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Francese - I francesi e il computer (les francais et l'ordi)
LA GLOBALIZZAZIONE
Negli anni Novanta ha incontrato grande fortuna il termine globalizzazione, che indica
un'estensione dei commerci, degli scambi e delle comunicazioni tra le varie parti del mondo così
ampia da abbracciare l'intero globo terrestre. Luoghi geografici che prima apparivano lontanissimi
ora sembrano molto vicini, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione di massa e alla rivoluzione
verificatasi negli ultimi decenni nel campo dei trasporti. Un pratico esempio è:
Una mela coltivata in Cina può essere conservata in cartoni canadesi e poi in container argentini,
trasportata su navi turche rifornite da carburante estratto in Libia ma raffinato in Italia. Inoltre,
quella mela cinese può mettere in crisi la coltivazione delle mele dell'Italia, che perdono una fetta
di mercato e devono quindi andare alla ricerca di mercati esteri, pena la fine delle produzioni
locali. Questo fenomeno si chiama "globalizzazione" o "mondializzazione".
Un sicuro vantaggio: efficienza e circolazione dei beni. Il grande vantaggio del mercato globale
consiste in un'efficienza che appena cinquantanni fa non era neanche immaginabile. Merci e
servizi sono di migliore qualità e circolano a minor prezzo, avvantaggiando sia i consumatori (che li
pagano meno) sia i produttori (che, vendendone di più, guadagnano di più). Inoltre la
globalizzazione del mercato permette di far circolare materie prime e prodotti alimentari che
crescono solo o in maggior quantità in climi particolari.
La caratteristica più importante della globalizzazione è stata la libera circolazione di merci,
prodotti industriali e servizi in aree sempre più vaste.
Conseguenza diretta è stata anche la diffusione in
tutto il mondo degli stili di vita e di consumo del
mondo statunitense, propagandati dal cinema,
dalla televisione e dalla pubblicità.
Un mercato così grande richiede aziende con grandi capitali da investire. Per questo motivo, le
protagoniste assolute della globalizzazione sono le multinazionali. Esse sono divise in centinaia di
pezzi e c'è un pezzo chiamato "cervello" formato da centinaia di migliaia di dipendenti. Con esse
però il controllo del paese non è più dei politici ma delle multinazionali o meglio del denaro gestito
dalle multinazionali. Le multinazionali hanno la tendenza a dividere il lavoro, chiamata anche
delocalizzazione, e che avviene in due modalità diverse:
> La ricerca e la progettazione si concentrano in alcune zone, dove ci sono particolari conoscenza
tecnico-scientifiche;
> La produzione si sposta dove la manodopera costa meno a causa di salari più bassi, minori
contributi, minori controlli...;
La globalizzazione ha portato delle cose buone e delle cose cattive:
I popoli che prima avevano un'economia di "autoconsumo" ora fanno parte del flusso di scambi
mondiali, quindi il livello di vita dei popoli si è alzato. Ma, si sono create anche differenze tra ricchi
e poveri. La ricchezza è aumentata negli Stati Uniti, Europa, Giappone e Cina che producono e
consumano i quattro quinti della ricchezza mondiale.
La liberalizzazione dell'economia ha fatto proliferare l'industria del crimine. Oggi anch'essa opera
su scala mondiale e conquista sempre nuovi mercati. L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e
il crimine ha calcolato che il traffico degli stupefacenti ha un mercato globale di 200 milioni di
clienti e un giro d'affari di 600 miliardi di euro. Come il traffico di droga, prosperano anche il
traffico illegale di persone, armi destinati alla criminalità o ai prodotti di marca contraffatti,
antichità pagate a peso d'oro dai collezionisti e organi umani destinati ai trapianti.
Stroncare i traffici illeciti non è un'impresa facile. Essi, infatti, formano un intreccio che collega
contadini poveri, piccoli trafficanti, corrieri e grandi organizzazioni internazionali. Spesso le mafie
si spartiscono i compiti per convivere nello stesso territorio.
