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II. Storia: globalizzazione
III. Geografia: America
IV. Tecnologia & Scienze: I computer
V. Arte: Web Art e arte elettronica
VI. Musica: l'informatica nella musica
VII. Francese: CERN
Francese:
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Il CERN
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Storia: l'informatica nella musica
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La globalizzazione
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Geografia:
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L'America
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Tecnologia & Scienze:
La globalizzazione
La globalizzazione I computer
I computer
(Baricco “Il mito della
(Baricco “Il mito della
globalizzazione)
globalizzazione)
“Il mito della globalizzazione”
di Alessandro Baricco
Alessandro Baricco spiega nel suo racconto,“il
mito della globalizzazione”, che cos'è la
globalizzazione raccontando una storia. Nel
racconto scrive: <<Siete a passeggio, in centro, il
sabato pomeriggio, in mezzo ad un sacco di
gente. Improvvisamente vedete quattro persone
mettersi a correre all'impazzata gridando di
terrore. In una frazione di secondo vi trovate a
dover decidere tra queste due possibilità: sono
quattro pazzi o sono quattro persone che hanno
visto qualcosa che voi non avete visto: una casa
che sta crollando sulla vostra testa, o un pazzo
che impugna un mitra e sta per sparare. Se
optate per la prima, continuate per la vostra
passeggiata scuotendo la testa. Se scegliete la
seconda, iniziate a correre e a gridare. Mentre
state pensando a tutto questo, altri umani, più
veloci di voi, hanno già deciso e stanno già
correndo. I quattro sono diventati magari venti. Il
nostro cervello lavora, e giustamente inizia a
inclinare per la fuga. E poi è sorprendente come
in una circostanza simile ciò che fanno venti
persone è più importante di quello che fanno le
altre mille.
Questa è la globalizzazione: un movimento che ci condiziona e ci fa scegliere cosa
acquistare e come comportarci. Tutto comincia con la possibilità di poter avere
qualsiasi cosa in qualsiasi luogo come: internet, Coca-Cola, Nutella, soldi,
McDonald's e molti altri beni di consumo. Una domanda che si fa l'autore nel testo
è: chi è che ha fatto iniziare e chi sta facendo continuare la globalizzazione?.
Ovviamente è tutta una questione di soldi e chi continua a far girare i soldi (quindi
la globalizzazione) sono le multinazionali. La globalizzazione permette di far girare i
soldi in tempo di pace, con l'adesione collettiva, ed è a questo punto che nasce la
globalizzazione e il suo mito.>>
La globalizzazione
Che cos'è la globalizzazione
Oggi viviamo in un mondo in cui ogni nostro acquisto, anche il più irrilevante è il
risultato di un meccanismo che coinvolge produttori e distributori dislocati nei
cinque continenti. Una mela coltivata in Cina può essere stivata in cartoni canadesi e
poi in container argentini, trasportata su navi turche rifornite da carburante
estratto in Libia ma raffinato in Italia. Inoltre, quella mela cinese può mettere in crisi
la coltivazione delle mele del Trentino, che perdono una fetta di mercato in Italia e
devono quindi andare alla ricerca di mercati esteri, pena la fine delle produzione
locale. Questo fenomeno si chiama “globalizzazione” o “mondializzazione”.
