Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 53
Ape - Tesina Pag. 1 Ape - Tesina Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 53.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Ape - Tesina Pag. 51
1 su 53
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Ape, Un piccolo insetto, grandi capacità


Ho deciso di svolgere la mia tesina sull'ape, in cui ho effettuato dei collegamenti con alcuni argomenti che ho trovato pertinenti al tema dell’ape e agli ambiti circostanti. Nella mia tesina di maturità non troverete un’esplicita trattazione legata alle materie scolastiche, ma brevi cenni, dal momento che ho preferito approfondire diversi aspetti del mondo dell’ape piuttosto che ripetere ciò che ho già affrontato durante quest’anno scolastico.
“Come l'ape raccoglie il succo dei fiori senza danneggiarne colore e profumo, così il saggio dimora nel mondo.” - Siddhārtha Gautama Buddha -
Le parole di Siddhārtha Gautama esprimono al meglio, con semplice intensità, il motivo che mi ha indotta a presentare una ricerca sulle api. Tra le frenetiche occupazioni, che pervadono la società del profitto, ci dimentichiamo troppo spesso del dono che la natura offre all’uomo, quello della vita stessa. Un’offerta che non segue la logica ferrea del “do ut des”, ma rende disponibili le risorse delle sue creature per allietare gratuitamente la vita dell’uomo.
L’uomo invece reagisce costruendo, distruggendo ed infestando. Neppure il laborioso mondo delle api rimane esente dalle manifestazioni dell’ignoranza umana, che non è in grado di conciliare il rispetto per la natura con le necessità che la modernità impone. Che mai sarebbe l’uomo senza gli alberi? E che sarebbe se l’ape, piccolo insetto della eccellente famiglia degli impollinatori, scomparisse a causa dell’inquinamento, dei campi magnetici, dei pesticidi che l’uomo crea e mal utilizza?
Forse guarderebbe con occhi che brillano di soddisfazione e compiacimento le proprie costruzioni, le fabbriche di cemento, le invenzioni chimiche, tecnologiche e belliche, senza accorgersi di essere un individuo privo di radici, un niente.
Un insetto, apparentemente insignificante, può nasconde grandi capacità, come fin dall’antichità uomini saggi di acuta sensibilità come Simonide, Virgilio, Dante Alighieri, Pascoli e Saba hanno menzionato ed elogiato. La figura dell’ape è presente anche nella poetica di Emily Dickinson e in alcune opere d’arte a partire dalle sculture del Bernini alle pitture di Dalì.
L’ape non solo si sacrifica per difendere la comunità, ma offre anche il suo veleno per rimedi alternativi in campo medico e, in ultima analisi, una speranza per la cura dell’AIDS. Oltre a possedere una straordinaria tecnica di comunicazione che sfrutta la capacità di orientarsi tramite l’ausilio del sole, l’ape è un importante indicatore della situazione ambientale e dell’inquinamento di una zona. L’uomo ha inventato le centraline ma la natura ci aveva già pensato prima tramite i suoi insetti. Se non vogliamo comprendere i motivi profondi dell’importanza che questi insetti rivestono almeno rispettiamoli per la loro opera d’impollinazione che ci offre panorami mozzafiato: fiori dalle mille varietà e colori dalle mille sfumature. Non dimentichiamo che “L'ape è piccola tra gli esseri alati, ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori”, come dice il libro del Siracide.

Collegamenti

Tesina sull'Ape


Filosofia - Schopenhauer, il rapporto tra ape regine e fuco; il rapporto ape-fiore.
Letteratura latina - Virgilio e Simonide.
Letteratura italiana - Pascoli, Saba e Alghieri.
Letteratura inglese - Emily Dickinson.
Storia dell'arte - Bernini, Feuchtmayer, Dalì, Sutherland.
Fisica - I campi magnetici.
Storia - La Seconda Rivoluzione industriale.
Geografia astronomica - Il Sole, l'orientamento dell'ape.
Estratto del documento

La mia scelta

“Come l'ape raccoglie il succo dei fiori senza danneggiarne colore e profumo,

così il saggio dimora nel mondo.” - Siddhārtha Gautama Buddha -

Le parole di Siddhārtha Gautama esprimono al meglio, con semplice intensità,

il motivo che mi ha indotta a presentare una ricerca sulle api.

