Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 13
Viaggio attraverso il mistero del tempo Pag. 1 Viaggio attraverso il mistero del tempo Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Viaggio attraverso il mistero del tempo Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 13.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Viaggio attraverso il mistero del tempo Pag. 11
1 su 13
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Latino: Seneca (De brevitate vitae); Orazio (Carpe diem)

Storia: le guerre lampo

Filosofia: Sigmund Freud (visione del tempo)

Arte: Salvador Dalì (gli orologi molli)

Inglese: James Joyce (stream of consciousness)

Italiano: Italo Svevo (La coscienza di Zeno)

Chimica: il decadimento radiattivo; la datazione dei reperti

Fisica: Albert Einstein (la relatività)

Matematica: le derivate

Ed. Fisica: il cuore
Estratto del documento

pienamente ogni istante della propria vita è, anche, ideale epicureo e ricorre in Orazio. Le

analogie tra il concetto espresso da Orazio e quello espresso da Seneca tradiscono però una

grande differenza di impianto: alla base del carpe diem epicureo c’è il concetto del vivere

intensamente ogni attimo dell’esistenza, capitalizzandone goie e piaceri, in un’ottica

distensiva dello spirito. Nel concetto stoico del vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo si

concretizza invece l’ideale di una pratica filosofia tesa alla conquista della saggezza, in lotta

con il tempo che scorre implacabile: un’ottica, quindi che non mira alla distensione quanto

piuttosto alla tensione dello spirito. Padroneggiare il presente e affrancarsi del domani diventa

in Seneca un invito al possesso di se stessi, non solo e non tanto, quindi, un richiamo al

carattere effimero dell’esistenza.

Storia

Guerra Lampo: “BLITZKRIEG”

Il tempo ha da sempre condizionato la nostra vita e la nostra società. Esso è infatti una

componente fondamentale in tutte le nostre azioni e usata nel modo corretto, può portare relativi

a chi sa come sfruttarlo.

In storia militare, Blitzkrieg, dal tedesco guerra lampo, descrive una tattica militare usata

dall'esercito tedesco all'inizio della seconda guerra mondiale nella quale movimenti ampi e rapidi

di truppe meccanizzate non lasciavano all'avversario il tempo di organizzare una difesa stabile.

Anche se sbandierato come uno stile di guerra veramente moderno, le basi strategiche della

guerra lampo sono antichissime. Strategie simili vennero impiegate da Alessandro Magno

nell'epoca classica; Napoleone ne era maestro; e furono impiegate su scala più piccola da

entrambe le parti nella prima guerra mondiale fino alla Seconda guerra mondiale quando i

tedeschi utilizzarono la guerra lampo soprattutto come tattica per impossessarsi nel minor tempo

possibile della maggior estensione di territorio nemico. La guerra lampo era uno stile di

combattimento veloce e aperto, che si basava sull’uso congiunto dell’aviazione e delle forze

corazzate, affidando a queste ultime il peso principale dell’attacco. Componente principale era per

l’appunto l’”arma” tempo. Le armate che subivano questo tipo di attacco non dovevano avere il

tempo materiale di riorganizzare le proprie difese o di preparare un contrattacco degno di essere

chiamato tale.

La strategia venne teorizzata da alcuni tra i più grandi stratega militari tedeschi nel 1914, durante

la prima guerra mondiale come reazione alla logorante guerra di trincea che si era instaurata

durante il corso del conflitto.

Essa tuttavia non fece la sua comparsa ufficiale durante il primo conflitto mondiale soprattutto per

l’inefficienza dei mezzi di motorizzazione e di comunicazione. La guerra lampo , infatti, implica

necessariamente il possesso di affidabili reparti d’assalto motorizzati, in grado di spostarsi

rapidamente e al tempo stesso fornire un adeguato attacco militare ai nemici, e di un efficiente

sistema di comunicazione per la coordinazione dei vari reparti specializzati nonché per una sicura

intesa tra forze d’aviazione e quelle d’assalto terrestre.

Al tempo della prima guerra mondiale, quindi, lo sviluppo industriale non permetteva un affidabile

utilizzo del motore a scoppio e l’aviazione presentava numerose mancanze o errori (il primo aereo

dei fratelli Wright era infatti stato inventato solo un decennio prima, nel 1903), sebbene lo

sviluppo di entrambi questi settori non fu trascurabile durante il conflitto.

