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Geografia: Israele;
Scienze: le leggi di Mendel;
Motoria: l'alimentazione;
Tecnologia: il lavoro;
Letteratura: Primo Levi;
Musica: Schonberg;
Arte: Edvard Munch;
Inglese: the holocaust;
Francese: Tahar Ben Jellon et Renè Philombe.
e per le carni. Israele è un grande importatore di idrocarburi, materie prime,
equipaggiamenti militari. Per l'export, si distingue per frutta, verdura, farmaceutici,
software, chimici, tecnologia militare, diamanti. È un leader mondiale per la conservazione
dell'acqua e per l'energia geotermica. Fin dagli anni settanta, Israele riceve aiuto
economico dagli Stati Uniti d'America, in particolare per sostenere il debito estero, il debito
pubblico e le spese militari. Dotato di risorse idriche esigue, il paese non è ambiente
favorevole a una grande agricoltura. I coloni ebraici hanno saputo sviluppare una
tecnologia irrigua che ha moltiplicato la produttività di ogni litro d'acqua imponendo la
propria agricoltura come modello insuperato di efficienza di irrigazione. Agronomi e
ingegneri di Israele vantano il titolo di creatori delle metodologie di "irrigazione a goccia",
più in generale delle tecniche di "microirrigazione". Attualmente i terreni israeliani, che per
una delle leggi fondamentali di Israele non possono essere venduti per il 92% sono
proprietà dello stato, del Fondo Nazionale Ebraico o dell'Amministrazione Israeliana dei
Terreni. Il settore industriale israeliano si è da sempre caratterizzato per la presenza di
piccole aziende nei settori tradizionali e di poche grandi aziende in quelli di tecnologia
avanzata. Altri settori sviluppati sono quelli dell'aeronautica e della robotica. La
lavorazione dei diamanti costituisce un'industria fiorente avviata da immigrati ebrei
provenienti da Amsterdam e specializzati nel taglio delle pietre preziose.
Le risorse minerarie ed energetiche sono quasi inesistenti, dal momento che il sottosuolo
è privo di materie prime. Sia il carbone, sia il petrolio sono importanti; il petrolio proviene
quasi esclusivamente dall'Egitto, Paese con cui Israele intrattiene rapporti privilegiati dal
1982. Un oleodotto lungo 260 km collega due città. Molto utilizzata è l'energia solare, che
copre il fabbisogno del 27% della popolazione come fonte di riscaldamento.
Grazie alle ottime infrastrutture di ricerca scientifica è di buon livello anche l'industria
chimico-farmaceutica. Il turismo è un risorsa industriale di grande rilievo, anche per merito
del clima gradevole e dell'importanza storico-artistica dei siti archeologici tuttora esistenti.
NEOREALISMO E PRIMO LEVI
Testimone di tante assurdità proprie della Shoah e dei campi di concentramento è stato
sicuramente Primo Levi
In Italia, già verso la fine degli anni Trenta, comincia a manifestarsi in alcuni narratori un
atteggiamento di insofferenza e di critica verso la chiusura intellettuale della società
fascista contemporanea. Si sviluppa la concezione secondo la quale gli intellettuali devono
uscire, dalla posizione di isolamento dalla realtà, assunta ad esempio dagli ermetici, e
proporre nuovi contenuti sociali attraverso un linguaggio più facile, accessibile a un vasto
pubblico . In particolare , dopo la tragica esperienza della Seconda guerra mondiale, gli
intellettuali avvertono la necessità di farsi interpreti dei problemi e dei bisogni reali del
popolo. In Italia, questa tendenza a una letteratura «impegnata» sfocia nel movimento del
Neorealismo, che trova la sua massima affermazione nel decennio dal 1945 al 1955. Il
Neorealismo, così chiamato perché, in parte, si rifà al Verismo (o Realismo) italiano
dell'Ottocento, dà luogo a una vasta produzione narrativa intesa a rappresentare la realtà
in modo realistico sia nei suoi aspetti positivi che negativi. A differenza dei veristi, però, gli
scrittori neorealisti si sentono investiti di una grande responsabilità, quella di contribuire,
attraverso l'impegno politico e sociale, alla ricostruzione materiale e spirituale della società
contemporanea. I temi più frequenti nelle opere neorealiste sono quelli legati alla guerra e
al dopoguerra: la lotta partigiana, la fame, la miseria, le rivendicazioni degli operai, le lotte
e le condizioni dei contadini , la realtà della vita dei ceti più umili. La nuova visione della
realtà viene espressa attraverso un linguaggio semplice, popolare, che si avvicina al
parlato delle singole regioni. Tra i più significativi scrittori del Neorealismo ricordiamo: Elio
Vittorini , Alberto Moravia e Primo Levi.
