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Sintesi
Estratto del documento

Oltre ad essere responsabile della formazione

intellettuale e culturale dell’individuo gli è affidata la

formazione morale e sociale.

Volpi ha delineato le dieci principali caratteristiche

dell’insegnante formatore, che ritroviamo nel:

la disponibilità al cambiamento;

o la capacità di definire gli obbiettivi di apprendimento;

o la capacita di costruire e ricostruire tali obbiettivi;

o la capacità di fornire un quadro di riferimento;

o la capacità di progettare il materiale formativo;

o la capacità di presentare l’innovazione,

o la capacita di far sviluppare l’abilita del risolvere i problemi;

o la capacità di controllare le capacità dell’apprendimento;

o la capacità di far acquisire una disciplina intellettuale;

o l’affidabilità come modello di relazione e competenza.

o 9

Area

interdisciplinare

10

L’evoluzione della figura del maestro nella storia

Il Mondo Greco

1.1-Sparta e Atene

Sparte ed Atene, le sue polis sviluppatesi verso il VII secolo a.C. segnarono fortemente la

Analizzando

storia e la cultura dell’antica Grecia. i vari modelli educativi vigenti si possono

comprendere le varie tipologie di maestro presente.

-Sparta

Sparta Alcune

nacque in seguito al crollo della civiltà micenea. tribù doriche si insediarono

Sparta

in Laconia , fondando diversi insediamenti e unificandosi successivamente. cercò di

estendere i propri domini non impegnandosi in spedizioni coloniali come le altre polis, ma cercando

nuove terre nelle aree circostanti.

Visse sempre in stato di guerra,infatti, l’ideale educativo caratterizzato da una areté

guerriera, era principalmente militaresco e ritrovava il suo fulcro nel rapporto tra l’uomo e la pòlis.

La formazione dell’individuo era collegata alle esigenze della vita associata.

N

“ essuno era libero né doveva vivere a suo talento, si aveva sempre coscienza di non appartenere a

se stessi bensì alla patria” da “Vite parallele” Plutarco

L’educazione si basava sulla cura del corpo,

All’

mancava un’istruzione delle arti e delle lettere. età di

7 anni il bambino spartano era sottratto alla famiglia per

essere affidato alle cure della polis. All’ età di 30 anni

entrava poi a far parte dell’esercito spartano, il gruppo

degli uguali.

Per quanto riguarda il maestro ritroviamo una

Nel

figura “autoritaria” ed “imponente”. periodo che va

dagli otto agli undici anni i giovani erano seguiti dal

paidònomos, ovvero un magistrato dedito alla

sorveglianza del gruppo del gruppo dei pari.

-Atene

Anche Atene, come Sparta nacque in seguito al crollo della

civiltà micenea, quando l’Attica si frammentò in tante piccole città,

ognuna con un proprio governo.

Caratterizzato da una areté civile, l’ideale educativo ateniese

Oltre

mirava alla formazione del cittadino democratico. ad un

raggiungimento della perfezione psicofisica e culturale, uno dei

principali obiettivi era l’educare l’individuo ad una perfetta

formazione con lo Stato. 11

Il bambino, che iniziava a sette anni “l’educazione esterna”, era seguito da tre maestri: il

paidotribes, il kitharistés ed il grammatistés.

Il paidotribes era l’istruttore di “educazione fisica”, che nella palestra addestrava il fanciullo alla

Il

lotta , al pugilato, alla corsa, al salto ed al lancio del disco o del giavellotto. maestro di musica o

kitharistés insegnava come suonare la cetra ed a cantare i versi dei poeti accompagnandosi con la

Il

lira. grammatistés o didàscalos era colui che insegnava i primi rudimenti di lettura, scrittura e

calcolo.

1.2-La Paidéia filosofica N

Nell'Enciclopedia filosofica (Sansoni, Firenze, 1957, vol. 3) alla voce Paideia leggiamo: '' el suo

significato letterale ed originario vale ''educazione'' come tecnica con cui il fanciullo è preparato

N

alla vita. ondimeno il termine nel mondo ellenico andò sempre più arricchendosi di significato,

fino ad esprimere l'ideale della formazione umana; non più dunque, preparazione alla cultura, ma

Effettivamente

la cultura stessa in quanto "valore" della personalità.” il concetto di educazione e i

Ciò

valori sui quali questa si fondava subirono in pochi secoli una notevole evoluzione. fu favorito

Questa

dalla nascita e dallo sviluppo della filosofia. portò a ritenere la cultura filosofico-letterale

come fonte di educazione.

