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Sintesi
STORIA: Politica italiana dal secondo dopoguerra al 69'


CITTADINANZA E COSTITUZIONE: La Costituzione Italiana


FILOSOFIA: Karl Marx, il socialismo scientifico


INGLESE: George Orwell, lo spirito anti-totalitario


ITALIANO: Francesco De Sanctis, tra cultura e vita nazionale

Giosuè Carducci, dalle idee repubblicane all'involuzione monarchica


LATINO: Seneca, tra filosofia e potere


STORIA DELL'ARTE: Il futurismo, legami con il partito fascista


GEOGRAFIA ASTRONOMICA: Le leggi di Keplero


FISICA: Le leggi di Ohm


MATEMATICA: Funzioni pari e dispari
Estratto del documento

diminuire.

Nelle amministrative del 1946, le prime dopo il fascismo, la Dc perse

consensi a favore dell'Uomo qualunque, ma in quei giorni fu il Partito

Socialista ad avere numerosi cambiamenti: Nenni volle continuare

l'alleanza con il Pci e quindi con l'Unione Sovietica, mentre un'altra

fazione, capeggiata da Giuseppe Saragat, spingeva per l'autonomia del

partito; i seguaci di Saragat, dopo aver abbandonato un congresso del

Psiup, fondarono un nuovo partito socialdemocratico: il Psli, poi chiamato

Psdi (Partito Socialdemocratico italiano). Intanto il Psiup ritornò a

chiamarsi Psi (Partito Socialista italiano). In questo contesto, De Gasperi

formò il suo terzo governo che comprendeva nella maggioranza la Dc, il

Psi e il Pci, mentre il Psdi fece un passo indietro. Nel 1946, il Presidente

del Consiglio si trovò a chiudere i colloqui di pace, in seguito alla seconda

guerra mondiale. A Parigi si svolse la Conferenza sul trattato di pace e

nonostante la fermezza di De Gasperi, l'Italia, non potendo sedere al

tavolo dei vincitori, perse diverse colonie: l'Albania tornò indipendente e

Trieste venne divisa in due zone. Specificamente la città con la sua

amministrazione andò agli anglo-americani, mentre le località circostanti

andarono alla Jugoslavia (solo nel 1954 Trieste tornerà ad essere

indipendente). Lo Stato si impegnò a pagare 300 milioni di dollari in

riparazioni di guerra.

Nel mondo, intanto, i rapporti fra Usa e Unione Sovietica peggiorarono ora

dopo ora. A Gennaio del 1947 De Gasperi concluse, a seguito di un

viaggio in America, un importante accordo con Truman, che prevedeva un

aiuto economico non indifferente per il nostro Paese. De Gasperi, avendo

quindi l'appoggio americano e naturalmente della maggioranza del popolo

italiano, decise di interrompere, per la prima volta, le collaborazioni con i

partiti di massa antifascisti: la Dc formò un forte governo con i suoi uomini

e per evitare uno scontro frontale, il Pci si limitò ad essere il maggior

partito di opposizione. A Luglio di quell'anno, la Dc aderì al Piano Marshall

(Usa) e il Pci alla nascita del Kominform (Unione Sovietica). I due partiti di

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massa italiana, quindi, si erano ulteriormente incanalati nei due

schieramenti opposti e una ricucitura sembrava sempre più difficile.

Nonostante questo scenario, lo spirito antifascista dei politici allora

esistenti portò ad un lavoro collettivo nella creazione della legge

fondamentale della Repubblica Italiana, la Costituzione. Venne formata

una commissione di 75 deputati, i quali presentarono la carta

costituzionale all'Assemblea Costituente nel Gennaio del 1947; dopo 170

sedute, il 22 Dicembre del 1947, la Costituzione venne approvata e dal 1

Gennaio del 1948 andò in vigore. Le tre grandi culture esistenti (cattolica,

marxista e socialdemocratica) riuscirono a venirsi incontro regolando lo

Stato, inteso da ora in poi come Stato Sociale. Essa è considerata una

delle più moderne carte costituzionali per la sua varietà.

Il 31 Gennaio del 1948 si tenne l'ultima Assemblea Costituente e dopo

pochi giorni a Roma veniva firmato il trattato di amicizia fra gli Stati Uniti e

l'Italia.

