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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Studio dei mezzi trasmissivi
Autore: Francesco Mazzetti
Descrizione: la tesina non è altro che la sintesi di un complesso progetto realizzato da me nel corso del secondo quadrimestre. esso prevede l'invio di dati attraverso fibra ottica, radio e cavo (dati paralleli). in ricezione tali dati saranno visualizzabili. il p
Materie trattate: elettronica, telecomunicazioni, tecnologia disegno e progettazione
Area: tecnologica
Sommario: Come da titolo, questo progetto si prefigge come obiettivo lo studio dei più famosi mezzi di trasmissione dati: via cavo, via radio e via fibra ottica. Con il termine studio, viene inteso, la progettazione e realizzazione (naturalmente tramite una conoscenza a monte) di strutture capaci di rendere semplice e intuibile le tecniche di utilizzo dei suddetti mezzi trasmissivi. Per fare ciò, come verrà approfondito successivamente, ho deciso di creare progetti completamente capaci di adattarsi l'un l'altro, quindi utilizzando standard e vincoli da me prefissati. Più semplicemente ho cercato di mantenere un'unica e semplice codifica dati in invio e ricezione. Quello che cambia è appunto ciò che sta in mezzo: come parlare in un microfono registrando la proprio voce, che potrà essere incisa in un vinile o in una cassetta, o ancora in un cd. Quello che conta è che la propria voce torni tale e diventi riascoltabile da qualsiasi altra parte. Nel mio caso specifico, la fonte non è altro che un comune carattere digitato da una tastiera qwerty. Il risultato sarà invece la visualizzazione di tale carattere su vari display LCD 16*2. Questa ultima parte ha come unico scopo la verifica della fedeltà della trasmissione (tornando all'esempio di prima, è come incidere un cd ed ascoltarlo per verificare la riuscita della masterizzazione). Di seguito verrà analizzato un po' tutto il progetto in modo semplice e schematico, senza scendere troppo nei dettagli che renderebbero lunga e di difficile lettura, una tesina già complessa di suo.
Circuito elettrico:
J2
alim (1 massa) VCC
1 2 R1
10k
U1 14 4
QZ VDD MCLR J3
4MHz 17 1
RA0 18 2
RA1 1
RA2 J1
2 Segnale (2 ck)
RA3
C1 33pF 3 1
RA4/TOCKI
15
1 2 OSC1/CLKIN 2
C2 6
RB0/INT 3
16 7
33pF RB1
OSC2/CLKOUT 4
8
RB2 5
9
RB3 6
10
RB4 7
11
RB5 8
12
RB6 9
Vss 13
RB7 10
11
12
PIC16F84 5 13
14
D2 D1 CON14
Verde Rosso
R3 R2
220 220
La comunicazione con il blocco “controllo tastiera” è effettuato con un connettore a 14 PIN, anche
se, come è visibile, ne vengono utilizzate solamente 6. La motivazione è puramente commerciale, in
quanto sono riuscito a trovare connettori soddisfacenti solamente a 14 PIN, la stessa cosa accadrà
poi in altre situazioni. Il quarzo utilizzato è a 4MHz, ottimale nel calcolo delle temporizzazioni, in
-9 s)
quanto ogni istruzione viene eseguita ogni quattro impulsi di clock, cioè esattamente 1μs.(10 13
Selettore uscite:
Il compito di questo circuito è molto semplice, nonostante questa semplicità il circuito si è rivelato
complesso e di grandi dimensioni. Anche perché ho cercato di utilizzare metodi didattici e
e lettronicamente corretti (ad esempio il circuito rigenera pure il segnale TTL).
Il segnale in entrata deve essere smistato alle tre tecniche di invio dati. Sia il segnale, che il clock
deve quindi passare tramite un demultiplexer, nel mio caso ho scelto un integrato TTL (74LS139).
Per selezionare la commutazione voluta utilizzo l’ormai già conosciuto 4017 (contatore Johnso
n)
con un NE555 in modalità monostabile che attenua i rimbalzi creati d alla pressione del pulsante.
