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La scelta di affrontare la riqualificazione completa di un edificio nella mia tesina l'ho maturata essenzialmente per due motivi: la mia attività durante l'alternanza scuola-lavoro e per una personale ideologia inerente il recupero del patrimonio edilizio esistente.
Nel dicembre 2011 ho maturato un'esperienza di alternanza scuola-lavoro presso uno studio di geometri in cui ho avuto la fortuna di entrare in contatto con le più disparate attività e che mi ha permesso di occuparmi di casi reali: progettazione di edifici nuovi, ristrutturazione di esistenti, certificazioni energetiche, operazioni topografiche in campagna e operazioni catastali.
Il secondo motivo che mi ha spinto verso questa scelta all'interno della mia tesina di maturità deriva da una mia convinzione personale, acquisita durante questo percorso di studi, ossia la consapevolezza di quanto sia importante il rispetto del territorio e della sua storia architettonica, cercando di ridurre al minimo la sottrazione di terreno all’agricoltura e non modificando l’aspetto tipico delle nostre zone. Tutto ciò auspico che porti progettisti, imprenditori e soprattutto committenti a vedere il patrimonio edilizio esistente come un’enorme risorsa da riqualificare a pieno, intervenendo sulle strutture e sugli isolamenti termici, così da creare unità immobiliari solide ed energeticamente sostenibili, soprattutto in un’epoca in cui il prezzo dei combustibili sta crescendo vertiginosamente e si sta maturando sempre più un attenzione per l’ambiente e le sue risorse.
L'insieme di questi due elementi mi ha portato ad elaborare nella tesina un caso di studio il più possibile reale e fattibile sotto tutti i diversi punti di vista: strutturale, energetico, architettonico, normativo ed economico che ha per oggetto l'intervento su un fabbricato rurale analizzato durante la mia esperienza di alternanza scuola-lavoro, grazie alle operazioni di accatastamento, e che ho reputato idoneo ad una trasformazione radicale in abitazione.
Non potendo soffermarmi su tutti gli aspetti inerenti la trasformazione del fabbricato, ho preferito concentrarmi essenzialmente su quelli di maggior rilevanza.
Disegno e progettazione - Analisi PRG, Progetto.
Estimo - Valore di Trasformazione.
Topografia - Tipo Frazionamento.
Inglese - Walls.
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Riqualificazione di Fabbricato Rurale
Figura 3 Classificazione PRG
Classificazione PRG: Sottozone B6 - Corti coloniche
Sono i nuclei insediativi, costituiti da edifici residenziali e non, storicamente connessi all'uso agricolo del
territorio. Tali nuclei hanno conservato la tipologia insediativa originaria, pur essendo in taluni casi non più
legati alla produzione agricola, per intervenuti mutamenti nell'organizzazione del sistema produttivo, ovvero
in quanto ormai inseriti in un tessuto edificato più complesso.
Gli interventi mirano a salvaguardare la riconoscibilità del tipo insediativo originario mediante l'inserimento
degli usi di cui all'art. 29.5 (Sottozone B.5).,nonchè degli usi U5.1, U5.2 e U5.3.
Purché compatibili con le categorie d'intervento indicate in cartografia, sono consentiti tutti gli interventi
sull'esistente di cui all’art. 4.13 del Regolamento Edilizio, l’adeguamento funzionale di cui all’art. 49.9 delle
presenti norme, nonché ampliamenti una tantum, anche in corpi di fabbrica separati, nei seguenti limiti: 50
mq di Su oppure 20 % della Su esistente, 150 mc oppure 20 % del volume esistente; rientrano entro tali
limiti gli interventi pertinenziali di nuova costruzione.
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In ogni caso le eventuali parti di nuova costruzione dovranno armonicamente inserirsi nel contesto della
corte sia per tipologia che per materiali e tecnologia costruttiva in conformità a quanto previsto all'art. 51 del
Regolamento Edilizio.
La corte costituisce unità minima funzionale del fondo agricolo. Pertanto l'intero comparto B6, identificando
l'ambito all'interno del quale conservare e valorizzare il modello insediativo della corte agricola, non può
essere frazionato mediante recinzioni o altri elementi, anche di tipo naturale, che siano in contrasto con
l'obbiettivo di garantire la leggibilità del tipo insediativo. Saranno consentite recinzioni soltanto lungo il
perimetro esterno, e per le parti strettamente necessarie alla custodia degli animali.
Le zone B6 si dividono in
B6.1 Corti coloniche all'interno degli aggregati urbani.
B6.2 Corti coloniche nel territorio non urbanizzato.
