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CITTADINANZA E COSTITUZIONE: La Costituzione Italiana
FILOSOFIA: Karl Marx, il socialismo scientifico
INGLESE: George Orwell, lo spirito anti-totalitario
ITALIANO: Francesco De Sanctis, tra cultura e vita nazionale
Giosuè Carducci, dalle idee repubblicane all'involuzione monarchica
LATINO: Seneca, tra filosofia e potere
STORIA DELL'ARTE: Il futurismo, legami con il partito fascista
GEOGRAFIA ASTRONOMICA: Le leggi di Keplero
FISICA: Le leggi di Ohm
MATEMATICA: Funzioni pari e dispari
diminuire.
Nelle amministrative del 1946, le prime dopo il fascismo, la Dc perse
consensi a favore dell'Uomo qualunque, ma in quei giorni fu il Partito
Socialista ad avere numerosi cambiamenti: Nenni volle continuare
l'alleanza con il Pci e quindi con l'Unione Sovietica, mentre un'altra
fazione, capeggiata da Giuseppe Saragat, spingeva per l'autonomia del
partito; i seguaci di Saragat, dopo aver abbandonato un congresso del
Psiup, fondarono un nuovo partito socialdemocratico: il Psli, poi chiamato
Psdi (Partito Socialdemocratico italiano). Intanto il Psiup ritornò a
chiamarsi Psi (Partito Socialista italiano). In questo contesto, De Gasperi
formò il suo terzo governo che comprendeva nella maggioranza la Dc, il
Psi e il Pci, mentre il Psdi fece un passo indietro. Nel 1946, il Presidente
del Consiglio si trovò a chiudere i colloqui di pace, in seguito alla seconda
guerra mondiale. A Parigi si svolse la Conferenza sul trattato di pace e
nonostante la fermezza di De Gasperi, l'Italia, non potendo sedere al
tavolo dei vincitori, perse diverse colonie: l'Albania tornò indipendente e
Trieste venne divisa in due zone. Specificamente la città con la sua
amministrazione andò agli anglo-americani, mentre le località circostanti
andarono alla Jugoslavia (solo nel 1954 Trieste tornerà ad essere
indipendente). Lo Stato si impegnò a pagare 300 milioni di dollari in
riparazioni di guerra.
Nel mondo, intanto, i rapporti fra Usa e Unione Sovietica peggiorarono ora
dopo ora. A Gennaio del 1947 De Gasperi concluse, a seguito di un
viaggio in America, un importante accordo con Truman, che prevedeva un
aiuto economico non indifferente per il nostro Paese. De Gasperi, avendo
quindi l'appoggio americano e naturalmente della maggioranza del popolo
italiano, decise di interrompere, per la prima volta, le collaborazioni con i
partiti di massa antifascisti: la Dc formò un forte governo con i suoi uomini
e per evitare uno scontro frontale, il Pci si limitò ad essere il maggior
partito di opposizione. A Luglio di quell'anno, la Dc aderì al Piano Marshall
(Usa) e il Pci alla nascita del Kominform (Unione Sovietica). I due partiti di
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massa italiana, quindi, si erano ulteriormente incanalati nei due
schieramenti opposti e una ricucitura sembrava sempre più difficile.
Nonostante questo scenario, lo spirito antifascista dei politici allora
esistenti portò ad un lavoro collettivo nella creazione della legge
fondamentale della Repubblica Italiana, la Costituzione. Venne formata
una commissione di 75 deputati, i quali presentarono la carta
costituzionale all'Assemblea Costituente nel Gennaio del 1947; dopo 170
sedute, il 22 Dicembre del 1947, la Costituzione venne approvata e dal 1
Gennaio del 1948 andò in vigore. Le tre grandi culture esistenti (cattolica,
marxista e socialdemocratica) riuscirono a venirsi incontro regolando lo
Stato, inteso da ora in poi come Stato Sociale. Essa è considerata una
delle più moderne carte costituzionali per la sua varietà.
Il 31 Gennaio del 1948 si tenne l'ultima Assemblea Costituente e dopo
pochi giorni a Roma veniva firmato il trattato di amicizia fra gli Stati Uniti e
l'Italia.
