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STORIA: PRIMA GUERRA MONDIALE
INGLESE: A LOW FAT DIET AND HEALTY LIFE
SCIENZE DEGLI ALIMENTI: OBESITA' E SALUTE
IGIENE: ATEROSCLEROSI
INFORMATICA: INTERNET
CONTABILITA': LE AZIENDE PUBBLICHE E LE A.s.l.
e l’amante Ippolita per Roma segnata dalla scena di un suicidio di un passante. La
coppia torna in albergo e leggendo le lettere che Giorgio le aveva scritto
precedentemente, Ippolita scopre la personalità gelosa e la passionalità impura
dell’umo nei suoi confronti. I due si allontanano e Giorgio va a vivere a casa della
madre dove vive alcune situazioni drammatiche come il tradimento del padre e la
morte dello zio; quindi decide di andare a vivere con Ippolita. La situazione della loro
relazione non era delle migliori quindi Giorgio si suicida lanciandosi da una scogliera e
portandosi con se Ippolita. La morte del protagonista rappresenta il fallimento del
superuomo.
LE VERGINI DELLE ROCCE
Pubblicato nel 1895 in quest’opera si instaura un rapporto tra l’eroe e la massa che
viene rappresentato dal protagonista Claudio Cantelmo che prende atto della
degradazione sociale. La vicenda racconta la ricerca da parte di Claudio di una donna
in grado di dargli un figlio capace di salvare la degradazione presente. La ricerca si
basa su tre fanciulle nobili che lo respingono e questo rappresenta il fallimento del
progetto di un cambiamento sociale e viene affermata la politica del superuomo quindi
si ha la consapevolezza dell’impossibilità di affermare nuovi valori proposti da
D’Annunzio per mascherare la crisi di fine 800.
LA SERA FIESOLANA
La sera fiesolana è il primo testo della raccolta Alcyone ad essere composto (1899) e
presenta una sera di giugno, periodo del declino della primavera e dell’inizio
dell’estate.
Il poeta si mette in ascolto del dolce paesaggio collinare illuminato dalla luce della
sera; in esso scopre una malinconia e percepisce la segreta melodia di odori e suoni
della natura al tramonto. Il motivo dominante della lirica è la reciproca
compenetrazione fra il paesaggio naturale nell’ora della sera e gli stati d’animo del
poeta.
In questa poesia il tema è la metamorfosi e le trasformazioni delle corrispondenze che
si generano tra i diversi piani della realtà. L’elemento sacro nel testo è dato da un
continuo passaggio di stato, dalla terra alla terra, da una condizione terrena a un’altra.
Alla fine l’unico dio dell’universo resta il poeta perché è l’unico a conoscere questa
legge della metamorfosi universale, ed è l’unico che sa immergersi nella natura fino a
confondersi con essa.
LA PIOGGIA NEL PINETO composta nel 1902 è ambientata in estate.
Il poeta e la sua amante si trovano nella pineta di fronte al mare di Versilia. Durante
una passeggiata sono sorpresi da un temporale estivo. Il poeta invita l’amante a ad
ascoltare la musica della pioggia; a questo concerto di pioggia partecipano anche le
cicali e le rane. I due si abbandonano alle voci della natura e si immergono in essa (la
natura si umanizza).
D’Annunzio con questa poesia invita ad ascoltare e ad assaporare il canto della natura
e il suo scopo è quello di ricreare i suoni della natura.
Uno dei temi di questa poesia è l’amore: sotto la pioggia si svolge un gioco di fughe e
lontananze, di ritorni e abbandoni. I due innamorate si cercano, si lasciano e si
inseguono senza sosta. La libertà di questo gioco è la stessa del cadere delle gocce
nella pineta. Il componimento è una danza o una
fuga sul tema dell’amore-gioco, sull’amore-illusione che appare e svanisce senza fine.
