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Introduzione Postmoderno tesina
la seguente tesina è sul postmoderno. Con il termine Postmoderno s’intende una tendenza culturale che è nata a partire dagli anni ’70 del Novecento e che ha influenzato la cultura occidentale, in particolare nell’ambito della letteratura e dell’architettura. Le caratteristiche principali di questo modo di pensare sono innanzitutto l’abolizione della differenza fra cultura alta e cultura bassa, poi la volontà di citare e mescolare insieme elementi provenienti dal passato e, infine e in particolare, la rinuncia a qualsiasi modello di spiegazione complessiva della realtà, a favore di una visione disincantata del mondo.
Il postmoderno può essere, infatti, considerato l’espressione culturale della società consumistica e capitalistica giunta al suo culmine, che dall’occidente inizia a diffondersi nel resto del mondo. Il processo di globalizzazione, favorito dall’avvento dell’informatica, porta alla delocalizzazione di molte fabbriche nei paesi del terzo mondo, dove i costi di produzione sono inferiori, mettendo in crisi il ruolo dell’uomo occidentale che prima era al centro del sistema economico. La situazione sfugge di mano all’interno di un mondo i cui orizzonti sono sempre più vasti, e il cittadino non potendo più controllarla, si rifugia in ciò che può procurargli piacere e rendergli l’esistenza meno pesante, rinunciando così a qualsiasi pretesa di azione politica. Non esistono più i grandi miti e sistemi a cui credere, come quello del progresso di stampo marxista o quello della psicoanalisi, ma tutto viene accumunato sotto uno sguardo superiore che osserva e si limita a costatare i fenomeni senza pregiudizi ideologi. Se prima vi erano progetti utopistici ad alimentare l’azione umana, ora ci si limita a giocare e a rievocare con nostalgia il passato per non cadere nel cinismo di fronte all’irriducibilità del reale. Questa condizione culturale trova dunque nella letteratura e nell’architettura le sue manifestazioni più chiare, pur non diventando mai un movimento codificato e unitario, quanto più rimanendo un modo sotteso di pensare. Citando Umberto Eco, il postmoderno non è tanto una tendenza stilistica ben circoscrivibile, ma più un modo di operare, una categoria spirituale, una forma di manierismo che ogni epoca ha dovuto oltrepassare quando ormai la cultura, giunta al suo culmine, rischiava il silenzio se non avesse preso ispirazione dal passato. La tesina di maturità permette anche dei collegamenti interdisciplinari.
Collegamenti
Postmoderno tesina
Filosofia: brevi cenni introduttivi.
Storia: brevi cenni introduttivi
Italiano: Calvino "Se una notte d'inverno un viaggiatore".
Arte/Architettura: Robert Venturi "Imparare da Las Vegas".
Letteratura
Uno dei massimi esponenti a livello internazionale delle idee postmoderne in letteratura può
essere considerato lo scrittore italiano Italo Calvino (1923-1985). Nella sua stessa produzione si
può osservare chiaramente il passaggio da una fase impegnata della scrittura verso una fase
postmoderna. Le sue prime opere infatti sono ancora scritte con un’idea d’impegno civile che ha i
suoi precedenti nella tradizione illuministica. I tre libri della “Trilogia degli Antenati”: il Barone
rampante, il Visconte dimezzato e il Cavaliere inesistente, sono tre racconti allegorici che parlano
di concetti come l’alienazione, l’etica e il ruolo dell’intellettuale nella società, della quale Calvino
tenta di dare una spiegazione tale da ridurla a delle idee base. A partire dal 1957, Calvino si
allontana dal Partito Comunista Italiano, vicino all’Urss, in seguito ai fatti d’Ungheria, durante i
quali l’Unione Sovietica aveva rivelato il suo volto più feroce reprimendo col sangue le rivolte del
popolo ungherese che chiedeva libere elezioni. Così inizia la seconda fase della sua produzione
letteraria che si può definire postmoderna. Infatti lo scrittore perde ogni speranza nel fatto che la
letteratura possa aiutare a cambiare il mondo, smette di credere ad alcuna ideologia e assume
sempre più un atteggiamento scettico e distaccato rispetto alle problematiche reali. Così nel 1979
pubblica “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, ritenuto il testo campione dell’estetica
postmoderna. La storia è quella di un Lettore che si accinge un libro, la cui lettura però per i più
disparati motivi risulta sempre interrotta, Inoltre ogni volta che il Lettore riesce a mettere mano
sul volume scopre che non è quello precedente e così in “Se una notte d’inverno un viaggiatore” vi
sono dieci incipit diversi di romanzi, che citano quelli di diversi generi letterari classici. Vi è il
romanzo fantascientifico, quello erotico, uno giallo e così via, e “Se una notte d’Inverno un
viaggiatore” è il titolo di quello iniziale. La caratteristica principale del libro dunque è il gioco di
citazioni che Calvino compie scrivendo dieci incipit in dieci stili, senza però che quest’operazione
abbia altra finalità se non quella di divertire il lettore, al quale spesso si rivolge in seconda persona,
creando anche un raffinato gioco di metaletteratura.
