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PEDAGOGIA
ATTIVISMO
L’attivismo è un movimento pedagogico importante, che nasce tra la fine dell’ 800 e
la prima metà degli anni ’50 e rappresenta un forte innovamento educativo nella
scuola. L’influenza storico-culturale e l’estensione dei regimi democratici hanno
provocato la sensibilizzazione sull’importanza dell’educazione e l’estensione
dell’obbligatorietà. Una grossa novità sta nel fatto che i problemi educativi non sono
più solo discussi ma sperimentali.
Cousinet, padre storico dell’attivismo, l’ha definito come una “nuova educazione”,
cioè un’educazione centrata sui bisogni del bambino, che sposta il centro di interesse
dai contenuti e dai programmi al soggetto stesso. L’innovazione che si ha in questo
periodo, quindi, è la centralità riconosciuta al fanciullo ed il puerocentrismo sarà uno
dei temi portanti su cui si fonda l’attivismo, e che comporterà una maggior
importanza verso l’infanzia e favorirà un’educazione che riconosce e parte dai
bisogni del bambino. L’attivismo si farà promotore di scuole nuove, di un nuovo
modo di intendere l’educazione e di metodi ed approcci. Prenderà le distanze dalla
scuola tradizionale e il suo slogan sarà: “Non più una scuola per la vita ma una
scuola come vita stessa”.
Ogni pedagogista darà i propri contributi ma ciò che li accomuna è un nuovo modo di
organizzare e di fare scuola, una scuola che sappia leggere i bisogni del bambino e
che crei un ambiente per favorirgli una crescita il più possibile armonica. Un carattere
dell’attivismo è che pone maggiore attenzione al rapporto tra pensiero ed azione.
Nasce un nuovo modo di intendere il rapporto tra docenti ed alunni.
Secondo Cousinet, l’attivismo ha tre indirizzi:
1. Mistico
Ha come punto di riferimento i pedagogisti dell’800 e vi ispirano autori come la
Montessori. In questo indirizzo si riconoscerà l’infanzia come valore in sé e per sé e
la sua necessità. Viene attribuita grande importanza all’attività personale del bambino
per favorire lo sviluppo intellettivo e l’educatore viene visto come una guida, come
un regista che dà al bambino un ruolo centrale e un’ampia libertà di azione per
sviluppare l’area morale, artistico espressiva ed intellettuale.
2. Filosofico
Ha come rappresentante Dewey. Secondo Dewey l’infanzia è una tappa necessaria,
non è un valore ma uno stadio necessario che non può essere accelerato perché
quanto più noi tendiamo a ridurlo, tanto più lo sviluppo sarà disarmonico.
3. Scientifico
In questo indirizzo rientra la pedagogia sperimentale e la pedagogia dell’età dello
sviluppo. Utilizza il metodo dell’osservazione e studi l’area intellettiva oltre l’area
affettiva ed emotiva del soggetto.