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Introduzione Temporali e fenomeni correlati, tesina
Questa tesina di maturità tratta del temporale. Il temporale è una perturbazione atmosferica locale, di breve durata, spesso accompagnata da raffiche di vento, rovesci di pioggia, grandine e scariche elettriche. In Italia il fenomeno è molto frequente nel cosiddetto semestre caldo, durante il quale vi è maggior radiazione solare, ma è presente anche nel periodo invernale, soprattutto nelle regioni centromeridionali. Per prevedere un temporale, occorrono sia l’attenta analisi della situazione metereologica eseguita con l’ausilio di mezzi moderni come radar, satelliti e modelli matematici, sia l’esperienza e l’osservazione delle nubi e del vento “sul campo”. Per evitare errori, è indispensabile l’interconnesione fra queste due metodologie, poichè il fenomeno dipende non solo dai fenomeni legati all’atmosfera, ma anche in gran misura dall’orografia dell’area geografica interessata e dalla presenza di grandi centri urbani. La tesina permette vari collegamenti con le materie scolastiche.
Collegamenti
Temporali e fenomeni correlati, tesina
Scienze Naturali: L'atmosfera, le nubi cumuliformi.
Fisica: Le celle convettive, le correnti convettive, Newton e la luce, l'arcobaleno, la densità, il campo elettrico terrestre.
LE NUBI CUMULIFORMI
Le nubi cumuliformi si dividono in 2 generi: Cumulus (Cu) e
Cumulonimbus (Cb) ed in 6 specie.
2.1 CUMULUSCu
I Cumulus (Cumuli) si dividono in 4 differenti specie:
● I Cumulus fractus
, conosciuti anche come fractocumuli, sono
originati da spinte sopra il livello di condensazione caldoumida,
aspirata dal basso dal temporale in via di sviluppo che va a
contrastare con il ramo di correnti discendenti. Essi quindi denotano
la presenza delle due correnti ben attive, dunque si tratterà di
temporali relativamente giovani anche di una certa intensità. I
fractocumuli sono attaccati alla base del temporale, perciò spesso
vengono confusi con i tornado. Generalmente non originano pioggia
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e spesso si allontanano dalle aree piovose per via degli outflow a
differenza delle nubi premonitrici di tornado.
● I Cumulus humilis
sono le nuvole del bel tempo, hanno dimensioni
ridotte (da qualche decina a poche centinaia di metri) e si osservano
con tempo bello. Generalmente si originano nella mattinata,
raggiungono il loro massimo sviluppo nel pomeriggio e svaniscono
la sera. Tuttavia la loro permanenza serale può indicare l’instaurarsi
di condizioni ideali per lo sviluppo di temporali.
● I Cumulus mediocris sono cumuli medi di estensione moderata.
Possono avere una base scura, ma non originano precipitazioni di
rilievo. Essi rappresentano una via di mezzo tra i cumuli del bel
tempo ed i cumuli congesti.
● I Cumulus congestus
sono cumuli imponenti con protuberanze
marcate. A volte essi superano i 5 km di estensione verticale e, con
condizioni adatte, possono svilupparsi in Cumulonembi.
2.2 CUMULONIMBUSCb
I cumulonembi sono le nubi temporalesche e si distinguono in 2 specie:
● I Cumulonimbus calvus hanno contorni lisci, brillanti, ben definiti e
di consistenza appena fibrosa. La sommità è arrotondata e si eleva a
forma di montagna senza l’incudine. Essi possono dare origine a
precipitazioni a forma di rovescio o a manifestazioni temporalesche.
● I
Cumulonimbus incus
hanno invece sommità appiattita a forma di
incudine e prive di protuberanze cumuliformi: indice che la struttura
temporalesca ha raggiunto il suo pieno sviluppo. Quando la sommità
è sfrangiata in cirri falsi tanto che l’incudine non è più riconoscibile,
si parla di Cumulonimbus capillatus incus
, che rappresenta l’ultimo
stadio evolutivo del temporale.
