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Sintesi


L’EROE ROMANTICO DI FRONTE ALLA NATURA
VERSIONE PESSIMISTA E OTTIMISTA DELLA NATURA NEL ROMANTICISMO
Estratto del documento

“O natura santa! Io non so cosa mi avvenga quando alzo i miei occhi dinanzi alla tua

bellezza, ma tutta la gioia del cielo è nelle lacrime che piango innanzi a te, come l’amante

alla presenza dell’amata. Tutto il mio essere ammutolisce e si tende quando il soffio delicato

dell’aria gioca sul mio petto. Perduto nell’azzurro sconfinato, io volgo spesso il mio sguardo

in alto, verso l’etere e in basso nel sacro mare ed è come se uno spirito affine mi aprisse le

braccia, come se il dolore della solitudine si dissolvesse nella vita degli dei. Essere uno col

tutto, questa è la vita degli dei, questo è il cielo dell’uomo. Essere uno con tutto ciò che ha

vita, fare ritorno, in una beata dimenticanza di sé, nel tutto della natura: ecco il vertice dei

pensieri e delle gioie, la sacra vetta del monte, il luogo della quiete perenne, dove il meriggio

perde la calura e il tuono perde la sua voce; dove il mare ribollente somiglia all’ondeggiare

di un campo di spighe.” Hölderlin “Iperione”

3

PREMESSA STORICA

1. I R

L CONTESTO STORICO DEL OMANTICISMO

Romanticismo

La parola Romanticismo, che nel Seicento era collegata al francese antico (romaunt,

romanz) aveva assunto significati nuovi in Inghilterra e poi in Francia nel corso del

Settecento, fino ad essere ritenuto un vero e proprio movimento letterario nel corso

dell’Ottocento.

Il Romanticismo ha creato un senso nuovo della storia e della personalità, una nuova

coscienza della libertà, dell’attività spirituale, ma soprattutto, una nuova idea di bellezza.

Romanticismo e storia

La caduta di Napoleone, il Trattato di Vienna, la Santa Alleanza, rimisero sul trono i vecchi

regimi e diedero all’Austria il predominio sull’Italia.

In Italia, come in tutto il resto dell’Europa, erano mutati tanti aspetti e sorte nuove

aspirazioni, maturate successivamente alla Rivoluzione Francese ed al governo di Napoleone.

Ma, ciò che nel resto d’Europa veniva chiamata “Rivoluzione Industriale” (spostamento

dell’economia verso un’industria capitalistica), in Italia non aveva avuto ancora luogo,

conservando le antiche tradizioni agricole e subendo una situazione assai complessa, infatti da

un lato va sottolineato un lento progresso economico, e dall’altro una restaurazione politica;

cosicché l’età della Restaurazione diventava quella del Risorgimento.

Contesto storico

Il contesto storico del Romanticismo si collocò in una situazione mista di Rivoluzione,

Restaurazione e Risorgimento.

Il XIX° secolo è stato definito il secolo delle rivoluzioni “per la frequenza delle scosse

rivoluzionarie che, con la stessa regolarità intermittente dei fenomeni sismici, ne punteggiano

la storia”.

Mentre in Francia la Rivoluzione aveva aperto le porte ad una nuova visione del mondo,

in Inghilterra cominciavano ad attuarsi quelle trasformazioni che portarono allo scoppio della

Rivoluzione Industriale. 4

Lo storico inglese Hobsbawn nel descrivere la storia europea dal 1789 al 1848 ha parlato di

duplici rivoluzioni che però possono ridursi ad una sola grande Rivoluzione: un evento

contemporaneo al capitalismo industriale in economia; un cambiamento delle ideologie

nazionaliste, democratiche, socialiste e liberistiche in politica.

Dal movimento risorgimentale si possono individuare due tendenze: una rivoluzionaria,

che aveva preso vigore dalla grande rivoluzione contro l’antico regime, ed una conservatrice,

che interpreta in modo originale alcune idee tipiche del Romanticismo e dello storicismo,

strettamente legata alla riscoperta del proprio passato storico e in particolare medievale.

La società

Con l’industria cambia anche la società civile: essa è autonoma dallo stato, intesa come

sfera dei rapporti socio-economici che basa la sua legge naturale nel principio della libera

concorrenza.