Un’altra caratteristica postmoderna è la mescolanza di cultura alta e cultura bassa. La cornice
narrativa del Lettore è ispirata al più classico dei romanzi di spionaggio, con intrighi, colpi di scena
e rivelazioni che impediscono ogni volta l’agognata lettura, e poi, per completare il tutto
canonicamente, Calvino v’inserisce una storia d’amore con una Lettrice, che non può che finire
bene. Il romanzo quindi si può leggere a un livello letterale superficiale, mentre un lettore più
colto può cogliere anche le varie allusioni alla cultura classica più raffinata che spesso si possono
trovare; ma ciò non è fondamentale nella comprensione del testo, che in ottica postmoderna, non
vuole spiegare nulla ma solo divertire. Calvino con “Se una notte d’inverno un viaggiatore” scrive il
romanzo postmoderno per eccellenza, che non dice nulla di nuovo, ma copia il passato
rielaborandolo con ironia, che non vuole essere impegnato ma leggibile da tutti, e che, infine, si
preoccupa della propria piacevolezza e leggerezza in modo da essere maggiormente appetibile per
il mercato, problema che gli scrittori d’ispirazione modernista spesso non si posero.
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Schema dei dieci racconti di “Se una notte d’inverno un viaggiatore”.
Nello schema di sopra, pubblicato nell’edizione più recente del libro, Calvino in persona mostra quale sia stata la
linea costruttiva dei dieci incipit di romanzi in “Se una notte d’inverno un viaggiatore”. Si parte da un romanzo
nebuloso ovvero pieno di misteri e indeterminatezza con un’atmosfera grigia e fumosa, come nei migliori libri di
spionaggio degli anni ’60, e si finisce con un romanzo apocalittico dal sapore quasi biblico nel quale il
protagonista, al contrario del Genesi, fa scomparire i vari elementi del mondo fino a che non si ritrova da solo in
uno spazio bianco indeterminato. Nel secondo romanzo invece, ambientato nelle pianure dell’Europa centrale
d’inizio ‘900, Calvino parla di un ragazzo che deve andare via dalla casa del padre per fare fortuna altrove,
rievocando così ironicamente i libri dello scrittore Joseph Roth (1894-1939), ad esempio “Giobbe” del 1930, che
negli anni ’70 erano ritornati di moda dopo un periodo di oblio. Il romanzo della perversione, che si svolge in una
villa in Giappone, s’ispira chiaramente al testo campione dell’erotismo giapponese “La chiave” di Junichiro
Tanizaki (1886 -1965), pubblicato nel 1971 in Italia; mentre il romanzo tellurico-primordiale cita il capolavoro del
realismo magico “Cent’anni di solitudine” del 1967 scritto da Gabriel Garcia Marquez (1927-2014). Racconta,
infatti, di un villaggio sudamericano lontano dal tempo e dallo spazio nel quale si snoda una vicenda familiare di
amore e odio che dura da generazioni, come quella della famiglia Buendìa. Calvino rievoca principalmente, libri
che negli anni ’70 andavano di moda in Italia, ammiccando al lettore che quanto più era colto e aggiornato, tanto
più riusciva a cogliere le diverse citazioni. 3
Architettura
Il pensiero postmoderno ha influenzato anche l’architettura. Robert Venturi (1925), architetto
americano, scrisse nel 1972 “Imparare da Las Vegas”, libro col quale esalta l’architettura
postmoderna rispetto a quella moderna del ‘900, teorizzata e praticata da Gropius, Le Corbusier e
Mies Van Der Rohe. L’architettura moderna, per Venturi, ha sostanzialmente fallito nel suo
obiettivo utopistico di migliorare la vita dell’uomo con la creazione di edifici i più funzionali
possibili, e simbolo di ciò, per molti teorici, è stata la demolizione nel 1972 di un complesso di case
popolari razionaliste a Saint Louis perché ormai fatiscenti e disabitate. Per Venturi, l’architettura
che meglio risponde alle esigenze dell’uomo quella, considerata spesso di cattivo gusto, di Las
Vegas, perché più piacevole e spontanea rispetto ai freddi scatoloni di vetro del Razionalismo.
