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L'energia in Sardegna
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Il concetto di energia energia
Fonti energetiche
L’energia è definita in Fisica come la capacità di un corpo di compiere lavoro. Anche per e sistemi di
quest'ultimo si può prendere la definizione scientifica che intende il lavoro come il prodotto produzione
scalare di una forza applicata a un corpo per lo spostamento che esso subisce. Riunendo le
due definizioni è facile capire che per compiere qualsiasi attività sul nostro pianeta, l’uomo ha Un po' di storia
bisogno di energia. Infatti, anche la più insignificante attività umana, come l’alzarsi in piedi, Storia energetica
implica un "consumo" di energia, per via del fatto che l’uomo nell’atto di alzarsi, deve sempre
vincere una forza costante, la forza di gravità. Per compiere le attività che gli consentono di Qualche dato
vivere, l’uomo trae l’energia di cui ha bisogno dal cibo, tramite processi bio-chimici. Per fare Conclusioni
funzionare i mezzi meccanici e in generale per produrre lavoro “esterno” l’uomo deve sfruttare
altre fonti energetiche presenti in varie forme sul nostro pianeta. Continuando a sviluppare il Bibliografia
concetto di energia, è opportuno stabilire le forme in cui essa ci appare, e le leggi che regolano
i fenomeni legati ad essa.
Il principio di conservazione dell’energia stabilisce che “l’energia totale di un sistema isolato
non aumenta ne diminuisce in nessun processo. L’energia può essere trasformata da una
forma all’altra, ma la sua quantità totale rimane costante.”
Questo giustifica l’uso delle virgolette nella parola “consuma”, perché in realtà l’energia non
aumenta nè diminuisce, ma viene solamente trasformata in una forma differente.
Dal secondo principio dela termoinamica si risale alla seguente affermazione: "qualsiasi
cambiamento in un sistema isolato provoca una diminuzione della quantità di energia utile, in
quanto parte dell'energia viene dissipata come calore". Cioè il rendimento di una macchina (il
rapporto tra l'energia utilizzata e il lavoro compiuto) è sempre inferiore al 100%.
L’energia può essere classificata in due forme: l’energia cinetica e l’energia potenziale.
Per energia cinetica si intende l’energia che possiede un corpo in movimento, cioè il lavoro che
esso compie quando si arresta. Tutti i corpi, infatti, possiedono un’inerzia, definita come la
capacità di mantenere il proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme; quando una forza
si oppone ad essi, la loro energia cinetica compie un lavoro per contrastare la forza opposta, e
quando l’energia cinetica si esaurisce, il corpo si ferma. Ne è un esempio un proiettile sparato
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verso l’alto, il quale fintantoché possiede energia cinetica a sufficienza per vincere la forza di
gravità, prosegue la sua corsa verso l’alto, prima di essere a sua volta vinta dalla gravità che la
riporta a terra.
Con questo esempio si può spiegare anche la natura dell’energia potenziale: il proiettile, man
mano che sale in alto, perde la sua energia cinetica, ma a sua volta acquista energia
potenziale, legata alla posizione che esso assume nello spazio; questa energia è quella che
permette al proiettile di tornare a terra.
Per energia potenziale si può intendere quindi l’energia posseduta da un corpo in base alla sua
posizione nello spazio quando è all’interno di un sistema conservativo di forze (nell’esempio
precedente, il sistema conservativo è costituito dal campo gravitazionale della terra). Non solo,
l’energia potenziale è anche l’energia chimica posseduta dai combustibili o l’energia elastica.
Nel SI l'unità di misura dell' energia è il joule (J), che esprime la quantità di energia (o il lavoro)
che serve a esercitare una forza di un newton per la distanza di un metro:
Utile all'analisi delle centrali elettriche è anche il concetto di potenza, che indica la quantità di
energia prodotta nell'unità di tempo. Nel SI l'unità di misura della potenza è il watt (W):
Per semplificare il calcolo dell'energia su grande scala e per facilitare il raffronto tra i vari
sistemi di produzione è stata introdotta una nuova unità di misura, il TEP (Tonnellate
Equivalenti di Petrolio), che rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di
una tonnellata di petrolio grezzo e vale circa 42 GJ.
