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Materia scolastica : Storia : Biciclette in guerra
Materia scolastica : Lettere : La bicicletta nella letteratura
Materia scolastica : Biologia e Scienze della Terra : Ecologia e bicicletta
Materia scolastica : Fisica : Perché la bicicletta rimane in equilibrio ?
IL VELOCIPEDE
Nel 1861, i fratelli Pierre ed Ernest Michaux, a Parigi, idearono un sistema di pedalata "rotatorio" all'origine
del concetto attuale; l’idea fu quella di fissare due manovelle e due pedali ai lati del mozzo della ruota
anteriore. Ruotando i pedali si metteva la bicicletta in movimento; il "Velocipede" era nato.
Il velocipede dei fratelli Michaux costituisce il primo successo commerciale della bicicletta.
Da questo esordio è sorta l'industria della bicicletta. Il primo "salone commerciale della bicicletta", come
pure la prima "pubblicazione ciclistica", ebbero i natali in Francia nel 1869. In questo stesso anno ebbe
luogo, tra Parigi e Rouen una corsa, di 130 km, alla quale partecipavano ben 203 “ciclisti”.
LA GRANDE RUOTA ANTERIORE
Nel corso del 1870 un inglese, di nome James Starley, migliorò ulteriormente il concetto di velocipede.
L’idea fu quella di adottare una grande ruota anteriore in modo da incrementare notevolmente la velocità
del veicolo. ( il prototipo di James Starley )
James Starley fu, inoltre, il primo ad utilizzare ruote dotate di raggi costituiti da fili metallici sotto tensione
al posto dei tradizionali raggi di legno. Il posizionamento di questi era "tangenziale" piuttosto che “radiale”,
accorgimento che permetteva un migliore assorbimento delle vibrazioni causate dalla strada, una maggiore
resistenza agli urti ed una più efficiente forza di spinta generata dalla pedalata. Il tutto su una ruota
relativamente più leggera, questo concetto è valido tutt'oggi e domina sulle attuali biciclette.
LA TRASMISSIONE "A CATENA"
La prima bicicletta, fornita di un sistema di trasmissione a catena della forza propulsiva della pedalata dal
mozzo-pedali verso la ruota posteriore, fu ideata, da H.J Lawson, nel 1879.
( la trasmissione a catena ) 5
È nel 1884, poi, che John Kemp Starley iniziò la produzione della "Rover Safety Bicycle", o bicicletta di
"sicurezza". Fu denominata così poiché risultava decisamente più sicura del modello con la grande ruota
anteriore, se non altro per aver evitato l’effetto delle rovinose cadute da oltre due metri di altezza!
Gli anni dal secondo dopoguerra sono stati molto prolifici per quanto riguarda l'evoluzione tecnologica
della bicicletta. Questo è dovuto, da un lato, al crescente sviluppo della Mountain Bike (bicicletta da
montagna), dall’altro al continuo perfezionamento dei singoli componenti come, ad esempio, i sistemi di
cambio di velocità "indicizzati", le sospensioni e, non ultimo, l'utilizzo di nuovi materiali come il titanio e le
fibre di carbonio, oggi largamente impiegati anche per le biciclette amatoriali.
ALTRE TAPPE SORICHE SIGNIFICATIVE :
1888:
John Boyd Dunlop fa brevettare il suo sistema di camera ad aria che rende la marcia più sicura e
confortevole.
1891:
Édouard ed André Michelin inventano lo pneumatico smontabile, fornito di una camera ad aria.
1898:
La "New Departure Company" installa sui modelli di propria produzione i mozzi posteriori forniti di freni
"retro-pedale".
1906:
J.J.H. Sturmey e J. Archer sviluppano i prototipi ed iniziano la commercializzazione dei famosi mozzi
"Sturmey/Archer", a meccanismo interno per il cambio di velocità.
1903:
Prima edizione del "Giro della Francia"
1909:
Il Giro d'Italia 1909, prima edizione della "Corsa Rosa", si svolge in otto tappe dal 13 a 30 maggio 1909, per
un percorso totale di 2447,9 km. E’ vinto dall'italiano Luigi Ganna che si aggiudica il premio di 25.000 lire
messo in palio dalla Gazzetta dello Sport. Vi prendono parte 127, corridori di sei squadre, e solo in 49
riescono a concludere la competizione.