1948-1958

Le prime elezioni dopo l'approvazione della Costituzione e quindi con una

regolamentazione specifica della Repubblica furono indette per il 18

Aprile. La Democrazia Cristiana, soprattutto grazie agli interventi

deflazionistici di Luigi Enaudi, che ridussero il deficit del bilancio dello

Stato, si presentava solida con Alcide De Gasperi candidato alla

Presidenza del Consiglio. Il Pci e il Psi, uniti nel Fronte Popolare, invece

apparivano alla gente come un rischio per la democrazia, in base

all'evoluzione della Guerra Fredda; inoltre la minaccia degli americani di

sospendere il piano Marshall, in caso di vittoria delle sinistre, fece un

effetto ancor più negativo agli occhi della popolazione. Alle urne si

recarono il 92,3 % degli aventi diritto ed essi decretarono lo straordinario

successo della Dc, con il 48,5 % dei voti e 306 seggi su 574 alla Camera

dei Deputati; il Fronte Popolare fu nettamente sconfitto avendo il 31 % dei

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suffragi e 183 seggi. In particolare la sconfitta fu del Psi, anche a causa

della contrapposizione del partito socialdemocratico che prese il 7,1 % dei

voti. Il Pri ottenne il 2,5 % dei consensi, il Pli il 3,8%, i monarchici il 2,8% e

l'Msi il 2,3%. Queste elezioni diedero vita ad un quadro politico destinato a

durare a lungo: Luigi Enaudi fu eletto Presidente della Repubblica e De

Gasperi formò il suo quinto governo, sulla base di una coalizione

quadripartitica (Dc, Psli, Pri, Pli). Le sinistre erano state tagliate fuori e

così dal 1948 al 1953 si ebbe l'epoca del "centrismo" della Dc.

Contemporaneamente il clima sociale rimase conflittuale e ci furono

numerosi scontri in piazza tra manifestanti e polizia; Palmiro Togliatti

ricevette un attentato (tre colpi di pistola) da un giovane siciliano di destra,

a testimonianza che il clima post-fascista non era radicalmente cambiato,

anche in seguito alle vicende dalla Guerra Fredda. Ciò comportò la rottura

dell'unità sindacale, infatti la componente cattolica della Cgil si staccò

dando vita alla Cisl (Confederazione italiana sindacati dei lavoratori) nel

1948, e dopo due anni i sindacalisti socialdemocratici e repubblicani

fondarono la Uil (Unione italiana del lavoro). Il governo De Gasperi

migliorò notevolmente la situazione: la produttività globale era tornata ai

livelli d'anteguerra. Infatti, si lottò con successo contro l'inflazione e ciò

diede fiducia specialmente ai ceti medi quanto ai reddito fisso; inoltre

furono ricostruite strade e infrastrutture. Il tutto era avvenuto grazie ai

fondi stanziati dal piano Marshall, anche se il controllo statale

dell'economia rimase all'Iri (Istituto per la Ricostruzione industriale),

istituito dal regime fascista, e ora rafforzato con nuovi finanziamenti

pubblici. L'Agip (Ente petrolifero di Stato) fu rilanciato in seguito alla

scoperta di giacimenti di idrocarburi nella Val Padana. Nel fronte

internazionale, l'Italia si associò con la Comunità europea del carbone e

dell'acciaio e soprattutto entrò a far parte della Nato (organizzazione per la

collaborazione della difesa, facente capo agli Usa). Nel 1950 venne

varata, a seguito di gravi arretratezze del Meridione, una riforma agraria

che fissava le norme per l'esproprio e il frazionamento della grande

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proprietà fondiaria dell'Italia centro-meridionale, con l'obiettivo di far

crescere una classe di piccoli proprietari coltivatori diretti; nacquero, così,

30 mila nuove imprese agricole. Nello stesso anno fu, istituita la Cassa per

il Mezzogiorno, favorendo la crescita del Meridione, con un investimento

economico di 1.500 miliardi di lire nei primi dieci anni di attività. Nel 1951

partì la riforma fiscale, finalizzata a colpire l'evasione, a incrementare le

entrate e a finanziare l'edilizia popolare.

In vista delle elezioni del 7 Giugno del 1953, la Dc volle garantirsi un

solido margine di maggioranza, applicando una nuova legge elettorale,

basata sul meccanismo maggioritario: venivano assegnati 380 seggi (il

60,4 % dei posti in Parlamento) alla coalizione che avesse avuto la

maggioranza assoluta (50% + 1), mentre 209 seggi (il 39,6% delle

poltrone) sarebbero toccati all'opposizione. Questa fu chiamata "legge

truffa" dai partiti di sinistra. Dc, Psdi, Pri e Pli, tuttavia, non raggiunsero

l'obiettivo per soli 57.000 voti (ottennero il 48,9 %). De Gasperi non

ottenne la fiducia per un nuovo governo e si allontanò dalla politica anche

a causa di una malattia; morì nel 1954. La legislatura dal 1953 al 1958

non esprimeva forti governi, con la successione di sei ministeri, tutti a

guida democristiana. Nonostante ciò, il Paese ebbe un notevole sviluppo

economico: il prodotto nazionale lordo crebbe del 5,6% annuo, le

ricchezze vennero distribuite anche a classi sociali allora ignorate e fu

ulteriormente rafforzato il Mezzogiorno. Nella seconda legislatura

nacquero gli istituti voluti dalla Costituzione: il ministero delle

Partecipazioni statali e la Corte costituzionale; successivamente fu

accelerato l' iter per la nascita del Consiglio Superiore della Magistratura.

