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Sintesi
Storia - La prima guerra mondiale
Letteratura - Giuseppe Ungaretti
Musica- Il Jazz
Arte- Le avanguardie artistiche
Geografia - Gli Stati Uniti
Inglese - Stars and Stripes
Scienze - IL DNA
S. Motorie Sportive - i velocisti americani del XX secolo
Tecnica - Le strutture resistenti
Estratto del documento

una Russa), la cessione completa dell’Afghanistan alla Gran 1

Bretagna e il riconoscimento dell’influenza russa in Turkestasn .

1914.

ATTENTATO DI SARAJEVO E SCOPPIO DELLA GUERRA

L’uccisione dei regnanti fra ‘800 e ‘900 in seguito a atti di terrorismo

era molto frequente, come lo zar Alessandro II ucciso nel 1881 e il re

Umberto I, assassinato a Monza nel 1900.

1 TURKISTAN: (terra dei turchi) comprende gli attuali stati: Cosacchia, Kazakistan, Kirghisistan,

Tagikistan, Turkmenistan e Uzbeky. 6

L’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando e la moglie Sofia,

furono vittime di un attentato a opera di un gruppetto di sette

ultranazionalisti serbi, che facevano parte di un organizzazione

segreta, la Mano Nera, che si batteva per l’unificazione degli slavi in

Serbia e a sud dell’Impero Austro - ungarico. I reali erano davanti al

Palazzo Ducale di Sarajevo, quando Gavrilo Princip, irredentista serbo

di origine bosniaca, colpì con una pistola Browlin calibro 7,65

l’arciduca all’addome e la contessa al collo, dando così alla guerra il

pretesto per scoppiare. Era il 28 giugno 1914.

L’imperatore Francesco Giuseppe, convinto che il governo serbo fosse

2

il responsabile dell’attentato, lanciò un ultimatum qualificato alla

Serbia. Questo conteneva una serie di richieste fra le quali quella

dell’arresto di tutti gli ufficiali dell’esercito accusati di cospirazione e

di stoppare la propaganda contro l’Austria.

Quando il testo dell’atto si diffuse in Europa, tutti pensarono “la

guerra sta per cominciare”. Non si trattava di una guerra circoscritta,

ma il gioco delle alleanze disegnò uno scenario catastrofico. La guerra

che gli eserciti di mezza Europa preparavano da almeno trenta anni

stava per concretizzarsi.

Alla scadenza dell’ultimatum, il 28 luglio 1914 il governo austriaco

inviò a quello serbo la dichiarazione di guerra.

Appena scoppiata la guerra scattò il meccanismo delle alleanze:

2 ULTIMATUM: nel diritto internazionale, atto unilaterale col quale uno stato intima ad un altro di

fornire una determinata risposta, o di assumere una particolare decisione da tradurre

immediatamente in pratica. Un ultimatum è qualificato quando indica che decisione prenderà lo

stato in caso di mancata risposta. 7

- L’impero tedesco, rispettando l’alleanza, si schierò con l’impero

austro-ungarico.

- La potenze dell’intesa, per contrastare la superiorità schiacciante

degli imperi centrali si allearono alla Serbia.

- L’Italia, che non era militarmente potente, si dichiarò neutrale,

infatti per gli accordi della triplice alleanza, gli Stati Membri erano

tenuti a intervenire solo nel caso uno di questi fosse stato

attaccato.

- Accanto agli Imperi Centrali si schierarono anche Bulgaria (5

ottobre 1915) e l’impero Ottomano, ormai devastato dalle guerre

balcaniche, che era però un punto strategico per attaccare la

Russia da sud.

- Il Giappone, che voleva indebolire la Germania per appropriarsi

dei territori tedeschi in Cina, si unì all’Intesa.

- Più avanti si aggiunsero all’Intesa anche Montenegro, Portogallo,

Italia, Romania, Stati Uniti, Grecia, Siam e Brasile. 8

IL PIANO SCHLIEFFEN E LA BATTAGLIA DI TANNENBERG

La Germania spostò tutto l’esercito al confine con il Belgio, senza

destare sospetti, in quanto tutti i soldati si spostarono grazie ai

normali treni di linea. Questa mobilitazione anticipava la prima

grande offensiva della guerra: il “piano Schlieffen”. Era un piano

strategico militare, ideato dal capo di stato maggiore tedesco Alfred

Graf von Schlieffen nel 1905, che consisteva nell’invadere la Francia

passando per il Belgio e il Lussemburgo e violandone la neutralità; gli

armamenti francesi infatti erano concentrati lungo il confine tedesco

e non in quello belga. Il piano fu attuato dal generale Helmut von

Moltke, che arrivato alla Marna, a 10 km da Parigi, fu costretto alla

ritirata.

