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Introduzione Progresso scientifico, tesina
Questa tesina maturità liceo scientifico descrive il progresso scientifico. La concezione di conoscenza scientifica è venuta mutando in rapporto all’evoluzione della filosofia e della scienza stessa. Dal modello aristotelico, ancora presente in Newton, della scienza (nell’accezione corrente del termine) come filosofia naturale, si è passati negli ultimi due secoli al modello positivistico. In generale, alla base del metodo scientifico si procede in sintesi come segue: si ha in partenza una situazione problematica (cioè si ha un fatto che non rientra tra quelli già spiegati); si enuncia un’ipotesi; si verifica l’ipotesi; si integra l’ipotesi, verificata, nella situazione di partenza. Quanto sopra detto rientra nella concezione corrente della scienza e della metodologia scientifica. Ma la realtà del discorso scientifico è più complessa. L’epistemologia (dal greco: episteme conoscenza, e logos discorso, è quella branca della filosofia che si occupa dei fondamenti e dei metodi delle diverse discipline scientifiche) si è posta il problema della demarcazione tra scienza e non scienza o pseudoscienza: la conclusione è che, in sede teorica, a molti non sembra sia possibile tracciare una netta linea di confine tra discorso scientifico e pseudoscientifico, per esempio, tra scienza e metafisica. La tesina permette di effettuare il collegamento con varie materie scolastiche.
Collegamenti
Progresso scientifico, tesina
Filosofia: Popper.
Italiano: Il decadentismo.
Inglese: Charles Dickens.
Storia dell’arte: L'art nuveau.
Storia: La crisi del ‘29.
Latino: Seneca.
Fisica: Il motore elettrico.
Geografia astronomica: Il radiotelescopio.
Progresso
Scientifico
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1
4 FILOSOFIA: POPPER
-
- ITALIANO: DECADENTISMO
- INGLESE: DICKENS
- STORIA DELL’ARTE: ART NUVEAU
- STORIA: CRISI DEL ‘29
- LATINO: SENECA
- FISICA: MOTORE ELETTRICO
- ASTRONOMIA: RADIOTELESCOPIO
PROGRESSO SCIENTIFICO
La concezione di conoscenza scientifica è venuta mutando in rapporto all’evoluzione
della filosofia e della scienza stessa. Dal modello aristotelico, ancora presente in
Newton, della scienza (nell’accezione corrente del termine) come filosofia naturale, si
è passati negli ultimi due secoli al modello positivistico. In generale, alla base del
metodo scientifico si procede in sintesi come segue: si ha in partenza una situazione
problematica (cioè si ha un fatto che non rientra tra quelli già spiegati); si enuncia
un’ipotesi; si verifica l’ipotesi; si integra l’ipotesi, verificata, nella situazione di
partenza. Quanto sopra detto
rientra nella concezione corrente della scienza e della metodologia scientifica. Ma la
realtà del discorso scientifico è più complessa. L’epistemologia (da
episteme logos
greco: conoscenza, e discorso, è quella branca della filosofia che si
occupa dei fondamenti e dei metodi delle diverse discipline scientifiche) si è posta il
problema della demarcazione tra scienza e non scienza o pseudoscienza: la
conclusione è che, in sede teorica, a molti non sembra sia possibile tracciare
netta
una linea di confine tra discorso scientifico e pseudoscientifico, per esempio, tra
scienza e metafisica.
POPPER
Karl Raimund Popper, filosofo ed epistemologo austriaco del 900, cerca di demarcare il
confine tra scienza e pseudoscienza, e a tal fine utilizza il criterio della falsificabilità. A
suo avviso infatti il principio di verificazione non fornisce un criterio di demarcazione
tra ciò che può essere considerato conoscenza autentica (che la scienza deve fornire
attraverso il riscontro empirico) e metafisica (che si basa su principi a priori non
verificabili sperimentalmente). Il principio di verificazione è quindi in una parola
limitativo, non definitivo. Perciò Popper sviluppa un principio opposto a quello di
verificazione, il principio della falsificazione o ipotesi di falsificabilità: uno scienziato
deve a tutti i costi cercare di smentire una data teoria di modo da verificare se essa
regga oppure no: solo in questo modo la scienza progredisce. È solo in questo modo
che si raggiunge quel criterio di demarcazione che stabilisce in maniera netta ciò che
è scienza e ciò che non lo è.
