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Inglese: William Wordsworth (Daffodils);
Italiano: Gabriele D'Annunzio (La pioggia nel pineto);
Latino: Orazio, Tibullo e Ovidio (la rosa);
Arte: Millais (Ofelia);
Francese: Rimbaud (Ophélie);
Filosofia: Friedrich Nietzsche (il superuomo);
Spagnolo: Machado (Al olmo seco).
Il Giardino di
Ofelia
-
Simbologia dei fiori e delle piante nella
letteratura, nell’arte e nella filosofia
Tesina di
ELISA COCCIA
Corso F, Liceo linguistico E. Trebbiani
Per la versione integrale dell’elaborato:
http://mrstimberlake31.wix.com/ilgiardinodiofeli
a#!
Il simbolo
« E' un tempio la
Natura, dove a
volte parole
escono confuse da
viventi pilastri
e che l'uomo
attraversa tra
foreste di simboli
che gli lanciano
occhiate familiari » (Charles Baudelaire, da «Corrispondenze», Les
Fleurs du Mal)
Il simbolo è un elemento della comunicazione, che esprime contenuti
di significato ideale dei quali esso diventa il significante.
symbolum
La parola "simbolo" deriva dal latino ed a sua volta
súmbolon
dal greco (σύμβολον) avente il significato approssimativo di "mettere
insieme" due parti distinte.
All'interno del medesimo simbolo vi sono evocazioni simboliche molteplici.
Esso può evocare e focalizzare, riunire e concentrare, in modo analogicamente
polivalente, una molteplicità di sensi che non si riducono a un unico significato
e neppure ad alcuni significati soltanto. Questo rende il simbolismo un
linguaggio meno limitato del linguaggio comune ed adatto per l'espressione e
la comunicazione di certe verità.
Il simbolo non è ne’ un segnale, il quale ha un puro valore informativo e
non evocativo, ne’ un’allegoria, che si esprime preferibilmente tramite il
linguaggio, mentre il simbolo contiene di per sé quello che vuole significare. Un
simbolo è qualcosa di più concreto, statico, assoluto rispetto all'allegoria. Alla
fine del Settecento Goethe (poeta, filosofo, critico e scienziato) aveva
efficacemente distinto simbolo da allegoria: il primo intuisce nel particolare
l’universale, in quanto vede immediatamente la luce di un significato superiore
dentro il singolo particolare, sia esso una cosa o un dettaglio della natura; la
seconda rifiuta l’intuizione e cerca, attraverso il particolare, l’universale. Nel
primo caso si dà un procedimento istantaneo e intuitivo; nel secondo si dà
invece un percorso di ricerca razionale che implica un tempo e una distanza da
superare. Il simbolo tende all’inesprimibilità giacché l’universale è infinito,
mentre l’allegoria è sempre chiaramente esprimibile attraverso un concetto.
Nella letteratura
Il simbolismo è un movimento artistico sviluppatosi in Francia nel XIX
secolo che si manifestò nella letteratura, nelle arti figurative e di riflesso
nella musica.
La poesia dei simbolisti è antirealistica, ha come riferimento un modello
astratto di compostezza classica e l’imitazione di modelli antichi. Per questi
poeti l’arte deve essere incontaminata dalle problematiche sociali. A questa
scuola appartenne anche Charles Baudelaire, se pure in una posizione del tutto
autonoma. Egli contribuì all’elaborazione del concetto di “poesia pura”, libera
da ogni preoccupazione di contenuto e di intenti civili o morali, nella quale la
suggestione delle parole e dei simboli può essere oggetto di ispirazione: il
poeta non deve descrivere la realtà, ma cogliere e trasmettere le impressioni
più vaghe e indefinite, suggerire emozioni e stati d’animo, penetrare l’intima
essenza delle cose attraverso parole non descrittive ma evocatrici, attraverso
appunto simboli.
L’elemento fondamentale del Simbolismo è che sotto la realtà apparente,
quella percepibile con i sensi, si nasconda una realtà più profonda e misteriosa,
a cui si può giungere solo per mezzo dell'intuizione poetica.
Nei fiori
A ogni oggetto può essere attribuito un ulteriore significato rispetto a
quello consueto che già possiede, ogni cosa può essere un simbolo.
I fiori hanno molti significati; da Oriente a Occidente, nel corso dei secoli,
essi hanno rappresentato il mezzo migliore per trasmettere precisi messaggi.
