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Sintesi
Italiano- Le maschere di Pirandello
Geografia - Villaggio globale e digital divide
Inglese - Online Marketing
Scienze delle finanze - Pubblica amministrazione
Diritto - la libertà d'espressione in italia
Economia - Social media Marketing
Estratto del documento

I processi di industrializzazione e di meccanizzazione del lavoro hanno portato

l'uomo ad assumere un ruolo passivo, e di conseguenza una forte sensazione di

esclusione e alienazione; infatti i personaggi pirandelliani sono caratterizzati da

un grande senso di solitudine.

Perciò l'unico modo per cercare di affermarsi nella società, o nella vita, che è

un magma inarrestabile, è quello di fissare forme stabili, che identificano un

carattere o una personalità sempre uguale a se stessa.

Il problema è che questo bisogno di arrestare la vita è costante, quindi l'uomo

cerca continuamente di costruirsi delle forme nelle quali riconoscersi, senza

riuscire però a trovare il giusto equilibro tra la forma e il proprio io.

Il soggetto, costretto a vivere nella forma, non è più una persona integra ma si

riduce ad una maschera (o personaggio) che recita la parte che la società esige

da lui (la parte di impiegato, di marito, di padre, ecc.) e che egli stesso si

impone attraverso i propri principi morali.

Il contrasto tra il flusso e la forma rappresenta l'opposizione tra la maschera e il

volto: l'uomo non è nessuno, in quanto non esiste la sua individualità, ma si

ritrova costantemente racchiuso in forme indispensabili per garantirsi

un'identità sociale.

Il personaggio, resosi conto che l'esistenza è una "gabbia", ha davanti a sé solo

due strade:

- o sceglie l'ipocrisia, adeguandosi passivamente alle forme, come per Enrico

IV;

- o vive consapevolmente, rendendosi conto degli autoinganni propri e altrui,

denudandosi di qualunque maschera, scegliendo di vivere attimo per attimo,

immedesimandosi nella natura (come per Vitangelo Moscarda, in "Uno,

nessuno e centomila"); in questo caso egli più che vivere si "vede vivere".

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2- Diffusione

La diffusione nel web dei social network coincide con l'inizio del nuovo

millennio, quando, con la nascita del web 2.0 , prendono piede i cosiddetti

"Social Media" quali Wikipedia, YouTube, e Google.

In realtà il primo social network viene creato nel 1997, col nome di SixDegrees

ed offriva alle persone la possibilità di costruirsi online la propria rete sociale e

di esplorare quella di altri, trovando o stringendo nuove relazioni. Chiuderà nel

2001, ma verrà riconosciuto come il pioniere dei grandi social network che

arriveranno negli anni a seguire.

Negli ultimi 5 anni la crescita di questo genere di servizi è stata incessante e

continua ad espandersi a livello globale e in tempo reale, con grandi differenze

a seconda delle aree geografiche. 7

Nel 2009 (vedi grafico) i social network che tenevano una posizione leader a

livello mondiale erano 20:

Facebook

- aveva quasi conquistato l’Europa e si apprestava ad estendersi

ovunque, nel tentativo di spodestare i social network locali;

Q

zone,

- dominava in Cina e con i suoi 300 milioni di utenti era il più grande

social network del pianeta;

MySpace

- aveva perso la sua leadership ovunque;

V Kontakte

- era padrona nei territori della Russia;

Maktoob

- rimaneva la più importante community araba.

Nel giro di pochi anni l'adozione di massa di modalità di interazione sociale

attraverso strumenti di social networking è stata impetuosa, chiunque ha

aderito a questo nuovo modello: dai giovani, oltre 1,2 miliardi, agli anziani,

dalle famiglie alle aziende, fino ad approdare nella politica.

Fra tutti Facebook rimane il social network più gettonato con oltre 900 milioni di

utenti (se fosse un paese sarebbe il terzo più popolato al mondo dopo Cina e

India), seguito da Qzone il social network cinese e da Twitter, entrambi con

oltre 500 milioni di utenti. 8

Nonostante il numero di social network attivi sia in costante crescita, dal 2009

il mondo sta aderendo a 7 grandi reti sociali; Facebook ha stabilito una

posizione di leadership in 126 su 137 paesi esaminati, conquistando oltre 230

milioni di utenti in Europa, 220 milioni in Nord America e 220 milioni in Asia.