Ad ogni modo Popper non afferma che, per essere accettata, una teoria debba
“necessariamente” essere falsificata, ma che ci sia la “possibilità” di farlo, ovvero che
una teoria per poter essere considerata scientifica deve poter essere confutata, poiché
l’atteggiamento che dà per scontata la validità assoluta di una teoria, impedisce il
miglioramento della teoria stessa. …
Il progresso scientifico ha indubbiamente contribuito al miglioramento delle condizioni
di vita per una parte crescente della popolazione. Dai tempi della Grecia classica ai
giorni nostri si sono alternati diversi punti di vista sul progresso tra loro oscillati, in
generale, fra l'incondizionata fiducia nelle potenzialità della scienza e della tecnica
(progresso scientifico e tecnologico) - che avrebbero reso più semplice e serena la vita
dell'uomo - e, all'opposto, la visione del progresso come un deterioramento della
comunità.
SENECA Naturales quaestiones
Anche Seneca con le sue prende una posizione riguardo al
progresso scientifico, sottolineando sia gli aspetti positivi che quelli negativi. Bisogna
precisare però che egli non era uno scienziato, bensì un filosofo della scienza, cioè
colui che si occupa di descrivere e spiegare i risultati conseguiti dalla scienza in campo
etico, morale e sociale.
L'opera è divisa in 7 libri, ognuno dei quali si conclude con un epilogo, la cui funzione è
di distogliere l'uomo dalle paure e dalle angosce delle cose che non possono essere
spiegate razionalmente. La scienza viene quindi considerata come alleata alla filosofia,
in quanto ha come fine quello di alleviare i dolori dell'uomo.
La posizione di Seneca riguardo al progresso scientifico, simile a quella di Lucrezio, è
positiva e più che ottimista: col progresso scientifico l'uomo raggiunge gradualmente il
livello di civiltà ideale ed è in grado di stabilire l'irreversibile miglioramento di una
civiltà rispetto alla precedente. Per quanto riguarda il progresso tecnologico, invece,
non si può affermare lo stesso. Il progresso tecnologico porta l'uomo ad un benessere
materiale proiettandolo verso una dimensione di solo piacere ed agio, conducendolo
alla corruzione, all'avarizia e all'egoismo. Questa concezione riflette quella moderna,
riprendendo molti temi problematici dei giorni nostri, quali l'alienazione,
l'inquinamento, lo sfruttamento, la corruzione, ecc., tutto dovuto al progresso
tecnologico che non va e non andrà mai al passo con le esigenze ed i problemi
dell'uomo. …
A partire dalla seconda metà del 1700 ha inizio un processo di sviluppo scientifico-
tecnologico che investe, seppur in periodi e modi differenti, gran parte del mondo. Con
il progredire di tale fenomeno si assiste inevitabilmente a ripercussioni sulla società
che conducono a significativi cambiamenti in ambito letterario, artistico, storico,
filosofico e nella stessa ricerca scientifica.
Per quanto riguarda l'ambito letterario si possono distinguere tre diverse zone in cui si
delineano nuovi atteggiamenti: l'Europa, l'Italia e l'Inghilterra.
L'Europa negli ultimi anni del XVIII secolo e nei primi anni del XIX è attraversata da un
periodo di forte industrializzazione e grande sviluppo a livello scientifico e tecnologico
che sono causa di un inevitabile
collettivizzazione della società con il conseguente annullamento dell'individualità. In
questa situazione nell'individuo nasce un senso di mancanza e di rifiuto nei confronti
del nuovo modo di vivere in cui si sente
intrappolato. E' in tale clima che si sviluppano sentimenti di angoscia, malinconia,
malessere interiore che sono espressi nelle opere che rientrano così in quel
movimento culturale che prende il nome di
Romanticismo Europeo.
In Italia al processo di sviluppo industriale, scientifico e tecnologico, verificatosi
precedentemente nel resto d'Europa, si assiste negli anni tra la fine del 1800 e gli inizi
del 1900, ovvero durante l'età postunitaria. Progresso che anche in questo caso è
accompagnato da rilevanti conseguenze quali il cambiamento della sensibilità
dell'intellettuale e l'emergere di nuove forme di divulgazione letteraria. In
questo periodo nascono infatti le prime tecniche di marketing, il romanzo tradizionale
viene sostituito dal romanzo d'appendice e l'editoria subisce uno straordinario
incremento. E' inevitabile però che si delineino pareri non solamente favorevoli
riguardo il progresso in atto. In alcuni casi infatti si verifica il fenomeno di conflittualità
tra l'artista e la società a cui appartiene e le sensazioni di disagio interiore sono
espresse nelle opere artistiche in cui si ricercano esperienze come l'esplorazione
dell’irrazionale, della dimensione del sogno e dell'allucinazione. E' per questo che
nell'arte di tale periodo spiccano tematiche come il nero, il
Macabro, il satanismo (si pensi alla Scapigliatura) e temi come l'assoluto, la malattia,
la morte (si pensi al Decadentismo).