Il Cb incus rappresenta dunque la fase successiva al Cb calvus ed è così
grande che la sua forma d’insieme può essere vista solo da notevole
distanza. Ad esso sono associati i fenomeni temporaleschi come fulmini,
grandine e tornado. 8
2.3 LE NUBI ACCESSORIE
Le nubi accessorie sono particolari formazioni nuvolose alla base del
temporale che non hanno la classica origine fin qui descritta dei cumuli, ma
la loro evoluzione è strettamente legata al cumulonembo cui dipendono
sotto l’aspetto termodinamico.
A seconda del momento o della distanza dalla quale sono osservate, queste
nuvole possono essere interpretate in modo diverso. Tuttavia, nonostante le
ambiguità della loro identificazione, da esse si può trarre un’utilità per
elaborare previsioni a brevissimo termine (“nowcasting”) e addirittura di
elevatata affidabilità.
● Il lowering è una formazione nuvolosa attaccata alla base del
cumulonembo ed avente un diametro tra 0,5 e 3 km. Essa individua
la regione in cui vi è l’updraft principale del temporale. Il lowering
circolare indica che l’aria umida ha avvolto l’updraft, quindi c’è
rotazione e rischio di tornado.
● L’
inflow tail
è una nube
più o meno grossa a forma di coda che si
estende verso il basso ed indica la zona in cui andrà a formarsi la
prossima torre temporalesca, che l’osservatore non potrà vedere se si
trova sotto il cumulonembo. L’inflow tail denota una situazione
potenzialmente pericolosa, perchè essa indica un updraft concentrato,
e si trova sul lato di aspirazione di un possibile tornado.
● La shelf cloud
, conosciuta come
nube a mensola
, è bassa, lunga,
orizzontale ed individuabile mediante il classico cuneo. Essa è
spesso associata alla
linea dei groppi ed occasionalmente anche ad
un fronte freddo senza temporali. La shelf cloud all’inizio è attaccata
alla base del cumulonembo e spesso è presente nella supercella. Si
forma sul bordo avanzante di un temporale sufficientemente intenso
precedendo di pochissimo l’area delle precipitazioni. Questa nube
avanza sotto la spinta dell’outflow, quindi essa non ruota.
● La
wall cloud
, o nube a muro, è un distinto ed isolato abbassamento
rispetto alla base principale del cumulonembo, individuabile dal
classico scalino ed è attaccata alla rain free base
: una regione situata
sul lato sudoccidentale del temporale, quindi dietro l’area dei
rovesci. In essa sono presenti forti updraft, per cui in genere non si
verificano precipitazioni al di sotto della stessa; tuttavia la forte
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aspirazione può originare tornado che si sviluppano dalla sua base.
Essa non si presenta mai sul bordo avanzante del sistema
temporalesco ed identifica temporali molto violenti a supercella.
● La roll cloud
, o nube a rullo, è una nube bassa, orizzontale, lunga,
tubolare e relativamente rara completamente staccata dalla base del
temporale, a differenza della shelf cloud. Anche la roll cloud si trova
lungo il fronte del temporale, ma a differenza della shelf cloud, essa
non origina mai un tornado. Inoltre essa si sviluppa dal
mescolamento tra l’aria umida dell’updraft e quella più fresca e
secca del downdraft.
LE STRUTTURE TEMPORALESCHE
La classificazione dei temporali secondo la loro struttura prevede tre
tipologie base: la cella singola, la multicella e la supercella.
Il tipo di struttura che andrà a formarsi dipende da vari fattori, tra i quali il
più importante è certamente il wind shear
, ovvero la variazione improvvisa
del vento in intensità e direzione su breve distanza, verticale oppure
orizzontale.