Nato il 31 luglio del 1919 a Torino, da genitori di religione ebraica, Primo Levi si diploma
nel 1937 al liceo classico Massimo D’Azeglio e si iscrive al corso di laurea in chimica
presso la facoltà di Scienze dell’Università di Torino. Nel '38, con le leggi razziali, si
istituzionalizza la discriminazione contro gli ebrei, cui è vietato l’accesso alla scuola
pubblica. Levi, in regola con gli esami, ha notevoli difficoltà nella ricerca di un relatore per
la sua tesi: si laurea nel 1941, a pieni voti e con lode, ma con una tesi in Fisica. Sul
diploma di laurea figura la precisazione: «di razza ebraica». Comincia così la sua carriera
di chimico, che lo porta a vivere a Milano, fino all’occupazione tedesca: il 13 dicembre del
'43 viene catturato a Brusson e successivamente trasferito al campo di raccolta di Fossoli,
dove comincia la sua odissea. Nel giro di poco tempo, infatti, il campo viene preso in
gestione dai tedeschi, che convogliano tutti i prigionieri ad Auschwitz.L’autore è deportato
a Monowitz, vicino Auschwitz, in un campo di lavoro i cui prigionieri sono al servizio di una
fabbrica di gomma. Al lager, persi nei loro pensieri, presi da mille domande, da ipotesi
continue che per quanto catastrofiche, non si avvicinano neanche lontanamente alla
verità, si ritrovano in pochissimo tempo rasati, tosati, disinfettati e vestiti con pantaloni e
giacche a righe. Su ogni casacca c’è un numero cucito sul petto. I prigionieri vengono
marchiati come bestie. Il loro compito: lavorare, mangiare, dormire, OBBEDIRE. Il loro
intento: sopravvivere. Dietro quel numero non c’è più un uomo, ma solo un
oggetto: häftling, cioè “pezzo”. Se funziona, va avanti. Se si rompe, è gettato via. Levi è
l’häftling 174517. Funzionante. Primo Levi è tra i pochissimi a far ritorno dai campi di
concentramento. Ci riesce fortunosamente, grazie a una serie di circostanze e solo dopo
un lungo girovagare nei Paesi dell'est. Quale testimone di tante assurdità, sente il dovere
di raccontare, descrivere l’indescrivibile, affinché tutti sappiano, tutti si domandino un
perché, tutti interroghino la propria coscienza: comincia a scrivere, elaborando così il suo
dolore, il suo annientamento, il suo avventuroso ritorno a casa. Nel '47, rifiutato dalla
Einaudi, il manoscritto Se questo è un uomo è pubblicato dalla De Silva editrice. I
profondi strascichi psicologici dell’internamento nel campo di sterminio furono
probabilmente la causa del suo suicidio l’11 aprile del 1987 Lo stile letterario di Primo Levi,
come emerge dalle sue maggiori opere, è uno stile di stampo realista-descrittivo. Si tratta
infatti di una narrazione asciutta, sintetica ed esauriente quanto basta per comprendere i
sentimenti e lo sfondo sociale dell'ambientazione dell'opera: stile che ben si adatta al
vasto pubblico a cui Levi intende rivolgersi, in special modo nella trattazione di un
argomento di estrema importanza, come quello della prigionia in un Lager.