Il cosiddetto linguaggio dei fiori, è conosciuto anche come florigrafia.
L'attribuzione di un significato simbolico ai fiori e alle piante risale fin
all'antichità e nel Medioevo e nel Rinascimento ai fiori si attribuirono spesso
significati morali. Tuttavia è con l'Ottocento che l'interesse per il linguaggio dei
fiori assume il massimo sviluppo, legato alla comunicazione dei sentimenti,
flower books,
tanto che si diffuse un'editoria specializzata nella stampa dei
elegantemente illustrati con incisioni e litografie.
Nel XIX secolo la florigrafia fu un modo di comunicazione piuttosto
sviluppato, per cui i fiori e gli allestimenti floreali venivano utilizzati per
esprimere sensazioni che non sempre potevano essere pronunciate. Le
sfumature del linguaggio sono oggi quasi del tutto dimenticate, solo poche si
sono mantenute esattamente come alle origini, ma anche se quelle odierne
possono non essere le esatte traduzioni dei sentimenti Vittoriani, i fiori
mantengono ancora un loro significato specifico. Il potere del linguaggio
silenzioso dei fiori si diffuse rapidamente grazie anche al famosissimo libro di
Miss Corruthers, che divenne la bibbia dei fiori in Inghilterra e in America.
All’occhio scanzonato del lettore moderno, molte definizioni sembreranno buffe
o assurde, eppure tutte hanno un fascino innegabile.
Si vuole esporre in questo elaborato la varietà, la bellezza e l’importanza
che la simbologia dei fiori e delle piante ha avuto per poeti, popolazioni e
filosofi, e come questi ultimi l’hanno utilizzata per esprimere concetti e
sensazioni, a partire dal XIX secolo fino ai più vicini anni ’70.
I fiori antiguerra
“ L’umanità deve mettere fine
alla guerra, o la guerra metterà
fine all’umanità”
(John F. Kennedy)
La guerra del Vietnam fu il conflitto combattuto tra il 1960 e il 30 aprile
1975 prevalentemente nel territorio del Vietnam del Sud, tra le forze
insurrezionali filo-comuniste, sorte in opposizione al governo autoritario filo-
americano costituito nel Vietnam del Sud, e le forze governative di questo
stato, creato nel 1954 dopo la Conferenza di Ginevra.
Il conflitto vide il massiccio coinvolgimento diretto degli Stati Uniti
d'America che incrementarono progressivamente le loro forze militari in aiuto al
governo del Vietnam del Sud. La potenza nord-americana non riuscì a
conseguire la vittoria politico-militare, ma subì al contrario pesanti perdite,
finendo per abbandonare al suo destino nel 1973 il Sud Vietnamita.
Sull'altro versante intervenne direttamente in aiuto delle forze filo-
comuniste dell'FLN (definite Viet Cong dalle autorità statunitensi e
sudvietnamite) l'esercito regolare del Vietnam del Nord che infiltrò, a partire dal
1964, truppe sempre più numerose nel territorio del Vietnam del Sud,
impegnandosi in duri combattimenti contro le forze statunitensi nel corso di
offensive culminate nella campagna finale del 1975.
La guerra del Vietnam non interessò soltanto il territorio del Vietnam del
Sud, ma coinvolse progressivamente il Laos e la Cambogia, interessata
massicciamente da attacchi aerei e terrestri americani (1969-1970) e infine
invasa dalle forze nord vietnamite. Anche lo stesso Vietnam del Nord venne
ripetutamente colpito da pesanti e continui bombardamenti aerei statunitensi
(dal 1964 al 1968 e ancora nel 1972) sferrati per indebolire le capacità militari
nordvietnamite e per frantumare la volontà politica del governo di continuare la
lotta insurrezionale al sud.
La guerra ebbe termine nell'aprile 1975 con la caduta di Saigon, il crollo
del governo del Vietnam del Sud e la riunificazione politica di tutto il territorio
vietnamita sotto la dirigenza comunista di Hanoi. Gli Stati Uniti subirono la
prima vera sconfitta politico-militare della loro storia e dovettero accettare il
totale fallimento dei loro obiettivi politici e diplomatici.
L'opposizione alla guerra su piccola scala iniziò fin dal 1964
nei campus delle università. Si trattava di un periodo storico caratterizzato da
attivismo politico studentesco di sinistra senza precedenti (la crescente
opposizione alla guerra è certamente attribuibile in parte anche al più ampio
accesso alle informazioni sul conflitto, soprattutto grazie all'estesa copertura
televisiva).