Essa si evolve dividendosi in due classi: il proletariato (lavoratori salariati dell’agricoltura

e dell’industria); la borghesia capitalistica (proprietari dei principali mezzi di produzione).

È la classe media il centro della vita dell’Ottocento, e il suo affermarsi costituisce un

moltiplicarsi dei ceti collegati ai poli del dualismo di classe, come afferma il filosofo inglese

John Stuart Mill che deplora la sottovalutazione, da parte dei critici, dei nuovi blocchi

borghesi.

Come cambia la società, cambia anche il valore delle due principali ideologie politiche del

XIX° secolo: liberalismo e democrazia.

Liberalismo e democrazia

Agli inizi del secolo i loro significati coincidevano con libertà ed uguaglianza ma, verso il

1830-1850, i due termini appaiono come sinonimi di suffragio universale ed estensione ai più

diversi aspetti della vita sociale, dove la libertà (principio più assoluto) difende l’individuo

contro ogni primato della ragion di Stato. La democrazia tenta di consentire a tutti un più

vicino accesso allo stato anche grazie all’allargamento del suffragio elettorale, dapprima in

Inghilterra, seppure questo processo di sviluppo fu lento e graduale, e poi nel resto d’Europa.

Socialismo

In opposizione al liberalismo nasce il socialismo che venne visto non solo come dottrina

filosofica, politica e sociale, ma anche come formazione di un proletariato agricolo e

5

industriale. Quest’ultimo si è fatto interprete delle preoccupazioni e delle rivendicazioni della

classe operaia (movimento da intendersi come reazione contro l’individualismo liberale),

contro il liberalismo i cui limiti sono da individuare nella libertà del singolo che andrebbe

limitata e subordinata agli interessi del gruppo sociale.

Ma l’Ottocento non è stato solo un secolo di grandi trasformazioni, è stato anche il secolo

della mondializzazione dei problemi grazie al nazionalismo.

Conseguenze

La nuova industria e l’unificazione hanno reso la società più progredita, ma occorre

considerare anche le conseguenze negative che ne scaturirono. Nacquero infatti gravi

problemi conseguenti al progresso economico: l’emigrazione, la penetrazione economica, la

conquista coloniale e il conseguente sfruttamento minorile, delle donne e dei lavoratori

scarsamente stipendiati.

Il proletariato agricolo e industriale si è dimostrato propugnatore dell’unità nazionale,

fautore o avversario del liberalismo borghese, partecipe della restaurazione religiosa o

anticlericale; esso portò ad una grande maturazione economica e sociale. 6

I. IL CONCETTO FILOSOFICO DELLA NATURA

ANALISI DELL’INTERPRETAZIONE DI

SPINOZA, KANT, GOETHE, SHELLING, HEGEL E SHOPENAUER

In questo ricco contesto storico hanno sfogo i pensieri dei maggiori letterati, filosofi, artisti

romantici.

Sono al centro dello studio Romantico la polemica sull’io dell’uomo e la natura.

Quest’ultima è benigna, madre che ama l’uomo o è solamente portatrice di infelicità, egoista

nei confronti dell’uomo?.

La ragione si era rivelata incapace di dare agli uomini la felicità, la pace e il ritorno allo

stato di natura, pertanto il filosofo aveva cercato di trovare una causa alla sua felicità, alla sua

tristezza e alle sue emozioni.

Così nacquero le accuse ribelli alla società e in particolare alla natura.

1. I L CONCETTO DI NATURA “… non c’è dato di sapere,

al mondo…

nulla di nulla…

dove afferrarsi, o natura infinita?”

, “ ”

GOETHE FAUST

Il concetto di natura rappresenta certamente uno dei grandi temi del Romanticismo specie

di quello tedesco. Infatti l’amore e il fascino per la natura affondano le loro radici nel clima

culturale dello Sturm und Drang e si alimentano della riscoperta del pensiero di Spinoza,

costituiscono i dati più caratteristici del movimento.

Questo sentimento della natura si esprime anche in età romantica, in una nuova concezione

complessiva di essa, che accomuna filosofi, poeti, uomini di scienza e che si definisce per

antitesi nei confronti di quella emersa con la rivoluzione scientifica e teorizzata dalla natura.

