguarda il

rapporto dell’individuo con se stesso,col suo

subcosciente.

4.2.2 Relativismo psicologico orizzontale

Secondo Pirandello,gli uomini non sono

<<pupi>>

liberi,ma sono come tanti nelle

mani di un burattinaio invisibile e capriccioso:

il caso. Quando nasciamo,infatti,ci troviamo

inseriti,per puro caso,in una società

precostituita,regolata da

leggi,convenzioni,abitudini,già fissate in

precedenza indipendentemente dalla nostra

volontà.

Inseriti in un determinato contesto,o la società

o noi stessi ci assegniamo una parte

nell’enorme <<pupazzata>> che è la vita; ci fissiamo cioè in una

Matematica: Gli eventi e la loro probabilità

13

forma,obbligandoci,in conseguenza,a muoverci secondo schemi ben definiti (il

magistrato,il medico,l’avvocato,il maestro,il prete,il commerciante ecc.ecc.),

che accettiamo o per pigrizia o per convenienza,senza aver mai il coraggio di

rifiutarli,anche quando contrastano con la nostra natura.

Ma sotto l’apparenza della “forma”,in cui noi stessi (o gli altri) ci siamo fissati,il

brulichio di

nostro spirito freme per la sua continua mutabilità,perché avverte il

una vita diversa,sentimenti ed impulsi che spesso sono in contrasto con la

parte o la maschera che noi (o gli altri) ci siamo imposti. Ma ci freniamo sia per

non urtare contro i pregiudizi della società sia per una buona pace del nostro

spirito.

Ma a volte capita che l’anima “istintiva” che è in noi esploda violentemente in

contrasto con l’anima “morale”,facendo saltare i pudori e i freni inibitori. Allora

fuor di chiave,cioè

la maschera si spezza e siamo come un violino stonato,nel

generale concerto della società,o come un attore che <<si mette a recitare

sulla scena una parte che nel copione non gli è stata assegnata>>

(Cappuccio).Ma anche in questo caso non abbiamo motivo di

rallegrarci,perché,una volta usciti dalla vecchia “forma”,il senso di libertà che

proviamo è di breve durata,in quanto il nuovo modo di vivere ci imprigiona in

un’altra “forma”,diversa dalla prima ma altrettanto provvisoria e

soffocante,com’è sempre ogni prigione. E allora tanto vale entrare nella

vecchia forma,un ritorno che però si rivela impossibile per il continuo mutare

della realtà. Matematica: Gli eventi e la loro probabilità

14

4.2.3 Il fu Mattia Pascal Questo contrasto tra la maschera

Un giorno a Vitangelo Moscarda,il e il volto,ossia tra l’apparenza

protagonista del romanzo,la moglie esteriore e la realtà interiore

Dida,che chiama il marito Gengè,fa dell’essere,è un tema ricorrente

osservare che il naso di lui pende verso in tutta l’opera di Pirandello;

destra e che,come uomo,ha molti difetti.

Da questa rivelazione casuale frammisto ad altri,costituisce il

incomincia la meditazione sulla vita che motivo di fondo del suo romanzo

porta Vitangelo alla follia. Il fu Mattia Pascal

più famoso

Ciò che lo colpisce non è la rivelazione (1904).

dei difetti,ma il fatto che egli per 28

anni non è stato,per la moglie e per gli

altri,quello che lui credeva di essere,e

che ciascuno lo ha visto a suo modo. Ed

4.2.4 Le possibili reazioni dell’uomo

allora egli si mette con sadica voluttà a pirandelliano

distruggere le forme o immagini che gli

atri si son fatti di lui,e prende una serie

di iniziative che gettano lo scompiglio Secondo Pirandello,quando

nel suo ambiente,fino ad alienare le sue l’uomo scopre il contrasto tra la

ricchezze per la costruzione di un

ospizio per mendicanti,dove finisce

come ospite anch’egli,uno dei tanti,con

berretto, gli zoccoli,e il camiciotto

turchino.

Mattia Pascal è un impiegato presso la biblioteca comunale di un paese ligure,Miragno. Un giorno,dopo aver

litigato con la moglie Romilda e la sua suocera Marianna Dondi,vedova Pescatore,si allontana da casa,diretto a

Egli rifiuta le centomila forme che gli

Marsiglia,con l’intenzione di imbarcarsi per l’America. In una sosta a Montecarlo vince una grossa somma alla

altri arbitrariamente gli

roulette. Mentre è in treno,legge sul giornale che a Miragno nella gora di un mulino,è stato rinvenuto un

attribuiscono,preferisce annullarsi

cadavere in avanzato stato di putrefazione,che dalla moglie e dalla suocera è stato riconosciuto come quello di

come persona,vivere senza alcuna

lui,di Mattia Pascal,scomparso da parecchi giorni.

coscienza di essere,come una pianta o

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