STORIA: PRIMA GUERRA MONDIALE
Le cause della prima guerra mondiale furono:
• CAUSE POLITICHE (il desiderio di rivincita dei francesi nei confronti dei tedeschi,
la rivalità tra Austria e Russia per il dominio dei Balcani, la presenza non gradita delle
varie nazionalità all’interno dell’impero austro-ungarico, la crisi dell’impero Ottomano
e la presenza di due schieramenti contrapposti – la triplice intesa formata da Gran
Bretagna, Francia e Russia e la triplice alleanza formata da Italia, Germania e Austria)
• CAUSE ECONOMICHE ( rivalità economica tra Gran Bretagna e Germania e la
necessità per tutte le potenze industriali di espandere il proprio mercato e di garantirsi
il rifornimento di materie prime)
• CAUSE MILITARI (esse si identificano nella politica militaristica delle grandi
potenze e nella corsa agli armamenti dei paesi europei più sviluppati)
• CAUSE CULTURALI ( diffusione del nazionalismo, le tesi razziste sulla necessità di
salvaguardare l’identità nazionale quindi si pensava che la guerra fosse necessaria
come la lotta per la sopravvivenza, l’applicazione del darwinismo alle relazioni
internazionali e la convinzione dei giovani di credere che la guerra fosse l’unica
possibilità di cambiamento per la situazione sociale e politica)
• LA CAUSA OCCASIONALE Il 28 giugno 1914 Garvillo Princip ( faceva parte di
un’organizzazione terroristica LA MANO NERA e lottava per l’indipendenza della
Serbia) uccise a Sarajevo l’erede al trono d’Austria e sua moglie che erano andati in
visita della città. Secondo gli austriaci il governo serbo non aveva fatto niente per
impedirlo perciò l’Austria se ne approfittò per motivare un’aggressione militare alla
Serbia. Il 23 luglio inviò alla Serbia un ultimatum nel quale era richiesto entro 24 ore la
soppressione delle organizzazioni irredentistiche slave, il divieto di ogni forma di
propaganda antiaustriaca e l’apertura di un’inchiesta sull’attentato condotta da una
commissione serbo-austriaca. Il governo serbo non accettò perché altrimenti avrebbe
rinunciato alla piena sovranità sul proprio territorio. Il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra
alla Serbia. L’obbiettivo dell’Austria era estendere il proprio dominio conquistando
anche Montenegro Albania e Grecia.
La Serbia chiese aiuto alla Russia che accettò perché gli interessavano le terre
balcaniche. L’Austria chiese aiuto alla Germania e all’Italia che a differenza della
Germania non accettò perché non si sentiva pronta per andare in guerra e dato che fu
l’Austria a dichiarare guerra alla Serbia non era tenuta a partecipare. La Germania
dichiarò guerra alla Russia e alla Francia e la Gran Bretagna intervenne a fianco della
Francia e della Russia. Sul fronte occidentale, in Francia, le cose non andavano come il
comandante tedesco aveva previsto infatti dopo un’avanzata che portò l’esercito
tedesco a 35 km da Parigi, i francesi li riuscirono a bloccare. Questa battaglia causò
circa 500.000 vittime senza che nessuno vincesse. I due eserciti furono costretti a
fronteggiarsi su una linea lunga circa 800 km dal mare del nord alla svizzera. Si
ricorse a un sistema di difesa predisponendo le trincee cioè dei fossati scavati nel
terreno dotati di ripari e di reticolati di filo spinato. Si passò da una guerra di
movimento a una guerra di posizione. Sul fronte orientale tra la fine di agosto e gli inizi
di settembre, i tedeschi sconfissero i russi. Il 31 ottobre la Turchia entrò in guerra
contro la triplice intesa. In Italia si formarono due schieramenti: i neutralisti e gli
interventisti. Facevano parte dei neutralisti i Liberali Giolittiani, i cattolici perché la
chiesa condanna ogni tipo di violenza e i socialisti perché credevano che non
avrebbero ottenuto niente. Facevano parte degli interventisti i nazionalisti, il re che
voleva conquistare il Friuli, il Veneto e il Trentino, i democratici, i sindacalisti
rivoluzionari che credevano che la guerra fosse un movimento violento capace di
rimettere in discussione le strutture sociali, D’Annunzio e Mussolini. Gli interventisti di
destra avevano come obiettivo la liberazione di Trento e Trieste dal dominio austriaco.
