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Introduzione Pregiudizio nella società - Tesina
L’approfondimento che ho deciso di svolgere nella mia tesina di maturità riguarda un argomento che ne racchiude tanti, tantissimi altri, al suo interno (che siano problemi o avvenimenti storici); il tema è quello del “pregiudizio”, e proprio perché è così ampio, è difficile trattarne in maniera superficiale o banale, come si è soliti fare. Spesso, infatti, si sente parlare di pregiudizi in ogni ambito possibile: dalla razza al sesso all’età, ecc...ma poche volte ci si chiede come questi nascano, quale sia il meccanismo che li origini, e ancor meno spesso ci si domanda: “A cosa portano i molti pregiudizi con cui quotidianamente ci rapportiamo?”. Troppo di rado ci rendiamo conto di quanto possano essere devastanti gli effetti che determina questa mancanza di pensiero, riflessione, giudizio. La causa sta nel fatto che i pregiudizi vengono dati per scontati, tanto sono diffusi e tanto sono radicati. Del resto, essi sono ciò che accompagnano noi, la nostra conoscenza e la nostra esperienza del mondo, fin da quando siamo nati; la loro patria è infatti l’infanzia, età in cui si obbedisce e si crede in ciò che ci viene detto senza comprendere, età in cui si costruiscono barriere mentali che, se non accompagnate dall’uso della ragione in un futuro, rimarranno presenti nella persona e la influenzeranno per sempre.
Ciò che mi ha spinta a scegliere questo argomento per la mia tesina è stato l’interesse verso due grandi tematiche che da sempre mi hanno colpita: la prima è la condizione della donna nella storia, ieri e oggi, in Occidente e in Oriente; la seconda è invece la drammatica situazione storica in cui sono stati costretti a vivere gli Ebrei durante la 2° Guerra Mondiale, -dai precedenti dello sterminio (cause e motivazioni), fino agli avvenimenti più significativi e alla terribile conclusione.
Leggendo molti articoli sulla condizione femminile nelle varie parti del mondo - le tante ingiustizie a cui sono continuamente sottoposte le donne, le lotte affrontate, le discriminazioni, …-, sfogliando libri e guardando film riguardo la Shoah, tra i numerosi pensieri che sono sorti e sorgono nella mia mente ogni volta, uno in particolare lampeggia sempre più forte degli altri: perché: Qual è il principio che sta alla base dei due fatti? Perché l’uomo arriva a questo? Perché arriva a tanto?
Dal mio punto di vista, che è comunque limitato, sembra ci sia un “punto di contatto” tra le due tematiche proprio in ciò che le ha partorite: il pregiudizio. Il pregiudizio contro l’emancipazione femminile, da una parte, e il pregiudizio razziale contro gli Ebrei, dall’altra.
E’ per questo motivo che ho voluto approfondire il tema molto ampio, attuale e diffuso, del pregiudizio nella mia tesina, cercando di rapportarlo alle due tematiche sopra citate, ma anche analizzandolo da un punto di vista sociale, psicologico e filosofico, e scoprendo, amaramente, come è vero che in tutte le discussioni politiche, religiose o di qualsiasi altra natura – sia nel passato che nel presente, sia tra i giovani che tra gli adulti, sia tra noi italiani che tra gli stranieri - la gente non voglia affatto conoscere la verità, bensì essere sempre e solo confermata nei suoi pregiudizi, poiché non è una verità che cerca, ma una fede: qualcuno che dia sicurezze, certezze, esempi, qualcuno in cui credere e a cui affidarsi senza domande.
Collegamenti
Pregiudizio nella società - Tesina
Filosofia: Pregiudizio e giudizio: dalla Rivoluzione Scientifica al Novecento.
Storia: Nazismo: il mito della razza pura, Antisemitismo e “Soluzione Finale”.
Italiano: Pirandello, “L’Esclusa” e “La patente”.
SOCIETA’
Il termine pregiudizio (dal latino “prae”= "prima" e “iudicium”= "giudizio") può
assumere diversi significati, tutti in qualche modo collegati alla nozione di "giudizio
prematuro", ossia parziale e basato su argomenti insufficienti o su una loro non
completa o indiretta conoscenza. Il termine si discosta da quello di concetto erroneo,
in quanto è irreversibile e non viene cancellato nemmeno alla luce di nuove
conoscenze ad esso contrarie.
Nel linguaggio della psicologia sociale, quando si parla di pregiudizi, ci si riferisce a un
tipo particolare di atteggiamenti; propriamente, sono atteggiamenti intergruppo, cioè
posizioni di favore o sfavore che si formano all’interno del gruppo stesso e hanno per
oggetto un altro gruppo. A livello psicologico, si tratta di un pensiero che si basa sulle
paure e le fobie del singolo individuo. (ad esempio, esso può portare al razzismo
perché si ha paura dell'altro, dell'altra cultura, specie quando la si conosce poco).