Il neoliberismo in Occidente e la fine dei sistemi comunisti
Ronald Reagan e Margaret Thatcher hanno lanciato una teoria chiamata
neoliberismo procedendo quindi alla privatizzazione di tutte le aziende ovvero alla
loro vendita ai privati, e contemporaneamente abolirono una serie di leggi che,
caricando i privati di tasse e altri impedimenti, ne riducevano i profitti. Ne nacque
una vera e propria rivoluzione che per una ventina d'anni rilanciò l'economia con
tale successo da venire imitata da molti altri Paesi Occidentali. Il secondo evento è
stato il crollo dei gradi sistemi comunisti che, abbattendo la barriera tra i due
Blocchi, ha consentito la libera circolazione del denaro e delle merci sul mercato
globale. Un sicuro vantaggio: efficienza e circolazione dei beni
Il grande vantaggio del mercato globale consiste in un' efficienza che appena
cinquant'anni fa non era neanche immaginabile. Merci e servizi sono di migliore
qualità e circolano a minor prezzo, avvantaggiando sia i consumatori (che li pagano
meno) sia i produttori (che, vendendone di più, guadagnano di più). Inoltre la
globalizzazione del mercato permette di far circolare materie prime a prodotti
alimentari che crescono solo o in maggior quantità in climi particolari. Tra gli aspetti
sia positivi sia negativi, invece, il più importante è l'interdipendenza. Poiché tutto è
connesso la fortuna o la sfortuna non dipende più dalle loro iniziative ma da tutti gli
altri Paesi. Internet
Negli anni Cinquanta, nelle case, c'era un telefono in genere fisso, la privacy non
esisteva e per parlare con una persona di un' altra città si pagava tanto e si doveva
chiedere la comunicazione ad un centralino che richiamava quando la otteneva (non
prima di un'ora), si inviavano anche tante lettere che arrivavano spesso anche dopo
settimane. Ora invece con un clic puoi inviare un messaggio dall'altra parte del
mondo in meno di un secondo: è l'era di Internet, il Net, cioè la “rete” che connette
milioni di persone computer e permette di scambiarsi informazioni di qualsiasi
dimensione e tipo. Inoltre, internet può essere usato per fare ricerche, acquisti,
incontri, movimenti bancari e molto altro ancora. Il sistema economico creato da
internet è chiamato New Economy e si basa sui beni immateriali come informazioni,
dati, collegamenti tra aziende e molto altro come tesi di laurea, immagini,
progettazione grossi appalti, ma si avrà bisogno sempre di pochi addetti e un solo
strumento: il computer. Un ' opinione pubblica mondiale
L'effetto più clamoroso di internet, se usato correttamente e con saggezza, è che
può mettere in comunicazione tantissime persone e si può discutere su qualsiasi
argomento. Si è creata una cosa prima impensabile: l'opinione pubblica mondiale.
Decine di marchi e centinaia di migliaia di dipendenti
Un mercato così grande richiede aziende con grandi capitali da investire. Per questo
motivo, le protagoniste assolute della globalizzazione sono le multinazionali. Esse
sono divise in centinaia di pezzi e c'è un pezzo chiamato “cervello” formato da
centinaia di migliaia di dipendenti. Con esse però il controllo del paese non è più dei
politici ma delle multinazionali o meglio del denaro gestito dalle multinazionali.
Le multinazionali hanno la tendenza a dividere il lavoro, chiamata anche
delocalizzazione, e che avviene in due modalità diverse:
La ricerca e la progettazione si concentrano in alcune zone dove ci sono
➢ particolari conoscenza tecnico-scientifiche;
La produzione si sposta dove la manodopera costa meno a causa di salari più
➢ bassi, minori contributi, minori controlli...;
la globalizazzione ha portato delle cose buone e delle cose cattive:
I popoli che prima avevano un' economia di “autoconsumo” ora fanno parte del
flusso di scambi mondiali, quindi il livello di vita dei popoli si è alzato. Ma, si sono
create anche differenze tra ricchi e poveri. La ricchezza è aumentata negli Stati
Uniti, Europa, Giappone e Cina che producono e consumano i quattro quinti della
ricchezza mondiale. Il crimine globalizzato
La liberalizzazione dell'economia ha fatto proliferare l'industria del crimine. Oggi
anch'essa opera su scala mondiale e conquista sempre nuovi mercati. L'Ufficio delle
Nazioni Unite contro la droga e il crimine, che ha sede a Vienna, ha calcolato che il
traffico degli stupefacenti ha un mercato globale di 200 milioni di clienti e un giro
d'affari di 600 miliardi di euro. Come il traffico di droga, prosperano anche il traffico
illegale di persone, armi destinati alla criminalità o ai prodotti di marca contraffatti,
antichità pagate a peso d'oro dai collezionisti e organi umani destinati ai trapianti.
Stroncare i traffici illeciti non è un'impresa facile. Essi infatti formano un intreccio
che collega contadini poveri, piccoli trafficanti, corrieri e grandi organizzazioni
internazionali. Spesso le mafie si spartiscono i compiti per convivere nello stesso
territorio.
