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Sintesi

Sintesi Sentimento del fantastico, tesina



Quando, per la prima volta, ho varcato la soglia della Sagrada Familia a Barcellona, mi sono sentita parte di una realtà più grande. Le sue colonne, slanciate come tronchi d’albero radicati al suolo, abbracciano le volte con ampie chiome, e si affastellano a formare una sorta di foresta magica che mi ha riportato alla mente i boschi elfici narrati dalla penna di J.R.R. Tolkien. La fiaba e il mito, ingredienti primi del genere fantastico inaugurato da Tolkien, popolano l’arte di Antoni Gaudí in una tempesta di colori e forme completamente nuove. Nel percorrere il suo universo architettonico ho ammirato la sua capacità nel materializzare una straordinaria potenza immaginifica che ha risvegliato la mia stessa fantasia. Ho voluto definire questa esperienza, il sentimento del fantastico nella mia tesina di maturità e mi sono chiesta in quali altre forme, oltre ad arte e letteratura, si possa manifestare.
Lo studio di Nietzsche mi ha offerto ulteriori spunti di riflessione: egli si serve spesso di immagini fantastiche e di metafore per sviluppare il “racconto” della sua filosofia, e di questa tendenza sono esempi significativi il brano sulle tre metamorfosi o l’annuncio della morte di Dio. Il pensiero di Nietzsche abbraccia anche il mito, cioè quel racconto fantastico che nella sua visione assume il ruolo di depositario della cultura e della vera identità di un
popolo. In ambito storico la mia tesina si conclude con uno sguardo alla Germania tra Ottocento e Novecento: in questo periodo si sviluppa un’operazione di recupero dell’identità nazionale attraverso la riscoperta della mitologia antica e delle saghe eroiche. Il potere suggestivo di queste forme letterarie spiega la grande popolarità che esse raggiunsero e la partecipazione emotiva che generarono nelle persone.

Collegamenti


Sentimento del fantastico, tesina



Letteratura inglese - J.R.R. Tolkien: nasce un nuovo genere.
Storia dell'Arte - Gaudí: la fantasia diventa realtà.
Filosofia - Nietzsche: la filosofia del mito.
Storia - La "patria mitica" dei tedeschi.
Estratto del documento

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!

Indice

Premessa……………………………………………………………………………………………… 1

..

1. J.R.R. Tolkien: nasce un nuovo genere………………………………………………… 2

.....

1.1.0 La saga della Terra di Mezzo…………………………………………………… 2

..

1.2.0 Un mito per l ’Inghilterra……………………………………………………… 2

....

1.2.1 La creazione di un mito…………………………………………………… 2

..

1.2.2 La mitologia dell ‘universo tolkieniano: il Silmarillion.………… 3

.

1.2.3 La lingua genera miti……………………………………………………… 3

.

1.2.4 Mito e fiaba…………………………………………………………………… 3

.

1.3.0 La fiaba e la scrittura come sub-creazione………………………………… 4

..

1.3.1 L’uomo è sub-creatore……………………………………………………… 4

..

1.3.2 La “credenza secondaria”………………………………………………… 4

.

2. Gaudí: la fantasia diventa realtà………………………………………………………… 5

...

2.1.0 L’architettura delle fiabe………………………………………………………… 5

..

2.2.0 Simbolismo e metafore…………………………………………………………… 5

...

2.2.1 La natura……………………………………………………………………… 7

..

2.2.2 Il drago………………………………………………………………………… 7

..

3. Nietzsche: la filosofia del mito……………………………………………………………… 9

.

3.1.0 Il mito tra apollineo e dionisiaco……………………………………………… 9

..

3.2.0 La contrapposizione tra mito e storia……………………………………… 9

...

3.3.0 Narrare la filosofia……………………………………………………………… 10

...

3.3.1 Il folle annuncio……………………………………………………………… 10

3.3.2 Il romanzo di Zarathustra……………………………………………… 11

..

4. La “patria mitica” dei tedeschi…………………………………………………………… 13

..

4.1.0 Il movimento nazional-patriottico…………………………………………… 13

.

4.1.1 Il Volk………………………………………………………………………… 13

....

4.1.2 I teorici del movimento: Paul de Lagarde e Julius Langbehn… 13

4.2.0 Il Neoromanticismo……………………………………………………………… 14

..

4.2.1 Il mito degli antichi germani…………………………………………… 14

Conclusioni…………………………………………………………………………………………… 16

Appendice…………………………………………………………………………………………… 17

.

