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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2009

Titolo: Percorso Interdisciplinare Esami di Stato 2009

Autore: De rose Pierluigi

Descrizione: italiano,diritto, elettrotecnica,matematica, impianti:queste le materie da me trattate. lo sfondo letterario-scientifico si riferisce al periodo novecentesco (pirandello e il decadentiscmo) con il nascere dell'industializzazione ho trattato, la s.p.a.,

Materie trattate: Italiano, Diritto, Elettrotecnica, Maematica, Impianti

Area: tecnologica

Sommario: Italiano: Pirandello, vita, opere,decadentismo, pensiero e poetica Diritto: Le S.P.A. Elettrotecnica: Il principio di funzionamento di un trasformatore Matematica:Il teorema degli incrementi finiti(o di Cauchy), Massimi e minimi assoluti e relativi di una funzione, Massimi e minimi assoluti, Massimi e minimi relativi. T.D.P.: TRASDUTTORI Potenziometri; Syncro;Trasformatori differenziali; Encoder. Trasduttori di velocità  :Dinamo tachimetrica;Encoder di velocità ;Trasduttori estensimetrici; Trasduttori di temperatura;Trasduttori foto elettrici. Attuatori: Motore passo-passo. Motore in corrente continua IMPIANTI: Impianti con turbine a vapore, Caratteristiche funzionali dei condensatori, Classificazioni delle sovratensioni,

Estratto del documento

Le Opere

Pirandello giunse al teatro, dopo aver scritto alcuni romanzi e centinaia di novelle. “Il

fu Mattia Pascal” famoso romanzo del drammaturgo e narratore siciliano, venne

pubblicato nel 1904 e più volte ristampato negli anni successivi. Il tema principale

dell’opera è ancora quello, così caro a Pirandello, dell'identità. Un capolavoro

indiscusso della letteratura del Novecento, “Uno, nessuno e centomila”, scritto e

pubblicato nel 1926 è l’ultimo romanzo di Pirandello. Riprende temi affrontati ne Il

fu Mattia Pascal e come questo è ambientato in una piccola provincia.

Un’altra opera importante è “La Patente” una commedia in un atto scritta nel

1917 con il titolo A' patenti, destinata alla rappresentazione teatrale in lingua

siciliana per l'attore Angelo Musco che la recitò per la prima volta il 23 marzo 1918 al

Teatro Alfieri di Torino e successivamente il 19 febbraio 1919 al Teatro Argentina di

Roma. Il dramma ripropone il tema della novella dallo stesso titolo composta nel

1911. Un altro capolavoro invece è “Enrico IV” moderna tragedia della follia,tema

ricorrente nell’autore. La follia è vista come un pericolo che mina la debole vita

psichica dell’uomo. Pirandello nel 1921 rappresento “Sei personaggi in cerca d’autore”,

il dramma più famoso del drammaturgo. Fu rappresentato per la prima volta il 9

maggio 1921 al Teatro Valle di Roma, ma in quell'occasione ebbe un esito tempestoso,

perché molti spettatori contestarono la rappresentazione al grido di "Manicomio!

Manicomio!". Fu importante, per il successivo successo di questo dramma, la terza

edizione, del 1925, in cui l'autore aggiunse una prefazione ,nella quale chiariva la

genesi, gli intenti e le tematiche fondamentali del dramma. Poi nel 1924 rappresentò

“Ciascuno a modo suo” e infine rappresento nel 1930 “Questa sera si recita a

soggetto”. Queste tre rappresentazioni fanno parte del cosiddetto “Teatro nel

teatro”:Conflitto tra attori e personaggi , tra attori e spettatori e tra attori diventati

personaggi e regista. 7

“Il FU Mattia Pascal” 8

Famoso romanzo del drammaturgo e narratore siciliano, venne pubblicato nel 1904 e

più volte ristampato negli anni successivi Racconta la storia di Mattia Pascal che,

intrappolato in difficili rapporti familiari, angustiato dai dissidi coniugali e dai

debiti, si vede prospettare un giorno la possibilità di fingersi morto, quando nelle

acque di un vecchio mulino viene ritrovato il cadavere di un suicida, cui viene

attribuita, frettolosamente, complice la moglie e la suocera, la sua identità. All'inizio

egli, prendendo l'identità fittizia di Adriano Meis, sembra assaporare l'eccitazione

della nuova libertà, riuscendo a mantenersi con una cospicua vincita al casinò di

Montecarlo, ma quando, solo e annoiato dai viaggi, invece di osservare gli altri vivere,

prende egli stesso l'iniziativa, si innamora (della tenera e sottomessa Adriana) e

patisce alcuni affronti (un furto, una sfida a duello), capisce l'impossibilità di vivere

fuori dalle leggi e dalle convenzioni che gli uomini si sono dati.