La teoria venne applicata per la prima volta contro la Polonia, all’inizio della seconda guerra

mondiale, dalle truppe tedesche naziste dove si rivelò efficace anche se la meccanizzazione delle

truppe era in quel momento ancora limitata.

Le prime settimane di guerra furono sufficienti alla Germania per sbarazzarsi della Polonia e per

offrire al mondo un’impressionante dimostrazione di efficienza bellica.

Ma il vero valore della guerra lampo fu ampiamente dimostrato nel 1940 durante la campagna di

Francia, nella quale veloci truppe mobili d’assalto, costituite per lo più dai nuovi mezzi d’attacco

come i Panzer (carri armati), concentrarono i loro sforzi nei punti deboli del fronte di difesa

francese riuscendo in poche settimane a soggiogare l’intero territorio francese.

che sul fronte

Altri cenni dell’efficienza del Blitzkrieg furono dati dal generale Erwin Rommel,

africano riuscì a sconfiggere forze molto superiori alle proprie usando abili tattiche basate

sull'impiego dei panzer in gruppi mobili per colpire le retrovie e i fianchi del nemico, senza

lasciare loro il tempo di riorganizzarsi.

La sconfitta della Germania fu dovuta soprattutto alla trasformazione del conflitto, da una guerra

lampo con rapide vittorie tedesche in tutta Europa, ad una guerra di posizione e logoramento con

grosso dispendio di risorse economiche e umane nella quale la ovvia vittoria sarebbe andata alla

nazione più disposta a sacrifici.

La tattica del Blitzkrieg non è però priva di svantaggi; esiste un reale pericolo per la forza

attaccante di allungare eccessivamente la linea dei rifornimenti con conseguente allungamento

dei tempi di approvvigionamento, e la strategia nel complesso può essere sconfitta da un nemico

determinato che sacrifichi territorio in cambio di tempo per riorganizzarsi.

Filosofia

La rivoluzionaria visione di Freud

La "dimensione tempo", generalmente considerata come un qualcosa di lineare e in continuo

ed inesorabile avanzamento, trova una nuova connotazione nella speculazione psicoanalitica

attraverso le teorie di Freud.

Per poter comprendere al meglio la nuova dimensione tempo secondo la concezione

Freudiana è necessario chiarire

almeno in linea generale le teorie di Freud e nello specifico capire il concetto di inconscio nella

visione psicoanalitica.

Freud, il cui merito è di avere modificato radicalmente la psicologia e la psichiatria, giunge

attraverso lo studio dei fenomeni isterici alla convinzione che esiste nell'uomo uno strato

profondo che non perviene mai alla coscienza pur avendo la capacità di agire su di essa:

l'inconscio.

La scoperta dell'inconscio segna l'atto di nascita della psicoanalisi che si configura infatti

come psicologia del profondo e che sposta il centro di gravità dell'indagine psicologica dalla

sfera dell'attività cosciente a quella dell'attività inconscia. "Con tutto ciò", scrive Freud, "non è

detto che la qualità della coscienza abbia per noi perduto il suo significato. Resta la sola luce

che splende nell'oscurità della vita psichica e che ci guida".

Gli strati più profondi e nascosti della personalità umana vengono eletti dalla psicoanalisi a

punti di vista privilegiati da cui osservare l'uomo. E' infatti nei profondi strati inconsci

dell'apparato psichico dell'uomo, molto più ampi ed estesi del mondo cosciente, che può

essere acquisita l'interpretazione e la spiegazione razionale dell'intera personalità umana; Il

conscio non è altro la punta dell’iceberg rappresentato dall’inconscio.

Freud divide l'inconscio in due zone. La prima comprende le esperienze passate che, non

essendo immediatamente presenti alla coscienza, possono diventare presenti senza subire

modifiche: cioè l'insieme dei ricordi che, pur essendo momentaneamente inconsci, possono

con uno sforzo dell'attenzione diventare coscienti. Tale prima zona è il "preconscio". La

seconda zona comprende tutto ciò a cui l'accesso alla coscienza viene impedito o viene

concesso a prezzo di profonde trasformazioni: cioè tutti quegli elementi psichici stabilmente

inconsci che sono mantenuti tali fuori dalla coscienza da "forze attive le quali si oppongono

alla loro ammissione" ma che possono essere rimosse e superate da tecniche apposte (cioè la

psicoanalisi che fondamentalmente è una psicologia dei processi inconsci).

