Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il cambiamento climatico e i suoi effetti. Júlia Rocha Uchôa
perfino rispetto al 1998, che resta a livello globale l'anno più caldo dell'era
cristiana, seguito da 2003 e 2002 a pari merito. E, quel che è peggio, gli
scienziati spiegano che questa tendenza continuerà durante questo secolo.
Quali saranno gli effetti sul sistema climatico? In che misura verrà colpita la
terra? Quale sarà l'impatto sull’agricoltura, sulla salute umana, sull’economia
mondiale, consumi di energia e su insediamenti urbani?
IV Istituto Tecnico Commerciale - Fundação Torino 2006/2007 6
Il cambiamento climatico e i suoi effetti. Júlia Rocha Uchôa
Il Surriscaldamento Globale
Il surriscaldamento globale è un fenomeno causato dall’aumento di emissioni di
anidride carbonica ed altri gas riscaldando così l’atmosfera, dando origine al
cosiddetto “effetto serra”.
L'effetto serra è il risultato della presenza attorno ad un pianeta di un’atmosfera
che assorbe parte dei raggi infrarossi emessi dal sole. In tale situazione, una
parte della radiazione emessa dal sole viene assorbita dall'atmosfera e altra
viene riemessa in tutte le direzioni, quindi in parte anche verso il suolo. Questi
raggi di calore permettono che la terra ottenga una temperatura prefissata in
cui la media sia superiore al congelamento dell’acqua e che consente la vita
che viviamo noi. Oltre alla Terra questo fenomeno é stato osservato in altri tre
pianeti: Venere, Marte e Titano.
Un aumento nella concentrazione di gas serra si è avuto con l'utilizzo esagerato
di combustibili, che ha diminuito le riserve geologiche di carbonio, e con la
maggior produzione di metano dovuta ad un'esplosione dell'allevamento e delle
colture a sommersione (per esempio di riso).
Tutto questo porta ad un aumento delle temperature che, con gli anni,
potrebbero sciogliere gli enormi ghiacciai del polo nord, con un conseguente
aumento del livello del mare, che porterebbe a gravi inondazioni in molti paesi
e alla scomparsa di molte isole.
Un primo tentativo di limitare l'alterazione climatica indotta dall'uomo è il
Protocollo di Kyoto al quale alcuni paesi come gli Stati Uniti hanno deciso di non
aderire, inizialmente citando studi in cui si metteva in dubbio la responsabilità
delle attività umane, poi, nel 2005, sostenendo che l'economia americana non
sarebbe pronta ad effettuare una riduzione tale come quella proposta.
IV Istituto Tecnico Commerciale - Fundação Torino 2006/2007 7
Il cambiamento climatico e i suoi effetti. Júlia Rocha Uchôa
Il protocollo di Kyoto
Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale sottoscritto in Giappone l'11
dicembre 1997 firmato da più di 160 paesi per costituire la Convenzione Quadro
delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e discutere sulla
problematica del riscaldamento globale.
Il 16 febbraio 2005, 8 anni dopo, è entrato in vigore il Protocollo di Kyoto che,
sottoscritto da 141 nazioni, ha come obiettivo fronteggiare la minaccia dei
cambiamenti climatici, nel tentativo di conciliare gli interessi dell'ambiente con
quelli dell'economia.
Nel Protocollo sono indicati per i paesi aderenti, gli impegni di riduzione delle
emissioni di gas serra. Più precisamente le Parti (i paesi industrializzati che
hanno aderito alla Convenzione Quadro) dovranno, individualmente o
congiuntamente, ridurre le emissioni derivate dalle attività umane di almeno il
5% entro il 2008-2012, rispetto ai livelli del 1990.
Per ogni paese si è stabilito un tasso di riduzione diverso. L'obiettivo di
riduzione prefisso per l'Unione Europea è dell'8% delle emissioni di CO2. Per
l'Italia l'impegno di riduzione è del 6,5%. Il Brasile ancora sebbene non abbia
ancora assunto tassi quantitativi di riduzione di queste emissioni, si
compromette di ridurre l'emissione in due principali fronti, Consumo di
combustibili fossili e nella sostituzione dell'uso delle terre come di foreste e
savane per agricolture ed altri.