I soldati tedeschi, stremati dalla lunga marcia si ritrovarono a

combattere contro un abile battaglione francese con un consistente

contingente inglese. Il Regno Unito infatti, il 5 agosto aveva dichiarato

guerra alla Germania. Nel frattempo i Russi attaccarono la Germania

3

da oriente. Con la battaglia di Tannenberg (26-30 agosto ) l’esercito

tedesco del generale Paul von Hindenburg riuscì ad arginare

l’avanzata russa in Prussia.

3 TANNENBERG: cittadina della Polonia. 9

GLI ARMAMENTI.

L’artiglieria usava fucili dotati di baionetta, granate, mitraglie e gas

4 5

tossici asfissianti come l’iprite . Si utilizzarono anche i primi prototipi

di aerei, come i bombardieri e i caccia, affiancati dai dirigibili. Famosi i

dirigibili Zeppelin tedeschi. Micidiali anche gli U-Boot, protagonisti

della guerra sottomarina.

1915.

Gli Imperi Centrali, che speravano in una guerra lampo di breve

durata si trovarono a combattere una logorante guerra di posizione.

IL 4 febbraio 1915 in risposta al blocco navale inglese, la Germania

innesca la guerra sottomarina; i suoi micidiali sommergibili,

cominciarono a far colare a picco le navi della marina inglese.

4 GAS ASFISSIANTE: con questo nome sono indicate numerose sostanze che furono usate a scopo

bellico e che, se dal punto di vista chimico presentano le caratteristiche più disparate, hanno tutte

in comune l'azione fisiologica nociva: alcune rendono irrespirabile l'aria in cui sono presenti, altre

sono veri e propri veleni, alcune attaccano le mucose degli occhi, del naso o della gola, altre

hanno azione caustica e vescicatoria anche sulla pelle. L’uso dei gas non sempre ottenne i

risultati sperati; le nuvole tossiche, soggette ai continui mutamenti del vento potevano tornare

indietro e colpire chi le aveva prodotte.

5 IPRITE: prende il nome da Ypres, cittadina belga dove fu usato dai tedeschi la prima volta nel

1915. Agisce per inalazione, rendendo molto difficile la respirazione e per contatto, aprendo

piaghe sulla pelle che provocano la morte. 10

Allo scoppio della guerra la popolazione, i politici e gli intellettuali

italiani erano divisi in due scuole di pensiero:

→ Gli interventisti: coloro che erano favorevoli all’entrata in guerra

per concludere il processo risorgimentale (4° guerra di

indipendenza). Tra questi il capo del governo Antonio Salandra,

subentrato a Giolitti nel marzo del 1914, i nazionalisti (tra cui

6

D’Annunzio), gli irredentisti (come Cesare Battisti), i liberali, i

repubblicani, gli industriali e il direttore del quotidiano “Il Popolo

d’Italia”: Benito Mussolini.

→ I neutralisti: coloro che erano contrari all’entrata in guerra. Tra

loro Giovanni Giolitti, la maggioranza dei deputati, i socialisti e i

cattolici di Papa Benedetto XV.

L’Italia allo scoppio della guerra non vi partecipò perché sperava di

ottenere i compensi territoriali in cambio della neutralità. Ma l’Austria

non accolse questa richiesta. Salandra, allora, cominciò a patteggiare

con le potenze dell’Intesa.

IL 26 aprile 1915 Salandra firmò il Patto di Londra con i rappresentanti

di Gran Bretagna, Francia e Russia. Le clausole che sarebbero dovute

restare segrete fino al 1917, prevedevano l’ingresso dell’Italia in

guerra a fianco dell’Intesa entro trenta giorni e in cambio alcune

concessioni territoriali, tra cui il Trentino Alto Adige, Istria, la Dalmazia

e Trieste. Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra a fianco dell’Intesa.

6 IRREDENTISMO: movimento politico che si propone di riunire alla madrepatria le terre

politicamente soggette ad uno stato straniero, che per storia, lingua e cultura sono a esso legate.

11

1916.

All’inizio del 1916 gli Imperi Centrali tentarono un nuovo attacco

contro le potenze dell’Intesa.

Sul fronte Italiano, gli austriaci sferrarono una imponente offensiva in

Trentino. Da marzo a novembre si combatterono le prime nove

battaglie dell’Isonzo. L’esercito italiano, capeggiato dal generale Luigi

Cadorna respinse l’avanzata austriaca ad Asiago e la costrinse alla

ritirata fino a Gorizia. Intanto

moriva Francesco Giuseppe a cui

succedette Carlo I d’Asburgo.

