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Sintesi

Sintesi Rivoluzione bohémienne, tesina



La seguente tesina di maturità descrive la Rivoluzione bohémienne. Quelle dei bohémienne sono vite frugali, perennemente al limite della povertà, ma illuminate dal "fuoco" dell'arte e delle false speranze di liberarsi dalle costrizioni della società. Musicisti, pittori, modelle e perditempo: questi furono i protagonisti di uno stile di vita alternativo, reso celebre nel 1851 dallo scrittore Henri Murger con la sua nota opera “La vie Bohème”. Ma l'apice del successo di questo concetto, o stile di vita, si avrà nel 1896, quando Puccini presenta l'opera, da lui musicata, nei teatri di tutto il mondo, stabilendo un cliché che da quel momento in poi sarà sempre riconducibile alla cultura occidentale.
Sinonimo di critica verso ogni comportamento omologato, lo stile bohèmien è mutato dalla fine dell'Ottocento, ma continua a vivere ancora oggi, in rivisitazioni più o meno personali ma che hanno in comune uno stesso concetto: Differenziarsi dalla massa e ribbellarsi alle regole sociali. In ognuno di noi può essere nascosto un bohémien dalla natura anticonformista; attende solo il momento propizio per manifestarsi, magari davanti a un buon bicchiere di vino.

Collegamenti


Rivoluzione bohémienne, tesina



Storia in francese - La belle Epoque.
Arte - Toulouse Lautrec.
Inglese - Oscar Wilde & "art for art" sake.
Francese - Rimbaud, Maupassant.
Italiano - La scapigliatura, "Eva" di Verga, "La Bohème italiana" di Salgari.
Latino - Petronio e il Satyricon.
Estratto del documento

TESIN LA

A DI

MATU

RITA RIVOLUZION

ELEN

A E

TOPA

NI BOHEMIENN

E E IL

MOULIN

!

ROUGE

INDICE

INTRODUZIONE……………………………………………

………2

STORIA………………………………………………………

…………4

La Belle Époque

ARTE…………………………………………………………

………….6

Henri de Toulouse-Lautrec

INGLESE………………………………………………………

………..8

Differences between Bohemian & Dandy

 Oscar Wilde

FRANCESE……………………………………………………

……..10

Rimbaud

 “Ma Bohème”

 “Boule de Suif” de Maupassant

ITALIANO……………………………………………………..

……..12

La Scapigliatura

 “La Bohème Italiana” di Emilio Salgari

 “Eva” di Verga

LATINO………………………………………………………

……….14

Petronio e il “Satyricon”

BIBLIOGRAFIA………………………………………………

…....16

Barba incolta e pipa in bocca, un

bicchiere d’assenzio davanti e una

gran voglia di anticonformismo. Ecco

il tipico ritratto di un bohémien. Ma

cos’è un bohémien? E’ l’individuo

con lo stile di vita che oscilla tra la

sregolatezza e la ribellione, la

povertà e l’arte. Un bohémien è

semplicemente un artista, un

ricercatore o un letterato che,

consciamente o meno, secerne dalle

arti convenzionali. Le caratteristiche

originarie si riconducono a

viaggiatori che attraverso l’amore, la

bellezza, la libertà e la verità

esprimono la loro essenza. Vivere ai

margini, preferire l'arte e la libertà

alla carriera e al guadagno

diventava non solo una scelta o un

destino ma preciso stile di vita. Poeti

di genio che vivono un conflitto

interiore fra sé in quanto letterato,

ricercatore e artista, e la società, a

causa dell’incomprensione da parte

di quest’ultima del valore della

propria arte e del proprio stile di vita

e pensiero. Per lo spirito Bohémien la

società costituisce una prigione:

essa avvilisce la fantasia, la volontà,

l’immaginazione, inghiottisce e oblia

ogni scintilla nella superficialità e nel

vuoto; il risultato è un

atteggiamento fuori dalle righe, che

si pone “in altro viaggio” ad ogni

valore e costume precostituito. Per

un bohémien questo è l’unico modo

per ritrovare una forma di libertà.

