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◆Trama di "Lilo e Stitch"; Il concetto di "Ohana"
◆Il concetto di famiglia; schema sull'evoluzione storica
◆Biologia: la gravidanza
◆Psicologia e Sociologia: i principali legami nel nucleo famigliare
◆Inglese: Charls Dickens e "Oliver Twist"
◆Diritto: la famiglia oltre la legge
◆Italiano: Verga e "I Malavoglia"
◆Storia: la famiglia e lo sterminio, la famiglia Frank
◆Filosofia: la famiglia secondo Hegel
◆Conclusioni
Lo sviluppo embrionale: Una volta avvenuta la fecondazione, la nuova cellula, chiamata zigote, inizia a
svilupparsi attraverso un processo di divisioni. Nel momento in cui le divisioni hanno inizio, lo zigote
prende il nome di embrione. Nello sviluppo embrionale si possono identificare tre fasi principali: la
segmentazione, la gastrulazione e l'organogenesi.
segmentazione
La è quella fase che inizia con una serie di divisioni cellulari, che però non portano nè
crescita nè differenziamento. Il primo prodotto della segmentazione è detto morula: una sferetta di
cellule embrionali fittamente ammassate. Tuttavia, questa configurazione si modifica rapidamente per
diventare blastula: una struttura embrionale formata da uno o più strati di cellule disposte attorno a
una cavità piena di liquido, chiamata blastocele.
gastrulazione
La è un processo durante il quale si assiste a movimenti orientati di gruppi di cellule, che
migrano verso particolari regioni dell'embrione. Una volta terminati tali spostamenti, le cellule risultano
distribuite su tre strati detti foglietti embrionali: l'endoderma, il mesoderma e l'ectoderma. Ogni
foglietto ha la funzione di produrre diversi organi o tessuti; in generale l'endoderma, che si trova più in
profondità, genera tutti gli organi interni; il mesoderma, cioè lo strato intermedio, genera le ossa e i
muscoli; invece l'ectoderma, lo strato superficiale, dà origine a strutture come il sistema nervoso e
l'epidermide.
L'organogenesi è la fase che determina la formazione degli organi. La prima parte che si sviluppa è la
notocorda, un sostegno provvisorio di forma cilindrica presente negli embrioni di tutti i vertebrati. Essa
induce la formazione della placca neurale, la quale, arrotondandosi su se stessa, costituirà il tubo
neurale, una struttura cilindrica cava che darà poi origine al cervello e al midollo spinale. Le cellule che
formano la cresta neurale si allontaneranno progressivamente per migrare in varie parti del corpo
dell'embrione, dove daranno origine a tessuti e organi. Contemporaneamente il mesoderma, che si trova
ai lati della notocorda, dà origine ai somiti: porzioni di tessuto di forma regolare che origineranno le
vertebre, le costole e i muscoli.
Lo sviluppo prenatale e la nascita: La formazione della blastocisti, ossia la blastula dell'embrione umano,
necessita di 5 giorni; la gastrulazione invece comincia 16 giorni dopo il concepimento e l'organogenesi
tra la terza e la quarta settimana di gestazione. Alla fine della dodicesima settimana si sono quindi
formate le versioni immature dei
principali sistemi di organi. Lo
sviluppo embrionale si concentra
nelle prime fasi della gravidanza,
mentre in fasi più avanzate si ha
un accrescimento di ciò che si è
già formato: dopo la
gastrulazione l'embrione ha un
diametro di circa 2 mm; alla
dodicesima settimana, quando si
sta concludendo l'organogenesi,
il nuovo essere umano è lungo 13
cm.
Nei primi quattro giorni
successivi alla fecondazione,
l'embrione si sposta lungo
l'ovidotto in direzione dell'utero
e vi arriva il quarto giorno sotto
forma di morula. Nei due giorni
successivi la morula si
trasforma in blastocisti, la quale
si colloca nel rivestimento
endometriale dell'utero
(annidamento o impianto). A tal
fine, la blastocisti si scava una nicchia nella parete uterina, liberando degli enzimi che demoliscono le
cellule dell'endometrio e si aggancia ad esso per mezzo di piccole estroflessioni, dette villi coriali.