La fobia, che deriva dall'ignoranza (=mancanza di conoscenza) in un determinato
campo, è ciò che origina il pregiudizio.
Studiandolo da un punto di vista antropologico, questo termine nasce dal comune
modo di accostarsi alla realtà, dal senso comune, che è quella forma di pensiero e di
ragionamento appartenente a una cultura che ne plasma in modo inconsapevole
l’atteggiamento, i prodotti e il comportamento,. Un pregiudizio è generalmente basato
su una predilezione immotivata per un particolare punto di vista o una particolare
ideologia. Di conseguenza, si arriva ad accettare o a rifiutare la validità di una
dichiarazione non in base alla forza degli argomenti a supporto della dichiarazione
stessa, ma in base alla corrispondenza alle proprie idee preconcette, senza quindi
alcuna riflessione.
Il pregiudizio ha diverse componenti: cognitiva, emotiva, comportamentale.
La componente cognitiva deriva dal fatto che tendiamo sempre a categorizzare
e stereotipizzare le persone;
La componente emotiva dipende dalle nostre emozioni rispetto a membri di un
gruppo (se queste sono positive o negative);
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La componente comportamentale invece è l’effetto che i pregiudizi
comportano: atteggiamenti ostili, violenti e discriminanti verso determinati
gruppi sociali.
Esistono vari tipi di pregiudizi: da quello razziale a quello etnico, da quello religioso al
pregiudizio generazionale e altri ancora.
I più diffusi sono:
PREGIUDIZIO ETNICO- PREGIUDIZIO PREGIUDIZIO
RAZZIALE: ANDROCENTRIC ETNOCENTRICO:
consiste in un forte O: si concepisce il proprio
senso di implica la gruppo sociale come il
discriminazione verso considerazione centro e il punto di
un gruppo sociale e del maschio riferimento in base al
può includere motivi come essere quale classificare e
anche religiosi (ad superiore alla giudicare gli altri gruppi
esempio donna. (ad esempio
Una volta che il gruppo, ovvero il luogo di origine dell’identità sociale, si forma, si
attuano dei processi che inducono a comportamenti di favoritismo verso i membri del
proprio gruppo e di opposizione verso i gruppi esterni.
L’identità sociale si sviluppa nell’individuo più gradualmente rispetto a queste
“reazioni” immediate, attraverso tre diversi momenti:
1) La categorizzazione: l’individuo crea “categorie” discriminanti di appartenenza in
base a diversi fattori (età, sesso, religione, colore della pelle…). Da questo deriva una
tendenza a massimizzare le somiglianze tra i soggetti di uno stesso gruppo (NOI) e le
somiglianze – negative - tra i membri degli altri gruppi (LORO).
2) L’identificazione: le varie appartenenze ai gruppi sociali costruiscono la propria
identità storica. 5
3) Il confronto sociale: l’individuo inizia a confrontare il proprio gruppo con gli altri,
considerandosi superiore e svalutando gli altri. Questo confronto può sfociare in vere e
proprie “lotte sociali”, alcune più contenute, altre molto più ampie.
“Intelligenza e pregiudizio”
di Stephen Jay Gould
“Intelligenza e pregiudizio: contro i fondamenti scientifici del razzismo” è un saggio del
paleontologo e storico della scienza Stephen Jay Gould, pubblicato in lingua
inglese dapprima nel 1981 e successivamente, in una seconda edizione riveduta e
ampliata, nel 1996. Il saggio ricostruisce la storia del determinismo biologico e mostra
l'infondatezza degli argomenti portati a sostegno della diversità umana, in particolare
quelli concernenti la misurazione dell'ipotetica entità chiamata "intelligenza".
Il saggio vinse il National Book Critics Circle Award nel 1981.
Il determinismo biologico consiste nella teoria la quale
sostiene
“Le norme comportamentali comuni e le differenze
che:
sociali ed economiche tra i gruppi umani - in primo luogo
razze, classi e sessi - derivano da distinzioni innate
ereditate, e che la società, in questo senso, è un esatto
riflesso della biologia”. “Il
Da qui la pretesa secondo cui:
merito può essere assegnato agli individui e ai gruppi
misurando l'intelligenza come una quantità globale” . La
misura dell'intelligenza, fatta in passato
attraverso misurazioni craniometriche e successivamente
attraverso la misurazione del quoziente di
intelligenza (Q.I.) e l'ipotesi del fattore di intelligenza
generale, sono in realtà poco fondate, in quanto si
ipotizza: “L'intelligenza come entità singola, la sua
collocazione dentro il cervello, la sua quantificazione in un numero per ogni individuo
e l'uso di questi numeri per classificare le persone in una singola serie di valore, per
trovare invariabilmente che i gruppi oppressi e svantaggiati - razze, classi o sessi -
sono innatamente inferiori e meritano il loro stato” . Alla
base della definizione di intelligenza,
conclusione “pseudoscientifica”, vi sono per
reificazione
Gould due errori profondi: la -ossia:
la nostra tendenza a convertire concetti astratti in
classificazione
entità, materializzandoli- e la –
ossia: la nostra tendenza a ordinare una
variazione complessa in una scala ascendente.