1920:
Una novità, che si afferma nel secondo decennio del ‘900, è l’adozione di un mozzo posteriore che
comprende due pignoni, uno a destra e uno a sinistra: per cambiare rapporto il ciclista deve fermarsi,
scendere dalla bici, smontare la ruota posteriore e rimontarla dall’altro lato (quello dove ha collocato l’altro
pignone).
1937:
Benché, fin da 1869, un prototipo di trasmissione per deragliatore fosse stato presentato al salone della
bicicletta di Parigi, è soltanto nel 1937 che l'impiego del deragliatore sarà reso ufficiale nel corso del Tour de
France. Questo concetto si è incessantemente evoluto ed ha migliorato notevolmente le prestazioni in
termini di adattabilità alle mutevoli condizioni di marcia. 6
1964:
Da un progetto creativo di Rinaldo Donzelli nasce la bicicletta pieghevole “Graziella” . Il profumo di libertà
e l’aria sbarazzina degli anni ’60 si rispecchiano in questa bici destinata ad entrare nella storia. Inizia l’era
del ciclismo da diporto, dei fine-settimana in bicicletta accessibili a tutti.
( la “mitica” Graziella in una pubblicità dell’epoca )
1970:
Rinnovata popolarità dello sport ciclistico; sono gli anni di Eddy Merckx, Felice Gimondi, Michele
Dancelli, Franco Bitossi, Gianni Motta, solo per citare alcuni tra i nomi più conosciuti.
1973:
In Italia c'è già chi scrive libri di addio alla bicicletta quando poi, quasi all'improvviso, arrivano le famose
domeniche di “austerity”, dell’inverno del 1973, a rilanciare la due ruote. E quelle domeniche senza auto
lasciano il segno facendo riflettere tanti italiani.
1980:
Con l'arrivo della bicicletta da montagna, si assiste ad un a seconda giovinezza per la bicicletta.
Il nuovo concetto di bicicletta “fuoristrada”, unitamente ad una sensibilità ecologista che rigetta l’utilizzo
dei veicoli a motore per gli spostamenti negli ambienti naturali; in breve coinvolge milioni di appassionati in
tutto il mondo.
All'inizio degli anni 80, l'industria registra la crescita più significativa delle vendite, anche per i modelli da
strada, dal secondo dopoguerra.
2012:
In Italia il numero di biciclette vendute supera quello delle auto di nuova immatricolazione.
Materia scolastica : Storia
Biciclette in Guerra
La bicicletta ha svolto un ruolo, non marginale, anche nella storia degli eserciti e delle guerre di tutto il
mondo fin dal tempo dei velocipedi.
Il primo esempio dell'uso delle due ruote a fini militari risale al 1851 quando, in Nuova Zelanda, le truppe
inglesi andarono all'assalto del nemico in sella a velocipedi! Ufficialmente, però, il primato nell'adozione
delle due ruote spetta all'esercito italiano che fornì, nel 1875, ad ogni reggimento di fanteria, quattro
velocipedi a ruote basse, destinati ai portaordini ed agli esploratori. Rispetto alle draisine usate dagli inglesi,
7
si trattava di mezzi più simili a quelli moderni, ulteriore conferma del fatto che i soldati italiani furono,
effettivamente, i primi a servirsi di un regolare veicolo a due ruote.
La data di nascita dei Bersaglieri ciclisti è il 15 Marzo 1898. I Bersaglieri che avevano contribuito in modo
determinante all'eroica epopea risorgimentale, erano, da tempo, un Corpo perfettamente organizzato che, per
preparazione, spirito d'iniziativa e capacità si era posto all'attenzione di tutti come la formazione più
avanzata e moderna dell'esercito Italiano. Era logico che gli uomini dal fez cremisi guardassero con interesse
la profonda trasformazione tecnologica e industriale che stava cambiando il volto dell'Italia. Un giovane
ufficiale dei Bersaglieri, il tenente Luigi Camillo Natali, si era, in particolare, appassionato a quel nuovo
mezzo di locomozione a due ruote che l'industria aveva appena messo a punto, perfezionando, via via, i
primi rudimentali bicicli. Era nata la bicicletta e un giovane meccanico milanese, Edoardo Bianchi, era stato
fra i primi ad intuirne le enormi possibilità di mercato; aveva attrezzato la propria officina per produrre un
certo numero di esemplari. Il mezzo aveva incontrato il favore del pubblico ed aumentava il numero di
spericolati che si azzardavano a sgattaiolare tra le carrozze. La bicicletta , per quanto moderna e utile, era
considerata, da taluni, un mezzo di trasporto poco dignitoso. In quegli anni, se un ufficiale dell'esercito
veniva sorpreso a cavalcioni di una bicicletta, rischiava di finire agli arresti. Se il Corpo dei Bersaglieri, era
stato voluto da La Marmora come una fanteria agile, facile e veloce a spostarsi e a colpire, equipaggiare i
fanti piumati di bicicletta significava decuplicare la loro funzione tattica. Natali non si limitava a discorrere
di queste cose, ma aveva anche inviato allo stato maggiore, una dettagliata relazione, che per lungo tempo,
non aveva avuto risposta. Le insistenze del tenente Natali trovarono nel Gen. Carlo Ferraris, comandante
della scuola tiro di Parma, un ascoltatore comprensivo ed entusiasta. Natali, nel frattempo promosso
capitano, venne incaricato di formare una prima compagnia sperimentale di Bersaglieri ciclisti; era il 15
Marzo 1898. Per l'esperimento vennero scelti elementi già pratici di bicicletta, fra i migliori dei dodici
reggimenti del Corpo. Sin dall'inizio apparve evidente l'estrema funzionalità del reparto. Alle grandi
manovre di cavalleria del 1899, la compagnia dei Bersaglieri ciclisti di Natali entusiasmò tutti.