A questo nuovo ed innovativo concetto di inconscio va rapportata la nuova visione

psicoanalitica della “dimensione tempo”.Tale dimensione, attraverso la visione psicoanalitica,

si sposta dalla sfera dei processi coscienti a quella dei più profondi e nascosti processi

dell'inconscio dove si svolge la maggior parte della vita mentale dell'uomo.

Pertanto, secondo Freud, il rapportarsi dell'uomo con il tempo ha una successione cronologica

(presente, passato e futuro) soltanto nei processi coscienti: cioè il flusso cronologico del

tempo è unicamente frutto dell'attività cosciente e conserva i suoi momenti, distinti l'uno

dall'altro, alla superficie della coscienza.

Nel mondo dell'inconscio l'organizzazione di tali elementi cronologici perde una qualsiasi

successione ordinata ed i momenti temporali emergono dall'inconscio mescolati insieme e

contestualmente presenti: cioè presente, passato e futuro, nel passaggio da un momento

all'altro, non hanno successione cronologica.

Da "L'interpretazione dei sogni" la maggiore delle opere di Freud sulla natura delle nostre

tendenze inconsce, e dalla sua tesi sul sogno quale appagamento di un desiderio latente negli

strati profondi della nostra mente, è possibile fornire qualche esempio del venire meno, a

livello di inconscio, della razionalizzazione cronologica del tempo.

Non è raro sognare la notte prima di un viaggio progettato, di trovarsi già nel luogo di

destinazione e che il sogno anticipi il divertimento atteso o di un viaggio già fatto o che il

sogno raffiguri l'appagamento di un desiderio già provato. Situazioni, immagini, sensazioni

passate o future si presentano come reali e presenti ed i relativi momenti, a livello di

inconscio, mancano assolutamente di successione cronologica e sono mescolati con il libero

passaggio da un momento all'altro.

In conclusione la "dimensione tempo" nella speculazione psicoanalitica di Freud assume

connotazioni interpretative assolutamente nuove in funzione dei collegamenti con l'attività

inconscia dell'uomo. La "dimensione tempo" si sposta in definitiva, per così dire, in un'altra

dimensione: cioè quella data dai profondi strati dell'apparato psichico.

Ed è quest'altra "dimensione tempo" del sottosuolo psichico, il mondo dell'inconscio, a

costituire il principale strumento esplorativo nel campo generale della cultura ed in particolare

in quello letterario ed artistico che verrà esaminato dal momento della sua scoperta in poi.

Arte “Gli orologi molli”

Salvador Dalì

Le teorie freudiane, imperniate sull'indagine dell'inconscio e sul suo predominio nella

personalità umana, ebbero notevole influenza nel campo letterario e artistico del Novecento.

Da tale concezione la "dimensione tempo" acquista una indeterminatezza che lo scrittore o

l'artista coglie in chiave soggettiva mostrando il flusso del tempo come vissuto psicologico dei

propri soggetti senza legami con la normale successione cronologica.

Anche se la variabile tempo fa la sua prima comparsa nelle arti figurative con il cubismo, nel

quale gli artisti rappresentano contemporaneamente diversi momenti di una stessa scena, il

nuovo concetto del tempo assume una particolare e nuova rilevanza nel linguaggio

surrealistico-futurista di Salvador Dalì.

Andrè Breton, dopo aver letto “l’interpretazione dei sogni” di Freud, arrivò alla conclusione

che era inaccettabile il fatto che il sogno (e l'inconscio) avesse avuto così poco spazio nella

civiltà moderna e pensò quindi di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui il

sogno e l'inconscio avessero un ruolo fondamentale. Nacque così il surrealismo.

Il surrealismo, nato in contrapposizione al dadaismo, prediligendo la rappresentazione

dell’inconscio nei suoi differenti modi di manifestarsi nel mondo della coscienza, è

caratterizzato dall’accostamento paradossale di elementi disparati della quotidianità

rappresentati con realismo quasi fotografico e dal loro inserimento in contesti inusuali, con

evidenti richiami al mondo onirico: gli oggetti più comuni assumono significati inediti e

generano un effetto di straniamento.

Tali strumenti espressivi sono utilizzati nel ciclo dedicato ai cosiddetti “orologi molli” o la

Dettagli
Publisher
13 pagine
153 download