Da Galileo in poi, la natura era stata prevalentemente considerata come un ordine oggettivo

e come un insieme di relazioni fattuali legate tra di loro da cause efficienti e ciò aveva

prodotto un rifiuto delle convinzioni rinascimentali del cosmo, e cioè un’interpretazione della

natura come un sistema di materia in movimento retto da un insieme di leggi meccaniche. Ma

i romantici pervengono ad una filosofia della natura organicistica, finalistica e spiritualistica. 7

L’uomo e la natura posseggono una medesima struttura spirituale, la quale autorizza

un’interpretazione psicologica dei fenomeni fisici ed un’interpretazione fisica dei fenomeni

psichici.

2. N

ATURPHILOSOPHIE

Con il termine Naturphilosophie si intende abitualmente la filosofia romantica della natura,

ossia quella corrente della cultura tedesca che, tra il XVIII ed il XIX secolo, si riappropriò dei

temi e della tradizione vitalistica e panteistica diffusa soprattutto in Europa grazie a Giordano

Bruno.

La Naturphilosophie si connette quindi alla tendenza antimeccanicistica della cultura tanto

neoclassica quanto romantica che interpreta la natura come organismo vivo, «veste vivente

della divinità» (Shelling), piuttosto che come un enorme e impersonale sistema di cause ed

effetti.

I due modelli della scienza della natura furono il meccanicismo ed il dinamismo.

Il primo movimento interpreta l’universo come una teofania (manifestazione sensibile e

matematica dove Dio è l’artefice del perfetto meccanismo deterministico dell’universo) e si

connota così come ragione universale secondo un sentimento religioso di origine stoica.

Il dinamismo rifiuta di assegnare valore ontologico assoluto e dogmatico ai principali

concetti della fisica meccanicistica.

Per la nuova sensibilità romantica e neoclassica che si afferma tra il 1790 e il 1800, il

problema della concezione della natura ha quindi un valore esclusivamente epistemologico.

Essa coinvolge la possibilità, divenuta ora problematica, di rispondere anche in campo

scientifico e filosofico al bisogno di un organicità tra natura e cultura.

Con la rivoluzione kantiana e fichtiana il valore puramente fenomenico, assegnato ai

concetti meccanicistici, lascia aperto il problema di una nuova concezione sistematica della

natura che soddisfi a sua volta le esigenze della nuova metafisica della ragione. Ma, contro la

visione prosaica e meccanica della natura e della vita, viene delineato un nuovo concetto di

natura. Essa, agli occhi dei fautori della Naturphilosofie, cessa di essere considerata un

insieme di fenomeni pensati ed organizzati dalla conoscenza umana e si presenta come un

potere autonomo di organizzazione ed evoluzione.

«La natura è una vita infinita che rappresenta l’espansione della stessa potenza originaria

di Dio» (Johann Goltfried Herder).

La moderna scienza della natura aveva portato ad una despiritualizzazione del cosmo ed è

proprio reagendo a tale concezione meccanicistica che i romantici ritenevano che la natura e

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l’uomo possedessero una medesima struttura spirituale. Risulta chiaro che il Romanticismo

rappresenti un deciso mutamento di prospettiva rispetto alla tradizione illuminista, perché gli

scienziati risultano delusi dalla natura oggettiva che spiega il mondo come un insieme di

relazioni legate tra loro da cause efficienti; sorge un modo nuovo di concepire la natura.

Se ci ricolleghiamo da un lato ad un filone di pensiero vitalista e dinamicista, ad esempio a

Leibniz e allo stesso Kant, e riprendiamo dall’altro la visione antico-rinascimentale della

natura, i romantici, senza peraltro dimenticare le influenze di tipo mistico, propugnano

un’immagine della natura basata su vari elementi:

1. L’ORGANICISMO: la natura è una totalità organizzata nella quale le parti vivono

solo in funzione del tutto;

2. IL VITALISMO: la natura è una forza dinamica, vivente ed animata;

3. IL FINALISMO: la natura è una realtà strutturata secondo determinati scopi,

immanenti o trascendenti;

4. LO SPIRITUALISMO: la natura è qualcosa di intrinsecamente spirituale, ossia uno

“spirito in divenire”;

5. LA STRUTTURA DIALETTICA: la natura è organizzata secondo coppie di forze

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