1958-1969

L'esito delle votazioni del 1953, fu un chiaro campanello d'allarme e il

nuovo obiettivo fu rafforzare il sistema politico. Amintore Fanfani, nuovo

leader della Dc, a causa dell'esito delle votazioni, capì che bisognava

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trovare nuovi consensi in altri partiti, abbandonando il "centrismo". Nello

stesso tempo anche Pietro Nenni uscì dall'isolamento, dando vita ad una

nuova stagione della politica al fine di collaborare per attuare la

Costituzione. Il processo di rinnovamento fu favorito dalla scelta del nuovo

Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, democristiano di sinistra,

eletto con un'ampia maggioranza. Gronchi fu uno dei maggiori sostenitori

all'apertura ai socialisti. Nel 1959 il leader della Dc divenne Aldo Moro, che

diede vita al centro-sinistra. Egli considerava i partiti energie innovatrici; il

dialogo tra cattolici e socialisti avrebbe garantito lo sviluppo democratico

dell'Italia.

La realizzazione del centro-sinistra fu preceduta da un tentativo

autoritario: nel 1960 il governo di Tambroni cercò un allargamento verso la

destra, cercando consensi nel Msi; in seguito al congresso tenutosi a

Genova, roccaforte dell'antifascismo resistenziale, nacquero scontri di

piazza in tutta Italia, con numerosi morti. Per uscirne immediatamente da

questa situazione, si formò un nuovo governo democristiano guidato da

Fanfani, capace di guardare ai socialisti, che dopo quindici anni uscivano

dall'opposizione, astenendosi. Dopo due anni si passò al centro-sinistra

programmatico, con il voto favorevole dei socialisti sui provvedimenti che

incontravano le loro richieste; successivamente si ebbe il centro-sinistra

organico, con l'inserimento al governo del Psi e il passaggio

all'opposizione del Partito Liberale.

In questo periodo l'Italia conobbe una crescita economica senza

precedenti, infatti il quinquennio 1958-1963 fu definito "boom economico"

e "miracolo italiano". Il PIL cresceva del 6% ogni anno, la disoccupazione

scese ai minimi storici, intorno al 3%, i redditi individuali dal 1951 al 1961

raddoppiarono e le esportazioni aumentarono fino al 10% annuo. In questi

anni, il lavoro in fabbrica superò quello dei campi, ma soprattutto crebbe il

lavoro impiegatizio, equamente diviso fra pubblico e privato. Una

importante contraddizione, tuttavia, è rappresentata dalle nuove periferie

urbane, a volte interamente abusive e prive di servizi e infrastrutture,

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ridotte a quartieri dormitorio. Le industrie leggere si ritagliarono un

importante ruolo, ma la vera novità nel campo industriale fu rappresentata

dal comparto motoristico, con la Fiat di Torino, azienda automobilistica già

presenta da alcuni decenni, che visse il miglior periodo della sua storia: le

cosiddette utilitarie, come la Seicento e la Cinquecento, rientravano nella

disponibilità economica di molte famiglie e rappresentavano quindi un

nuovo impiego del tempo libero totalmente inedito e una comodità per

andare a lavorare. A modificare la vita quotidiana furono anche gli

elettrodomestici, allora sconosciuti, come la lavatrice e il frigorifero che

migliorarono le condizioni domestiche delle famiglie. La sorpresa

inaspettata è rappresentata dalla televisione; quest'ultima è stata

considerata uno strumento di unificazione nazionale anche per la capacità

di imporre la lingua italiana, in un contesto che utilizzava, quasi

dappertutto, il dialetto. In questi anni si ebbero massicci fenomeni

migratori: molte persone, specialmente del Sud, spinte dalla ricerca di

lavoro, migrarono verso due direzioni: mete italiane come Milano, Torino e

la capitale Roma; mete del Centro Europa come Svizzera, Germania

Ovest e Belgio.

Dal 1963 al 1968 l'esecutivo fu guidato da Moro e a rafforzare l'alleanza

con la sinistra fu la nomina a Presidente della Repubblica del

socialdemocratico Giuseppe Saragat. Intanto il Partito Comunista si

indebolì costantemente, con molti dissidenti che passarono al centro-

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