Purtroppo la criminalità si espande perché la domanda dei beni che offre non fa che aumentare.
Inoltre i prodotti contraffatti sono un rischio per la salute e l'economia, perché confezionati con
materiali scadenti.
IIsimbolo per eccellenza della globalizzazione è Internet, la "rete delle reti" che unisce computer e
comunicazione a distanza, informatica e telematica. Essa ha
il merito di aver collegato telefono, televisione e computer in
un unico sistema: ciascun utente è in grado di raggiungere
qualsiasi altro utente della rete in possesso di un proprio
indirizzo di posta elettronica (e-mail).
Con Internet i concetti di "luogo" e "distanza" perdono
significato, poiché si è in grado di comunicare
istantaneamente con qualsiasi punto della Terra. La
diffusione di Internet nel mondo è avvenuta a velocità
sbalorditiva Ciononostante, esso è ancora un fenomeno
limitato alle aree più sviluppate.
Musica e Internet
La musica sui supporti digitali può essere trasferita per essere elaborata in un computer e inoltre
essere nuovamente ricondotta da un computer all'altro.
Con la nascita di internet, la grande rete di computer collegata tra loro tramite server e client, si
pensò anche al trasferimento tramite rete, ma le scarse velocità di trasferimento e il peso ( ovvero
la grandezza dei brani musicali trasformati in file musicali) impedivano questo tipo di diffusione.
Poi giunse un'innovazione tecnologica: un'azienda riuscì a comprimere i file musicali rendendoli
tanto piccoli da permettergli di viaggiare su internet. La compressione è di quasi dieci volte in
termini di grandezza e soprattutto in grado di mantenere un livello di qualità audio elevata. Il
formato di compressione, ovvero l'algoritmo che permette la riduzione nel numero di dati, si
chiama MP3 (la dicitura esatta è Mpeg Layer III).
li formato di compressione Mpeg è stato poi diffuso anche nella compressione video creando il
DVD che non è altro che il MPEG-2. Con l'aumento degli utenti internet è aumentato molto anche
il fenomeno della pirateria musicale, ovvero lo scaricare brani di musica dalla rete senza
corrisponderne i diritti d'autore.
Alla fine del XX secolo hanno acquisito importanza i sistemi computerizzati di scrittura di spartiti.
Attualmente esistono vari programmi software per la scrittura di partiture, ad esempio: Finale,
Sibelius, e GNU LilyPond.
Altri software (denominati sequencer) permettono di memorizzare una sequenza di note e
riprodurla contemporaneamente alle altre tracce registrate, tra i più diffusi si possono citare ad
esempio Cubase, Nuendo, Pro Tools. Molto interessanti e utili sono anche alcuni software di
accompagnamento come per esempio Band-in-a-box, VanBasco (karaoke), o QMidi.
Questi software consentono di creare musica, soprannominata COMPUTER MUSIC. La computer
music (detta anche Informatica Musicale) è una branca della musica elettroacustica. Con il termine
"musica elettroacustica", come è facile intuire, si intende la fusione della MUSICA ELETTRONICA
(musica realizzata con apparecchi elettronici analogici o digitali) con la MUSICA ACUSTICA (musica
realizzata con strumenti acustici come il violino, il pianoforte, il clarinetto ecc.).
La computer music nasce intorno al 1963 con la pubblicazione sulla famosa rivista americana
"Science" dell'articolo "The digitai computer as a musical instrument" di Max Mathews.
La Computer Music è una disciplina che si pone a metà tra l'attività artistica e quella
scientifica. Essa prende il meglio di entrambe queste attività:
La sua finalità è la ricerca estetica che pone in primo piano la creatività.
La creazione di algoritmi che sono sempre vagliati dalla sensibilità del musicista che li usa.
Il lavoro programmazione di algoritmi compositivi e di sintesi sonora è funzionale alla
creazione di sonorità e configurazioni acustiche inedite.
