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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Sogno di libertà
Autore: Federico Treggiari
Descrizione: la mia tesina è volta a far riciordare agli uomini il vero significato della parola libertà che ormai è andato del tutto perso;tratto degli uomini più grandi al mondo che hanno creduto vivamente in questa parola e ne hanno fatto un vero e prop
Materie trattate: lingue e letteratue classiche,storia,filosofia,italiano,inglese,fracese,geografia,diritto,arte
Area: umanistica
Sommario: Martin Luther King Jr. (Atlanta, 15 gennaio 1929 ââ¬" Memphis, 4 aprile 1968) è stato un politico,attivista e pastore protestante battista, leader dei diritti civili e simpatizzante marxista. É stato il più giovane Premio Nobel per la pace della storia, riconoscimento conferitogli nel 1964 all'età , quindi, di soli trentacinque anni.Il suo nome viene accostato per la sua attività di pacifista a quello di Gandhi, il leader del pacifismo della cui opera King è stato un appassionato studioso. Furono gli avvenimenti,il suo profondo senso di giustizia e la consapevolezza della considerazione dei diritti dei neri americani a farlo diventare uno dei principali leader storici per la pace e i diritti umani. Ispiratosi a Gandhi e al metodo non violento guidò le popolazioni nere d'America nella lotta per i loro diritti portandole alla vittoria. La sua vicenda ebbe inizio nel 1955 quando Rosa Parks,una sarta nera di Montgomery,fu protagonista per essersi rifiutata di cedere il posto su un autobus di linea ad un bianco. King,dalla sua chiesa,organizzò un'azione di boicottaggio degli autobus da parte di tutti i neri della cittadina. La lotta durò 382 giorni e si concluse con l'abolizione della segregazione sui mezzi pubblici negli States. I neri d'America scoprirono di avere un leader capace di accogliere e dare forma alle loro istanze di liberà e parità di diritti. Capo riconosciuto del movimento per i diritti civili,nel gennaio 1957 organizzò la Southern Christian Leadership e lo Student Non Violent Coordinating Committee,due organismi che coordinarono in tutti gli stati la lotta nonviolenta dei neri
discords of our nation into a beautiful symphony of brotherhood. With
this faith, we will be able to work together, to pray together, to struggle
together, to go to jail together, to stand up for freedom together,
knowing that we will be free one day.
And this will be the day -- this will be the day when all of God's children
will be able to sing with new meaning:
My country 'tis of thee, sweet land of liberty, of thee I sing.
Land where my fathers died, land of the Pilgrim's pride,
From every mountainside, let freedom ring!
And if America is to be a great nation, this must
become true.
And so let freedom ring from the prodigious hilltops
of New Hampshire.
Let freedom ring from the mighty mountains of New
York.
Let freedom ring from the heightening Alleghenies of
Pennsylvania.
Let freedom ring from the snow-capped Rockies of Colorado.
Let freedom ring from the curvaceous slopes of California.
But not only that:
Let freedom ring from Stone Mountain of Georgia.
Let freedom ring from Lookout Mountain of Tennessee.
Let freedom ring from every hill and molehill of Mississippi.
From every mountainside, let freedom ring.
And when this happens, when we allow freedom ring, when we let it
ring from every village and every hamlet, from every state and every
city, we will be able to speed up that day when all of God's children,
black men and white men, Jews and Gentiles, Protestants and
Catholics, will be able to join hands and sing in the words of the old
Negro spiritual. Free at last! Free at last
amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le
(...) e perciò,
asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’
un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un
giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso
delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli
uomini sono creati uguali.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della
Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro
che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo
della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del
Mississippi, uno stato colmo
dell’arroganza dell’ingiustizia,
colmo dell’arroganza
dell’oppressione, si trasformerà
in un’oasi di libertà e giustizia.
Io ho davanti a me un sogno, che
i miei quattro figli piccoli
vivranno un giorno in una
nazione nella quale non saranno
giudicati per il colore della loro
pelle, ma per le qualità del loro
carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata,
ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri
saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del
Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’
questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio
il Sud.
verso
Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della
disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado
di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una
bellissima sinfonia di fratellanza.
Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare
insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere
insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il
giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati
nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove
morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice
di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una
grande nazione possa questo accadere.
Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New
York.
Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.
Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate
di neve.
Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.
Ma non soltanto.
Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.
Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.
Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni
pendice risuoni la libertà. E quando lasciamo risuonare la
libertà, quando le permettiamo di
risuonare da ogni villaggio e da ogni
borgo, da ogni stato e da ogni città,
acceleriamo anche quel giorno in cui
tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei
e gentili, cattolici e protestanti,
sapranno unire le mani e cantare con
le parole del vecchio spiritual: "Liberi
finalmente, liberi finalmente; grazie
Dio Onnipotente, siamo liberi
finalmente".
Questo era il sogno di Martin Luther King: un grande sogno, capace di
muovere le montagne. Ma in ognuno di noi c'è un piccolo o grande
sogno da coltivare, da accogliere, da inseguire. Forse davvero, come
diceva Shakespeare, noi esseri umani siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni. Perciò nutriamo i nostri sogni, non
soffochiamoli in nome del conformismo o della nostra pigrizia.
Nutriamo i nostri sogni e i sogni dei nostri figli perché solo così
saremo vivi! Nato a Torino in una famiglia ebraica il 31 luglio 1919,
la sua infanzia fu turbata da alcune incomprensioni
con il padre Cesare, dovute ad una notevole
differenza di età e ad un differente carattere
Nel 1934 si iscrive al liceo classico "Massimo
d'Azeglio" di Torino
Nel 1937 si diploma e si iscrive al corso di laurea in
chimica presso l'Università di Torino. Nel novembre
del 1938 entrano in vigore, anche in Italia, le leggi
razziali, che introducono gravi discriminazioni ai danni dei sudditi italiani
che il regime considerava "di razza ebraica". Le leggi razziali precludono
l'accesso allo studio universitario agli ebrei, ma concedono di terminare gli
studi a quelli che lo hanno già intrapreso. Levi è in regola con gli esami, ma,
a causa delle leggi razziali, ha difficoltà a trovare un relatore per la sua tesi;
si laurea comunque nel 1941 a pieni voti e lode, con una tesi in fisica. Il
diploma di laurea riporta la precisazione «di razza ebraica». In quel periodo
suo padre si ammala di tumore. Le conseguenti difficoltà economiche, e le
leggi razziali rendono affannosa la ricerca di un impiego. Viene assunto in
maniera semi illegale in un'impresa che lo incarica di trovare un metodo
economicamente conveniente per estrarre le tracce di nichel contenute nel
materiale di scarto di una cava d'amianto. A questo periodo risalgono i primi
esperimenti letterari, due brevi racconti pubblicati molti anni dopo
all'interno del romanzo "Il sistema periodico".
Nel 1942 si trasferisce a Milano avendo trovato un impiego migliore presso
una fabbrica svizzera di medicinali. Qui Levi assieme ad alcuni amici viene
in contatto con ambienti antifascisti militanti ed entra nel Partito d'Azione
clandestino. Nel 1943 si inserisce in un nucleo partigiano operante in Val
d'Aosta. Poco dopo, nel dicembre 1943, viene arrestato dalla milizia fascista
nel villaggio di Amay sul versante verso Saint-Vincent. 22 febbraio 1944,
Levi ed altri 650 ebrei, vengono stipati su un treno merci (oltre 50 individui
per vagone) e destinati al campo di concentramento di Auschwitz in
Polonia. Levi (registrato col numero 174 517) rimase in questo Lager per
undici mesi, fino alla liberazione da parte dell'armata rossa. Fu uno dei venti
sopravvissuti fra i 650 che erano arrivati con lui al campo. Levi attribuisce la
sua sopravvivenza a una serie di incontri e coincidenze fortunate.
Innanzitutto, leggendo pubblicazioni scientifiche durante i suoi studi, ha
Lorenzo Perrone, un civile
appreso un tedesco elementare. Poi incontra
occupato come muratore, che, esponendosi a un grande rischio personale,
gli fa avere regolarmente del cibo. In un secondo momento, a causa della
scarsezza di mano d'opera dovuta allo sforzo bellico viene impiegato alla
Buna, una fabbrica per la produzione di gomma sintetica di proprietà del
colosso chimico tedesco I.G. Farben. Infine, nel gennaio del 1945,
immediatamente prima della liberazione del campo da parte dell'armata
russa, si ammala di scarlattina e viene ricoverato nel "Ka-be" (l'infermeria
evacuazione da
del campo) scampando così fortunosamente alla marcia di
Auschwitz (marcia della morte). L'esperienza nel campo di concentramento
lo ha profondamente sconvolto fisicamente e psicologicamente. Giunto a
Torino si riprende fisicamente e riallaccia i contatti con i familiari e gli amici
superstiti dell'olocausto. Non trovando impiego si sposta a Milano dove
viene assunto da una fabbrica di vernici. Mosso dalla prorompente
nel Lager, si getta febbrilmente
necessità di testimoniare l'incubo vissuto
nella scrittura di un romanzo testimonianza sulla sua esperienza ad
Auschwitz, verrà intitolato Se questo è un uomo. In questo periodo conosce
e si innamora di Lucia Morpurgo che diventerà sua moglie.