Sul fronte occidentale i tedeschi

tentarono nuovamente di entrare

in Francia.

Il 7 giugno 1916, con la battaglia

di Verdun morirono 700 000

soldati; lo scopo principale era infatti quello di dissanguare l’esercito

francese. Questo attacco detiene il triste record del campo di

battaglia con il maggior numero di morti per metro quadro. In risposta

a Verdun gli alleati sferrarono un altro attacco ai tedeschi. Si

combatterono le battaglie delle Somme. Con l’utilizzo di un primo

prototipo di carro armato, il Tank, gli anglo-francesi riuscirono ad

avanzare di parecchi chilometri.

Per la prima volta, come non era mai accaduto nella storia, la guerra

era diventa totale, ovvero ne era coinvolta anche la popolazione. 12

Infatti, con l’utilizzo degli aerei da bombardamento venivano presi di

mira dei bersagli strategici, come le fabbriche, le città più importanti,

i ponti ecc..

Le condizioni della popolazione peggiorarono, le donne andarono a

lavorare nelle industrie mentre gli uomini venivano mandati a morire

al fronte.

Anche le condizioni degli uomini in trincea erano disastrose.

I soldati usavano elmetti poco resistenti, scarpe con suole di legno

scomodissime e abbigliamento spesso insufficiente. Bevevano da

delle borracce di legno (assolutamente anti igieniche) e la quantità di

acqua era intorno al mezzo litro al giorno. Mangiavano brodo freddo e

ridotto a gelatina, carne e pane duri come pietre e raramente frutta,

verdura o caffè. Prima dell’assalto venivano date delle razioni in più,

contenute nelle gallette, dei contenitori di metallo dove c’erano gli

ultimi 250 grammi di carne. Spesso i soldati morivano per malattie

7

dovute a carenze alimentari, come la pellagra . Spesso dormivano

sotto la pioggia o la neve, e si dovevano creare dei rifugi, delle buche

nel terreno.

Molti giovani per non partecipare alla

guerra fuggivano all’estero, spesso oltre

oceano, si fingevano pazzi, malati o si auto

infliggevano ferite, sparandosi ad una mano

o a un piede. Alcuni si consegnavano

perfino al nemico, sperando in condizioni di

vita migliori rispetto a quelle della trincea.

1917.

7 PELLAGRA malattia dovuta a carenza di una vitamina che si trova in prodotti come latte,

verdure e cereali. I sintomi sono le quattro D: demenza, dermatite, diarrea e morte (in inglese

delth). È quasi estinta. 13

La sorte degli imperi centrali sembravano segnate, quando un evento

cambiò le carte in tavola: la Rivoluzione Russa. Il 12 marzo 1917 la

folla, con l’appoggio dell’esercito, costrinse lo zar Nicola II ad

abdicare, con la rivoluzione di febbraio (secondo il calendario

8

giuliano). I soviet si impadronirono del potere. Subito vennero eletti i

menscevichi, socialisti moderati, che però decisero di continuare la

guerra. Un errore fatale, visto il malcontento generale dovuto alle

numerose sconfitte subite. La notte tra il 6 e il 7 novembre (24-25

ottobre per il calendario giuliano) militare e operai entrarono palazzo

d’Inverno, la sede del governo.

La rivoluzione d’ottobre portò un governo guidato dai bolscevichi di

Lenin e Trotzky. Nacque il comunismo. L’uscita di scena della Russia

dalla guerra, fu annunciata appena i bolscevichi salirono al potere,

ma venne ufficializzata solo nel marzo del 1918 con il Trattato di

Brest - Litovsk, con il quale la neocosituita repubblica sovietica firmò

la resa.

Con il ritiro della Russia, l’Austria spostò parecchi contingenti verso il

fronte italiano.

Nell’ottobre del 1917 il fronte italiano dovette subire una violenta

offensiva da parte degli austriaci: La disfatta di Caporetto.

Il 24 ottobre l’esercito austro-tedesco, costituito da 35 divisioni contro

le 41 di quello italiano,

effettuò un attacco a

tenaglia sulla città di

Caporetto, facendosi strada

con gas tossici e artiglieria.

Il 26 ottobre, Cadorna diede

l’ordine di ritirata. Le truppe

8 SOVIET consiglio di delegati eletti dai lavoratori russi. 14

austriache avanzarono fino al Piave. Furono coinvolti più di 1 milione

e mezzo di italiani. 10 000 morti, 30 000 feriti e 300 000 prigionieri.

L’entusiasmo nazionalistico calò precipitosamente.

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