Ci saranno inoltre tre LED che evidenziano la deviazione effettuata. J5
1
U4B 2
12
Y0 11
Y1 10 Fibra (1ck)
Y2
15 9
Y3
G A B J6
74LS139
14 13 1
2 AM (1ck)
J4 U4A 74LS139
clock 4
2 Y0
1 5 J7
1 G Y1 6
Y2 1
7
Y3 2
A B
Segn/ck DAC (1ck)
2 3 D10
LED ROSSO 3 D9
LED ROSSO 2
LED ROSSO 1 D8
R5
220 U3
14 3
Q0
CLK 2
Q1
13 4 D7 1N4148
CKE Q2
15 7 D1 1N4148
RST Q3
R3 10 D5 1N4148
Q4
3,9K 1 D2 1N4148
Q5 5 D3 1N4148
Q6
VCC 6 D4 1N4148
Q7
J1 9 D6 1N4148
Q8
16 11
VDD Q9
2
1 12
COUT
ALIM (2---5V) CD4017B
R1 R2
3,9K 470K
4
SW1 R
1 2 2 3 R4
TR Q 3,9K
Grigio 7
DIS
5 6
CV THR
U1
NE555
C1
10nF C2
470nF
I diodi in uscita al 4017, servono ad impedire che il circuito si trovi in uno stato non desiderato
(oltre al terzo).
In questo modo, nel caso sia attiva la prima uscita, verrà acceso il primo LED, alla pressione del
tasto sul monostabile, si attiverà la seconda uscita, portando a 01 l’ingresso del demultiplexer e
quindi attivando la seconda fonte. In seguito ad un ulteriore impulso l’uscita sarà 10 (abilitata la
terza fonte) e in caso di un successivo impul
so, il diodo farà passare un impulso alto al reset che
riporterà a 00 la selezione del demultiplexer. 14
Ho deciso di utilizzare un contatore Johnson piuttosto che un normale contatore molto più standard,
unicamente per avere la semplice possibilità di inviare un reset superato il terzo impulso (non
esistono contatori modulo 3 ed avrei ulteriormente complicato il circuito ponendo una porta AND
che limitasse il conteggio) e perché diventava molto più semplice la visualizzazione tramite spie-
LED dell’uscita selezionata.
In basso è possibile vedere il 555 e il pulsante utile per l’antirimbalzo, l’integrato posto in mezzo è
il demultiplexer, mentre quello posto più in alto è l’ormai famoso 4017.
Nel circuito, come in altri, è risultato necessario l’utilizzo di ponti (con i fili blu), questa soluzione
i
viene presa in casi di reale necessità, cioè quando non esistono alternative, se non la realizzazione d
una complessa scheda doppia faccia.
Selettore ingresso:
Il principio di funzionamento del selettore ingresso è praticamente identico al precedente circuito,
l’unica differenza risiede nell’utilizzo di un multiplexer piuttosto che un d
emultiplexer.
Per approfondire l’argomento, farò a ccenni al monostrabile con NE555:
il circuito di base è il seguente: La formula che regola il tempo di salita è 1,1R*C.
Ciò significa che alla pressione d ell’interruttore il segnale
d’uscita (pin 3) rimarrà alto per un tempo circa uguale al
prodotto della resistenza e capacità
.
Nel mio caso ho preso come tempo 0,25s, più che sufficienti
per limitare un possibile rimbalzo.
Fissando la capacità a 470nF, ho trovato soddisfacente
l’utilizzo di una resistenza di 470K
0
, 25
= = Ω
483
R K
−
⋅ ⋅ 9
1
,
1 470 10
(viene sempre fissata prima la capacità in quanto i valori
commerciali sono sempre inferiori rispetto alle resistenze)
15
J3 U4
2 6 7
1Y
1 1C0
5 J2
1C1
4 1C2 1
FIBRA 3 1C3 2
J4 OUT
10 9
2Y
2C0
11 2C1
2 12 2C2
1 13 2C3
AM 14 A
2 B
1 1G
J5 15 2G
2 SN74LS153
1
CAVO D10
LED ROSSO 3 D9
LED ROSSO 2
LED ROSSO 1 D8
R5
220 U3
14 3
CLK Q0 2
Q1
13 4 D7 1N4148
Q2
CKE
15 7 D1 1N4148
RST Q3
R3 10 D5 1N4148
Q4
3,9K 1 D2 1N4148
Q5 5 D3 1N4148
Q6
VCC 6 D4 1N4148
Q7
J1 9 D6 1N4148
Q8
16 11
VDD Q9
2
1 12
COUT
ALIM (2---5V) CD4017B
R1 R2
3,9K 470K
4
SW1 R
1 2 2 3 R4
TR Q 3,9K
Grigio 7
DIS
5 6
CV THR
U1
NE555
C1
10nF C2
470nF
Approfondirò pure il funzionamento del multiprexer, base di molti circuiti:
Dall’immagine è facile intuire il funzionamento, cioè grazie alla
selezione (solitamente in forma digitale) è possibile permettere di
far passare l’ingresso A o B. Normalmente i MUX (abbreviazione
N
di multiplexer) hanno più PIN di selezione(n), così da avere 2
ingressi possibili.