Questo risultato non è una casualità: oggi i grandi social network attuano

determinate strategie di leadership, cercando utenti per poter rafforzare la loro

attrattività sul mercato soprattutto verso gli investitori, aumentando cosi il

proprio valore economico. E' questo il principio basilare che ogni social network

persegue per poter sopravvivere.

La diffusione dei social network nel mondo sta fortemente influenzando

l’interazione tra persone a livello sia individuale che di gruppo. A prescindere

dalle aree geografiche questo fenomeno caratterizza sempre di più l’esperienza

digitale di ognuno di noi, aprendo un mondo di nuove opportunità tecnologiche

e di business.

IL DIVARIO DIGITALE NEL VILLAGGIO GLOBALE

Il fenomeno dei social network, ultima fase della rivoluzione telematica ha

senza dubbio migliorato la trasmissione di informazioni a livello globale. Le reti

hanno moltiplicato, a livello a dir poco esponenziale, le relazioni, ma

soprattutto le interazioni tra la popolazione mondiale, accentuando il fenomeno

del "rimpicciolimento del mondo".

In poche parole hanno favorito il processo di globalizzazione culturale ed

economica, già sostenuto tempo indietro con la scoperta delle prime tecniche

di comunicazione (telegrafo, telefono, radio, televisori, satelliti, ecc).

La conseguenza di questo

processo è la realizzazione di

un "villaggio globale".

Questo termine fu coniato per

la prima volta da Marshall

McLuhan, studioso di

comunicazione di massa, che

analizzò per primo gli effetti

che la tecnologia causa sui

cambiamenti del modo di

vivere dell'uomo.

Per villaggio globale si

intende un mondo piccolo,

delle dimensioni, appunto, di

un villaggio, all'interno del 9

quale si annullano le distanze fisiche e culturali e dove stili di vita, tradizioni,

lingue ed etnie sono rese più omogenee e internazionali.

La locuzione si applica sia per definire che il globo si è ridotto ad un ambito

facilmente esplorabile al pari di un villaggio, sia che (almeno per la

comunicazione) ciascun villaggio che lo compone ha abbattuto i suoi confini,

coincidendo dunque con il globo stesso. Un mondo in cui si sa tutto di tutti e in

cui ciascuno è in grado di interagire e di dire la sua.

Il problema è che, in un mondo già pieno di divari, i social network, ma in

generale le telecomunicazioni, hanno creato un ulteriore divario, riconducibile

alla possibilità di accesso alle tecnologie dell'informazione e della

comunicazione, definito "digital divide" o divario digitale.

Esso si osserva utilizzando tre principali indicatori, che permettono di

conoscere la diffusione delle telecomunicazioni e la loro distribuzione

geografica:

diffusione di computer:

1. oggi se ne contano oltre un miliardo in tutto il

mondo. Il 60% (600 milioni) sono utilizzati dai paesi del Nord del mondo

(che comprende circa 1 miliardo di persone) e il restante 40% dai paesi

del Sud del mondo (e quindi da oltre 5 milioni di persone).

rapporto tra abbonamenti telefonici e abitanti

2. : nei paesi sviluppati c'è più

di un abbonamento per abitante, mentre nei paesi del Terzo Mondo, in

particolare in Africa, meno di 1 su 10 persone.

utilizzo di Internet:

3. nei paesi del Nord più della metà usufruisce di questo

servizio, mentre nei paesi dell'America Latina meno del 10%, e in Africa

addirittura meno dell'1,5%. La diffusione di Internet è fortemente legata

all'utilizzo dei social network.

Quindi se da una parte le telecomunicazioni hanno creato nuove opportunità

per i soggetti appartenenti anche a economie meno avanzate, dall'altra hanno

creato ulteriori divari persino a livello locale, per la mancanza di infrastrutture

adatte a far sviluppare tutte le innovazioni tecnologiche.

