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Sintesi Estetismo e Piacere - Tesina
La seguente tesina di maturità descrive l'estetismo e il culto del bello attraverso dei collegamenti interdisciplinari. La tesina prende in esame l'estetismo decadente, D'Annunzio e "Il piacere", l'ideologia superomistica dannunziana e nietzschiana; in Latino viene presentato il primo esteta latino, Petronio; in Inglese Oscar Wilde e la figura del dandy espressa nella sua celebre opera letteraria "The picture of Dorian Gray", inoltre sempre in lingua inglese viene trattato anche il tema della bellezza.
Tra gli altri argomenti della tesina vi è il pensiero filosofico di Soeren Kierkegaard che prende in esame lo stadio estetico.

Collegamenti
Estetismo e Piacere - Tesina
Italiano: L’estetismo decadente: D’Annunzio e l’opera” Il piacere”; ideologia superomistica in D’Annunzio e in Nietzsche.
Latino: Petronio, il primo esteta latino.
Inglese: Oscar Wilde and his dandified aestheticism; “The Picture of Dorian Gray” and the theme of beauty.
Filosofia: Soeren Kierkegaard e lo stadio estetico.
circondarsi di raffinate opere d’arte e conduce una vita dispendiosa
che lo porta ad indebitarsi (vita inimitabile).
E’ decadente perché rifiuta il metodo scientifico e razionale, ricorre
al simbolismo, esprime il panismo, afferma la superiorità dell’arte
(infatti l’Estetismo deriva dal Decadentismo) e rivendica il privilegio
dell’artista rispetto alle masse.
In d’Annunzio l’estetismo ed il decadentismo hanno in comune un aspetto
molto importante: la vita inimitabile, rappresentata dalla ricerca dei piaceri
e della bellezza (Estetismo), che si trasforma in mito di massa cioè il
superuomo che ha il compito di indicare alla folla gli obiettivi da
raggiungere (Decadentismo). Il termine Decadentismo indica la decadenza
o il tramonto di una cultura, a cui segue l’origine di una nuova, basata
sull’Estetismo. L’artista diventa un vero e proprio mito, con lo scopo di
pubblicizzare il proprio lavoro e di soddisfare le esigenze del pubblico.
Gabriele D'Annunzio crea intorno alla propria figura le molteplici
leggende dell'eroe impavido, dell'amante fatale, del genio inesauribile. I
decadenti infatti affermano la superiorità dell’arte basandosi sull’Estetismo
in cui l’arte è essenziale.
Il piacere
Nel 1889 fu pubblicato il romanzo “Il piacere”, subito contestato per
l'immoralità del protagonista Andrea Sperelli, alter ego dell’autore e
giovane aristocratico che ama l’eleganza e l’arte; il suo estetismo lo porta a
trascurare la vita pratica a favore di un’idealizzazione dell’amore e del
bello. Andrea è combattuto tra due donne: Elena Muti che incarna la donna
fatale e l’erotismo lussuoso, e Maria Ferres donna angelo e pura. Vi è una
continua lotta tra la voglia inappagata nei confronti di Elena (la quale si è
sposata) e il rifugio sicuro presso Maria, la quale però rifiuta il
protagonista quando questo pronuncia il nome di Elena mentre le era
abbracciato, lasciandolo solo nella sua sconfitta. In questo romanzo si nota
perfettamente che d’Annunzio è contemporaneamente esteta e decadente.
Il protagonista, con la sua vita raffinata, rappresenta l’esteta per eccellenza
(Estetismo) ma allo stesso tempo egli non trova l’amore idealizzato,
giungendo inevitabilmente al fallimento del suo progetto (Decadentismo).
Il tema centrale è "La miseria del piacere": una fatale dipendenza dal
desiderio sessuale. Possiamo considerare "Il piacere" come il manifesto
dell'estetismo dannunziano, per lo stile raffinato, malgrado le mediocri doti
narrative. Sono presenti numerose e lunghissime descrizioni e divagazioni
erudite. Vediamo quindi come D'Annunzio sia più interessato alla forma
che al significato, come del resto Wilde, ed è proprio questa attitudine che
lo porterà ad essere considerato un vero esteta.
Il superuomo come
conseguenza
dell’Estetismo
La figura del superuomo nasce in d’Annunzio conseguentemente a quella
di esteta. Il poeta che si affida all’estetica per costruire la propria vita come
un’opera d’arte, sfugge alla realtà e rifiuta i valori morali della società
borghese: matrimonio, eterosessualità, comportamenti mondani.