Su un lato della cavità interna della blastocisti si trovano delle cellule, il cui sviluppo non solo darà
origine al corpo del bamino, ma anche al sacco amniotico, il quale contiene il liquido amniotico, un fluido
protettivo e nutriente che avvolge l'embrione, e si originerà anche il sacco vitellino, che produce le
prime cellule del sangue e le prime cellule riproduttive. La periferia della blastocisti invece è formata
da cellule, indicate complessivamente come trofoblasto, che daranno origine alla placenta, una
struttura costituita da una rete di vasi sanguigni e membrane materne ed embrionali. Essa consente ai
nutrienti e all'ossigeno di diffondersi dalla madre all'embrione e all'anidride carbonica e ai prodotti di
rifiuto di diffondersi dall'embrione al sistema circolatorio materno.
Il collegamento tra il feto e la placenta è garantito dal cordone ombelicale, una struttura che si
origina dal ventre del feto e che contiene i vasi sanguigni che trasportano il sangue dal feto alla
placenta e vicevesa.
Di norma, la gravidanza dura nove mesi e si compone di tre trimestri.
Primo trimestre: Comprende la formazione della blastocisti, la gastrulazione e lo sviluppo del tubo
neurale. Inoltre a partire dal 25° giorno di gravidanza, si forma nell'embrione un cuore primitivo, che
inizia a pompare il sangue; anche i somiti hanno iniziato a delinearsi in vista della formazione del
sistema muscolare e di quello scheletrico.
Secondo trimestre: Il feto si allunga notevolmete. E' possibile in questa fase ascoltare il battito
cardiaco e attorno al quarto mese, la madre può percepire i movimenti del bambino. Alla fine del
secondo trimestre il feto sente i rumori.
Terzo trimestre: Iniziano una serie di attività da parte del feto che possono essere considerate come
un esercizio preparatorio alla vita esterna. Il feto non è in grado di respirare in quanto è immerso nel
liquido amniotico, che riempie i suoi polmoni; tuttavia periodicamente esercita i muscoli respiratori
immettendo ed espellendo liquido amniotico nei polmoni. Nell'ultimo periodo di questa fase poi, viene
sintetizzata una sostanza lubrificante fondamentale, il surfactante alveolare, che è di natura lipidica e
impedisce al tessuto polmonare di collassare e alle pareti alveolari di aderire tra loro.
Il parto: In circostanze normali, verso la fine della gravidanza, il feto ha la testa che si trova in
prossimità della base della colonna vertebrale materna, vicino alla cervice. Il parto inizia attraverso la
fase del travaglio, ossia le contrazioni regolari della muscolatura uterina, che spingono il feto verso la
vagina. Si genera una pressione che serve a dilatare la cervice; perchè il bambino possa uscire è
necessaria una dilatazione di circa 10 cm
di diametro. Il travaglio quindi, si
conclude con la dilatazione, dopodichè
avviene l'espulsione del bambino e infine
quella della placenta (secondamento).
I PRINCIPALI LEGAMI NEL NUCLEO FAMIGLIARE
Uno degli approcci dominanti nello studio della famiglia è la teoria funzionalista. Questa fu elaborata
da Parsons, sociologo statunitense, attorno agli anni '50. La teoria funzionalista è importante in quanto
l'uomo è un animale sociale e poichè vive all'interno di una famiglia, risulta necessario capire le funzioni
che essa svolge. La famiglia è la principale agenzia di socializzazione ed assume la primaria funzione,
per quanto riguarda i genitori soprattutto, di educare i figli, trasmetto loro ad esempio il linguaggio,
i valori, le norme e le credenze proprie della loro cultura. Ciò soddisfa l'esigenza sociale di trasmissione
culturale. La famiglia fornisce inoltre il contesto in cui i bambini per la prima volta incontrano altre
persone, apprendono regole di comportamento, ruoli e in generale gli aspetti che caratterizzano la
cultura sociale. Questa istituzione porta principalmente alla formazione dell'autostima, non solo nel
bambino, ma anche nel giovane e nell'adulto. Se la famiglia riesce a rispettare la sua prima funzione,
sarà capace di produrre nella prole possibilità affettive e relazionali notevoli; in caso contrario, oltre a
numerose problematiche psicologiche (nevrosi, psicosi, tossicomanie...) darà vita a frustrazione,
aggressività e odio. Problematiche che inevitabilmente saranno trasferite nel contesto sociale.