DECADENTISMO: DANNUNZIO-PASCOLI
La poetica del “fanciullino” del Pascoli e la concezione dannunziana del “superuomo”
costituiscono i risultati della rivoluzione sociale scaturita dallo sviluppo industriale-
scientifico.
Sebbene le due figure risultino diametralmente opposte è possibile individuare una
matrice comune, sulla base della quale i due letterati hanno costruito le proprie
poetiche.
Entrambi i miti riflettono la profonda crisi di cui il ceto medio è vittima. L’affermazione
della civiltà moderna, la diffusione dei processi di industrializzazione, la soppressione
delle piccole iniziative private, schiacciate dalla sempre maggiore monopolizzazione
dei mercati ad opera di poche grandi imprese, le spinte imperialiste nazionaliste che
minacciano lo scoppio di conflitti di proporzioni mondiali. Questi sono gli aspetti
principali che portano direttamente alla crisi della fiducia positivista nella società
industriale e nella razionalità.
A partire dalla Francia sul modello di Baudelaire, prendono sempre maggiore risalto i
cosiddetti “poeti maledetti”, che assurgono ad emblema della nuova figura del
letterato. Questi infatti, non godendo più della considerazione e del prestigio dei secoli
precedenti, si ritrovano calati in una società dai ritmi frenetici, dove la stessa editoria
risente dell’influenza dell’industrializzazione e della massificazione.
Quello appena descritto costituisce il contesto storico e culturale nel quale i miti del
“fanciullino” e del “superuomo” affondano le stesse “radici”.
Pascoli e D’Annunzio reagiscono in maniera radicalmente diversa ai cambiamenti
bruschi e traumatici che affrontano.
Pascoli elabora il mito del “fanciullo”, ovvero di quel bambino puro e innocente
presente in ogni uomo. Secondo la sua ideologia, il poeta è l’unico in grado di
ascoltare le suggestioni e le impressioni del fanciullo, egli si meraviglia delle piccole
cose, anche scontate e quotidiane, ma che appaiono invisibili agli occhi di coloro che si
lasciano accecare dalla ragione.
Strettamente legate alla figura del fanciullino è poi il tema del nido. Egli infatti cerca
riparo dalla frenesia e dai travagli della vita attiva all’interno del suo “nido”, che può
essere rappresentato da una casa, da una siepe o dalla nebbia, ma in ogni caso un
luogo dove coltivare i valori della famiglia e sfuggire dalla violenza e dal male dal
mondo. Pertanto il nido può essere costruito solo laddove non sia giunto il progresso
scientifico, in una sorta di Eden idilliaco a contatto con la natura.
D’Annunzio con il suo mito del superuomo propone all’uomo un’altra via da seguire. Il
suo concetto è di derivazione filosofica egli rielabora l’idea di Nietzsche (che
considerava il superuomo come uno stadio evolutivo verso cui l’uomo, inteso come
comunità, doveva tendere), affermando l’importanza del singolo. In altre parole, per
D’Annunzio il superuomo è un personaggio, al quale egli stesso cerca di conformarsi,
che “supera l’uomo comune” attraverso la guerra, le azioni violente, il dominio e la
sopraffazione.
Il superuomo aspira ad avere un ruolo di primo piano in ambito politico per distinguersi
dalla massa; vive nella continua ricerca dell’ideale bellezza nel tentativo di
trasformare la propria esistenza in un’opera d’arte.
In conclusione, nonostante i due miti siano inconciliabilmente opposti, entrambi
finiscono, nelle intenzioni del poeta, l’unico modo che la classe piccolo-medio
borghese aveva per uscire dal suo anonimato e affermare l’identità del singolo.
…
Anche l'Inghilterra vive un periodo di grande sviluppo scientifico-tecnologico nel
periodo che intercorre tra il 1837 e il 1901 denominato “Età Vittoriana “dal nome della
regina Vittoria regnante in quegli anni. Nel 1851 viene infatti inaugurata a Londra nel
Palazzo di Cristallo la “Great Exhibition” in cui furono esposte tutte le nuove invenzioni
tecnologiche tra le quali si può citare una delle più importanti, la macchina a vapore.
Anche nel territorio inglese si assiste ad alcuni cambiamenti, conseguenza del
progresso. In questi anni emergono nuove forme e tematiche letterarie; si assiste al
prevalere del romanzo e al sorgere di temi come l'educazione delle masse, il nuovo
aspetto delle città, il progresso industriale e le
condizioni di vita dei lavoratori in fabbrica. Inoltre alcuni artisti, come C. Dickens.
DICKENS
Charles John Huffam Dickens was an English
writer and social critic. He created some of the
world's most memorable fictional characters and
is generally regarded as the greatest novelist of
the Victorian period.