Scopre che fare il morto non è una bella professione. Decide quindi di farla finita

anche con la nuova identità, simulando il suicidio di Adriano Meis nelle acque del

Tevere. Non gli rimane che tornare nei paesi d'origine, Oneglia e Miragno, scoprendo

che nessuno lo riconosce più; persino il fratello Berto reagisce inizialmente con la

paura non appena se lo trova davanti. Malgrado siano passati soltanto due anni, la

moglie intanto si è risposata con Pomino, un amico d'infanzia di Mattia; hanno avuto

già una bambina, conducono una vita normale e tutto sommato serena.

Arrivato con propositi di vendetta, Mattia Pascal ben presto li abbandona,

convincendosi della loro inanità; lascia che la moglie e l'amico vivano in pace il loro

menage coniugale, si riprende il vecchio posto alla biblioteca e qualche volta visita al

cimitero la propria tomba, deponendovi pure dei fiori. Pirandello inserisce, a

conclusione della ristampa del romanzo, un proprio intervento in prima persona, teso

a difendere la propria opera e la propria arte dalle accuse di cerebralismo e

inverosomiglianza affermando che non solo la vita è più inverosimile della letteratura,

ma che è la vita stessa che copia l'arte. Il tema principale de Il fu Mattia Pascal è

ancora quello, così caro a Pirandello, dell'identità.

Fuori dalla legge e fuori di quelle particolarità, liete o tristi che siano, per cui noi

siamo noi, caro signor Pascal, non è possibile vivere. Così dice al protagonista il colto

sacerdote don Eligio Pellegrinotto, lo stesso che lo consiglierà di scrivere le sue

memorie.

E questo mi sembra il succo del libro o, per usare una brutta parola, il messaggio.

Chi non è riconosciuto dalla legge e dalle burocrazie, non esiste. E' il dramma delle

società moderne. La persona che noi rappresentiamo, è solo una maschera che ci

inchioda in un'esistenza che sentiamo inautentica, ingabbiandola, a volte, in un

inferno senza vie d'uscita. E' ancora questa maschera che indossiamo nella vita

sociale, l'unica che ci permette di dispiegare, pur con le dovute limitazioni, la nostra 9

genuina personalità.

Le convenzioni sociali, storicamente determinate, sono le coordinate che delimitano la

nostra esperienza vitale, pur creando un doloroso dissidio tra uomo e società:

Pirandello sembra qui anticipare motivi della psicologia del profondo.Altri motivi del

romanzo sono l'importanza del caso e dell'assurdità nel condizionare l'esistenza

dell'individuo (è impossibile volere estrarre la logica dal caso, come dire il sangue dalle

pietre) e la crisi dell'uomo che, dopo le teorie di Copernico, non è più al centro

dell'universo.

Niccolò Copernico.

Certa critica contemporanea , considera il Mattia Pascal, il primo romanzo

esistenzialista italiano. La narrazione è condotta in prima persona dal protagonista

stesso e molte sono le digressioni che egli fa sulla tecnica da usare nella stesura delle

sue memorie.

Mi è sembrato, che, al di là delle profondità filosofiche, il romanzo abbia un intreccio

suggestivo, che avvince il lettore al libro, con momenti di pura suspense, come ad

esempio quando Mattia Pascal fa il suo ritorno a casa.

Naturalmente non mancano l'ironia, la comicità e l'umorismo pirandelliani. Dal punto

di vita stilistico, trovo la scrittura di Pirandello piacevole e asciutta, lessicalmente

ricca senza essere barocca, che, se da un lato non indulge a preziosismi letterari,

dall'altro assume spesso il carattere del parlato, del colloquiale, consentendo alla

narrazione una fluidità ammirevole e innovativa.

Pur avendo l'opera di Pirandello un respiro internazionale, i suoi romanzi mi

sembrano riflettere alcune caratteristiche nazionali, che ci permettono di capire meglio

il Paese in cui viviamo. 10

“La Patente” 11

La Patente è una delle novelle scritte da Luigi Pirandello. Teorico di una ispirazione

che egli chiama "umorismo", vede la realtà in modo conflittuale e paradossale. L’uomo,

per poter assumere un ruolo nella società in cui vive, deve nascondersi dietro una

"maschera", che reprime il proprio animo, cadendo nel dramma dell'incomunicabilità.

La Patente è la novella che meglio sintetizza la narrativa pirandelliana, è stata

scritta nel 1923 ed è ambientata in Sicilia. I personaggi principali sono:

Il giudice d'Andrea

Chiàrchiaro

Totò sotto le vesti di Chiarchiaro.