-I Sofisti

Verso la fine del V secolo a.C. si affermò in Grecia,

soprattutto ad Atene, una nuova tipologia di intellettuale e di

educatore: i sofisti.

Con il termine sofista, dal greco sophistée=maestro

di sapienza, furono definiti alcuni maestri itineranti che

A

impartivano un’istruzione superiore a pagamento. loro si

deve una trasformazione profonda dell’indagine filosofica,

che si sposta dalla ricerca dell’arché all’analisi del

linguaggio e dei valori dell’uomo.

Ritenuti esperti nelle tecniche della dialettica e della

retorica, dietro pagamento, le mettevano a disposizione di

Ponevano

chiunque volesse affermarsi sulla scena politica. come carattere necessario del curricolo

un sapere enciclopedico, la polymàtheia, la quale era la base necessaria per organizzare

Sostenevano,

efficientemente un discorso. infatti, che la virtù sulla quale si può basare l’attività

politica derivasse da una cultura generale, unità alla capacità dialettica e retorica.

-Socrate

Nato nel 469 a.C. a partire dal 430 a.C. iniziò la sua missione

educativa. In opposizione ai sofisti sostiene la necessità di un legame

tra la formazione intellettuale e quella morale essendo solo

Maestro

quest’ultima a rendere lecita l’azione del politico. di nessuno

sosteneva di non avere allievi da sottoporre ad esercitazioni: tutti i

cittadini erano dei potenziali allievi che potevano “assistere alle sue

Non

lezioni” che si tenevano nell’agorà. chiese mai compenso in

denaro, non volle affidare i propri insegnamenti alla parola scritta, ne

fondò mai delle scuole filosofiche. 12

Utilizzava come metodo educativo il “dialogo”, caratterizzato da due momenti: l’ironia e la

La

maieutica. prima serviva a distruggere le false convinzioni dell’interlocutore, mentre la seconda

consisteva nello stimolare l’allievo a ricercare autonomamente la risposta dentro di sé.

Contrapponeva ai lunghi discorsi dei sofisti, discorsi brevi, composti da domande mirate a far

scoprire al discepolo la verità che già reca in se stesso.

13

Il Mondo Romano

E’ molto difficile ridurre a poche righe la

Sono

Storia dell’Impero Romano. pochi coloro

che sono riusciti, e tra questi vi è il Sommo Dante

Alighieri che nel VI canto del Paradiso,

caratterizzato dal monologo di Giustiniano,

descrisse magistralmente le principali vicende

dell’Impero.

Secondo la tradizione, la fondazione di

Roma avvenuta il 21 aprile del 753 a.C. si deve ai

Dopo

leggendari Romolo e Remo. il periodo regio,

che durò circa 250 anni, in cui si successero i

leggendari sette re di Roma: Romolo, Numa

Pompilio, Tullio Ostillio, Anco Marzio, Torquato

Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo; fu

L’età

istituita la Res pubblicae, repubblicana fu caratterizzata dalle prime campagne

espansionistiche che resero in pochi secoli la città del Lazio la capitale del “Mondo”, fino a quel

momento conosciuto, infatti, durante la successiva età imperiale il dominio Romano raggiunse la

Intorno

suo massimo sviluppo ed estensione. al V secolo d.C. l’impero si trovò ad affrontare un

Queste

periodo di crisi, causato da un instabilità politico-economica e dalle invasioni barbariche.

difficoltà ne determinarono una separazione tra la parte occidentale e quella orientale. Mentre tra il

V ed il VII secolo l’impero Orientale il momento di maggior splendore quello Occidentale; vittima

di una crisi economico-sociale, vide nel 476 d.C. ad opera del re barbaro Odoacre deporre

l'imperatore Romolo Augusto e mandare le insegne imperiali all'imperatore d'Oriente, segnando

anche formalmente la fine dell'Impero Romano.