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3-Social Network: lo strumento

di comunicazione per

eccellenza

Il successo dei social network è dovuto ad una serie di fattori, più o meno

complessi.

I semplici consumatori, come già citato, si connettono in rete per soddisfare

bisogni di ogni genere; tuttavia il popolo del social web è composto anche da

multinazionali, politici e celebrità. Cosa spinge multinazionali del calibro di

Coca-Cola o McDonald's, oppure politici come Obama o Mario Monti, ad

utilizzare servizi del genere?

La risposta risiede in una parola chiave: viralità.

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Una notizia a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce a espandersi

molto velocemente; passa, come un virus, da un utente ad un altro e cosi via.

In questo modo, tramite il vecchio principio del "passaparola", l'idea si espande

rapidamente.

Il fenomeno più eclatante e più recente è rappresentato dal famoso video

"Kony 2012", creato da Invisible Children. Inc. allo scopo di promuovere la

campagna umanitaria denominata "Stop Kony". L'obiettivo è quello di

consentire la cattura del criminale di guerra ugandese Joseph Kony entro la fine

del 2012. Il filmato si è diffuso in maniera virale sul web , tanto che

su YouTube (dove è stato inserito il 5 marzo 2012) ha raggiunto più di 84 milioni

di visite.

L'elemento "viralità" gioca quindi un ruolo cruciale non solo a livello personale,

ma soprattutto in ambito di marketing, visto che consente di sapere, a chi

lavora nel campo dei social network, quali sono i post maggiormente apprezzati

ottenendo quindi i feedback relativi.

E' stata coniata così l'espressione "viral marketing" per indicare un tipo

di marketing non convenzionale, che sfrutta la capacità comunicativa di pochi

soggetti interessati a trasmettere il messaggio ad un numero elevato di utenti

finali.

Una campagna di viral marketing punta a promuovere un prodotto/servizio

"inducendo" la gente a parlare di esso. In una campagna di promozione di

questo tipo è infatti possibile avere una curva di diffusione del messaggio di

tipo esponenziale.

In generale si crea una rete di marketing virale concedendo liberamente un

proprio prodotto/servizio e con esso una "ad copy" (un proprio contatto dei link,

un email ecc..). Il pacchetto "prodotto + ad copy" ha la caratteristica di poter

essere passato liberamente ad altre persone e queste a loro vota potranno

continuare la diffusione. In questo modo il messaggio di marketing contenuto

nella "ad copy" passa a molte persone, molto velocemente e con pochi sforzi.

Un esempio di viral marketing ben riuscito è stata la strategia utilizzata da

Hotmail.com, che in poco più di un anno riuscì ad acquisire 12 milioni di

abbonati spendendo relativamente poco in pubblicità. Hotmail.com,

aggiungendo in coda ad ogni messaggio inviato un piccolo tag che diceva

"anche tu puoi ottenere il tuo indirizzo email gratuito a www.hotmail.com",

regalava un servizio di email appunto gratuito.

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3a-Online marketing

Marketing includes all the activities aiming at increasing or promoting the sale

or the launch of a product.

It is an ongoing process because it researches, plans and reviews strategies to

meet the customers' needs.

The best process to collect and interpret data about customers and

competitors, is the market research.

A business can find the answers about:

the needs of potential customers;

 the best price to offer;

 the best place to sell a product;

 the type of promotion to use;

 the situation of competition.

There are two types of market research:

primary market research,

1. that acquires original information directly from

potential or existing customers. There are a lot of methods, but the most

used today is by online questionnaire where businesses make pages to

search followers who give ratings to their products.

secondary market research,

2. that gather information which has already

been published, from internal sources (sales records or customer records)

or external sources (specialist magazine or internet).

The Internet is a powerful and cost-effective tool for conducting market

research, because it allows to regard the consumers' behaviour, to identify new

markets and to test consumers' interest in new products.

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Its advantages over traditional methods are:

it is faster

 it is cheaper

 it allows large-scale research.

While traditional marketing is based on the needs of typical or average

customer, one-to-one marketing is based on the idea that no two customers

are the same. Therefore a company can change its product or service

according to individual customers' needs.

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