1948-1958
Le prime elezioni dopo l'approvazione della Costituzione e quindi con una
regolamentazione specifica della Repubblica furono indette per il 18
Aprile. La Democrazia Cristiana, soprattutto grazie agli interventi
deflazionistici di Luigi Enaudi, che ridussero il deficit del bilancio dello
Stato, si presentava solida con Alcide De Gasperi candidato alla
Presidenza del Consiglio. Il Pci e il Psi, uniti nel Fronte Popolare, invece
apparivano alla gente come un rischio per la democrazia, in base
all'evoluzione della Guerra Fredda; inoltre la minaccia degli americani di
sospendere il piano Marshall, in caso di vittoria delle sinistre, fece un
effetto ancor più negativo agli occhi della popolazione. Alle urne si
recarono il 92,3 % degli aventi diritto ed essi decretarono lo straordinario
successo della Dc, con il 48,5 % dei voti e 306 seggi su 574 alla Camera
dei Deputati; il Fronte Popolare fu nettamente sconfitto avendo il 31 % dei
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suffragi e 183 seggi. In particolare la sconfitta fu del Psi, anche a causa
della contrapposizione del partito socialdemocratico che prese il 7,1 % dei
voti. Il Pri ottenne il 2,5 % dei consensi, il Pli il 3,8%, i monarchici il 2,8% e
l'Msi il 2,3%. Queste elezioni diedero vita ad un quadro politico destinato a
durare a lungo: Luigi Enaudi fu eletto Presidente della Repubblica e De
Gasperi formò il suo quinto governo, sulla base di una coalizione
quadripartitica (Dc, Psli, Pri, Pli). Le sinistre erano state tagliate fuori e
così dal 1948 al 1953 si ebbe l'epoca del "centrismo" della Dc.
Contemporaneamente il clima sociale rimase conflittuale e ci furono
numerosi scontri in piazza tra manifestanti e polizia; Palmiro Togliatti
ricevette un attentato (tre colpi di pistola) da un giovane siciliano di destra,
a testimonianza che il clima post-fascista non era radicalmente cambiato,
anche in seguito alle vicende dalla Guerra Fredda. Ciò comportò la rottura
dell'unità sindacale, infatti la componente cattolica della Cgil si staccò
dando vita alla Cisl (Confederazione italiana sindacati dei lavoratori) nel
1948, e dopo due anni i sindacalisti socialdemocratici e repubblicani
fondarono la Uil (Unione italiana del lavoro). Il governo De Gasperi
migliorò notevolmente la situazione: la produttività globale era tornata ai
livelli d'anteguerra. Infatti, si lottò con successo contro l'inflazione e ciò
diede fiducia specialmente ai ceti medi quanto ai reddito fisso; inoltre
furono ricostruite strade e infrastrutture. Il tutto era avvenuto grazie ai
fondi stanziati dal piano Marshall, anche se il controllo statale
dell'economia rimase all'Iri (Istituto per la Ricostruzione industriale),
istituito dal regime fascista, e ora rafforzato con nuovi finanziamenti
pubblici. L'Agip (Ente petrolifero di Stato) fu rilanciato in seguito alla
scoperta di giacimenti di idrocarburi nella Val Padana. Nel fronte
internazionale, l'Italia si associò con la Comunità europea del carbone e
dell'acciaio e soprattutto entrò a far parte della Nato (organizzazione per la
collaborazione della difesa, facente capo agli Usa). Nel 1950 venne
varata, a seguito di gravi arretratezze del Meridione, una riforma agraria
che fissava le norme per l'esproprio e il frazionamento della grande
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proprietà fondiaria dell'Italia centro-meridionale, con l'obiettivo di far
crescere una classe di piccoli proprietari coltivatori diretti; nacquero, così,
30 mila nuove imprese agricole. Nello stesso anno fu, istituita la Cassa per
il Mezzogiorno, favorendo la crescita del Meridione, con un investimento
economico di 1.500 miliardi di lire nei primi dieci anni di attività. Nel 1951
partì la riforma fiscale, finalizzata a colpire l'evasione, a incrementare le
entrate e a finanziare l'edilizia popolare.
In vista delle elezioni del 7 Giugno del 1953, la Dc volle garantirsi un
solido margine di maggioranza, applicando una nuova legge elettorale,
basata sul meccanismo maggioritario: venivano assegnati 380 seggi (il
60,4 % dei posti in Parlamento) alla coalizione che avesse avuto la
maggioranza assoluta (50% + 1), mentre 209 seggi (il 39,6% delle
poltrone) sarebbero toccati all'opposizione. Questa fu chiamata "legge
truffa" dai partiti di sinistra. Dc, Psdi, Pri e Pli, tuttavia, non raggiunsero
l'obiettivo per soli 57.000 voti (ottennero il 48,9 %). De Gasperi non
ottenne la fiducia per un nuovo governo e si allontanò dalla politica anche
a causa di una malattia; morì nel 1954. La legislatura dal 1953 al 1958
non esprimeva forti governi, con la successione di sei ministeri, tutti a
guida democristiana. Nonostante ciò, il Paese ebbe un notevole sviluppo
economico: il prodotto nazionale lordo crebbe del 5,6% annuo, le
ricchezze vennero distribuite anche a classi sociali allora ignorate e fu
ulteriormente rafforzato il Mezzogiorno. Nella seconda legislatura
nacquero gli istituti voluti dalla Costituzione: il ministero delle
Partecipazioni statali e la Corte costituzionale; successivamente fu
accelerato l' iter per la nascita del Consiglio Superiore della Magistratura.