D’annunzio è un “eroe decadente”, un esteta esasperato, tanto diverso
dall’eroe classico e da quello romantico. Più che un immorale è un
amorale, in quanto in lui il senso del bello, al primo posto nella scala dei
valori, ha fatto dimenticare i valori di bontà e di giustizia. Egli
ossessionato dal raggiungimento del sublime e del bello disprezza tutto ciò
che è mediocre o banale. Egli è chiuso nella sua eleganza e persegue quei
piaceri che sono propri di un’élite fatta di persone speciali, eccezionali. Per
questo motivo il superuomo giunge ad un fallimento inevitabile.
D’Annunzio si collega al filosofo Friedrich Nietzsche che promuoveva il
passaggio da uomo a superuomo, anche se in D’Annunzio questa figura
mantiene una forte componente estetizzante.
Ideologia
superomistica di
Nietzsche
Nietzsche ha prodotto influssi di assoluto rilievo in svariati ambienti e su
numerose personalità della letteratura e della politica del XX secolo. Infatti
nel lavoro di Gabriele D'Annunzio, si può notare come quest’ultimo abbia
recepito il mito dell'oltreuomo, con la conseguente esaltazione, ai limiti del
titanismo, di orgoglio e volontà.
In Nietzsche, filosofo e scrittore tedesco di fine Ottocento, la morte di Dio
segna l’atto di nascita di un nuovo tipo di uomo, capace di liberarsi dai
pregiudizi e dai vecchi schemi. Questo si identifica nel superuomo, colui
che è in grado di accettare la dimensione tragica e dionisiaca della vita; di
reggere la morte di Dio e la perdita delle certezze assolute e proiettarsi
sull’orizzonte del futuro erigendosi al di sopra delle masse, della cui
inferiorità ha bisogno come sua base e condizione.
Non sarebbe corretto definire un uomo del genere superuomo: super indica
sopra, quindi "super-uomo" vuol dire "colui che è sopra gli uomini" e li
schiaccia. Nietzsche in realtà parla di oltreuomo che non sovrasta gli altri
ma procede al di là delle convenzioni e dei pregiudizi che attanagliano
l'uomo. Esso ha dei valori differenti da quelli della massa degli uomini, ed
è colui che ha compreso che è lui stesso a dare significato alla vita e ne
accetta tutte le sue manifestazioni.
Per l'oltreuomo ogni istante è il centro del suo tempo di cui è sempre
protagonista. L'eterno ritorno, cioè l'eterna ripetizione, è la dottrina che
Nietzsche mette a capo della nuova concezione del mondo e dell'agire
umano. Per Nietzsche ogni momento del tempo, cioè l'attimo presente, va
vissuto in modo spontaneo, senza continuità con passato e futuro, perché
passato e futuro sono illusori: infatti ogni momento si ripete identico nel
passato e nel futuro.
Nietzsche indicava nel superuomo tanto un modello di umanità futura,
liberata dalle superstizioni e da ogni forma tradizionale di cultura, quanto
il singolo individuo in grado di realizzarsi pienamente, in base alla propria
personale morale, a dispetto e in contrasto rispetto al resto della società. A
fine Ottocento è stata soprattutto questa seconda accezione a essere ripresa
da D’Annunzio.
Petronio: il primo
esteta latino
Se le letterature moderne confermano la nascita del movimento
dell’estetismo alla fine dell’800 anche la letteratura latina dimostra
l'esistenza già ai tempi di Nerone di canoni di vita che possono rimandare
al dandismo. Petronio, l'esponente di questa letteratura, espone nelle sue
opere sia l'esaltazione dei piaceri sia la critica nei confronti di una società
corrotta.
Petronio fu un politico accorto, fu proconsole e successivamente console
nel 62. Fu grande amico di Nerone ma successivamente cadde in disgrazia
e, dopo essere stato accusato di tradimento, si tolse la vita tagliandosi le
vene mentre colloquiava con alcuni invitati al suo banchetto. Trascorse la
sua vita con eleganza e con estrema raffinatezza, con la sua eloquenza
incantò molti uomini importanti tra cui lo stesso imperatore Nerone che lo
accolse nella sua corte. Il suo intelletto eccelso, il suo amore per le cose di
classe e la sua capacita di intrattenitore fanno di lui il primo "dandy
"conosciuto e lo identificano con il probabile autore del
"Satyricon"(descritto da Tacito negli Annales). Questo testo è una
successione di tante scene, apparentemente autonome, ma legate fra loro
dal protagonista Encolpio, filo conduttore di tutto il romanzo.
