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Inglese: Charles Dickens (Canto di Natale)
Letteratura: Gabriele D'Annunzio (Il Piacere)
Psicologia: Sigmund Freud (L'invidia del pene)
Storia: prima guerra mondiale
Igiene: patologie legate all'alimentazione
Italiano: il superuomo
Ec. domestica: l'anziano con problemi
CHARLES DICKENS: a brief biography
Charles Dickens was born on February 7, 1812, the son of John and Elizabeth Dickens.
He had an unhappy childhood, since his father went to prison for debt and he had to work in a factory at
the age of twelve.
These days of sufferings were to inspire much of the content of his novel. When he realized that he had
a talent for writing, he taught himself short and became a newspaper reporter.
His autobiographical novels are Oliver Twist, David Copperfield, Little Dorrit; their protagonist all
became the symbols of an exploited childhood confronted with the grim and bitter realities of slums and
factories.
Dickens also wrote a novel on the French Revolution, A tale of two Cities, and another about the
Chartist riots, Barnaby Rudge, a travel book, American Notes. Other work include Bleak House, Hard
times and Great Expectations, dealing with social issues, such as the conditions of the poor and the
working class in general. All these novel gave him wealth and fame.
He also had a busy life as a magazine editor. He spent his last years travelling round giving readings of
his own work.
He was buried in Poets’ Corner in Westminster Abbey. He remains one of the most popular English
Written in 1The Christmas Carol contains the history of the conversion of the miser Ebezener
Scrooge, profiteer
843 by Charles Dickens it is considered the most important of the Books of Christmas.
without scruples of the City that despise the religion, the family and God because they don't
make
him earn money. He doesn't do charity, and he reduces his employee to the hunger. This
brings him
to neglect the friends and the family living in loneliness with his own egoism.
To save him from the damnation that it attends him after the death, the ghost of Jacob Marley,
once his partner in business shows to him the hell to which has brought his egoism: to be
saved himself Scrooge will owe to receive the visit of three ghosts, the Spirit of the Christmas
of the Past, the Spirit of the Christmas of the Present and that some future.
They will drag him in a trip in the time and in the space in which Scrooge will see what it waits
for him again if it won't change his behaviour : a headstone with his name above. Very
hom
worried, the miser rediscovers a new life, mending the blames salesclerks and finding again
e
the peace for his soul. The history wants to be a reflection on the great poverty and the
LUSSURIA
quei desideri mai appagati...
Che cos'è
La radice della parola lussuria coincide con quella della parola lusso - che indica una
esagerazione – e quella della parola lussazione - che significa deformazione o divisione.
Appare quindi chiaro il significato di lussuria, che designa qualche cosa di esagerato e
di parziale.
Il corpo viene oggettivato e la persona spersonalizzata: le vesti, gli accessori, i gesti, la
musica, le luci arrivano ad assumere un'importanza fondamentale poiché devono
supplire alla mancanza di un altro tipo di seduzione che scaturisce da un'intesa
psicologica e affettiva, oltre che fisica.
La lussuria è quindi una conseguenza di un certo tipo di paura: la paura del confronto
con un altro essere umano nel quale è possibile rispecchiarsi.
Rendimi casto, ma non subito.
Sant'Agostino
Il sesso è la cosa più divertente che ho
fatto senza ridere.
Woody Allen
Il piacere è come certe droghe
medicinali: per ottenere sempre lo
stesso risultato bisogna raddoppiare la
L’arte del dose.
«vivere inimitabile» Honorè de Balzac
Tutta la vita è senza mutamento. Le donne troppo virtuose hanno in se
Ha un solo volto la malinconia. qualcosa che non è mai casto.
Il pensiero ha per cima la follia. Denis Diderot
E l'amore è legato al tradimento.
“Il Piacere” Il pudore inventò il vestito per godere
maglio della nudità.
di Gabriele D’Annunzio Carlo Dossi
In queste parole si riconosce un uomo particolare, un poeta eccezionale,
che rendeva bello e piacevole ogni cosa che scriveva, il poeta della
‘Lussuria ’, Gabriele D’Annunzio.
D’Annunzio è sinonimo di piacere, anzi di piaceri: tutti quelli che
concesse alla sua insopprimibile necessità di delizie.
