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Sintesi
Italiano: D'Annunzio vs. Nietzsche (superuomini a confronto);

Storia: Il Nazismo;

Matematica: Il teorema di Cauchy per equazioni differenziali del primo ordine;

Informatica: normalizzazione del Database;

Sistemi: il modello TCP/IP, gli indirizzi IP;

Elettronica: sistemi di acquisizione e distribuzione dati;

Inglese: Nietzsche and the Nazism.
Estratto del documento

46

DECADENTISMO

In contrapposizione alle ideologie e al pensiero scientifico, che stava

influenzando gran parte della cultura europea, dando vita a movimenti

culturali come il Naturalismo, nasce il DECADENTISMO.

Il termine Decadentismo, indica la decadenza o il tramonto di una

cultura, in questo caso quella romantica, a cui segue l’origine di una

nuova, basata sull’estetismo, perciò sul culto della bellezza e sul piacere.

Più avanti il termine indicherà quel movimento culturale e letterario, che

influenza gran parte d’Europa, a partire dalla metà degli anni ’80

dell'Ottocento, per terminare nel primo decennio del Novecento, dando

spunto alle seguenti nascenti poetiche dell’ERMETISMO , FUTURISMO ,

2 3

CREPUSCOLARISMO .

4

Il Decadentismo mira ad esaltare la figura dell’ intellettuale, rispetto alla

società di massa nascente, recuperando i valori classici e tradizionali,

rivalutando il privilegio del ruolo dell’artista, e dando origine alla figura

del PROFETA-VATE e del SUPERUOMO. Tutti questi atteggiamenti si

identificano perfettamente nella nuova società, dove l’artista, esaltando

la sua figura, facendo della propria vita un’opera d’arte che tende all’

inimitabilità, plagia la massa, diventando un vero e proprio mito,

soddisfacendo perfettamente le esigenze del pubblico e della società.

GABRIELE D'ANNUNZIO

Poeta, romanziere, drammaturgo, giornalista,

nato a Pescara nel 1863 e morto a Gardone

Riviera nel 1938, fu uno tra i maggiori

protagonisti della vita letteraria italiana di

fine Ottocento e dei primi decenni del

Novecento. Fu anche il più importante

esponente del Decadentismo italiano,

affascinato dalle idee di Nietzsche da cui

ricavò il mito del superuomo. A Roma, dove si

trasferì da Pescara nel 1881 per frequentare

all’università la facoltà di Lettere, seguì la

corrente del Decadentismo che accese in lui

l’amore per il linguaggio raffinato e musicale

e l’ideale di una vita eroica. Nel 1915 si

Gabriele D'Annunzio schierò con gli interventisti e prese parte alla

prima guerra mondiale, compiendo imprese audaci e clamorose come la

beffa di Buccari e il volo su Vienna. Nel 1919 occupò con i suoi legionari

2 sul piano letterario, col termine ermetismo si sottolinea una poesia dal carattere chiuso (ermetico) e volutamente

complesso, solitamente ottenuto attraverso una serie di analogie di difficile interpretazione.

3 si sottolinea, col termine futurismo, una corrente artistica nata in Italia grazie a F. T. Marinetti e diffusasi poi in tutta

Europa. Essa si poneva come obiettivo principale il totale rifiuto del passato, cercando di abolire ogni tipo di

"passatismo", con una visione del mondo proiettata al futuro, sulla base del "dinamico presente".

4 il termine crepuscolare cominciò a essere usato dalla critica per delineare quel gruppo di poeti che, pur non

costituendo una vera e propria scuola, si trovano concordi nelle scelte tematiche e linguistiche e che rifiutavano

qualsiasi forma di poesia eroica e sublime. 46

la città di Fiume, rivendicandola come appartenente all’Italia. Dal 1922

fino alla morte si ritirò in una villa presso Gardone, il Vittoriale, che egli

trasformò in un mausoleo pieno di cimeli della sua vita "inimitabile".