Purtroppo la criminalità si espande perchè la domanda dei beni che offre non fa che
aumentare. Inoltre i prodotti contraffatti sono un rischio.
L'AMERICA
La forma del continente
Il continente americano copre una superficie di
circa 42 milioni di chilometri quadrati. É
costituito da due grandi masse subcontinentali
unite da una stiscia di terra chiamati “istmo di
Panamá” (lungo circa 50 km).
Abitualmente, il continente viene suddiviso in
tre regioni:
L'America settentrionale, che si espande
➢
dal Circolo polare artico al golfo del Messico e
comprende Canada, Stati Uniti e Groelandia;
L'America centrale, che comprende una
➢
parte continentale, che va dal Messico a
Panamá, e una insulare (Grandi e Piccole Antille);
L'America meridionale, che corrisponde
➢
alla massa continentale situata oltre l'istmo di
Panamá e che si allunga a sud fino a lambire il
Circolo polare antartico.
L'America è separata dagli altri continenti dagli
oceani Atlantico e Pacifico.
L'America settentrionale e quella meridionale hanno una conformazione fisica
analoga. Il settore occidentale dell'intero continente americano è caratterizzato
dalla presenza di imponenti rilievi montuosi : le Montagne Rocciose a nord e la
Cordigliera delle Ande a sud. Nell'entroterra ci sono vaste pianure attraversate da
lunghissimi fiumi: il Mississipi-Missouri a nord e il Rio delle Amazzoni a sud.
Il clima
La grande estensione in latitudine del continente americano,
determina una varietà climatica e ambientale: dal clima polare si
passa a quello temperato e poi a quello equatoriale. Sulle
Montagne Rocciose, sulle Ande meridionali e nella Terra del
Fuoco il clima prevalente è quello freddo; lungo le coste della
California e dell'Argentina troviamo un clima di tipo
mediterraneo, in Florida e nella fascia costiera dell'America
centrale il clima è tropicale. Le due Americhe
La popolazione complessiva del continente americano è di circa 892 milioni di
abitanti. Il popolamento dell'America è legato alla sua scoperta da parte degli
europei (1492) e dalla sua successiva colonizzazione. Si possono infatti individuare
da un lato un'America anglosassone e dall'altra un'America latina. Nell' America
anglosassone si è imposto il modello economico, sociale e culturale introdotto dai
colonizzatori britannici; la lingua prevalente è quella inglese. Nell'America latina,
invece, è maggiore l'influenza culturale e linguistica dei colonizzatori spagnoli e
portoghesi. Dove vivono gli americani
Il continente Americano ha una densità demografica molto bassa, con una media di
circa 21 ab./km². La distribuzione della popolazione è irregolare. Nell'America
settentrionale la popolazione si concentra soprattutto tra la regione dei Grandi
Laghi e la costa atlantica. Il Canada è molto meno abitato degli Stati Uniti e registra
una densità media di 3 ab./km². Negli ultimi anni, nell'America latina la popolazione
ha registrato un forte incremento demografico ma che si concentra in un numero
limitato di aree. L'economia
All'interno del continente americano esistono realtà economiche contrastanti. Vi
sono aree con un grande sviluppo economico e aree con condizioni di difficoltà.
Dopo la prima guerra mondiale, gli Stati Uniti si sono affermati come la prima
potenza economica della Terra. Interpretando pienamente il modello economico
capitalistico. In questo contesto risulta fondamentale il ruolo delle “corporations”
che controllano l'economia del paese. L'intervento dello stato nell'economia è
comunque molto importante, infatti, il governo interviene nel sostegno delle
imprese in crisi, promuove la ricerca scientifica e controlla lo sviluppo
dell'agricoltura e dei mercati finanziari attraverso la Banca federale. Nel 1992 gli
Stati Uniti, Canada e Messico hanno sottoscritto un accordo di libero scambio
chiamato “Nafta” (Noth American Free Trade Agreement) entrato in vigore nel
1994.
L'agricoltura di piantagione è ancora una risorsa fondamentale per gli stati
sudamericani. Il territorio è molto ricco di risorse minerarie e naturali. Di recente si