Esistono pure MUX analogici (ne utilizzerò uno nel codificatore per
il segnale AM). Quest’ultimi hanno la caratteristica di avere in
uscita esattamente la tensione in ingresso, anche non TTL, quindi
variabili e addirittura negative.
Il demultiplexer, non è che l’inverso, cioè possiede un solo ingresso e più uscite abilitate dai pin di
selezione. (esistono integrati capaci di fare entrambe le cose). 16
Ecco la foto del circuito e il relativo lato rame
Invio Fibra Ottica
Da qui inizia i veri e propri circuiti che inviano e ricevono il segnale assegnato.
Il primo, e il più semplice è l’invio tramite fibra ottica.
La fibra ottica è un materiale plastico o in vetrite, con la capacità di riprodurre trasmettere
un’informazione luminosa da un capo all’altro della stessa, hanno quindi una altissima capacità di
trasmissione (naturalmente non
sfruttata appieno dal mio sistema).
La loro principale caratteristica è
quella di riflettere il segnale
luminoso attraverso un canale detto
“core”, e senza scendere troppo nei
dettagli, hanno come difetto la
rifrazione. Proprio per questo come
fonte luminosa viene normalmente utilizzati diodi laser o LED ad alta efficienza, in quanto
posseggono solamente una piccola gamma del segnale luminoso, e quindi in ricezione non potrà che
arrivare solo quello, senza rifrazione.
Nonostante che, nel caso di piccole
distanze e basse frequenze, questo tipo
di problemi, e altri tipici delle fibre
ottiche, scompaiano quasi
completamente, ho deciso di utilizzare
LED ad alta efficienza, ottimali nei
consumi e nella potenza luminosa
capaci di erogare (quasi direzionale).
Difatti come si riesce a vedere dalla
foto, la luce quasi abbaglia in uscita
dalla fibra, questo rende molto
ottimale la rilevazione dal sistema di
ricezione. 17
Lo schema elettrico è il seguente:
J6
duale (3 +15)
1 2 3 U1A
8
3 + 1
2 - D1 D2
TL062
4 LED R p
J1 LED V
2
1 R1 R2
Segnale (1ck) 220 220
U1B
8
5 + 7
6 - D3 D4
TL062
4 LED R LED R p
R3 R4
220 220
Naturalmente il circuito necessita di alimentazione duale in interesso, in quanto sono presenti
amplificatori operazionali. Ho deciso di utilizzare l’integrato TL062, in quanto possiede una buona
risposta in frequenza ed eroga nettamente più corrente del TL082 (solo 10mA, contro i 60mA della
serie TL06X, e tenendo conto che ogni LED consuma
circa 15mA, si avrebbe avuto un riscaldamento
eccessivo del componente).
Tale integrato, possiede al suo interno esattamente due
operazionali, e si è reso necessario in quanto a monte,
il demultiplexer, non sarebbe riuscito ad alimentare
tutti e 4 i LED. La sua configurazione difatti di
semplice inseguitore: da in uscita esattamente la stessa
tensione in ingresso, però senza caricare e quindi
modificare ciò che lo precede.
Per riuscire a collegare i due LED ad alta efficienza ho
costruito una base in plastica modellabile al calore
(vedi foto).
Gli altri LED sono semplicemente di controllo (verde
per il segnale e rosso per il clock). 18
Ecco il lato rame e la foto dall’alto.
Ricezione Fibra Ottica
Il blocco relativo alla ricezione è relativamente più complesso, difatti tale sistema dovrà controllare
la presenza o meno di luce nella fibra ottica. Il metodo normalmente utilizzato è un fototransistor.