Tra le frenetiche occupazioni, che pervadono la società del profitto, ci

dimentichiamo troppo spesso del dono che la natura offre all’uomo, quello della

vita stessa.

Un’offerta che non segue la logica ferrea del “do ut des”, ma rende disponibili

le risorse delle sue creature per allietare gratuitamente la vita dell’uomo.

L’uomo invece reagisce costruendo, distruggendo ed infestando.

Neppure il laborioso mondo delle api rimane esente dalle manifestazioni

dell’ignoranza umana, che non è in grado di conciliare il rispetto per la natura

con le necessità che la modernità impone.

Che mai sarebbe l’uomo senza gli alberi?

E che sarebbe se l’ape, piccolo insetto della eccellente famiglia degli

impollinatori, scomparisse a causa dell’inquinamento, dei campi magnetici, dei

pesticidi che l’uomo crea e mal utilizza?

Forse guarderebbe con occhi che brillano di soddisfazione e compiacimento le

proprie costruzioni, le fabbriche di cemento, le invenzioni chimiche,

tecnologiche e belliche, senza accorgersi di essere un individuo privo di radici,

un niente.

Un insetto, apparentemente insignificante, può nasconde grandi capacità,

come fin dall’antichità uomini saggi di acuta sensibilità come Simonide, Virgilio,

Dante Alighieri, Pascoli e Saba hanno menzionato ed elogiato. La figura dell’ape

è presente anche nella poetica di Emily Dickinson e in alcune opere d’arte a

partire dalle sculture del Bernini alle pitture di Dalì.

L’ape non solo si sacrifica per difendere la comunità, ma offre anche il suo

veleno per rimedi alternativi in campo medico e, in ultima analisi, una speranza

per la cura dell’AIDS.

Oltre a possedere una straordinaria tecnica di comunicazione che sfrutta la

capacità di orientarsi tramite l’ausilio del sole, l’ape è un importante indicatore

della situazione ambientale e dell’inquinamento di una zona. L’uomo ha

inventato le centraline ma la natura ci aveva già pensato prima tramite i suoi

insetti!

Se non vogliamo comprendere i motivi profondi dell’importanza che questi

insetti rivestono almeno rispettiamoli per la loro opera d’impollinazione che ci

Pagina 4 di 53

offre panorami mozzafiato: fiori dalle mille varietà e colori dalle mille

sfumature. Non dimentichiamo che “L'ape è piccola tra gli esseri alati, ma il suo

prodotto ha il primato fra i dolci sapori”, come dice il libro del Siracide.

Avvertenza per il lettore

Ho deciso di riportare nella pagina seguente una mappa concettuale

di collegamenti con alcuni argomenti che ho trovato pertinenti al tema dell’ape

e agli ambiti

circostanti. Nel mio elaborato non troverete un’esplicita trattazione legata alle

materie

scolastiche ma brevi cenni, dal momento che ho preferito approfondire diversi

aspetti del

mondo dell’ape piuttosto che ripetere ciò che ho già affrontato durante

quest’anno scolastico. Pagina 5 di 53

Mappa concettuale Pagina 6 di 53

L’apicoltura: una lunga storia alle spalle

La venerazione dell'ape e del miele è una

costante lungo tutto il corso della storia; odi,

canzoni e versi sono state scritti in loro onore

in ogni epoca. La testimonianza più antica

della sinergia tra uomo e ape risale al

neolitico (7.000-5.000 a.C.) in una

rappresentazione rupestre rinvenuta in

Spagna nei pressi di Valencia, a Cueva de la

Araña intorno agli anni 20 del Novecento. Si

tratta di un uomo con un recipiente nei pressi

di un'ansa nella roccia dove introduce un

braccio per prelevare i favi. Alcune api volano attorno all'uomo e i cerchi

concentrici che si distinguono probabilmente simulano il fumo. È un cacciatore

di miele, figura che esiste ancora presso certe popolazioni primitive.

Probabilmente l'uomo della raffigurazione sta raccogliendo le famiglie di api

che vivevano nei tronchi cavi delle piante, sezionandoli e sistemandoli nei

pressi delle abitazioni. Questa pratica è rimasta in uso fino alla metà del

Novecento.