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Riqualificazione di Fabbricato Rurale
Rilievo architettonico
Il Committente decide di ristrutturale il fabbricato rurale (mappale 1072) trasformandolo in abitazione,
incaricando il tecnico Campanella Massimiliano di eseguire il rilievo del fabbricato ed elaborare alcune
possibili soluzioni di ristrutturazione.
Il fabbricato consiste in un antica “casella”, adibita allo stoccaggio della paglia e foraggio, più volte
ristrutturata e adattata alle nuove esigenze dell’azienda agricola, è formata da un ampio porticato sorretto da
archi e pilastri e da una una struttura chiusa che si sviluppa su due livelli fuori terra: al piano terra troviamo
una divisione in ampie stanze che fungono da deposito per le attrezzature agricole e per stoccaggio di
materiale, mentre al piano primo troviamo un’unica stanza usata come magazzino.
Le strutture sono realizzate in muratura portante di spessore di circa 30 centimetri con un’ossatura di pilastri
sempre in muratura di dimensione 60 x 60 centimetri, formanti una maglia regolare di circa 5 metri per 5
metri; tutte le strutture murarie si presentano in buono stato conservativo, non presentando gravi lesioni, ma
in tutto il piano terra è presente umidità di risalita sui muri.
Il solaio del primo piano è realizzato in legno, a doppia orditura, con travi “tipo fiume”, cioè non squadrate,
cercando la massima economicità realizzativa, si presenta in condizioni di pessima manutenzione, sia per il
naturale degrado del legno in presenza di umidità sia perché le travi lignee si sono imbarcate sotto i forti
carichi presenti sul solaio.
La copertura è realizzata anch’essa in materiale ligneo, sempre con travi tipo fiume e con un’orditura
secondaria formata da travicelli e tavelloni in cotto, sovrastati da un manto in coppi. L’orditura primaria si
presenta imbarcata, così come l’orditura secondaria, sono invece recuperabili i tavelloni di copertura e il
manto in coppi.
Le apertura si presentano di vario genere, alcune ad arco, alcune semplici, da questo si possono
presupporre diversi adattamenti nel corso del tempo che hanno trasformato, anche se non radicalmente,
l’aspetto del fabbricato originario.
Nel complesso le strutture portanti verticali si presentano in un discreto stato manutentivo, mentre sarebbero
da sostituire integralmente tutte le strutture lignee dei solai.
Nel lotto è inoltre presente un fabbricato realizzato in legno che funge da autorimessa, avente tre posti auto.
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Ipotesi ristrutturazione
Obiettivi
A seguito delle richieste della committenza di realizzare una villa, composta da ampio salotto, zona
pranzo,cucina, lavanderia e quattro camere da letto al piano primo, è stato elaborato un progetto di
trasformazione cercando di non andare a modificare radicalmente i prospetti e anzi cercando, per quanto
possibile, di mantenerne inalterata la forma.
Distribuzione Funzionale
Com’è visibile nella tavola di progetto n. 2, allegata al presente documento, si è cercato di dividere il
fabbricato in zone regolari delimitate dai muri portanti esistenti o da muri di nuova costruzione, in modo da
rispettare il reticolo originario ed allo stesso tempo adattarsi alla recente normativa antisimica (la regola
generale della progettazione antisismica delle murature prevede di avere massimo 7 metri tra un setto
murario portante ed il successivo, così da incrementare notevolmente la rigidezza dell’edificio). Tale scelta
ha però comportato non pochi problemi, infatti sia per questa scelta, sia per la presenza di aperture
dislocate in modo irregolare, sono venute a crearsi stanze molto ampie ma comunque difficili da arredare,
ed ampi disimpegni di collegamento. Allo stesso modo, al piano terra, è presente un grande ingresso che
potrà difficilmente essere sfruttato ma che è comunque tipico delle case signorili costruite nel passato.
Analizzando la distribuzione funzionale troviamo un ampio ingresso, in doppio volume, posto in zona
centrale, da cui avremo accesso alla scala di collegamento con il piano primo, al bagno e a tutti gli ambienti
di servizio (deposito e lavanderia), alla cucina, tramite una porta di servizio ed al salotto tramite un vano di
passaggio.
La zona pranzo si affaccia sul porticato, così da essere fruibile nel periodo estivo per cene all’aperto e
comunica sia con la cucina, attraverso porte scorrevoli, che con la zona salotto, dotata anch’essa di una
grande apertura verso il porticato esterno.
Dalla scala si sale al piano primo, in cui è presente un ampio corridoio di collegamento: sulla destro sono
trovano posto una camera doppia e una camera matrimoniale, sulla sinistra una camera doppia, adibibile a
ufficio e la camera padronale, dotata di bagno privato. L’accesso al bagno di servizio, usufruibile dalle altre
camere, si trova sul corridoio.