2.1-L’Educazione a Roma

Prima che fossero istituite le prime

scuole l’educazione e l’istruzione dei bambini

La

era affidata alla famiglia. prima educatrice

era la madre, la quale rivestiva un compito

importantissimo dal punto di vista educativo e

All’età

morale. di sette anni il fanciullo

iniziava un ulteriore periodo di formazione

Le

passando sotto la tutela del padre. bambine

contrariamente ai maschi restavano a casa a

svolgere i lavori domestici sotto la tutela della

Il

madre. pater familias si preoccupava della

preparazione fisica, intellettuale e morale.

Verso la fine del III secolo a.C. furono

istituite, per iniziativa privata, le prime scuole rivolte a coloro che non disponevano di precettori in

Si Il

casa. svilupparono dopo l’incontro con i modelli formativi greci. corso di studi era suddiviso in

tre gradi: scuola primaria, scuola secondaria e scuola superiore.

14

La scuola primaria

Denominata ludus litterarius si

proponeva di attuare la prima

“alfabetizzazione culturale” dei bambini fra i

La

sette e i dodici anni circa. maggior parte

degli alunni erano maschi, ci sono, però giunte

delle testimonianze che parlano della presenza

di alcune bambine, le quali sposandosi molto

giovani non continuavano gli studi.

Il bambino, seguito dal ludi magister,

apprendeva a leggere e scrivere prima

imparando il nome di tutte le lettere

dell’alfabeto, poi la loro forma grafica ed

infine la loro trascrizione nella tabella.

L’insegnamento del calcolo, preposto al

calculator, consisteva nella memorizzazione

delle tavole aritmetiche elaborate dai greci.

Il ludus litterrarius era caratterizzato da una disciplina rigida, spesso il magister ricorreva a

Lo

delle tecniche di coercizione e castigo. scrittore Marziale descrive cosi in chiave satirica i

maestri che utilizzavano la violenza come strumento didattico:

C osa abbiamo da spartire con te, o maledetto maestro di scuola,

uomo odiato da fanciulli e fanciulle?

I crestati galli non hanno ancora rotto il silenzio

e tu tuoni con i tuoi terribili urli e frustate.

C osi forte rumoreggia il bronzo sull’incudine,

quando l’artefice foggia la statua dell’avvocato da mettere in groppa al cavallo;

il clamore che si alza nel vasto anfiteatro,

quando la folla applaude il gladiatore armato dal piccolo scudo suo favorito, e più leggero.

Marco Valerio Marziale, “Epigrammi” IX

Il ludi magister mal pagato e disprezzato ricavava poca soddisfazione da tale mestiere,

tenuto in scarsa considerazione nella società del tempo.

La scuola secondaria

Privilegio degli appartenenti all’aristocrazia la scuola del grammaticus si occupava della

L’insegnante

formazione grammaticale e letteraria con un avvio allo studio dei classici. sceglieva

gli autori oggetto di studio tra i grandi autori, quali Virgilio, Orazio ed Omero.

Oltre agli argomenti letterari erano studiate discipline come la logica, la retorica, la musica,

l’astronomia, la geografia, l’aritmetica, la medicina e l’architettura.

La scuola superiore

Terzo Il

ed ultimo livello degli studi era costituito dalla scuola del retor. giovane che

Attraverso

aspirava ad intraprendere la carriera politica vi accedeva verso i sedici anni. una serie di

L’allievo

esercizi si impadroniva delle principali tecniche retoriche. era invitato a fare la parafrasi

15

ed il commento delle sententia degli autori più celebri oppure a declamare discorsi fittizi di genere

deliberativo, suasoriae, o giudiziario, controversiae.

2.2-Quintiliano e il maestro ideale

Dopo una lunga carriera forense ed aver esercitato la professione di retore per circa

vent’anni, Marco Fabio Quintiliano dedicò gli ultimi anni della sua vita alla composizione dell’

Trattato

“Istitutio oratoria”. didascalico in dodici libri concernente, anche se in forma non esplicita,

la preparazione degli insegnanti; è il testo più noto della pedagogia latina.

L’autore si propone di analizzare l’iter formativo del futuro oratore dalla nascita fino alla

Mentre

maturità. alcuni libri sono dedicati esclusivamente all’insegnamento delle tecniche

Il

retoriche, altri trattano di problemi di pedagogia generale e didattica. pensiero di Quintiliano è

caratterizzato da una forte fiducia verso l’educazione, la quale “produce grandi differenze tra gli

uomini” I

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