Encolpio possiede le medesime caratteristiche dei tipico personaggio
decadente, é un personaggio colto e raffinato, ama la bella vita e vive ogni
momento con intensità. Nel testo sono presenti numerose poesie e novelle;
proprio questa mescolanza tra prosa e poesia rimanda alla satira menippea
della quale sembra l'evoluzione. In effetti Petronio spiega con distaccata
ironia il contesto sociale delle classi emergenti e dei nuovi ricchi. L'autore
offre il ritratto di una società ormai corrotta e avida in cui sono espliciti ì
sintomi di un decadimento sociale. È interessante notare come l'originalità
di Petronio sta nel rappresentare una visione complessiva del reale e non
solo semplici frammenti di vita quotidiana,ironicamente ma senza giudizi
morali. Possiamo infine evidenziare la diversità di linguaggio che esprime
al meglio il carattere realistico della composizione: personaggi colti e
raffinati come Encolpio utilizzano spesso un linguaggio erudito e
classicheggiante anche se a volte usano alcuni volgarismi; altri come il
liberto Trimalchione, usano un idioma molto più rozzo.
Aestheticism
The Aesthetic Movement developed in the universities and intellectual
th
circles in the last decades of the 19 century. Born in France with Gautier,
it reflected the sense of frustration and uncertainty of the artist, his reaction
against the materialism and his need to redefine the role of Art. The slogan
of this period is “Art for Art’s Sake” that means that art has no reference to
life and therefore it has nothing to do with morality and mustn’t be
didactic. Walter Pater is regarded as the theorist of the Aesthetic
Movement in England. He thought that life should be lived “as a work of
art” feeling all kinds of sensation.
Oscar Wilde
Oscar Wilde was the greatest aesthete and an extraordinary talker. He was
born in Dublin in 1854 and he was a disciple of Walter Pater, accepting the
theory of “Art for Art’s Sake”. He settled in London where he soon
became a fashionable figure as a dandy for his extraordinary wit.
The Wildean dandy is an aristocrat whose elegance is a symbol of the
superiority of his spirit, a man who thinks a great deal about his
appearance and always dresses in smart clothes in order to show off.
As a tribute to his dandified aestheticism, women and men wore lilies in
the buttonholes of their coats. In 1891 Wilde wrote the only published
novel of his career “The Picture of Dorian Gray” and, in this year, he fell
in love with Lord Alfred Douglas, but the boy’s father denounced Wilde
that was accused of homosexual practices and sentenced to two years of
hard labour.
Oscar Wilde died in Paris in 1900.
The Picture of Dorian
Gray
This novel, one of Wilde’s masterpieces, is set in London at the end of the
th
19 century. The protagonist is Dorian Gray, a young man whose beauty
fascinates a painter, Basil Hallward, who decides to portray him.
While the signs of age appear on the portrait Dorian remains young and he
lives only for pleasure.
When the painter sees the corrupted image of the portrait, Dorian kills him
and later he stabs the portrait to be free himself of it, but so Dorian
mysteriously kills himself.
At the end the picture returns to its original purity, and Dorian’s face
becomes old and wrinkled.
The story is profoundly allegorical: the picture becomes the soul of Dorian
Gray and represents the dark side of his personality, his double which he
tries to forget.
The moral of this novel is that every excess must be punished and reality
cannot be escaped. The corrupting picture could be seen as a symbol of the
immorality and bad conscience of the Victorian middle class, while Dorian
is a symbol of bourgeois hypocrisy. Finally the picture returned to its
original beauty, illustrates Wilde’s theories of art: art survives people, art is
eternal, immortal and must have no moral aim.
It is to be used only to celebrate beauty and sensuous pleasures.
Lo stadio estetico:
Søren Kierkegaard
Anche nella filosofia di Kierkegaard, nei suoi diversi stili di vita possiamo
trovare lo stato estetico. Kierkegaard rivolge infatti l'attenzione alle
condizioni esistenziali dell'individuo, prendendolo in considerazione come
singolo e non come appartenente ad un sistema.
Tra i diversi stadi di vita visualizzati da Kierkegaard nella sua filosofia,
prendiamo in considerazione soprattutto lo stadio estetico.
STADIO ESTETICO:
L'esteta vive la sua vita con leggerezza per trovare in essa ciò che vi è di
interessante, senza senso di responsabilità sociale. La vita esclude la
ripetizione, che implica monotonia e assenza di 'interessante', e quindi
l’esteta gode le sue azioni momento per momento, curandosi solo del