E i piaceri che si accordò furono cento e più di cento, dalla più raffinata
voluttà alla più semplice cosa.
D'Annunzio ricercò e assaporò tutti gli aspetti del piacere della vita
utilizzando ogni mezzo: la “lussuria belluina”, il “piacere perverso” e la
“immaginazione impura”. Il solo modo che conosceva per placare le
voglie imperiose della carne, era quello di abbandonarsi alla “sensualità
fuor dai sensi”, perché solo “dopo una lunga voluttà occulta, dopo la
malvagia ebbrezza, il corpo è come alleviato”. Ma da buon maestro dei
piaceri, sapeva bene che la voluttà è anche nel non essere mai sazio, e
la sua perizia era allora nell’assaporare le mirabili fattezze di una donna
dopo l’amore: perché il piacere sta “nel possedere il corpo intero, quasi
nell'assorbire e sorbire tutte le curve, tutte le rotondità, e le cavità e le
lunghezze”.
Ma la cosa fantastica in D’Annunzio è che riusciva a trarre nutrimento
intellettuale proprio dall'istinto sessuale, e una volta scrisse:
“Non temo di guardare nel più profondo di me per riscoprire
come dall'ingombro carnale, come dalla bestialità indomita,
come dalla turbolenza sanguigna si esalino le aure divine dei
mio spirito”.
D'Annunzio si è valso della lussuria per una sorta di conoscenza e una
sorta di ascesi. Quel che per altri è piacere, per lui è sacrificio e
conoscimento. In nessuno degli scritti ascetici, che sono stati forse la
sua più forte passione letteraria, si troverà contemplata e indagata la
morte come nei suoi libri erotici: la carne non è se non uno spirito
devoto alla morte. In questo senso nessuno è stato più carnale di
Gabriele D'Annunzio, devoto costante alla morte. Non solo egli s'è visto
più volte e s'è
descritto morto... egli ha temuto la morte. La sua devozione nasce,
come nei primitivi, dall'orrore del suo Dio o demone. Che egli l'abbia
vera e propria "Bibbia" del decadentismo italiano
“Il Piacere", considerato la , in cui il protagonista
incarna il simbolo della sfrenatezza sensuale che sfocia nella lussuria, generando insoddisfazione e
inappagamento dei desideri, è anche il simbolo del piacere di D’Annunzio che vuole esprimere,
attraverso il protagonista, tutto il suo ardore per il sesso femminile.
Andrea Sperelli è un personaggio autobiografico , poichè è l'incarnazione di quello che l'autore
avrebbe voluto essere.
Andrea Sperelli il protagonista de "il piacere" è propulsore di questa tendenza estetica della cultura
La ricerca del
decadente, per cui l'arte diviene oggetto di culto e la vita stessa si risolve in essa..
bello come unico valore, indifferenza per ogni convenzione etica, il disprezzo dei valori
borghesi.
Sperelli è una figura che più che il pensiero amava l'espressione, la forma ai contenuti, l'importanza che
dà alla vitalità e alla sensualità (o piuttosto lussuria), e lo stesso concetto che guida la vita di
D'Annunzio
"Bisogna fare la propria vita, come si fa “un’opera d'arte" in lui "il senso estetico sostituisce quello
morale".
L'esteta vive da uomo fuori dal comune perché eccezionalmente dotato e raffinato.
Nel romanzo il poeta rivela una ricerca della bellezza come prototipo di una donna affascinante e
sfuggente, espressione di ciò che può ammaliare un esteta. Gabriele D'Annunzio volle realizzare un
modo di vita eccezionale, libero da ogni convenzione e costrizione, in una perenne tensione erotica ed
eroica, in un'atmosfera impregnata di fasto, di raffinatezza di sensualità, di bellezza, e scandita da gesti
clamorosi e parole singolari cercando di interpretare al meglio un atteggiamento tipico del
decadentismo.
D’Annunzio crea drammi di lussuria e di morte, dove l’eroina o l’eroe sono costantemente
in contrasto con le idee della morale borghese, portata a reprimere le caratteristiche
istintuali dell’essere umano, ed a mistificare le azioni e le teorie nietzschiane del
superuomo.
Ma il piacere quando diventa vizio e quindi lussuria, è mai soddisfatto?