D’ANNUNZIO E NIETZSCHE

Il Superuomo come nuovo capo di un’elitè aristocratica

capace di riportare la “piccola” Italia ai fasti dell’Impero

di Roma

Il pensiero filosofico di Nietzsche ha

rappresentato per decenni il bisogno di un

rinnovamento, di una ricerca di valori, di una

rinascita della civiltà europea per affrontare il

torbido nichilismo nel quale la società

5

moderna era entrata. L’interpretazione

dannunziana del pensiero del filosofo tedesco

è volta proprio a questo: ricercare i valori che

il nuovo corso materialistico e democratico

aveva distrutto. Nietzsche divenne così il

fondatore d'un modo di pensare nuovo. Uno

dei concetti più stimolanti ma allo stesso

momento di difficile interpretazione è il

cosiddetto Superuomo. Nietzsche non ha Friedrich Nietzsche

infatti mai specificato chi o cosa debba essere

il Superuomo. I critici si sono divisi in diverse correnti di pensiero, anche

a seconda delle appartenenze politiche. Il superuomo può essere

interpretato come una ricerca di libertà e creatività in un mondo

eccessivamente conservatore e chiuso, o la ricerca di uno sbocco forte e

autoritario da un mondo reso caotico.

Gabriele D’Annunzio è profondamente influenzato da questa seconda

interpretazione. Dà molto rilievo al rifiuto del conformismo borghese e

della democrazia e dei principi egualitari, all’esaltazione dello spirito

"dionisiaco", al vitalismo pieno e libero dai limiti imposti dalla morale

moderna, al rifiuto dell’etica della pietà, dell’altruismo, all’esaltazione

dello spirito della lotta e dell’affermazione di sé anche attraverso la

morte.

Le opere superomistiche di D’Annunzio sono tutte una denuncia dei limiti

della realtà borghese del nuovo stato unitario, del trionfo dei principi

democratici ed egualitari, del parlamentarismo e dello spirito affaristico e

speculativo che contamina il senso della bellezza e il gusto dell’azione

eroica. D’Annunzio arriva perciò ad auspicare l’affermazione di una

nuova classe dirigente elitista e aristocratica che si elevi dalla massa e

6

5 il termine nichilismo indica l'assenza di una finalità ultima che orienti il corso della vita, e di conseguenza è una

posizione filosofica basata sul non-senso di ogni cosa (Wikipedia).

6 aristocrazia. È una teoria politica basata sul principio minoritario (élite, dal latino eligere, ovvero scelta dei

migliori). 46

comandi il paese attraverso il culto del bello e dell’azione eroica, al di

sopra delle leggi, sprezzando il bene e il male, guidata dai valori

tradizionali sempre attuali. Queste élite devono portare l’Italia, culla della

di

cultura latina e perciò europea, di nuovo al comando del mondo,

nuovo ai fasti imperiali dell’antica Roma.

Ma il Superuomo dannunziano è anche esteta. L’estetismo è di fatti

7

fondamentale per l’elevazione della stirpe, e si trasforma in un senso di

volontà di potenza. L’immagine romanzesca del Superuomo appare in

D’Annunzio nel 1892 in un articolo, “La bestia selvaggia”, nel quale lo

scrittore presenta il pensiero del filosofo tedesco presentato come il

grande “rivoluzionario aristocratico”. D’Annunzio formulerà le sue teorie

in due successivi romanzi: "Il Trionfo Della Morte", dove non viene ancora

proposta compiutamente la nuova figura mitica, ma c’è la ricerca ansiosa

e frustrata di nuove soluzioni, e "Le Vergini delle Rocce". Proprio in

quest’ultimo c’è il significativo passaggio nel quale il protagonista,

Claudio Cantelmo, auspica l’avvento di questa nuova élite che abbia il

coraggio e la volontà di guidare una nuova Italia. Questo Uomo va

cercato tra gli intellettuali. L'intellettuale sarà non più solo esteta, ora

anche uomo d’azione, non più isolato, ma voglioso di lanciarsi nella lotta

volta a cambiare l’attualità, modellandola su i principi di bellezza, forza

ed eroismo.

Cantelmo, nel frattempo si propone tre compiti:

1. portare a perfezione, nella sua persona e nella società, i caratteri

della stirpe latina;

2. trasmettere le ricchezze ideali della stirpe ai figli;

3. fare della propria vita un’opera d’arte.

Il Superuomo sarà perciò colui che guiderà la stirpe latina a toccare il

culmine della sua storia. Questo passaggio può essere considerato il vero

e proprio manifesto politico del Superuomo dannunziano

Ma è il periodo dell’interventismo a creare il mito del “D’Annunzio-

8

Superuomo”. La nuova forma dell’oratoria politica verso le masse,

proponeva D’Annunzio come nuovo capo carismatico della nazione.