Sono stati probabilmente gli Egiziani i primi a capire l'importanza di offrire alle

api un luogo dove creare l'alveare. Nacquero così attorno al 2600 a.C. le prime

arnie fatte di rami, canne intrecciate e fango essiccato; avevano forma

cilindrica e venivano poste vicine l'una all'altra per agevolare il controllo e

l'allevamento delle api. Si praticava l'apicoltura nomade fluviale lungo le

sponde del Nilo, il viaggio durava tre mesi, seguendo le fioriture provocate

dalle piene del fiume. Ogni popolo ha sviluppato il proprio modo di costruire le

arnie, talvolta venivano usati anche oggetti preparati per altri utilizzi e adattati

poi allo scopo dell'apicoltura. In Medio Oriente si prediligevano i vasi in

terracotta, nell'Europa centrale i tronchi svuotati, altrove contenitori di paglia o

di fibra vegetale e argilla.

Altre testimonianze relativamente ai Sumeri dicono che il miele veniva usato in

cosmesi già nel 3000-2000 a.C. Assiri e Babilonesi usavano il miele per le

affezioni che colpivano epidermide, occhi, genitali, apparato digerente e

trattavano i corpi dei defunti con la cera d'api e con lo stesso miele. I Celti lo

usavano nei riti di sepoltura, mentre per gli Etruschi rappresentava una

preziosa offerta votiva. I Greci lo consideravano il prodotto degli arcobaleni e

delle stelle e gli conferivano una componente divina tanto da considerarlo il

cibo degli dei. L'allora comune credenza voleva che le divinità si cibassero di

nettare e ambrosia e che gli dei, in uno slancio di generosità, non potendo dare

l'immortalità agli uomini, per confortarli per la loro condizione svantaggiata,

permettessero loro di gustare il miele facendolo cadere sulla terra dalle loro

tavole riccamente imbandite. Lo credevano inoltre un potente elisir di

giovinezza e lo somministravano regolarmente agli atleti che concorrevano ai

Giochi Olimpici.

Aristotele (384-322 a.C.) è stato il primo a studiare scientificamente le api

analizzandone il modo di riprodursi e notando che si dedicano ad una tipologia

di fiori alla volta. Fino al termine del Medioevo i suoi scritti sono stati l'unica

fonte autorevole sull'argomento. Anche gli antichi greci praticavano il

Pagina 7 di 53

nomadismo spostandosi da una regione all'altra seguendo le fioriture.

Nell'antica Roma troviamo importanti studi sulle api e l'apicoltura; Plinio il

Vecchio pubblica nel 79 d.C. la "Naturalis Historia" dove parla spesso delle api e

dell'apiario.

Sappiamo per certo che presso i Romani l'apicoltura doveva essere

particolarmente sviluppata, praticavano la sciamatura artificiale, costruivano

arnie e sperimentavano nuove tecniche. Virgilio, apicoltore e poeta, nelle

"Georgiche" tratta dell'organizzazione dell'apiario e della flora apistica; è il

primo vero e proprio trattato di apicoltura che sarà utilizzato in tutto il mondo

occidentale fino al Cinquecento.

I Romani facevano grande uso del miele a scopo terapeutico, cosmetico e in

cucina, tanto che era considerato un alimento fondamentale, presente in ogni

pasto.

In India, oltre ad avere significati simbolici, il miele era considerato afrodisiaco,

tanto da essere l'ingrediente principale di elisir e filtri d'amore. Per lungo tempo

e in diverse popolazioni ed epoche il miele veniva inoltre impiegato nei riti

religiosi. Non è un caso dunque che nel Corano viene considerato il simbolo

della guarigione sia spirituale sia materiale.

Nel 1448-1482 gli Inca offrivano miele e cera d'api come tributo ai

conquistatori europei. La diffusione dell'allevamento delle api al fine di ottenere

miele e cera, due beni preziosi uno principalmente per l'alimentazione, l'altro

per la realizzazione delle candele, fu rapida e capillare. La sua importanza

alimentare si mantenne inalterata per tutto il Medioevo fino all'avvento dello

zucchero intorno alla metà del XVIII secolo quando si scoprì che dalla canna da

zucchero si poteva estrarre un prodotto con potere dolcificante più economico

del miele. È l'inizio del tracollo nell'uso del miele, che venne rapidamente

soppiantato dallo zucchero, che poco dopo cominciò ad essere estratto anche

dalla barbabietola in modo ancora più redditizio.