Da Roma arrivò l'ordine di dar vita ad altre due compagnie. Nasceva così, nell'ambito dei fanti piumati, la
specialità dei ciclisti il cui comando veniva affidato al maggiore Giuseppe Cantù. Alla scuola di tiro di
Parma l'addestramento dei Bersaglieri ciclisti era particolarmente duro e accurato. L'inserimento della
specialità nei ranghi rendeva indispensabile preparare uomini in modo particolare. Dovevano sottoporsi,
ogni giorno, ad esercitazioni che avrebbero demoralizzato chiunque non fosse già passato attraverso il
normale addestramento del corpo. Era essenziale sapersi spostare celermente con la bicicletta e, giunti in
postazione, sparare con efficacia e precisione. Dopo le prime dimostrazioni di una fanteria altamente
specializzata e capace di rapidi spostamenti, si intuì quale futuro potesse avere la bicicletta nell'esercito di
allora.
La rivoluzione industriale aveva mutato tattica e strategia: cannoni, armi automatiche, gli ampi volumi di
fuoco avevano un'importanza preponderante sulle schermaglie dei reparti ottocenteschi. Adesso, la fanteria
era la vera "regina delle battaglie". 8
( bersaglieri ciclisti del primo ‘900 )
Ma doveva essere una fanteria addestrata a muoversi rapidamente con i propri mezzi. I grossi calibri
potevano devastare ferocemente truppe, mezzi e località nemiche, ma il possesso di una posizione era
determinata solo con la posa del piede sull'obbiettivo prescelto.
Alla luce di queste considerazioni si suggerì di dotare ogni reggimento di un analogo battaglione. Fu Natali a
gettare le basi dei regolamenti, dei programmi di istruzione e di addestramento, e a mettere a disposizione
dell'industria la sua esperienza per il perfezionamento della bicicletta da bersagliere che era del tutto
particolare. Si trattava di un telaio pieghevole: allentando pochi morsetti il mezzo veniva agevolmente
piegato in due e, con appositi "spallacci", collocato sulle spalle in pochi secondi. Era previsto lo spazio per il
moschetto al centro del velocipede, in uno zainetto apposito, trovavano sistemazione tutto l'equipaggiamento
previsto.
Dietro il sellino era stato ricavato spazio per il porta-mantellina. Nella creazione di questa bicicletta si era
semplificata al massimo la meccanica per consentire riparazioni e sostituzioni di pezzi anche in condizioni
di emergenza o a chi fosse completamente privo di cognizioni tecniche.
I programmi di addestramento erano tali che chi entrava nel Corpo dei Bersaglieri non poteva non diventare
un ciclista di prim'ordine. 110-120 chilometri al giorno alla media di 15 chilometri l'ora, su una bicicletta
che pesava, da sola, 26 chili e che, per i mitraglieri, arrivava a oltre 40 chili.
La mitragliatrice, una Fiat 14, era divisa su tre mezzi, il treppiede su una bicicletta, l'arma con canna e
manicotto di raffreddamento su un'altra, il bidone a pompa per l'acqua sulle spalle di un terzo Bersagliere. 9
( biciclette pieghevole in uso ai Bersaglieri )
Ma la realtà che portò la due ruote alla ribalta dell’attenzione nazionale fu la guerra ’15-’18 durante la quale