Sono sempre più diffuse purtroppo, da parte di diverse fonti (specialisti, riviste, televisione…)
informazioni, spesso tra loro contarstanti, relative alle corrette modalità di educazione dei figli, le
quali creano nei genitori confusione e sfiducia riguardo le proprie capacità. Educare i figli non è
sicuramente un lavoro semplice e non esiste un modo corretto per farlo, in quanto sono numerosi quei
fattori personali, sociali e culturali che influenzano questo processo. E' però importante che i bambini
ricevano un'educazione da parte di entrambi i genitori, anche se essi sono separati o divorziati infatti,
deve rimanere come principio cardine quello di unità e reciproco
aiuto nell'ambito del nucleo famigliare. Deve esserci quindi tra i
genitori accordo e condivisione riguardo le modalità educative dei
figli.
Generalmente un primo tipo di legame forte che si instaura nel
nucleo famigliare è tra la madre e il piccolo, sia per quanto riguarda
il periodo della gravidanza, durante il quale affiora sempre più nella
madre il desiderio del primo contatto fisico con un qualcosa che fino
a quel momento ha vissuto dentro di sè, che per quanto riguarda i
primi approcci con il neonato. Uno dei momenti più significativi
infatti è determinato dall'allattamento, il quale prevede un tipo di
comunicazione non verbale fatta di carezze e gesti.
Altro comportamento tipico è il legame di attaccamento, che si
sviluppa attorno ai 6-7 mesi. Esso determina una selezione, da parte
del bambino, per quanto riguarda le relazioni con gli adulti che hanno maggiori contatti con lui e alcune
relazioni diventano più significative di altre, tanto che si sviluppa una gerarchia di attaccamenti. Non
bisogna però generalizzare quando si affrontano questi argomenti, pensando che per un individuo sia
fondamentale solo il rapporto con la figura materna, in quanto ogni persona ha un suo modo diverso di
relazionarsi con l'altra. Ad esempio, per quanto riguarda la figura paterna, al piccolo inizialmente piace
soprattutto il modo che il papà ha di relazionarsi in modo deciso.
Gli studi psicoanalitici hanno evidenziato che i padri hanno il ruolo di "terzo" nel rapporto madre-figlio,
in quanto aiutano i due ad uscire dal rapporto fusionale che tra essi si instaura nelle prime fasi della
vita extrauterina.
Il legame fraterno: Lilo e Nani, nonostante le numerose peripezie che hanno dovuto affrontare, hanno
la fortuna di avere il loro legame e la consapevolezza di poter esserci l'una per l'altra.
Circa il legame fraterno bisogna dire innanzitutto che questo legame è imposto, non scelto come quello
di amicizia; è una relazione in cui si condivide lo stesso vissuto socio-emotivo ed è caratterizzata da un
legame spesso molto stretto, la cui continuità persiste durante tutta la vita: ci si può non frequentare
ma comunque si resta fratelli per sempre. Alcuni psicologi preferiscono parlare di vincolo, poichè questo
termine indica un legame molto forte, una catena che lega gli individui non solo sincronicamente, ma
anche diacronicamente, attraverso le generazioni.
I fratelli rappresentano il primo legame del bambino con il sociale, la prima relazione oltre quella con i
genitori. Il legame fraterno diventa il modello per le ulteriori relazioni con i pari, compresa la relazione
di coppia, di conseguenza diviene significativo l'approccio dei genitori nel gestire e favorire la sua
costruzione.
L'arrivo di un fratello però è anche l'arrivo di uno straniero, che con la sua presenza viene a rompere
l'equilibrio costituito. Il nuovo arrivato sarà vissuto come salvatore o distruttore.
Nel legame fraterno trova terreno fertile la gelosia che, in realtà, appartiene alla dotazione psicologica
presente nelle persone fin dalla nascita; è pertanto naturale ed assolutamente normale riscontrare nei
figli vissuti e comportamenti riferibili alla gelosia. Il genitore ha il compito di far evolvere questi
sentimenti nella giusta direzione, senza negarne l'esistenza nè viverla come il fallimento del proprio
stile educativo. La gelosia è definibile come il timore di perdere il possesso esclusivo della disponibilità
affettiva della persona da cui ci si sente amati. Il geloso infatti non teme di perdere l'amore ma si
rifiuta di perdere l'esclusività del rapporto amoroso. Quando i sentimenti di gelosia si manifestano nei