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numero di donne impegnate nel servizio domestico e molte si avviarono al lavoro
in fabbrica. La seconda guerra mondiale vide una ridefinizione della divisione dei
lavori tra uomini e donne. Le donne si orientarono verso quei settori riconosciuti
socialmente compatibili con la loro condizione e che riproducevano le
caratteristiche del lavoro domestico: tessile, confezioni, alimentari, insegnamento
e così via.
Tutto questo apportò notevoli cambiamenti nella vita familiare.
La famiglia moderna aveva alla base della sua organizzazione il lavoro casalingo
della donna, non retribuito.
Già nella metà del XIX secolo ebbero inizio le prime battaglie per i diritti della
donna.
I movimenti femminili avevano come principale obiettivo la rivendicazione
dell'uguaglianza delle donne di fronte alla legge e la possibilità di accedere al
voto.
Durante l'era simbolizzata dal regno della regina Vittoria in Inghilterra (1837-
1901), i diritti legali delle donne sposate erano simili a quelli dei figli: esse non
potevano votare, citare qualcuno in giudizio né possedere alcuna proprietà.
Quanto ai diritti politici, fu uno stato americano il primo a concedere il voto alle
donne nel 1869.
In Europa la lotta per perseguire questi diritti cominciò solo nei primi anni del XX
secolo, poco dopo la nascita del movimento delle suffragette, un’organizzazione
femminile finalizzata alla conquista del diritto di voto.
In occasione della prima guerra mondiale il movimento suffragista si scisse in due
correnti: riformista e socialista.
Nel 1919 le donne italiane ottennero l'emancipazione giuridica e nel 1923 il
diritto di voto alle amministrative, che non fu tuttavia applicato a causa della
riforma fascista degli enti.
Solo il 2 giugno del 1946, con il referendum popolare per decidere tra repubblica
e monarchia, l’Italia visse il primo esperimento di suffragio femminile.
Questo avvenimento fu possibile anche grazie alla partecipazione delle donne
nella Resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale.
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Negli anni del fascismo e dell’occupazione nazista, infatti, vi furono donne che
lasciarono i focolari, le gonne, i rosari, i doveri materni e si unirono alla lotta
partigiana.
Il loro apporto fu massiccio sin dai primi momenti della lotta partigiana arrivando
fino agli ultimi giorni dell’aprile 1945, con la completa liberazione del Paese.
I ruoli che ricoprirono furono molteplici: dalla partecipazione alle agitazioni nelle
piazze, al rifocillamento dei feriti, alla raccolta di armi, munizioni e indumenti e,
infine, alla dura e spesso sanguinosa lotta sulle montagne, a cui bisogna però
aggiungere anche la loro attività di propaganda politica e di informazione.
Dopo la seconda guerra mondiale, quando pareva che il femminismo fosse
oramai scomparso, si ebbe una rivitalizzazione del movimento femminista come
conseguenza della crisi di valori della società borghese.
Una delle prime rivendicazioni femministe riguardava un'istruzione migliore per le
donne: le femministe chiedevano l'apertura delle scuole superiori, università e
delle professioni alle donne.
Inoltre sul piano giuridico contestavano il diritto del marito di prendere le
decisioni sulla vita coniugale, chiedevano che la donna mantenesse la possibilità
di amministrare personalmente il proprio patrimonio, chiedevano leggi che
regolamentassero la prostituzione e rivendicavano un salario uguale a quello
degli uomini.
Una delle richieste più osteggiate era quella della libertà di gestire il proprio
corpo e la propria sessualità, e ciò presupponeva la possibilità dell'uso di metodi
contraccettivi.
Le lotte femministe sfidavano anche le convenzioni sui vestiti, in particolare
sull'uso di busti e vesti, e acconciature complicate e scomode.
Nel XIX secolo, Aurore Dupin, in arte George Sand, aveva suscitato scandalo in
quanto portava i pantaloni: oltre a essere più economico, era anche un modo per
poter frequentare luoghi interdetti alle donne.