Nel 1947 termina il manoscritto ma molti editori, tra cui Einaudi, lo rifiutano.
Viene pubblicato da un piccolo editore, De Silva
Nel 1956, a una mostra della deportazione a
Torino, incontra un riscontro di pubblico
straordinario e
ripropone Se questo è un uomo ad Einaudi
che decide di pubblicarlo. Questa nuova
edizione incontra un successo immediato.
Nel 1975 decide di andare in pensione e di
dedicarsi a tempo pieno alla sua attività di
scrittore. Nello stesso anno esce la raccolta
di racconti Il sistema periodico, in cui episodi
autobiografici e racconti di fantasia vengono
associati ciascuno ad un elemento chimico.
Nel 1978 pubblica La chiave a stella. Questo
romanzo, concepito durante i suoi numerosi soggiorni
lavorativi,rappresenta un omaggio al lavoro creativo
I sommersi e i salvati
Nel saggio (1986) torna per l'ultima volta sul
tema dell'olocausto. Levi cerca di analizzare con distacco la sua
esperienza, chiedendosi perché le persone si siano comportate in quel
Auschwitz
modo ad e perché alcuni sono sopravvissuti e altri no.L'11
aprile del 1987 Primo Levi muore cadendo dalla tromba delle scale
della sua casa di Torino, dando adito al sospetto che si trattasse di un
suicidio. Questa ipotesi è avvalorata dalla difficile situazione personale
di Levi che si era fatto carico della madre e della suocera malate. Il
di Levi rimane comunque un'ipotesi contestata da molti,
suicidio
poiché lo scrittore non aveva dimostrato in alcun modo l'intenzione di
uccidersi e anzi aveva dei piani in corso e per l'immediato futuro
.
Lo Stile dello scrittore
Lo stile letterario di Primo Levi, come emerge dalle sue maggiori
opere, è uno stile di stampo realista-descrittivo. Si tratta infatti di una
narrazione asciutta, sintetica ed esauriente quanto basta per
comprendere i sentimenti e lo sfondo sociale dell'ambientazione
dell'opera. Stile che ben si adatta al vasto pubblico a cui Levi intende
rivolgersi, in special modo se si tratta di una tematica di estrema
importanza come quella della prigionia del lager.
SE QUESTO E’ UN UOMO
Se questo è un uomo è un romanzo di testimonianza, o in altre parole, un
romanzo autobiografico di Primo Levi scritto tra il dicembre 1945 ed il
gennaio 1947. Rappresenta una testimonianza intensa e toccante
dell'esperienza dell'autore nel campo di
concentramento di Auschwitz. Il testo viene scritto
non per vendetta, ma come testimonianza di un
avvenimento storico che sa di tragico. Lo stesso
Levi dice testualmente che il libro «è nato fin dai
giorni di lager per il bisogno irrinunciabile di
raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi» ed è
scritto per soddisfare questo bisogno. Il romanzo,
durante la sua genesi, fu comunque oggetto di
rielaborazione.
Al primo impulso da parte di Levi, quello di
testimoniare l'accaduto, seguì un secondo, mirato
ad elaborare l'esperienza vissuta, il che avvenne grazie ai tentativi, da parte
dell'autore, di spiegare in qualche modo l'incredibile verità dei lager nazisti.
Si incontrano ripetutamente, durante l'esposizione dei fatti, dei riferimenti
alla Divina Commedia: il soggiorno in un lager viene in qualche modo visto
come viaggio nell'oltretomba, in un mondo dal quale si crede di non poter
più uscire, similmente a quanto accade nell'Inferno dantesco. Ad esempio il