Secondo gli interventisti di sinistra, l’Italia doveva schierarsi a fianco dei paesi
democratici dell’intesa contro i regimi autoritari dell’Austria e della Germania per
contribuire a liberare tutte le nazionalità oppresse. Mussolini faceva parte del partito
socialista ed era il direttore dell’Avanti. Quando si dichiarò a favore dell’interventismo
venne cacciato dal partito socialista e fondò un partito fascista. Nel 1915 l’Italia aderì
al Patto di Londra cioè uscita dall’alleanza con l’Austria e Germania si alleò con la
triplice intesa. Il patto consisteva nell’entrata in guerra dell’ Italia nel giro di un mese e
in caso di vittoria avrebbe ottenuto Trento, Trieste, il sud Tirolo, l’Istria, la Dalmazia e
le isole del Dodecaneso. Il 3 marzo l’Italia uscì dalla triplice alleanza e il 24 marzo
1915 dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. L’esercito italiano non era pronto a
sostenere la guerra dato che era mal armato ed era in un punto geografico molto
sfavorevole perché i nemici, aprendo un piccolo varco ,avrebbero potuto cogliere alle
spalle la maggior parte dell’esercito italiano. Nel 1916 gli Austriaci attaccarono l’Italia
perché la ritenevano traditrice, occuparono Asiago ma dovettero affrontare anche
l’attacco dei russi sull’altro fronte. Il generale Cadorna decise di sferrare una
controffensiva che portò alla conquista dei monti San Michele e Sabotino e alla
liberazione di Gorizia. I tedeschi occuparono alcune zone della Francia e riuscirono a
controllare le attività produttive del Belgio. L’entrata in guerra favorì il crollo completo
della Serbia. La Gran Bretagna attuò un blocco navale per impedire che ai porti
tedeschi arrivassero le materie prime e le derrate alimentari. Dopo quasi due anni il
blocco cominciava ad avere conseguenze pesanti sull’economia degli Imperi centrali.
La Germania affrontò la marina Inglese e anche se vinsero molte battaglie non
riuscirono a sottrarre agli Inglesi il dominio dei mari. A fine agosto gli Imperi centrali
riuscirono ad impadronirsi della Romania ottenendo una buona fonte di
approvvigionamento alimentare e petrolifero. Nel febbraio del 1917 i tedeschi decisero
di intensificare la guerra sottomarina per bloccare tutti i rifornimenti ai paesi nemici e
isolare la Gran Bretagna. La guerra sottomarina danneggiava gli scambi commerciali
degli Stati Uniti con Francia, Italia e Inghilterra perciò entrarono in guerra a fianco
dell’intesa. A marzo il regime zarista russo fu sostituito da una repubblica il cui
governo decise di proseguire la guerra. Ma i tedeschi riuscirono a penetrare nel
territorio russo perché i soldati russi abbandonavo il fronte. Dopo la rivoluzione del
1917 la Russia decise di ritirarsi dalla guerra e concluse con gli imperi centrali una
trattativa di pace che obbligò la Russia alla cessione di importanti territori: la
Germania ottenne la Polonia e i Paesi Baltici mentre l’Ucraina divenne indipendente.
Gli austriaci appoggiati dai tedeschi sfondarono le linee italiane. Grazie alla ritirata
delle truppe italiane, l’esercito nemico penetrò in Italia per 150 km causando la perdita
di circa 400.000 uomini. Il generale Cadorna lasciò il comando dell’esercito al generale
Armando Diaz che decise di sistemare una linea guerra di difesa sul fiume Piave dove
il 12 novembre fu bloccata l’offensiva austriaca. Per sostenere gli eserciti italiani fu
necessario coinvolgere anche chi non era nell’esercito quindi tutta la popolazione si
dava da fare per soddisfare le necessità dell’esercito e questo fu chiamato fronte
interno. Nella primavera del 1918 ci furono nuovi scontri tra i tedeschi e le truppe
anglo-francesi, la Bulgaria si arrese a un esercito franco-serbo, l’Ungheria, la
Cecoslovacchia e la Iugoslavia si dichiaravano indipendenti dall’Austria che dovette
subire la controffensiva italiana. Il 29 ottobre 1918 l’esercito austriaco fu sconfitto
nella battaglia di Vittorio Veneto e costretto a ritirarsi. Il 3 novembre venne firmato
l’armistizio che siglava la vittoria dell’Italia. Il 30 ottobre si arrese la Turchia, e il 9
novembre l’imperatore Guglielmo II lasciò il trono e anche a Berlino fu proclamata la
repubblica. Terminava così LA PRIMA GUERRA MONDIALE.
I TRATTATI DI PACE
I ministri dei paesi vincitori si riunirono a Parigi il 18 gennaio 1919 in una conferenza
per la pace; gli stati vinti furono convocati solo per la firma finale. I protagonisti delle
trattative furono i rappresentanti delle quattro potenze vincitrici. Il presidente