L'origine del movimento è da

localizzare a Parigi, nell'ambito dei

cenacoli artistici bohémien frequentati da Paul Verlaine, Baudelaire,

Rimbaud e Mallarmé, i cosiddetti “poeti maledetti”. Il termine francese

“bohémien” fu usato per la prima volta nel XIX secolo per descrivere lo

stile di vita non tradizionale di ricercatori, artisti, scrittori, musicisti e

attori, ed era riconducibile alle classi minori del quartiere gitano. Era,

infatti, credenza popolare che i gitani provenissero dalla Boemia, una

regione dell’attuale Repubblica Ceca: la Croazia. Ma perché parlare di

rivoluzione bohèmienne? Verso la fine dell'Ottocento e nei primi anni del

Novecento, le scoperte scientifico-tecnologiche, e il passaggio da

un’economia fondata sulla legge della libera concorrenza al capitalismo

moderno dominato la scena mondiale originando profonde e incidenti

trasformazioni nei rapporti sociali, nell'espansione urbana e nei mezzi di

comunicazione. Molti gli intellettuali, artisti e non, che avvertono

lucidamente l'incidenza di queste trasformazioni. Per ribellarsi a queste

nuovi sviluppi sociali ci si rifugia in miti irrazionalistici: Mistero, Bellezza,

Patria, Sogno, Arte, Vita. La società appariva un territorio inautentico,

un inferno da cui occorreva fuggire per nuovi paradisi artificiali, per

nuovi esotismi e nuove avventure. Allo scienziato, al medico,

all'ingegnere, al maestro, al capitano d'industria si sostituivano gli

intellettuali bohémien" con il concetto dell’“arte per l’arte”. La filosofia

positivista incentrata sul progresso, che riprende temi del periodo

illuminista, non si adatta alle esigenze e agli obiettivi di questi

intellettuali che giustappunto hanno istaurato nei primi anni del ‘900 in

Francia, un nuovo movimento incentrato su quattro pilastri: Libertà,

Bellezza, Verità e Amore. Questi concetti sono ripresi anche in epoca

contemporanea grazie al genio di Baz Luhrmann: il rivoluzionario

bohémien dei nostri tempi, regista, produttore e sceneggiatore del

celebre film-musical “Moulin Rouge!” del 2001. La pellicola prende

spunto da varie opere letterarie e teatrali come “La Traviata” di

Giuseppe Verdi, “la Bohème” di Puccini e “Pallina” (“Boule de suif”) di

Maupassant. E’ un film unico nel suo genere perché i brani cantati dal

cast non sono opere originali, ma rivisitazioni di alcuni dei brani storici

della musica pop, dai Queen, a David Bowie fino al grande Elton John. E’

in atto una rivoluzione nel campo cinematografico riuscendo a far

rivalutare il genere del musical.

Trama: Ambientato nella Parigi del 1899, si racconta la storia di

Christian, un giovane aspirante scrittore inglese, arrivato nella capitale

francese, che entra in contatto con le dominanti compagnie di

“bohemiens”, dove è presente anche Toulouse-Lautrec. Ben presto

riceve l’incarico di scrivere la sceneggiatura di uno spettacolo destinato

al Moulin Rouge. Una sera, Christian incontra Satine, la cortigiana più

desiderata di Parigi, pronta a vendere il suo amore al miglior offerente,

e subito se ne innamora. Il loro amore è ostacolato dal Duca di

Worchester, che finanzia gli spettacoli, interessato anche lui a Satine.

Naturalmente il proprietario del locale Herold Ziedler, cerca di favorire

questa relazione per avere un profitto economico. Accade invece che,

dopo essersi conosciuti, tra Christian e Satine ci sia una forte attrazione

da entrambe le parti. I giovani vogliono amarsi e decidono di

intraprendere una relazione lontani dagli occhi del Duca. Una volta

scoperti da Herold, Satine è costretta a lasciare Christian con la scusa di

non amarlo più, per evitare la morte del suo amato da parte del sicario

del Duca. Durante la prima dello spettacolo i due innamorati si

dichiarano il loro eterno amore ma Satine, malata di tisi, muore dietro le

quinte. Dopo alcuni mesi Christian decide di scrivere la loro storia. Il

film è saturo dello spirito bohemien e ne incarna l’essenza.

STORIA

La belle époque

Deux crises vont secouer dangereusement la société française en cette fin du

XIX siècle, comme la crise du

boulangisme et l’affaire Dreyfus.

Apres ces affaires, soutenues par la

gauche, les radicaux, plus modérés

que les socialistes, accèdent au

pouvoir. Ils mènent une politique

anticléricale qui aboutit en 1905 à

la séparation de l’église et de

l’état. Mais l’agitation sociale

augmente. A’ la veille de la guerre

de 1914 la république est

solidement implantée en France et

son principe n’est plus remis en cause. Elle est une république de bourgeois

mais a favorisé l’ascension des classes moyennes. Les grandes valeurs de la

république sont : la laïcité, le patriotisme et la promotion sociale fondée sur le