Nell’architettura si possono vedere dei principi comuni alla letteratura. Se Gropius, riprendendo le
idee di Firmitas, Utilitas e Venustas vitruviane, pensava che la bellezza di un edificio derivasse dalla
sua qualità strutturale sommata alla sua funzionalità e non vi fosse dunque bisogno di ornarlo;
Venturi invece parla di “Shed decorato”: l’edificio non è che un’ossatura piuttosto elementare a
livello tecnico sulla quale poi devono essere applicate le decorazioni, le quali citano ironicamente
le diverse tradizioni architettoniche del passato. Così negli edifici di gusto postmoderno
abbondano colonnati, timpani e modanature applicati sulla struttura senza che abbiano una reale
necessità pratica, alla quale invece spesso vanno contro. Quest’attenzione per l’estetica intesa
come ornamento spesso ha avuto esiti kitsch, e si è messa in aperto contrasto all’asettico
International Style del movimento Moderno, che puntava all’astrazione delle forme in modo che
fossero valide in qualsiasi contesto geografico. Tramite dunque la riutilizzazione di stilemi e
modelli passati si è modificata l’idea di piacevolezza di un edificio, il quale non doveva assecondare
il gusto spesso ricercato e innovativo degli architetti ma quello volgare del mercato, che, in
un’epoca d’insicurezza, si rifugiava con nostalgia nella tradizione. Altra caratteristica è la
mescolanza di elementi alti e bassi, ovvero di un doppio codice di lettura nella facciata di un
palazzo. Nello stesso edificio spesso, nel gioco di allusioni e richiami al passato, vi è prima un
riconoscimento immediato dell’ornamento simbolico, come avviene nei casinò di Las Vegas, i quali
dovevano essere ben identificabili da lontano da parte del cliente che vi giungeva in auto; poi però
vi è un secondo livello di lettura più profondo che solo un esperto di architettura può cogliere e
comprendere in un’ottica di divertissement intellettuale.
Il postmoderno in architettura, per l’eccessiva importanza che spesso venne data alla facciata,
all’esteriorità manifesta di una struttura, a scapito dei requisiti minimi di funzionalità, è
velocemente scaduto nel pacchiano più grossolano, e oggi dunque come tendenza costruttiva è
pressoché esaurita. In letteratura invece, si può osservare come negli ultimi quarant’anni, pur
essendoci ancora scrittori impegnati, il postmoderno si sia imposto come linea di pensiero
dominante perché maggiormente si è imposta l’idea della lettura come momento di svago ed
evasione dal mondo e non di sua comprensione. 4
Demolizione del complesso residenziale Pruitt-Igoe a Saint Louis nel 1972.
Il complesso residenziale Pruitt-Igoe venne costruito negli anni ’50 a Saint Louis negli Stati Uniti per far fronte
alla crescente richiesta di case popolari. Il progetto fu disegnato dall’architetto Minoru Yamasaki, ispirandosi alle
idee urbanistiche di Le Corbusier. Ben presto però i palazzi vennero abbandonati e iniziarono a degradarsi,
perché le misure degli spazi e le qualità dei materiali di costruzione rispondevano soltanto idealmente
all’esigenze degli abitanti. I corridoi erano troppo stretti, le scale insufficienti e i sistemi d’illuminazione e
aerazioni scadenti perché costruiti al risparmio non tenendo conto dell’elevato numero d’inquilini che vi avrebbe
abitato. Nel 1972, il quartiere ormai deserto e covo di criminali, fu demolito segnando la fine simbolica del
Movimento Moderno, mostrando il fallimento dei suoi intenti.
5
Piazza d’Italia, New Orleans, Charles Moore, 1978.
Piazza d’Italia è un progetto dell’architetto statunitense Charles Moore che può essere considerato l’architettura
campione del Postmoderno. Venne terminato nel 1978 e fu costruito nel tentativo di riqualificare con negozi e
ristoranti una zona disagiata di New Orleans. È una piazza a forma circolare circondata da un collage di colonnati,
archi di trionfo, campanili e di molti altri elementi architettonici che appartengono alla tradizione costruttiva
dell’antica Roma e dell’Italia. La scelta del Paese non è stata casuale, ma è un omaggio alla numerosa comunità
italoamericana che abitava in città. L’idea dell’architetto era di creare una piazza che fosse un luogo d’incontro e
di passeggio, come quelle dei centri storici italiani, all’interno di un quartiere commerciale. Poco dopo la sua
costruzione però cadde in declino a causa della sua sfortunata ubicazione non facilmente visibile dalla strada che
la rendeva poco appetibile ai negozianti e, ironicamente, fu per molti anni una vera rovina come quelle dalle
quali aveva preso ispirazione. 6
Sony Tower, ex AT&T Building, New York, Philip Johnson, 1984.
L’AT&T Building, ora di proprietà della Sony, è un grattacielo di 37 piani costruito su disegno dell’architetto Philip
Johnson nel 1984 a New York. È un edificio di chiara architettura postmoderna. L’entrata rivisita l’elemento
architettonico rinascimentale della serliana, usato ad esempio nella Cappella Pazzi a Firenze, mentre il tetto
richiama la forma di un timpano classico. Quest’ultima scelta stilistica venne considerata subito di cattivo gusto
e molti newyorkesi ribattezzarono ironicamente il grattacielo “Chippendale”, in riferimento al mobiliere inglese
del ‘700 i cui mobili avevano come caratteristica una sommità simile.
7
Hotel e Casinò:, Luxor, Caesar Palace, Excalibur e Venetian, costruiti lungo la Strip di
Las Vegas.
Gli hotel in foto sono stati costruiti a Las Vegas nel corso degli ultimi quarant’anni. Robert Venturi nel libro
“Imparare da Las Vegas” aveva esaltato l’architettura postmoderna della città perché più vicina al gusto e