Il pregiudizio ideologico dei sostenitori del
determinismo biologico dell'intelligenza e delle
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differenze razziali, dunque, è stato dettato non solo dall'ignoranza, ma in alcuni casi
da una vera e propria frode scientifica.
Approfondimento:
Le prime righe del capitolo I sono fondamentali per capire l’argomento del saggio,
“IL PREGIUDIZIO RAZZIALE È
nonché la tesi sostenuta dal teorico, che infatti scrive:
VECCHIO QUANTO LA STORIA UMANA”, “La giustificazione biologica di un
e ancora:
pregiudizio ha contribuito alla considerazione dell'inferiorità intrinseca dei gruppi
disprezzati”. Poiché questa giustificazione biologica non potè che venire dalla
scienza, Gould, allora, si chiede se essa abbia aggiunto dati legittimi per
modificare o rafforzare una tesi razziale, oppure li abbia semplicemente
riordinati per sostenere una conclusione ottenuta a priori.
Il saggista comincia dunque a ripercorrere la storia della scienza biologica, analizzando
le due linee di pensiero "scientifiche" che si svilupparono agli inizi dell’Ottocento dalle
prime considerazioni razziali: c'era la linea "dura", secondo cui i neri erano sotto ai
bianchi e la colonizzazione e la schiavitù venivano giustificate, e la linea "morbida"
che, invece, considerava i neri inferiori, ma sosteneva che il diritto di libertà delle
genti non dipendesse dal loro livello di intelligenza.
Seguendo la prima corrente di pensiero, nel 1851 si iniziarono a collezionare crani per
provare la tesi sostenuta, pensando che per stabilire l'ordinamento delle razze si
potesse procedere in base a caratteristiche fisiche del cervello, soprattutto la sua
grandezza.
Ma i calcoli fatti e le differenze rilevate tra grandezza celebrale dei bianchi e quella dei
neri, ad esempio, si dimostrò solo più tardi che registravano nient’altro se non le
differenze di statura dovute al sesso e non all’intelligenza.
L’errore di categorizzazione a cui si giunse –che a quei tempi si pensò invece essere
un risultato corretto- era inevitabile, dal momento che le azioni di quegli studiosi
vennero guidate dalle aspettative.
Molti altri pregiudizi riferiti alle dimensioni craniche erano
allora diffusi. Per esempio, si riteneva che le
donne fossero meno intelligenti degli uomini,
dal momento che i loro cervelli risultavano più
piccoli rispetto a quelli maschili -pregiudizi
sostenuti anche dalla comune immagine della
donna il cui compito era unicamente quello di
allevare la prole all'amore.
Fu solo nel 1913, quando Maria Montessori
formulò una tesi opposta alla posizione assunta dallo
scienziato Broca riguardo i cervelli delle donne, che i
pregiudizi discriminatori nei confronti nelle
donne cominciarono ad essere messi in
discussione. La filosofa e medico affermò, infatti, dopo aver fatto le opportune
correzioni alle misurazioni cerebrali di crani maschili e femminili, che le donne fossero
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perfino intellettualmente superiori agli uomini, e che questi ultimi erano prevalsi fino
ad allora solo per la forza fisica. Questa tesi rappresentò e rappresenta tutt'ora un
antidoto alle affermazioni scientifiche circa l'inferiorità costituzionale di alcuni gruppi;
la studiosa ritenne infatti che i dati ottenuti fossero stati interpretati male da uomini
con preconcetti.
Dalla misurazione del cervello si passò, più tardi, a quella del corpo, fornendo criteri a
tutti quegli scienziati che volevano ordinare i gruppi umani in superiori e inferiori.
Secondo varie tesi, l’inferiorità di tutte le razze che non facessero parte di quelle
nordiche, si spiegava sostenendo che i climi più caldi, quelli in cui vivevano per
esempio i sud-europei, imponessero una maturazione precoce che quindi comportasse
il rallentamento e la cessazione dello sviluppo corporeo.
Queste teorie vennero usate a giustificazione dell'Imperialismo, considerato non più
come conseguenza dell'ambizione nazionale e di considerazioni commerciali, bensì
come conseguenza del dovere verso popoli inferiori.
Altre dottrine si affermarono sempre sul finire
dell'800, dottrine che avevano come impostazione i
antropologia
pregiudizi. Tra le altre, la disciplina dell'
criminale, diffusa nel 1870 grazie al medico e
criminologo Cesare Lambroso, secondo cui la
criminalità sarebbe in