Nel deforestamento (una delle modalità incluse nel protocollo per la riduzione
dei gas) il Brasile ha gran possibilità di aiutare perché basta soltanto utilizzare
aree distrutte e marginali per piantare nuove foreste, però ci sarebbe bisogno di
milioni di km² per ritirare dall'atmosfera una quantità significativa di carbonio.
Al 15° posto dei maggiori emissari di CO², il Brasile ha come il 25% delle
emissioni provenienti dalle industrie e dall’agricoltura moderna e il 75% di
queste vengono dalle attività agricole tradizionali e estrazione di legno che
sono inefficienti e predatorie.
IV Istituto Tecnico Commerciale - Fundação Torino 2006/2007 8
Il cambiamento climatico e i suoi effetti. Júlia Rocha Uchôa
Tra i paesi non aderenti al protocollo abbiamo gli Stati Uniti, responsabili del
20,5% del totale delle emissioni (annuncio fatto nel marzo 2001). In principio, il
presidente Clinton aveva firmato il Protocollo durante gli ultimi mesi del suo
mandato ma George W. Bush, con poco tempo di mandato , ritirò l'adesione
inizialmente sottoscritta dagli USA.
Alcuni stati e grandi municipalità americane, come Chicago e Los Angeles,
stanno studiando la possibilità di emettere provvedimenti che permettano a
livello locale di applicare il trattato, il che comunque non sarebbe un successo
indifferente: basti pensare che gli stati del New England, da soli, producono
tanto biossido di carbonio quanto un grande paese industrializzato europeo
come la Germania. Anche l'Australia ha annunciato che non intende aderire
all'accordo, per non danneggiare il proprio sistema industriale.
Non hanno aderito neanche Croazia, Kazakistan e Monaco.
IV Istituto Tecnico Commerciale - Fundação Torino 2006/2007 9
Il cambiamento climatico e i suoi effetti. Júlia Rocha Uchôa
Effetti Economici
Dal punto di vista economico i danni potrebbero essere incalcolabili, tali da
mettere in ginocchio anche i paesi più ricchi mentre altri che già vivono in
miseria pagheranno il prezzo più alto. In Africa infatti dove il 70% della
popolazione dipende dall’agricoltura, il riscaldamento globale provoca una
brusca accelerazione al processo di desertificazione, per cui gli sforzi che si
stanno compiendo per eliminare la fame nel continente si riveleranno inutili, se
non si trovano dei rimedi.
Lo studio, pubblicato e realizzato dall'ex capo economista della Banca Mondiale
Nicholas Stern preannuncia costi enormi in caso di mancato intervento di forze
internazionali sulla lotta contro il surriscaldamento globale. Le previsioni di
Stern dicono che l'economia globale potrebbe restringersi del 20% se almeno
l'1% dell'attuale produzione globale non verrà destinato alla riduzione delle
emissioni di anidride carbonica. Numerosi esperti hanno descritto il rapporto
come una "svolta" nel dibattito sui cambiamenti climatici. Il surriscaldamento
globale così può rimettere cifre superiori a quelle spese nella prima o seconda
Guerra mondiale o finire in una crisi simile a quella vissuta negli anni 30. I
recenti balzi del prezzo del petrolio hanno già spinto numerose aziende a
rivedere i loro consumi d'energia, indipendentemente dal grado d'attenzione
prestato ai problemi ambientali globali. L'importanza del mondo industriale ed
economico nella lotta contro i cambiamenti climatici è primordiale. Tutto questo
ha un impatto sul mondo del business e il modo in cui loro guardano i
cambiamenti climatici e la necessità di trovare delle fonti d'energia e delle
tecnologie alternative. Una parte del mondo economico è già oggi consapevole
dei rischi causati dall'effetto serra, ad esempio con il nuovo concetto di gestione
ambientale dentro le imprese che possono sì essere uno strumento di
marketing però che aiutano l’ambiente e la lotta contro il surriscaldamento
globale. IV Istituto Tecnico Commerciale - Fundação Torino 2006/2007 10
Il cambiamento climatico e i suoi effetti. Júlia Rocha Uchôa
Il Brasile senza dubbio può essere duramente colpito dal cambiamento
climatico. La sua economia è basata e dipende fortemente dalle risorse naturali
legate direttamente al clima, come l’agricoltura, turismo e la produzione di
energia idroelettrica.