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L'energia in Sardegna
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Fonti energetiche e sistemi di produzione energia
Di seguito un elenco delle principali fonti energetiche presenti in Sardegna e dei sistemi di Fonti energetiche
produzione ad esse associati. e sistemi di
Fonte energetica Sistemi di produzione produzione
Agricoltura; Fotovoltaico; Solare Un po' di storia
Radiazione solare termodinamico Storia energetica
Carbone Centrale termoelettrica Qualche dato
Acqua in caduta Idroelettrico
Vento Eolico Conclusioni
Rifiuti Termovalorizzatori; Biogas Bibliografia
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L'energia in Sardegna
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Breve storia della Sardegna energia
La Sardegna ha una storia molto antica che vede le primi tracce di Homo erectus già nel Fonti energetiche
Paleolitico inferiore (500.000 e i 100.000 anni fa). Lo sviluppo della popolazione autoctona e sistemi di
sarda culminò con la civiltà nuragica che controllò l'Isola per circa 1000 anni (dal 1500 al 500 produzione
a.C.). In seguito la Sardegna venne a trovarsi, per la sua posizione strategica, nelle mire
espansionistiche delle varie civiltà che fiorivano attorno al Mediterraneo: dapprima i fenici, poi i Un po' di storia
cartaginesi e infine i romani, che ottennero il controllo formale dell'Isola nel III secolo a.C.. Dopo Storia energetica
il declino dell'Impero Romano, la Sardegna passo sotto il controllo dei Vandali, e
successivamente dei Bizantini. Sotto l'influenza bizantina la Sardegna si convertì al Qualche dato
Cristianesimo, e sempre in seguito a questa influenza, dopo la caduta dell'impero bizantino, Conclusioni
attorno al IX secolo l'Isola si divise in quattro giudicati
indipendenti, seguendo appunto l'impianto Bibliografia
organizzativo degli ex dominatori. I quattro giudicati
erano quelli di Torres-Logudoro, di Calari, di Gallura
e di Arborea ed erano retti da un "giudice" con potere
sovrano. Con alterne vicende, i Giudicati
sopravvissero fino al XIII secolo, quando divennero
territori controllati dalle repubbliche del continente
italiano di Pisa e Genova. L'Arborea resistette
autonoma fino al 1478, quando la Corona d'Aragona
conquistò definitivamente tutta l'Isola, concessale in
feudo già dal 1297 da papa Bonifacio VIII insieme
con la Corsica. Il creato "Regnum Sardiniae" rimase
tra i domini d'oltremare della corona di Spagna fino
all'inizio del 1700. Dopo una breve parentesi
austriaca (1708-1718), il Regnum Sardiniae viene ceduto col "trattato di Londra" ai Savoia,
principi di Piemonte.Viene così costituito il regno di Sardegna, all'interno del quale l'Isola
mantiene l'autonomia statuale fino al 1847, anno in cui si fonde con il Piemonte e dà vita ad un
unico governo centrale, rinunciando così alla sua storica connotazione. Con la fine delle guerre
d'Indipendenza e la raggiunta Unità, il regno di Sardegna diviene regno d'Italia (1861). Gli anni
sucessivi della storia della Sardegna sono dunque rappresentabili tramite la storia d'Italia, e le
varie vicende ad essa legate sono da analizzare in un più vasto contesto: quello mondiale.
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L'energia in Sardegna
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Storia energetica energia
La storia energetica della Sardegna non coincidono con quella delle altre parti del mondo poiché ogni regione Fonti energetiche
ha le sue necessità e interviene in modo diverso a seconda delle risorse che possiede. e sistemi di
Alla comparsa dei primi uomini in Sardegna il bisogno di energia era esiguo e si limitava alle naturali produzione
necessità fisiologiche degli abitanti. Con l'aumento della popolazione aumentò relativamente il bisogno di Un po' di storia
energia e questo favorì lo sviluppo dell'agricoltura che consentiva di trasformare l'energia del Sole in energia
chimica del cibo. L'agricoltura fu dunque la prima grande invenzione (o scoperta, a seconda dei punti di vista) Storia energetica
che costituiva una soluzione ai problemi energetici. L'agricoltura ebbe un enorme importanza per la Qualche dato
Sardegna, poiché metteva l'Isola in competizione con il resto del mediterraneo. In Sardegna, in epoca punica
e romana, prevaleva la monocoltura cerealicola, in seguito vennero introdotte altre colture come quella Conclusioni
viticola e frutticola. Per il lavoro nei campi era sufficiente la forza umana o quella degli animali, che traevano Bibliografia
energia dal cibo stesso che coltivavano. Anche le successive fasi di lavorazione, come la macina del grano,
erano praticate con l'uso della forza animale, o, presumibilmente a partire dal IX o XII secolo, dall'uso di
mulini ad acqua. Finché nell'isola sussisteva un'economia rurale, il fabbisogno energetico era soddisfatto
dall'agricoltura e dall'allevamento; In seguito aumentò notevolmente con l’avvento dell’industrializzazione. Le
prime industrie furono create dopo la fusione perfetta del 1847, quando imprenditori genovesi investirono in
Sardegna, costruendo saline, tonnare e soprattutto miniere. Tra le varie attività industriali, questa diede i
maggiori profitti agli imprenditori liguri. In seguito investirono nelle miniere anche imprenditori inglesi, francesi
e belgi. Altre industrie che sorsero nella Sardegna del secondo ‘800 furono la Fonderia Doglio (1848), 200
caseifici sparsi in tutta l’isola, diversi pastifici molto moderni, concerie e industrie meccaniche. Durante i primi
anni del ‘900 l’apparato industriale sardo si rafforzò, subendo una flessione negli anni della guerra, ma
sviluppandosi notevolmente nel periodo fascista, quando, con la legge del miliardo, furono incentivate opere
pubbliche di notevole importanza, quali il miglioramento delle comunicazioni marittime, la costruzione del
porto di Cagliari, la bonifica di Bonaria. Alla fine degli anni '20 l'imprenditoria industriale sopravanzò
l'agricoltura e il commercio e si ebbe il boom dell'industria manifatturiera. Nel 1924 il Gruppo Elettrico costruì
la prima centrale idroelettrica della Sardegna, a valle della diga di S. Chiara sul Tirso. Ciò diede inizio alla
diffusione dell'elettricità in Sardegna che in seguito divenne il propulsore per la crescita delle piccole aziende.
Dopo la Seconda guerra mondiale, seguì un periodo di isolamento; tutto sommato però la Sardegna uscì
meglio delle altre regioni dalla guerra e trovò nell’edilizia il motore per la rinascita. Nel dopoguerra, i
finanziamenti del Piano Marshall consentirono di costruire la centrale idroelettrica dell'alto Flumendosa, ma
nei dirigenti locali era ancora forte la convinzione che lo sviluppo doveva passare per l'agricoltura e
l'artigianato e non per l'industria tanto da concedere i sovvenzioni alle industrie con limiti molto stretti che di