Dal 1980 sono stati perseguiti nuovi obiettivi come la depenalizzazione
dell'aborto e l’utilizzo di metodi contraccettivi.
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Nonostante l'evidente progresso in senso egualitario, nonostante il
raggiungimento della quasi totale parità giuridica, la condizione femminile è
ancora ben lontana dalla piena emancipazione.
PAOLA GARELLI (MIRKA)
Di anni 28, parrucchiera, nata a Cuneo nel 1916.
Dall’ottobre 1943 svolge a Savona attività clandestine, entrata a far parte
della brigata SAP «Colombo», Divisione «Gramsci», assolve compiti di
collegamento e di rifornimento viveri e materiali per le formazioni operanti
nei dintorni della città.
Arrestata nella notte tra il 14 e il 15 ottobre 1944, ad opera di militi delle
Brigate Nere e fucilata il 1° novembre 1944, senza processo, a Savona, da
un plotone di fascisti.
Mimma cara,
la tua mamma se ne va pensandoti e amandoti, mia creatura adorata, sii buona
ed ubbidisci sempre gli zii che t’allevano, amali come fossi io.
Io sono tranquilla. Tu devi dire a tutti i nostri cari parenti, nonna e gli altri, che mi
perdonino il dolore che do loro. Non devi piangere né vergognarti per me.
Quando sarai grande capirai meglio. Ti chiedo una cosa sola: studia, io ti
proteggerò dal cielo.
Abbraccio con il pensiero te e tutti, ricordandovi La tua infelice mamma
FRANCA LANZONE
Di anni 25, casalinga, nata a Savona il 28 settembre 1919.
Il 1° ottobre 1943 si unisce alla brigata «Colombo», Divisione «Gramsci»,
svolgendovi attività di informatrice e collegatrice.
Arrestata la sera del 21 ottobre 1944 da militi delle Brigate Nere e fucilata
il 1° novembre 1944, anch’essa senza processo, con Paola Garelli e altri
quattro partigiani.
Caro Mario,
sono le ultime ore della mia vita, ma con questo vado alla morte senza rancore
delle ore vissute.
Ricordati i tuoi doveri verso di me, ti ricorderò sempre Franca
“Cara mamma,
perdonami e coraggio. Dio solo farà ciò che la vita umana non sarà in grado di
adempiere.
Ti bacio. La tua Franca
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LA CURIEUSE HISTOIRE DE GEORGE SAND
Le petite Aurore Dupin, née en 1804, est élevée par
sa grand-mère à Nohant.
On la marie en 1822 avec le baron Dudevant, dont
elle aura deux enfants. Elle part pour Paris en 1831
où elle mène une vie libre qui scandalisera
l’opinion. Ses amants, ses activités littéraires et
journalistiques, sa tenue (elle porte la pantalon et
fume) défraient la chronique.
Dès 1832 la baronne Dudevant, devenue George
Sand (pour se faire accepter dans le monde des écrivains elle est obligée
Indiana
,
d’employer un nom masculin), s’est fait connaître par son roman
,
Valentine Lélia, Jacques, Maupra
suivi par : ces œuvres ressemblent à des
confessions, où est exalté l’amour en lutte contre les préjugés et la
société.
Vers 1836 George Sand fait la connaissance des milieux utopistes.
Le Compagnon du tour de France
En 1840 elle fait paraître , roman qui marque le
début d’une longue série de romans sociaux.
La Révolution de 1848 la lance dans l’action aux côtés de Ledru-Rollin,
mais l’échec des journées de juin la laisse découragée et meurtrie.
La Petite Fadette
En 1849 elle annonce dans la préface de son retrait des
activités politiques et se retourne vers le roman sentimental.
LA « DAME DE NOHANT »
Sous le second Empire la scandaleuse romantique devient la « bonne
dame de Nohant ». Histoire de ma vie
Elle écrit en 1854 une autobiographie que complétera en
Elle et lui
1859 . 8
Puis vient la guerre de 1870, qui désespère George Sand, la Commune, où
elle se range contre les insurgés. Mais depuis quelque temps l’écrivain ne
faisait rien d’autre que de se survivre à lui-même. Elle meurt en 1876.