Anche la parola, insomma, si faceva gesto, ebbrezza d’azione, istante

assoluto da consumare in sé stesso. Il periodo della guerra ci presenta un

D’Annunzio eroe quasi invincibile (basti ricordare la beffa di Buccali e il

volo su Vienna). Tutte queste imprese fanno crescere in D’Annunzio il

pensiero di essere l’uomo giusto al momento giusto, colui che guiderà

l’Italia a nuovi obiettivi e a nuovi trionfi. Dopo l’impresa di Fiume, in

D’Annunzio aumenta lo scontento per il mondo democratico e liberale,

inerme davanti lo strapotere del popolo combattente e produttore.

Ad incarnare perfettamente il superuomo é Ulisse: egli non è come i suoi

compagni, che pure gli sono cari, ma si sente spinto a confidare solo in

7 forma di Decadentismo, mirante al culto del bello.

8 con il termine interventismo si definiscono, in riferimento alla storia italiana, le posizioni assunte da alcune correnti

politiche e di pensiero favorevoli all'intervento nella Prima Guerra Mondiale.

46

se stesso e destinato a realizzare imprese eccezionali, come quell’Ulisse

di cui ha meritato il simbolico sguardo. Ulisse diventa quindi non solo il

simbolo del "superuomo" per D’Annunzio, ma anche l’esempio e

l’incitamento di tutti gli uomini che, come il poeta, non si accontentano di

una vita tranquilla ma vogliono affermare la loro volontà di potenza

realizzando la dimensione eroica di se stessi.

L’interpretazione dannunziana del pensiero di Nietzsche si può perciò

riassumere in due concetti: insofferenza di una vita comune e normale e

vagheggiamento della "bella morte eroica". Egli perciò insiste sui temi

della grandezza, dell'orgoglio, dell'eroismo estetizzante. In D'Annunzio il

superuomo trova la sua perfetta identificazione con l'artista. In lui non è

tanto la vita a tenere dietro l'arte, ma l'arte a seguire le eccentricità della

vita e questo costò al poeta un'accusa di superficialità.

I ROMANZI DEL SUPERUOMO DI D'ANNUNZIO

IL superomismo caratterizza i quattro romanzi pubblicati tra il 1894 e il

1910:

1. Il trionfo della morte,

2. Le vergini delle rocce,

3. Il Fuoco,

4. Forse che si, Forse che no.

Si tratta però di un superomismo problematico, in quanto i personaggi

restano quasi sempre deboli e sconfitti perchè fatalmente attratti dalla

decadenza e dalla morte,rappresentate da figure femminili.

TRIONFO DELLA MORTE (1894)

Giorgio Aurispa, come lo Sperelli de "Il Piacere", è un esteta alla ricerca di

un significato alto e nobile da conferire alla propria esistenza, in

contrapposizione alla volgarità e banalità del vivere comune.

Cercherà come un disperato questo significato passando attraverso la

musica, il misticismo, il tentativo di recupero degli affetti familiari,

l'abbandono alla forte passione sensuale per Ippolita, consumata in un

eremo immerso nella campagna e a contatto con la vita semplice dei

contadini.

Ad ogni esperienza cui segue la disillusione, il protagonista si sente

intimamente estraneo. Persino la presenza della sua amante gli diventa

fastidiosa. Aveva sperato che Ippolita, con la sua prorompente

sensualità, avesse potuto guarirlo da tutti i mali esistenziali e

rappresentare la risposta ad ogni dubbio. Invece la donna verrà avvertita

come una nemica e la morte sarà l'unica possibile soluzione al "mal di

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vivere". Giorgio si recherà con Ippolita sull'alto di una rupe e si getterà di

sotto, precipitandosi nella morte insieme alla sua compagna che,

disperatamente, tenterà invano di sottrarsi all'abbraccio fatale.

Il romanzo si richiama apertamente alla teoria del "superuomo" di

Nietzsche nel tratteggiare la personalità di Giorgio Aurispa: uomo al di là

ed al di sopra dei suoi simili che si lasciano vivere un esistenza insulsa e

mediocre.

In conclusione, nonostante la tragicità del finale della storia che, sembra,

non ammettere vie d'uscita per chi voglia vivere un'esistenza autentica,

D'Annunzio ci lascia in eredità un sentimento costruttivo di ricerca dei

valori profondi delle cose, che non si trovano in superfice, ma solo

indagando l'ombra.

LE VERGINI DELLE ROCCE ( 1895)

Le vergini delle rocce è il primo romanzo del superomismo e viene

definiti da Salinari come «manifesto politico del superuomo». D'Annunzio

abbandona la figura dell'esteta dedito solo ed esclusivamente alla ricerca

del Bello in sé, per cercare adesso una concreta azione eroica e violenta.

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