E’ proprio questo il punto, lui è infatti insoddisfatto, e cerca costantemente nella carne e nella passione
hom
un qualcosa di irraggiungibile. e
D’Annunzio è stato considerato un grande amante, ma non è mai riuscito a stare più di tanto tempo con
la stessa donna; Invidia
Dolore per il ben altrui
L'invidia è un sentimento L'invidioso mi loda senza saperlo.
malevolo nei Gibran, Kahalil.
confronti di un'altra persona
o gruppo di persone che L'invidioso non muore mai una volta
possiedono qualcosa sola, ma tante volte quanto l'invidiato
(concretamente o vive salutato dal plauso della gente.
metaforicamente) che Gracián, Baltasar.
l'invidioso non possiede.
Essa si caratterizza come Ci si vanta spesso delle passioni, anche
desiderio ambivalente: di delle più criminose; ma l'invidia è una
possedere ciò che gli altri passione timida e vergognosa che non
possiedono, oppure che gli altri si osa mai confessare.
perdano quello che La Rochefoucauld.
possiedono. confronto
L'enfasi è, quindi, sul Gli anni che una donna si toglie non li
della propria situazione con butta via, li aggiunge all'età delle altre.
quella delle persone invidiate, Anonimo
e non sul valore intrinseco
dell'oggetto posseduto da tali Congratularsi vuol dire esprimere con
garbo la propria invidia.
Ambrose Bierce
“Invidia del pene” di
Freud
"le ragazze sentono profondamente la mancanza di un organo sessuale di
egual valore a quello maschile, esse si considerano inferiori e l'invidia del
pene è il motivo principale di un certo numero di caratteristiche reazioni
femminili"
E' così che Freud, Sigmund, il grande padre della psicoanalisi, titolò e dipinse in uno dei suoi
più noti e popolari saggi, quel complesso che è alla base di molte impotenze psicologiche
femminili e di altrettante frustrazioni culturali e mentali. La svolta verso la femminilità
implicherebbe due spostamenti: l'abbandono della fase clitoridea e la cessione
d'importanza alla vagina (lo spostamento della zona erogena) e il rifiuto dell'amore
materno in favore di quello del padre (cambiamento di oggetto).
Così, mentre l'attrazione lascia il ragazzo ai suoi amori originari, spinge la bambina a
staccarsene.
Secondo Freud la bambina dopo aver visto gli organi del maschio, vive in un'attesa delusa.
Dunque l'invidia (il trattamento di questa) è un passaggio obbligato dell'analisi, ed è
divenuto uno dei temi più dibattuti tra gli analisti.
Per la bambina la madre è insieme il suo primo oggetto d'amore e il punto
Per la donna dunque l'evirazione dapprima è vissuta come disgrazia individuale, ma poi,
di riferimento privilegiato per l'identificazione del suo 'io' e del suo sesso.
scoprendo nella madre lo stesso difetto, colpita nel suo narcisismo la bambina è costretta
Poi, secondo Freud, una volta scoperto il suo essere castrato, la bambina
alla rimozione delle sue pulsioni sessuali.
non può che trovare la soluzione della malinconia (una depressione
dolorosa; l'affievolirsi dell'interesse per il mondo esterno;
la perdita della capacità d'amare; l'inibizione d'ogni attività;
l'abbassamento della considerazione di sé, il rancore nei confronti della
madre ritenuta colpevole della mancanza).
La bambina si trasforma in normale, e la svolta è riuscita se la rimozione in
seguito alla scoperta di essere castrata non elimina troppe cose: non c'è
traccia in questa evoluzione di un desiderio di piacere femminile.
Distrutto il complesso di Edipo interviene un complesso Super-io. Nella
bambina invece secondo Freud il complesso di evirazione prepara il hom
complesso edipico; qui si tratta semplicemente di constatare un fatto o un e
destino biologico.
Concludendo, secondo Freud le varie caratteristiche tipiche della donna
IRA
una passione che fa perdere il
controllo...
Ciascuno di noi si identifica
solitamente con la parte educata e
razionale di sé e rifiuta di riconoscere Se siamo irritati senza motivo, lo
come propria la parte passionale, della siamo sempre parchè il motivo è