mérite personnel que l’école obligatoire a rendue possible pour tous. Cette

période positive est rappelée sous le nom de Belle Époque. Après la grande

dépression des années 1880, la France connaît l'apogée de sa prospérité, de

sa puissance et de son prestige : un âge d'or précédant le carnage, la Grand

Guerre. En tant qu'expression, « Belle Époque » en dit plus long sur les

représentations que se font alors les Français de leur passé immédiat et de

leurs peurs présentes - instabilité économique, crise idéologique, incertitude

politique... - que de la réalité vécue par les contemporains des années 1895-

1914. Elle révèle une conception statique de la société et de ses valeurs, que

les récents bouleversements de l'histoire confinent au niveau d'une mémoire

recomposée. La Belle Époque n'apparaît plus alors que comme un instant

figé, contenant toutefois en germe les malheurs futures. Avec ses 48 millions

de visiteurs, son palais de l'Électricité et de l'Automobile, avec la première

ligne du Métropolitain et le Cinérama, l'Exposition universelle de Paris,

inaugurée le 14 avril 1900 par le président Loubet, apparaît comme

l'événement fondateur de la Belle Époque : un pays que célèbre sa propre

gloire, manifeste son rayonnement dans le monde et atteste un dynamisme

économique retrouvé après la « grande dépression ». La reprise de

l'investissement génère des taux de croissance inégalés, en particulier dans

les secteurs industriels novateurs. Elle provoque également la recomposition

de l'ensemble de l'appareil de production, même si plus de la moitié des

salariés travaillent encore dans des entreprises de moins de cinq employés.

Le tissu morcelé de l'industrie en petits ateliers favorise d'ailleurs la mise au

point et la fabrication de ces produits de luxe que sont l'automobile et

l'aéroplane. Mais, désormais, accompagnant l'idéologie scientiste, les

mutations techniques sont soumises à une évaluation scientifique qui permet

la promotion de la figure de l'ingénieur. En moins de trente ans, la France

passe de l'âge du fer, du charbon et de la vapeur à celui de l'acier, du pétrole

et de l'électricité. Si la machine à vapeur est le symbole de la première

révolution industrielle, le moteur à combustion interne et la dynamo sont

ceux de la seconde. De ce point de vue, la Belle Époque est pionnière :

premier moteur à explosion, première automobile, premier film, premier

aéroplane, premier essai de TSF, premier réseau électrique... L'Exposition

universelle de 1900 voit sans doute l'illumination par l'électricité de la tour

Eiffel, et Paris devient la Ville Lumière.

In questo ambiente di progresso e

prosperità nasce il MOULIN

ROUGE. Il Moulin Rouge é il

famoso cabaret parigino costruito

nel 1889 da Joseph Oller e Charles

Ziedler, situato nel quartiere

Pigalle, a pochi passi da

Montmartre. Nacque sull'onda del

successo del Moulin de la Galette,

un ristorante danzante ricavato nel 1870 dentro un vecchio mulino a vento. Il

suo stile e il suo nome sono stati imitati dai cabarets di tutto il mondo. Il

Moulin Rouge, con le sue piume, strass e paillettes, é stato testimone di

un'epoca folle, caratterizzata dalla spensieratezza e dalla leggerezza dopo gli

orrori della guerra del 1870. Soprannominato dai suoi creatori "le premier

palais des femmes ", il cabaret diventò mondialmente conosciuto per il Can

Can, lo sfrenato ballo che ha fatto salire alle stelle la reputazione del locale.

Tra le tante figure che, sotto pseudonimi più o meno stravaganti, hanno

segnato la storia degli inizi del locale, da ricordare: la Goulue, Jeanne la Folle,

Jane Avril, Cléôpatre, Cha-U-Kao, Torpille, Yvette Guilbert e anche un uomo:

Valentil le Désossé, un personaggio particolarissimo che si distingueva per le

sue capacità acrobatiche. Il successo del cabaret non si fece attendere e

divenne ben presto uno dei simboli più emblematici della capitale francese,

un vero e proprio tempio della musica e della danza. Il Dal 1889 al 1952,

presso il locale notturno parigino, vi lavorava un'orchestra stabile, con quasi

settanta elementi, e con un direttore musicale fisso. L'orchestra suonava

tutte le sere come apertura, il celebre can-can e altre musiche da ballo.

ARTE

Henri de Toulouse-

Lautrec

Il Moulin Rouge ebbe, nel 1898, un ritrattista

d'eccezione come Henry de Toulouse-Lautrec,

assiduo frequentatore dei quartieri di Pigalle e

Montmartre. L’artista trovò nel locale molte

fonti di ispirazione e ritrasse molti degli

abituali frequentatori del locale, in particolare

la ballerina Louise Weber soprannominata "La Goulue" (la golosa). Sembra

che nel 1891 fosse proprio Toulouse-Lautrec a persuadere la ballerina ad

abbandonare il Moulin de La Galette per il Moulin Rouge fondato due anni

prima. Henri nasce il 24 Novembre 1864 nella residenza di famiglia ad Albi.

La straordinaria inclinazione di Henri per il disegno si

manifesta fin dalla più tenera età, come dimostrano le

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