Strutture
Come anticipato in precedenza si è voluto limitare il più possibile l’apertura di nuovi varchi sui muri portanti
interni ed esterni: sui muri esterni si è provveduto, qualora i rapporti illuminanti non fossero soddisfatti, a
trasformare le finestre in porte finestre, andando così ad interessare il meno possibile la statica delle
strutture; sui muri interni, invece, dopo accurate operazioni di calcolo sarà possibile aprirli o inserendo
semplici architravi o realizzando cerchiaggi in acciaio.
Nella realizzazione dei nuovi muri portanti si utilizzeranno elementi o blocchi pieni (cioè con percentuale di
foratura inferiore al 15%).
Per i rinforzi delle strutture esistenti si terranno in considerazioni i seguenti elementi:
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Fondazioni
Nel consolidamento delle fondazioni si è tenuto principalmente conto del dover intervenire sulle
esistenti in muratura affiancandole a nuove e maggiormente resistenti in C.A. su entrambi i lati ,
andando così a creare due nuove vere e proprie travi di fondazione.
Il collegamento tra le due travi e la fondazione esistente è assicurato da travi di collegamento
trasversale sempre in C.A. da gettare contemporaneamente alle longitudinali così da andare a
creare un corpo unico.
Il dimensionamento di queste strutture richiede l'utilizzo di software di calcolo appositi e la
conoscenza di molti parametri riguardanti la fondazione esistente (dimensioni, profondità, stato
conservativo, portanza e natura del terreno, ecc) per questo motivo le sezioni indicate sono da
intendersi assolutamente indicative anche se plausibili.
Murature
Nel consolidamento delle pareti si è ipotizzato di rivestire la pareti in muratura esistenti con speciali
intonaci in betoncino così da permettere una maggior resistenza a compressione e soprattutto un
miglior comportamento “scatolare” in caso di sisma. Si è scelto di rinforzare una sola faccia del muro
visto il discreto stato di conservazione delle pareti preferendone l'applicazione sulla faccia interna
così da preservare l'estetica della facciata realizzata in pietra a vista.
L'intonaco in betoncino ha solitamente spessore compreso tra i 5 e i 7 cm e dovrà essere armato
con una rete elettrosaldata a maglia 10x10 ancorata alla muratura esistente con tondini di ferro di
diametro indicativo 8-10 mm e fissati mediante l'utilizzo di ancoranti chimici.
Anche in questo caso il dimensionamento è indicativo e viene spesso eseguito dalle stesse aziende
produttrici in quanto ogni marchio possiede caratteristiche e metodologie di posa differenti.
Nodo Muratura – Solaio.
Il solaio era originariamente realizzato in legno a doppia orditura e si è scelto di ricostruire tale
impalcato ex-novo visto il deterioramento del solaio esistente anche sotto i forti carichi a cui era
sottoposto.
La prima accortezza è stata quella di realizzare sotto le travi che compongono l'orditura primaria un
dormiente in C.A. di spessore indicativo di 15 cm che permette una corretta dissipazione dei carichi
e soprattutto consente il fissaggio della trave alla muratura con angolari in acciaio così da evitarne lo
sfilamento in caso di sisma.Tale dormiente dovrà essere isolato dalla facciata esterna dell'edificio
tramite interposizione di un pannello in legno mineralizzato tipo “Celenit” di spessore minimo di 2 cm
così da correggere il ponte termico che verrebbe a crearsi tra C.A. e superficie interna. Sul muro di
spina centrale è invece opportuno predisporre una trave continua in C.A. così da dare maggior
rigidezza all'intera struttura.
La seconda accortezza da avere nella realizzazione del solaio è quella di realizzare una caldana in
C.A. armata con rete elettrosaldata, legata ad assito e orditura secondaria tramite connettori in
acciaio e collegata alle pareti mediante l'impiego di ancoranti chimici, così da creare una
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connessione rigida tra solaio e pareti e per permettere il contenimento della freccia del solaio.
Nella realizzazione del solaio di copertura sarebbe invece opportuno creare una trave in C.A.
continua su tutte le pareti perimetrali così da consentire il fissaggio delle travi di copertura, da
permettere la dissipazione dei carichi e da legare la struttura in sommità dove è più debole in caso di
sisma.
Isolamento termico
Per l’isolamento delle pareti si è optato per la posa di uno strato di isolante realizzato con pannelli di
sughero o di fibre di legno per uno spessore complessivo di circa 12 centimetri ma comunque variabile a
seguito delle indicazioni del progettista termotecnico e a seconda della classe energetica che si vuole
raggiungere a seguito dell’intervento. La scelta delle fibre di legno o del sughero deriva essenzialmente