Tale componente riesce a variare la corrente in uscita al variare della luce.
La sfortuna è che in commercio ne esistono solamente sensibili ai raggi
infrarossi, l’utilizzo di LED infrarossi sarebbe stato meno scenografico,
così, anche per semplificare il circuito utilizzo una semplice fotoresistenza
(resistenza variabile alla luce) che però presenta una grande inerzia,
comunque senza influire nel mio risultato (cioè la resistenza varia valore
abbastanza lentamente al variare della luce).
I valori di resistenza rientrano nella gamma 1MΩ (buio) e 2KΩ (luce).
È quindi necessario creare un partitore in modo da rendere “misurabile” la luce presente sulla fibra.
Tale misura sarà poi confrontata tramite un operazionale in configurazione di comparatore con una
tensione regolabile attraverso un trimmer, per poi essere
stabilizzata con uno zener, in quanto il comparatore darà in
uscita tensioni unicamente duali e ai limiti della sua
alimentazione (cioè ±15V), estremamente pericolose per la
logica TTL.
Lo zener ha la capacità di limitare la gamma di tensione tra
massa (in caso di tensioni negative) e il suo valore nominale
(nel mio caso 4,7V). Cioè se in uscita avrò 15V, lo zener lo
regolerà a 4,7V, mentre nel caso di uscita a -15V, lo zener
diventerà come un diodo portando a 0V l’uscita.
La resistenza dovrà essere calcolate in modo da garantire il
passaggio di al massimo 10-15mA.
−
15 4
, 7
= ≈ Ω
1
R K
Z 0
, 01 19
Di seguito è riportato il schema elettrico: J1
Duale (1 -15)
1 2 3
R1
f otoresistenza U1A
8 R7
3 + 1
R5 2 -
1 100K D1
1k
TL082
2 4 4,7V
R3
27k 3 J2
1
2
R2 OUT
f otoresistenza U1B
8 R8
5 + 7
R6 6 -
1 100K
R4 TL082 D2
1k
27k 2 4 4,7V
3
Il partitore è stato composto da una resistenza da 27KΩ, così da avere in caso di luce circa 7V,
mentre in caso di buio tensioni sull’ordine dei mV (praticamente 0). In questo modo, regolando i
trimmer in modo ottimale (circa sui 3,5V) sarà possibile ricostruire in modo ottimale il segnale e il
clock.
In questo caso ho utilizzato degli operazionali TL082, ottimi in frequenza, ma con massime correnti
in uscita più modeste, ma sufficienti per lo scopo.
I trimmer sono multigiro, più costosi ma con una maggiore precisione di regolazione, e stabilità nel
tempo e negli spostamenti.
Ecco il lato rame e la foto del circuiti (anche in questo caso la base per la fibra ottica è stata
realizzata da me con il materiale plastico malleabile e delle cannucce. 20
Invio dati Parallelo:
Questo blocco prevede la trasmissione del dato in modo parallelo, difatti normalmente la
trasmissione viene incanalata in modo seriale (tramite il collegamento del clock e quello dei dati).
Il progettazione in teoria, potrebbe essere semplice, in quanto basterebbe un registro SIPO (serial-
input, parallel - output) con un contatore, che informi in ricezione l’avvenuta “conversione” seriale-
parallelo.
Il mio sistema prevede di inviare parole di 8 bit (un byte alla volta), quindi il canale di
comunicazione sarà 8+1 (clock). Come è successo precedentemente ho utilizzato una piattina a 14
poli in quanto ho trovato disponibile solo quel tipo di connettore.
Come spesso accade, ciò che in teoria dovrebbe funzionare, a livello pratico potrebbe diventare un
rovina. Ad esempio nel caso arrivino due byte consecutivi, o un dato a 16 bit, nel momento in cui il
sistema di ricezione incomincia con la lettura del primo byte, questo potrebbe venire scombussolato
dall’arrivo troppo rapido del secondo. C’è anche da dire, però, che il sistema di ricezione dovrebbe
riuscire lui stesso, caricando in un registro SIPO, a mantenere la memoria. Ma questo dipende
esclusivamente, dall’integrato utilizzato, e per rendere più universale il mio sistema, il byte in