Migliaia di giovani statunitensi scelsero la fuga in Canada o in Europa
occidentale, piuttosto che rischiare la coscrizione. Allo scopo di guadagnarsi
l'esenzione o il rinvio, molti ragazzi scelsero di frequentare l'università, il che
permetteva di ottenere l'esonero al compimento del 26º anno di età; alcuni si
sposarono, il che rimase motivo di esenzione per tutto il corso della guerra.
Altri trovarono dei dottori accondiscendenti che certificarono le basi mediche
per una esenzione "4F" (inadeguatezza mentale), anche se i medici
dell'esercito potevano dare, e davano, un loro giudizio. Altri ancora si unirono
alla Guardia Nazionale, come sistema per evitare il Vietnam.
Gli arruolati stessi iniziarono a protestare quando, il 15 ottobre 1965,
l'organizzazione studentesca "Comitato di coordinamento nazionale per la fine
della guerra in Vietnam" inscenò la prima manifestazione pubblica negli Stati
Uniti in cui vennero bruciate le cartoline di leva.
Il potere dei fiori
In questi tempi di guerra, a solo un ventennio dal secondo conflitto
mondiale, grazie alle nuove risorse d’informazione e a nuove possibilità di
libertà e possibilità di esprimere il proprio pensiero, nacque l’espressione
Potere dei Fiori (“Flower power”), emblema del movimento hippy, un’ideologia
basata sulla non-violenza, l’amore verso la natura, il divertimento, la libertà
sessuale, la droga e la musica rock, nato per opporsi attivamente alla guerra
del Vietnam.
Il 14 gennaio 1967 l'enorme raduno all'aperto di San Francisco rese
popolare la cultura hippy in tutti gli Stati Uniti, richiamando 20.000 persone al
Golden Gate Park. Il Monterey Pop Festival dal 16 giugno al 18 giugno diffuse la
musica rock della controcultura ad un vasto pubblico e segnò l'inizio della
cosiddetta "Estate d'amore"; qui, la versione diScott McKenzie della canzone
“San Francisco”,
di John Phillips dei Mamas & the Papas divenne un enorme
successo negli Stati Uniti e in Europa. Il testo
« Se stai andando a San Francisco, devi essere sicuro di mettere dei fiori nei
capelli... »
convinse migliaia di giovani di tutto il mondo a recarsi a San Francisco, a volte
portando fiori tra i capelli e distribuendoli ai passanti, guadagnandosi il nome
di “figli dei fiori”.
Alcune loro prese di posizione, come bruciare le lettere di chiamata
obbligatoria alle armi, furono clamorose, suscitarono sdegno e critiche negli
ambienti conservatori e tradizionalisti, ma riuscirono, egualmente, a gettare i
semi di una "cultura hippy". Tra gli atti pubblici simbolici annoveriamo la
distribuzione di fiori ai poliziotti e l'inserimento dei fiori nelle canne delle armi e
nei cannoni.
"Flower Power" sta ad indicare la credenza secondo cui i fiori abbiano
notevoli proprietà nascoste, in particolare stupefacenti, che vanno scoperte. La
natura era vista dagli hippy, definiti non a caso "figli dei fiori", come un
qualcosa di positivo perché permetteva di andare al di là delle normali
percezioni umane. Nell'aprile 1969, la costruzione del People's Park di Berkeley,
in California ha ricevuto un'attenzione internazionale. L'Università della
California aveva progettato di demolire tutti gli edifici su una superficie di 2,8
acri vicino al campus, volendo utilizzare il terreno per costruire campi da gioco
e un parcheggio; ma migliaia di comuni cittadini di Berkeley, commercianti,
studenti, e hippy, presero la questione nelle proprie mani, piantando alberi,
arbusti, erba e fiori per trasformare il sito in un parco. Il "Flower Power" prese
vita proprio nel corso di questa situazione, quando gli hippy iniziarono ad
impegnarsi in atti di disobbedienza civile, piantando fiori negli spazi vuoti di
tutta Berkeley sotto lo slogan "Let A Thousand Parks Bloom" (Fai nascere un
migliaio di parchi).
È così che i fiori divennero un simbolo importantissimo di un movimento
culturale diffusosi a livelli internazionali. Emblemi della natura, della
delicatezza, della bellezza e di una rinascita, essi furono i principali protagonisti
del movimento hippy e il simbolo più diffuso di questa comunità giovanile - e