SE QUESTO E’UN UOMO- PRIMO LEVI
POESIA COMMENTO
Voi che vivete sicuri Primo Levi nella sua poesia evidenzia
nelle vostre tiepide case, l’importanza dell’identità umana e i diritti
voi che trovate tornando a sera dell’uomo violati dai nazisti. Lui parla di un
il cibo caldo e visi amici: uomo maltrattato, non degno di vivere. E
Considerate se questo è un uomo non si riferisce a una sola persona, ma a
che lavora nel fango un’intera comunità ebraica condannata a
che non conosce pace morte solamente perché erano medici,
che lotta per mezzo pane avvocati, banchieri ritenuti uomini che
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna, stavano sottraendo il posto di lavoro ai
senza capelli e senza nome Tedeschi e anche ritenuti di razza non
senza più forza di ricordare ariana (Tedeschi) e quindi inferiori.
vuoti gli occhi e freddo il grembo Attraverso la poesia ci comunica che non
come una rana d'inverno. dobbiamo dimenticare quello che è
Meditate che questo è stato: successo, ma raccontarlo a generazioni
vi comando queste parole. future.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
GENETICA E LEGGI DÌ MENDEL
Nei campi di concentramento i medici tedeschi utilizzavano i bambini come cavia per i loro
esperimenti genetici sulle orme di Mendel
La somiglianza tra genitori e figli, o tra nonni e nipoti, è stata osservata fin dai tempi molto
antichi, ma fino al XVII secolo si credeva ancora nella generazione spontanea. Oggi
invece sappiamo che ogni essere vivente nasce da individui simili a sé, e genera individui
simili, tutti con le caratteristiche di base della sua specie, che sono trasmesse di
generazione in generazione.
Le leggi sulla trasmissione delle caratteristiche fisiche nelle generazioni furono scoperte
nell'Ottocento, grazie agli studi compiuti dal monaco boemo Gregor Mendel (1822-1884).
Diffusi solo all'inizio del XX secolo, gli studi di Mendel posero la base della Genetica.
Esso, attraverso studi mediante esperimenti di fecondazione artificiale sulle piante, durati
quasi dieci anni e condotti su migliaia di piante, stabilì le leggi di base dell’ereditarietà,
formulando le leggi fondamentali, valide per tutti gli organismi animali e vegetali a struttura
cellulare. Nei suoi esperimenti, condotti su piante di pisello, fece incrociare due piante di
linea pura(giallo;verde) che lo portarono ad elaborare la prima legge o principio della
dominanza:
incrociando due individui di razze pure si ottengono nella prima generazione discendenti
ibridi, cioè non puri, con caratteristiche omogenee rispetto al carattere in questione.
Questo significa che nella prima generazione uno dei caratteri antagonisti scompare
completamente. Questo carattere viene detto recessivo, cioè che non si manifesta, mentre
quelli che determinano il fenotipo della pianta sono detti dominante, cioè il carattere che si
manifesta.
Mendel incrociando due piante non di linea pura(ibridi) arrivò ad enunciare la seconda
legge o principio della disgiunzione:
dichiara che gli individui della seconda generazione non sono uniformi, ma che i caratteri
parentali segregano e si manifestano secondo dei rapporti: ¼ dei discendenti presenta il
carattere di un progenitore; ¼ quello dell’altro e la restante metà è costituita da ibridi. Esso
arrivò alla conclusione dell’osservazione cioè che i caratteri recessivi, scomparsi nella
prima generazione, riappaiono nella seconda generazione.
Mendel proseguì con i suoi esperimenti incrociando piante con piselli a semi gialli e lisci
(dominanti) e piante con piselli a seme verde e rugosi (recessivi), da qui ottenne la terza
legge o principio dell’assorbimento e dell’indipendenza:
se si incrociano due individui differenti per più caratteri, si può osservare che ciascun
carattere compare nei figli indipendentemente dagli altri e variamente associato. Da
questo esperimento ottiene nella prima generazione piselli gialli e lisci, essendo caratteri
dominanti. Mentre nella seconda generazione ottiene individui con caratteri variamente
associati.
Il fenotipo non è altro che il carattere che si manifesta per esempio il colore degli occhi, la
carnagione ecc. Ciò che appare.
Il genotipo invece è il carattere che si trova all'interno del DNA, il genotipo può differire dal
fenotipo perché in esso possono coesistere due geni.
ESPRESSIONISMO TEDESCO E MUNCH
La disperazione e l’angoscia di aver perso la propria identità di essere umano è rappresentato
dall’Urlo di Munch
L’Espressionismo tedesco entra nella storia dell’arte moderna attraverso l’opera dei
quattro artisti fondatori del “Ponte”, e d’alcuni altri pittori unitisi a loro.