Cambiamenti Climatici possono portare dei danni alle più vaste parcelle della
popolazione del Brasile come quelle del ‘‘semi-arido nordestino’’ o quelle che
vivono in aree di rischio nelle grandi e piccole città.
Il surriscaldamento della Terra potrebbe avere conseguenze drammatiche per
l'economia italiana. Lo studio della direzione ambiente della Commissione
Europea ha riportato che nel 2050 i paesi del Nord Europa potrebbero avere
benefici dall'aumento delle temperature, ma le regioni del Mediterraneo
dovranno fare i conti con la carenza di acqua e la mancanza di turisti. Secondo
lo studio il mare del Nord diventerà una nuova Riviera e i flussi turistici dal Nord
verso il Sud si interromperanno con drammatiche effetti per le economie di
Spagna, Grecia e Italia. Dal Nord al Sud dell'Europa si spostano ogni anno per le
loro vacanze circa 100 milioni di persone, pari a un sesto del turismo mondiale,
spendendo in totale circa 100 miliardi di euro.
Le piantagioni sono sensibili al clima ed un aumento di almeno 2 gradi insieme
a una scarsa piovosità può far diminuire il 20% della produzione di mais negli
Stati Uniti per esempio. Inoltre con meno piogge e più caldo le piantagioni
soffriranno di più con le piaghe.
Il riscaldamento globale farà che gli insetti di vita corta (spesso comuni in
regioni dove il clima è più caldo) possano svilupparsi più velocemente e
adattarsi a questo clima. Per questo le perdite nel settore agricola saranno
enormi.
Nel settore di allevamento invece con l’aumento di regioni desertiche diventa
più difficile trovare aree per l’alimentazione degli animali e le conseguenze sono
ovvie. Alcuni Paesi stanno creando programmi di cui la finalità e garantire per il
futuro l’alimentazione di questi animali e di conseguenza la nostra.
Con l’attività agricola e di allevamento compromessa si può prevedere un
aumento generalizzato dei prezzi in tutto il mondo. I paesi che saranno in grado
IV Istituto Tecnico Commerciale - Fundação Torino 2006/2007 11
Il cambiamento climatico e i suoi effetti. Júlia Rocha Uchôa
di salvarsi da aree deserte, da inondazioni per lo sgelo o in grado di creare una
nuova energia pulita saranno quelli in migliori condizioni. Il petrolio deve così
perdere il suo posto di elemento più desiderato al mondo per l’acqua. È
abbastanza probabile che la gara tra i paesi per cibo, acqua e energia sia prima
per il territorio minacciato dalle immigrazioni delle popolazioni costiere che non
avranno dove andare dopo l’inondazione prevista per i paesi costieri. Dopo in
effetto catena cominceranno le gare per la sopravvivenza e comincia a valere la
legge del più forte o di quello che è più armato.
IV Istituto Tecnico Commerciale - Fundação Torino 2006/2007 12
Il cambiamento climatico e i suoi effetti. Júlia Rocha Uchôa
Effetti Geografici
È stata anomala l'estate del 2003, quando una bolla di caldo e siccità si è
impossessata dell'Europa, provocando solo al settore agricolo danni stimati in
oltre 10 miliardi di dollari e la morte di circa 21 mila persone (35 mila secondo
altre stime), in Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Olanda, Gran Bretagna. I
ghiacciai alpini si sono fusi due volte più velocemente rispetto al record
precedente, e incendi hanno devastato le foreste europee.
Contemporaneamente, in agosto, le acque del Mediterraneo hanno raggiunto
temperature fino a 5-6 gradi sopra la media del periodo, con valori spesso oltre
i 32 gradi, tanto da spingere alcuni giornali a parlare di “rischio uragani” (che in
effetti si formano ai tropici quando le acque superano i 26 gradi).
Ma nel 2003 anche la Cina ha sofferto alcune catastrofi. L'inondazione dei fiumi
Huai e Yangtze ha spazzato via 650 mila case, e nel Midwest degli Stati Uniti,
una serie di uragani ha provocato distruzioni per 3 miliardi di dollari. L'India,
invece, ha subito prima un'ondata di freddo, e poi - insieme a Pakistan e
Bangladesh - ha visto le temperature lambire i 50 gradi.