VICTORIAN WOMEN
In the Victorian Era (1837-1901) the legal rights of married
women were similar to those of children: they could not
vote or have property. Also, they were seen as pure and
clean. Because of this view, their bodies were seen as
temples that should not be adorned with makeup nor used
for such pleasurable things as sex. The role of women was
to have children and tend the house. They could not hold a
job unless it was that of a teacher: in this era schools and
colleges for women were founded.
In the end, they were to be treated as saints, but saints that
had no legal rights.
WOMAN’S POSITION IN VICTORIAN SOCIETY
Many different types of women are present in Victorian society:
the middle-class woman
- the “fallen woman”
- the working-class woman
- femme fatale
the (the woman that caused man’s distraction)
- the “new” woman
-
All of them had a subordinate position in a man’s world.
After marriage they were subordinate to their husbands who were their lords and
masters.
In this era, married women could not have sex with other men without being
considered unclean. However, men didn't have this restriction, in fact, it was
often considered natural that a man might need the body of another
woman. Because women had no rights, this behaviour could not be punished
through divorce.
Prostitution in the Victorian Era was legal.
The woman’s mission was to be the guardian of the moral, domestic values.
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LE DONNE DI MONTALE
Contrariamente a ciò che si è visto fin’ora, le donne nella vita di Montale sono
state essenziali: secondo lui, la donna ha qualità che l'uomo non può acquisire,
con le quali riesce ad attenuare il dolore umano.
Nelle sue opere si trovano spesso figure femminili simboli di determinati
sentimenti e stati d’animo del poeta: speranza di salvezza, semplice occasione di
ricordo, o fantasma del passato con cui dialogare per sfuggire alla negatività del
presente.
Occasioni
Nelle l’aspettativa che forma l’occasione poetica è spesso suscitata da
figure di donna tra cui la più ricorrente è Clizia, cui è dedicata la sezione dei
Mottetti , brevi componimenti popolari in rima che costituiscono una specie di
autobiografia dell’amore di Montale per Clizia.
Il nome fittizio disegna una donna reale, Irma Brandeis (studiosa americana con
cui il poeta ebbe una relazione affettiva), ed è contemporaneamente simbolo
della trasfigurazione poetica.
Dunque Clizia, la donna amata da lontano, presente solo nel ricordo del poeta,
può condurre alla luce, al “varco” e sembra perciò dotata di un potere di
salvezza. La casa dei
Lontana dal poeta è anche Arletta, Anna degli Uberti, protagonista di
doganieri . È proprio l’assenza della donna il punto di partenza per il tentativo di
recuperare il ricordo.
Nel 1929, quando venne nominato direttore del Gabinetto Viesseux, conobbe
Drusilla Tanzi, che sposerà nel 1962.
Xenia I Xenia II Satura
A essa, Montale dedicò e , sezioni di , scritte in occasione della
sua morte, che avvenne nel 1963, solo un anno dopo il loro matrimonio.
Il poeta soprannomina la sua compagna Mosca, a causa della sua forte miopia.
La figura di Mosca affiora contro la negatività del
presente: siamo negli anni Sessanta e il poeta
contrasta il progressismo del mondo esterno
attraverso l’immaginaria conversazione con la
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moglie il cui ricordo è spesso collocato nella dimensione di quel privato in cui
Montale si ritira per sfuggire alla realtà.
HO SCESO, DANDOTI IL BRACCIO, ALMENO UN MILIONE DI SCALE
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. Da Satura, sezione Xenia
PARAFRASI
Ho sceso, aiutandoti e facendomi aiutare,
almeno un milione di scale
E ora che non ci sei mi sento smarrito.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Io vivo tuttora, e non mi servono più
Né le coincidenze dei treni, né le prenotazioni degli alberghi,
i viaggi, le fregature della gente che crede
che la vita vera sia quella che si vede.
(bisogna andare al di là delle apparenze)
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non perché con quattr’occhi si vede meglio.