Durante il medioevo e fino al XVII secolo l'apicoltura non fa grandi progressi, si

trova qualche citazione legislativa, ma nulla di relativo allo sviluppo tecnologico

né nella costruzione delle arnie, né nello studio delle api. Alla fine del XVII

secolo l'apicoltura fa progressi notevoli, soprattutto grazie all'avvento del

microscopio. Swammerdan scopre il doppio stomaco, il pungiglione, il sistema

nervoso, il cuore, l'antenna, gli occhi, la doppia ovaia e gli ovidotti della regina.

Reaumur (1637-1672) descrive compiutamente la storia delle api nella sua

"Storia degli insetti". Lo svizzero Huber (1750-1837) studiò l'ape costruendo un

originale alveare a fogli mobili a forma di libro. Scoprì la fecondazione della

regina e la formazione della cera. Gli studi di Huber furono perfezionati dal

reverendo americano Lorenzo L. Langstroth (1810-1895), che inventò la

moderna arnia a telaini mobili. Il suo libro "L'ape e l'arnia" è un classico

dell'apicoltura odierna.

Dalla metà dell'800 si diffusero in tutto il mondo i metodi moderni con le

tecniche messe a punto da Langstroth. L'ultima scoperta significativa in campo

di apicoltura è da ricondurre all'astuzia del maggiore Von Hruska (1819-1888),

si tratta dello smielatore che permette di estratte il miele senza distruggere i

favi.

L'arnia classica da dieci telaini deriva dal

modello originale ideato da Langstroth nel

1851, successivamente modificato da

Charles Dadant nel 1859 e da Blatt. Nel

1932 venne standardizzata da Carlo Carlini Pagina 8 di 53

l'arnia italiana partendo dal modello Dadant-Blatt. L'arnia Italica-Carlini è

attualmente il modello più diffuso in Italia. L’arnia Dadant-Blatt è costituita da

elementi modulari che ne consentono la scomposizione: tetto in lamiera usato

per la protezione dell’alveare, coprifavo per la copertura del nido o del melario,

melario per l’alloggiamento dei telaini da produzione, nido per l’alloggiamento

dei telaini per lo sviluppo della famiglia, fondo a rete antivarroa dotato di

cassetto per l’ispezione. Pagina 9 di 53

Chi sono le api

Morfologia e anatomia Pagina 10 di 53

I principali tipi di api in Italia

Apis apidae.

è un genere di insetto sociale della famiglia delle Due delle specie

Apis mellifera

comprese nel genere possono essere allevate dall'uomo ovvero e

Apis cerana.

I principali tipi di api in Italia sono l’ape carnica, l'ape italiana o ape ligustica,

l'Apis mellifera mellifera, tutte sottospecie dell'ape mellifera.

L'ape carnica è una sottospecie di ape mellifera

dell'Europa occidentale. Originaria della Slovenia,

ha un'area di distribuzione naturale che abbraccia

gran parte dell'est europeo.

La caratteristica principale di quest'ape è la

mansuetudine. Si è ben adattata alla disponibilità

di nettare, per mezzo di un rapido accrescimento

della popolazione in primavera diminuendo così la

dimensione della covata quando l'alimento inizia a

scarseggiare.

L'ape carnica ha all'incirca le medesime dimensioni dell'ape ligustica, ma può

essere distinta perché è generalmente di colore castaneo-grigio normalmente

scuro con righe leggermente più chiare. Hanno la ligula molto lunga che

permette una migliore raccolta di nettare.

L'ape italiana o ape ligustica è anch'essa una

sottospecie dell'ape mellifera. E’ originaria

dell'Italia e del nord della Sicilia. Questa

sottospecie si è formata sopravvivendo all'era delle

glaciazioni come le sottospecie geneticamente

differenti della Spagna e della Sicilia. E’ la

sottospecie più diffusa al mondo tra le api

mellifere, per l'apprezzamento che ha tra gli

apicoltori, in quanto ha dimostrato di essere

adattabile alla maggior parte dei climi. Le api

italiane si sono evolute nel caldo clima mediterraneo; possono sopportare i duri

inverni europei e le fresche e umide primavere delle latitudini più a Nord.

Dettagli
Publisher
53 pagine
85 download