Sitografia e Bibliografia………………………………………………………………………… 22

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In copertina: the Argonath Statues

! Premessa

Quando, per la prima volta, ho varcato la soglia della Sagrada Familia a Barcellona, mi

sono sentita parte di una realtà più grande. Le sue colonne, slanciate come tronchi d’albero

radicati al suolo, abbracciano le volte con ampie chiome, e si affastellano a formare una

sorta di foresta magica che mi ha riportato alla mente i boschi elfici narrati dalla penna di

J.R.R. Tolkien. La fiaba e il mito, ingredienti primi del genere fantastico inaugurato da

Tolkien, popolano l’arte di Antoni Gaudí in una tempesta di colori e forme completamente

nuove. Nel percorrere il suo universo architettonico ho ammirato la sua capacità nel

materializzare una straordinaria potenza immaginifica che ha risvegliato la mia stessa

fantasia. Ho voluto definire questa esperienza il sentimento del fantastico, e mi sono

chiesta in quali altre forme, oltre ad arte e letteratura, si possa manifestare.

Lo studio di Nietzsche mi ha offerto ulteriori spunti di riflessione: egli si serve spesso di

immagini fantastiche e di metafore per sviluppare il “racconto” della sua filosofia, e di

questa tendenza sono esempi significativi il brano sulle tre metamorfosi o l’annuncio della

morte di Dio. Il pensiero di Nietzsche abbraccia anche il mito, cioè quel racconto fantastico

che nella sua visione assume il ruolo di depositario della cultura e della vera identità di un

popolo.

In ambito storico il mio percorso si conclude con uno sguardo alla Germania tra Ottocento

e Novecento: in questo periodo si sviluppa un’operazione di recupero dell’identità

nazionale attraverso la riscoperta della mitologia antica e delle saghe eroiche. Il potere

suggestivo di queste forme letterarie spiega la grande popolarità che esse raggiunsero e

la partecipazione emotiva che generarono nelle persone.

! 1!

!

1. J.R.R. Tolkien: nasce un nuovo genere

1.1.0 La saga della Terra di Mezzo

La prima pubblicazione di J.R.R. Tolkien riguardo alle storie ambientate nell’immaginaria Terra di

Mezzo fu Lo Hobbit, un libro nato come romanzo per bambini per cui la casa editrice Allen & Unwin

chiese un seguito. Tolkien, entusiasta, spedì il manoscritto ancora incompleto de Il Silmarillion: l’editore

lo rifiutò perché troppo complesso, ma suggerì al professore

di utilizzarne il materiale quale sfondo per una nuova

vicenda. Il Signore degli Anelli nacque così, senza una

pianificazione precisa, e divenne una narrazione di tutt’altro

calibro rispetto al romanzo precedente. Il Signore degli

Anelli assunse i tratti di una grande saga eroica, non più un

romanzo per bambini bensì un genere rivoluzionario, letto

con passione da migliaia di lettori ogni anno sin dalla sua

pubblicazione tra il 1954 e il 1955. Secondo alcuni

quest’opera rappresenta un’epopea scritta secondo i canoni

del genere cavalleresco, dove i personaggi sono avvolti in

un’aura epica, interloquendo tra loro con la stessa levatura

La trilogia de Il Signore degli Anelli linguistica che possiedono i protagonisti delle tragedie di

Shakespeare. Secondo invece l’interpretazione di Tom Shippey, uno dei più noti studiosi di Tolkien, Il

Signore degli Anelli non è semplicemente una saga medievaleggiante bensì un vero e proprio romanzo

moderno, in cui sono racchiusi i drammi e le speranze del XX secolo e che in esso trovano

rappresentazione. Il fantastico, tratto già presente in una parte della narrativa tradizionale sotto le diverse

forme di fiaba e mito, assurge a genere a sè stante come una sorta di conciliazione tra questi due elementi,

e rivestito di una nuova dignità letteraria.

1.2.0 Un mito per l ’Inghilterra

La presenza del mito come espressione del fantastico attraversa l’opera di Tolkien sotto diverse luci, che

ora procederò ad analizzare.

1.2.1 La creazione di un mito

Da una lettera indirizzata a Milton Waldman (1951) emergono gli intenti dello scrittore:

“Qui spero di non suonare assurdo, [ma] mi sono sempre, sin dal principio, rammaricato per la povertà

del mio amato Paese: esso non possedeva racconti davvero propri (tutt’uno con la sua lingua e con il suo

territorio), né della qualità che io cercavo e che trovavo (come elemento) in leggende di altre terre. […]

Non ridere! Ma una volta (la mia cresta si è comunque abbassata da tempo) avevo in mente di creare un

corpo di leggende più o meno interconnesse tra di loro, che spaziassero dalla vastità della cosmogonia

1

alla fiaba romantica […] e che io potessi dedicare semplicemente all’Inghilterra, al mio Paese.”

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

!