Alla fine ciò che conta in un opera musicale è il suo effetto concreto sull'ascoltatore, la sensazione
empirica che produce al nostro orecchio, che può essere gradevole o sgradevole ma che
comunque ci induce a riflettere su cose che vanno oltre la quotidianità. Una delle basi della
computer music è infatti il superamento del concetto di "nota", cui prende posto il più generale
concetto di "processo" e di "evento sonoro". I processi e gli eventi sonori possono essere semplici
ma anche estremamente complessi.
Il computer e l'era dell'informatica
L'evoluzione del computer ha influenzato profondamente tutte le altre tecnologie della
comunicazione, facendone proprie tutte le potenzialità. All'inizio sembrava uno strumento
riservato alle grandi organizzazioni e amministrazioni, alla ricerca scientifica e ai comandi militari.
Lo tecnologia dei microprocessori a partire dagli anni Settanta, il costante sviluppo di software
facili da usare e, negli anni Novanta, la rapida espansione della Rete hanno invece trasformato il
computer in una macchina accessibile a tutti, proprio come un qualsiasi altro elettrodomestico.
Proprio perché elabora in forma digitale il linguaggio di tutti gli altri media, il computer è diventato
il medium per eccellenza del XXI secolo. In particolare è uno strumento di scrittura per tutti:
giornalisti, scrittori, scienziati, ingegneri, poeti e artisti. Della scrittura ha modificato largamente le
tecniche tradizionali, come ha fatto per l'editing, la fotocomposizione, la stampa. Tutto questo ha
sicuramente influito sulla natura del giornale come prodotto culturale; quanto al libro, la sua
trasformazione elettronica (E-book) e, dunque, la sua 'compatibilità' con Internet determinano
profondi riflessi sulla figura dell'autore, del lettore e sul testo stesso. Le tecniche di produzione
assistite dal computer incoraggiano gli individui e le organizzazioni più piccole a fare a meno della
grande industria editoriale.
Nei primi anni del XX secolo la comunità umana era cablata dal telegrafo e poi dal telefono. Oggi le
connessioni a livello globale avvengono tramite computer: in borsa gli scambi di denaro e di merci,
il controllo del traffico aereo e ferroviario, ecc. avvengono per via informatica. La stessa via
consente a milioni di persone di scambiarsi messaggi senza limiti di tempo e di spazio.
Non tutto è positivo. Con il facile accesso a Internet e alla posta elettronica (e-mail) molte forme di
interazione personale sono diventate 'virtuali'. Inoltre, l'esplosione della tecnologia digitale con le
sue innumerevoli prestazioni fa temere i rischi nascosti in una diversità eccessiva tra informatici
'ricchi' e 'poveri', non solo a livello di persone, ma di nazioni. È una situazione gravida di
conseguenze sotto il profilo economico, culturale e sociale, che fa appello alla responsabilità dei
singoli, come degli Stati.
Nel secolo scorso Harold Innis ha proposto la tesi che i media non sono mai neutrali; per loro
stessa natura, essi strutturano sia le azioni reciproche tra gli individui, sia la forma e la circolazione
delle conoscenze; la società può solo modellare e dare indicazioni (entro certi limiti) ai media che
si vanno via via sviluppando. Vanno dunque governati. Altri studiosi, invece, sono piuttosto scettici
sul potenziale rivoluzionario del computer: la sua diffusione favorirebbe solo apparentemente il
cambiamento; in realtà esso svolgerebbe una funzione conservatrice, limitandosi a migliorare
tecniche già esistenti. Ciò finirebbe per sottrarre spazi e risorse ad altre significative possibilità di
innovazione. THE INDUSTRIAL REVOLUTION
The period between 1760 and 1890 in Britain is called The Industrial Revolution. Britain, before
the Industrial Revolution, was a rural country. Most people lived and worked o farms. But British
farms were changing. Unemployed farmers left the countryside and tried to find work in towns.
There were so many workers to share the work. Factory workers worked thirteen hours every day
for very little money. There were children in factories. People in government began to realize how
terrible the conditions were for factory workers. So, thanks to the FACTORY ACT in 1830
something changed: the children work no more than nine hours a day. They also had to go to
school for three hours a day.