1958-1969
L'esito delle votazioni del 1953, fu un chiaro campanello d'allarme e il
nuovo obiettivo fu rafforzare il sistema politico. Amintore Fanfani, nuovo
leader della Dc, a causa dell'esito delle votazioni, capì che bisognava
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trovare nuovi consensi in altri partiti, abbandonando il "centrismo". Nello
stesso tempo anche Pietro Nenni uscì dall'isolamento, dando vita ad una
nuova stagione della politica al fine di collaborare per attuare la
Costituzione. Il processo di rinnovamento fu favorito dalla scelta del nuovo
Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, democristiano di sinistra,
eletto con un'ampia maggioranza. Gronchi fu uno dei maggiori sostenitori
all'apertura ai socialisti. Nel 1959 il leader della Dc divenne Aldo Moro, che
diede vita al centro-sinistra. Egli considerava i partiti energie innovatrici; il
dialogo tra cattolici e socialisti avrebbe garantito lo sviluppo democratico
dell'Italia.
La realizzazione del centro-sinistra fu preceduta da un tentativo
autoritario: nel 1960 il governo di Tambroni cercò un allargamento verso la
destra, cercando consensi nel Msi; in seguito al congresso tenutosi a
Genova, roccaforte dell'antifascismo resistenziale, nacquero scontri di
piazza in tutta Italia, con numerosi morti. Per uscirne immediatamente da
questa situazione, si formò un nuovo governo democristiano guidato da
Fanfani, capace di guardare ai socialisti, che dopo quindici anni uscivano
dall'opposizione, astenendosi. Dopo due anni si passò al centro-sinistra
programmatico, con il voto favorevole dei socialisti sui provvedimenti che
incontravano le loro richieste; successivamente si ebbe il centro-sinistra
organico, con l'inserimento al governo del Psi e il passaggio
all'opposizione del Partito Liberale.
In questo periodo l'Italia conobbe una crescita economica senza
precedenti, infatti il quinquennio 1958-1963 fu definito "boom economico"
e "miracolo italiano". Il PIL cresceva del 6% ogni anno, la disoccupazione
scese ai minimi storici, intorno al 3%, i redditi individuali dal 1951 al 1961
raddoppiarono e le esportazioni aumentarono fino al 10% annuo. In questi
anni, il lavoro in fabbrica superò quello dei campi, ma soprattutto crebbe il
lavoro impiegatizio, equamente diviso fra pubblico e privato. Una
importante contraddizione, tuttavia, è rappresentata dalle nuove periferie
urbane, a volte interamente abusive e prive di servizi e infrastrutture,
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ridotte a quartieri dormitorio. Le industrie leggere si ritagliarono un
importante ruolo, ma la vera novità nel campo industriale fu rappresentata
dal comparto motoristico, con la Fiat di Torino, azienda automobilistica già
presenta da alcuni decenni, che visse il miglior periodo della sua storia: le
cosiddette utilitarie, come la Seicento e la Cinquecento, rientravano nella
disponibilità economica di molte famiglie e rappresentavano quindi un
nuovo impiego del tempo libero totalmente inedito e una comodità per
andare a lavorare. A modificare la vita quotidiana furono anche gli
elettrodomestici, allora sconosciuti, come la lavatrice e il frigorifero che
migliorarono le condizioni domestiche delle famiglie. La sorpresa
inaspettata è rappresentata dalla televisione; quest'ultima è stata
considerata uno strumento di unificazione nazionale anche per la capacità
di imporre la lingua italiana, in un contesto che utilizzava, quasi
dappertutto, il dialetto. In questi anni si ebbero massicci fenomeni
migratori: molte persone, specialmente del Sud, spinte dalla ricerca di
lavoro, migrarono verso due direzioni: mete italiane come Milano, Torino e
la capitale Roma; mete del Centro Europa come Svizzera, Germania
Ovest e Belgio.
Dal 1963 al 1968 l'esecutivo fu guidato da Moro e a rafforzare l'alleanza
con la sinistra fu la nomina a Presidente della Repubblica del
socialdemocratico Giuseppe Saragat. Intanto il Partito Comunista si
indebolì costantemente, con molti dissidenti che passarono al centro-