1 “Here$I$hope$I$shall$not$sound$absurd$1$I$was$from$early$days$grieved$by$the$poverty$of$my$own$beloved$country:$it$had$no$

stories$of$its$own$(bound$up$with$its$tongue$and$soil),$not$of$the$quality$that$I$sought,$and$found$(as$an$ingredient)$in$

legends$of$other$lands.$[…]!Do$not$laugh!$But$once$upon$a$time$(my$crest$has$long$since$fallen)$I$had$a$mind$to$make$a$$

body$of$more$or$less$connected$legend,$ranging$from$the$large$and$cosmogonic,$to$the$level$of$romantic$fairy1story$[…]$

which$I$could$dedicate$simply$to:$to$England;$to$my$country.”!J.R.R.!Tolkien,!Letter$to$Milton$Waldman,!seconda!prefazione!

di!The$Silmarillion,!New!York,!Del!Rey!Books,!2002,!p.!XIV.$

! 2!

!

In un altro passo lo scrittore ne delinea i tratti fondamentali:

“Avrebbe dovuto possedere […] una sorta di distacco e di limpidezza, avrebbe dovuto profumare della

nostra “aria” (il clima e il suolo del Nord-Ovest […]) e, pur possedendo – se fossi riuscito a ottenerla –

quella serena bellezza elusiva che taluni definiscono celtica […], avrebbe dovuto essere “alta”, scevra

da ogni rozzezza e adatta allo spirito ormai divenuto adulto di una terra da lungo tempo immersa nella

2

poesia.”

E’ così che la Terra di Mezzo non rappresenterebbe esattamente, come molti avevano creduto, un mondo

altro bensì il nostro mondo situato in un passato indefinito dove la forma geologica del pianeta era

diversa. La storia della sua creazione e degli eventi che intercorrono tra essa e le vicende de Il Signore

degli Anelli è tema della raccolta Il Silmarillion.

1.2.2 La mitologia dell ‘universo tolkieniano: il Silmarillion

Il Silmarillion rappresenta un legendarium, così come viene definito dallo

stesso Tolkien, cioè una raccolta di leggende e miti che donano profondità

all’universo descritto nelle sue opere. Il nome deriva dai Silmaril, gioielli elfici

sottratti dal regno beato di Valinor ad opera di Melkor, una sorta di angelo

caduto che è alla radice del male in Arda (in elfico, Terra). L’incipit del

legendarium ricalca chiaramente il primo passo della Genesi (“In principio Dio

creò i cieli e la terra…”):

“In principio esisteva Eru, l'Uno, che in Arda è chiamato Ilúvatar; ed egli creò

per primi gli Ainur, i Santi, rampolli del suo pensiero, ed essi erano con lui

3

prima che ogni altra cosa fosse creata.”

La facoltà creatrice di una potenza superiore richiama quella del Dio cristiano.

E’ noto infatti che Tolkien fosse profondamente cattolico e, sebbene nel suo

universo sia totalmente assente una forma di religione come adorazione di Dio,

è innegabile che egli ne risulti influenzato. Altra fonte preminente è la

mitologia norrena: Ilùvatar, in quanto Padre del Tutto, sembra assumere i tratti del potente dio Odino.

1.2.3 La lingua genera miti

La terza considerazione che completa la questione mitologica è di natura linguistica. Come filologo,

innamorato dello studio delle lingue, Tolkien fu portato a idearne una nuova che richiedeva

un’ambientazione in cui svilupparsi. Il professore sostiene che “la creazione di un linguaggio genera di

per sé una mitologia”, poiché ogni lingua contiene tracce di mitologia della cultura a cui appartiene e

4

“creazione della lingua e creazione della mitologia sono funzioni correlate.”

1.2.4 Mito e fiaba

Poiché l’intero corpus di racconti di Tolkien è permeato da questo elemento mitico, è lecito intuire che lo

scrittore carichi di significato profondo questa forma letteraria, prendendo in considerazione sia il suo

valore culturale a nutrimento di una tradizione, sia l’elemento fantastico che arricchisce il fascino del

racconto. La narrazione fantastica o fiaba è considerata una forma affine al mito proprio in virtù del

“fantastico” che condivide con esso e, secondo Tolkien, il contributo letterario della fiaba non possiede

minore dignità della mitologia. La fiaba discende dal mito come genere, ma “non esiste una distinzione

5

fondamentale tra mitologie primarie e secondarie” , perché entrambe si cibano dello stessa materia

narrativa e assolvono al medesimo desiderio creativo dell’uomo.

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2 “It$should$possess$[…] somewhat$cool$and$clear,$be$redolent$of$our$'air'$(the$clime$and$soil$of$the$North$West$[…])and,

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