3.1 LA CELLA SINGOLA
La cella singola o ordinaria
, è la forma più semplice di temporale e
attraversa gli stati di sviluppo senza creare altre celle. Si scorge ad occhio
nudo come un singolo cumulonembo dotato di un’unica e grossa
protuberanza. Al suo interno è presente un’unica cella convettiva, ovvero
un updraft ed un downdraft. Tuttavia questa struttura è alquanto rara,
perchè il fronte delle raffiche spesso innesca la crescita di un’altra cella.
È difficile prevedere lo sviluppo di una cella singola, perchè queste
insorgono in momenti e luoghi apparentemente casuali: solitamente quando
l’aria umida stagnante nelle pianure viene resa instabile nelle ore diurne dal
riscaldamento solare ed essa inizia a salire spontaneamente verso l’alto,
soprattutto se alle quote superiori è presente aria fredda. Il livello di
pressione al suolo non deve essere troppo elevato, ma mediamente alto per
garantire che la massa d’aria ristagni grazie ai venti deboli, poichè un vento
oltre i 30 km/h interromperebbe le termiche; quindi le condizioni migliori
sono valori di pressione tra i 1012 e i 1018mb(hPa).
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Inoltre le celle singole durano mediamente mezz’ora circa e sono ben
impersonate dai temporali di calore
, che si formano nei pomeriggi ove è
presente un’alta pressione subtropicale per poi dissolversi la sera.
Quindi questa tipologia è caratterizzata da presenza di umidità elevata in
bassa troposfera, da scarso shear e da bassi livelli di condensazione forzata.
3.2 LA MULTICELLA
La tipologia di struttura temporalesca a multicella prevede la presenza di
più celle per l’appunto, laddove il fenomeno della rigenerazione porta alla
continua creazione di nuove cellule, in modo che il temporale possa
mantenere le sue caratteristiche. Nella maggior parte dei casi l’outflow del
temporale genera un fronte freddo avanzante che solleva l’aria caldoumida
che trova nel suo cammino. Una bassa pressione in quota può favorire lo
sviluppo di questa struttura che appunto è spesso legata ad un fronte freddo
di una perturbazione.
3.3 LA SUPERCELLA
La supercella è in assoluto il temporale più pericoloso e potente fra tutti
quelli esistenti e la sua formazione richiede una concomitanza di eventi. In
Italia esse sono relativamente rare e spesso il loro numero viene
sovrastimato qualora si manifestino temporali violenti, tali da destare
notevole impressione all’osservatore di turno.
Se nella troposfera sussistono particolari condizioni termodinamiche,
l’updraft assume non più solo un moto ascendente ma anche rotatorio,
cosicchè alla base del cumulonembo potrà comparire una minacciosa wall
cloud foriera di tornado. In questo caso il cumulonembo prende il nome
scientifico di supercella e sarà costituito solo da due correnti su vasta scala:
ascendente e discendente, in cui la prima è provvista di rotazione.
La supercella è un sistema autoalimentato poichè la rotazione favorisce la
convezione e viceversa. Quindi nella supercella non è presente la
rigenerazione di nuove celle, fenomeno tipico dei precedenti tipi di
temporale.
Vi sono altre caratteristiche specifiche delle supercelle:
A differenza delle normali celle convettive, tutto il cumulonembo del
➔ temporale a supercella ruota lentamente in senso antiorario, quindi
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con rotazione ciclonica nell’emisfero nord: infatti le supercelle
contengono un mesociclone
, ovvero un ciclone a mesoscala con
diametro tra 1 e 20 km.
Le correnti discendenti vengono qui in parte richiamate all’interno,
➔ invece di divergere all’esterno come outflow. Quindi andranno a
formare la wall cloud, anche se esistono supercelle senza la nube a
muro nel caso di aria troppo secca nei bassi strati.
I temporali a supercella, infine, possono rimanere bloccati per ore in
➔ una determinata zona geografica prima di spostarsi o attenuarsi, a
causa della forte convergenza di masse d’aria presente sia dietro che
davanti alla supercella che ne rallentano di molto il movimento
traslatorio.
Le supercelle n