Una scena dell’interpretazione teatrale “La patente”dove si vedono:

In alto il Giudice D’Andrea e in Basso Chiarchiaro. 12

La novella inizia con la descrizione del giudice d'Andrea, una persona estremamente

precisa, che svolge bene e puntualmente il proprio lavoro. -"Non era un vecchio; poteva

avere appena quarant'anni...". "Così sbilenco con una spalla più alta dell'altra, andava

via come i cani. Nessuno, però, moralmente sapeva rigar più diritto di lui. Lo dicevano

tutti". Egli aveva avuto una vita piena di travagli interiori. "...e fosse consapevole di

quei misteriosi infiniti travagli di secoli, che la sua vasta fronte protuberante gli

avevano accumulato tutto quel groviglio di rughe e tolto quasi la vista ai piccoli occhi

plumbei e scontorto tutto magra, misera personcina". La novella continua poi, con la

storia di Chiàrchiaro un pover'uomo che ha visto la sua vita distrutta dal nomignolo

di "iettatore"; per uscire da questo stato di esasperazione, egli querela due dei suoi

diffamatori, che per primi gli capitano a tiro e si rivolge al tribunale per ottenere

giustizia; ma la giustizia di Chiàrchiaro è un po' strana, perché fuori dal comune in

una società dominata dall'ignoranza e dai pregiudizi: egli chiede la patente di

iettatore, per trarre da essa un mezzo per vivere. Questo

personaggio riflette la società moderna che aliena le figure dei

cosiddetti "iettatori", infatti, coloro che vedono passare per strada Chiàrchiaro sono

soliti fare gesti particolari (scongiuri). "....., che non solo mi ero accorto da più di un

anno che tutti, vedendomi passare facevano le corna ma le prove, prove documentate e

testimonianze irripetibili dei fatti spaventosi su cui è identificata incrollabilmente,

capisce Signor Giudice?......".

Il simbolo principale contro gli Iettatori:”Il corno”. 13

A Chiàrchiaro il nomignolo di "iettatore", in principio aveva portato il licenziamento -

"Signor Giudice mi hanno assassinato. Lavoravo. Mi hanno fatto cacciar via dal

banco dov'ero assegnato con la scusa che, essendoci io, nessuno più veniva a far debiti

e pegni....." in un secondo momento deve fare della sua fama un vero e proprio

mestiere, per mantenere la propria famiglia sopravvissuta

grazie al soccorso che il figlio da Napoli gli mandava -"..., viviamo del soccorso che ci

manda da Napoli un mio figliuolo, il quale ha famiglia anche lui, quattro bambini e

non può fare a lungo questo sacrifizio per noi.....".La vicenda dello iettatore ci dà una

visione Pirandelliana del mondo: La società ha assegnato al protagonista il ruolo di

"iettatore" ed egli, poiché la realtà gli preclude ogni altro scampo, anziché, togliersi la

maschera ,decide di indossarla in modo definitivo.

Tra le pagine di questa novella ho riscontrato anche il sentimento di solidarietà,

evidente nell'abbraccio del Giudice d'Andrea con Chiàrchiaro, che, in fondo, capisce la

situazione insostenibile in cui quest'ultimo si trova. L'ignoranza e la superstizione

hanno fatto di Chiàrchiaro un disperato e perciò egli vuole rifarsi, ribellandosi,

gettando in faccia alla gente crudele e superstiziosa la sua sofferenza, il suo dramma e

trarre dai suoi eventi negativi un

ottimo profitto. Egli sarà sempre ripudiato dalla società "retrograda" del sud, che non

capisce le sue esigenze, la sua matta necessità di trovare lavoro.

Questa novella ci fa aprire gli occhi sulla società dei nostri giorni

pronta ad additare colui che è "diverso" , giudicandone in modo illegittimo e

superficiale i comportamenti e gli atteggiamenti. Una delle battute che più mi è

piaciuta perché ricca di significato - "Ahimè è proprio vero che è molto facile fare il

male che il bene, non solo perché il male si può fare a tutti ed il bene solo a quelli che

ne hanno bisogno...". Si è sempre pronti a scegliere la strada più comoda e conveniente

senza badare a coloro che vengono calpestati e sopraffatti dal desiderio di avidità e

superiorità. 14

“L’uomo dal fiore

In Bocca” 15

Pubblicata nel 1923, “L’uomo dal fiore in bocca” è una commedia in un solo atto

presentata inizialmente dallo scrittore sotto il nome di “La morte addosso” . L’opera,

breve ma intensa e significativa, ripropone al lettore il luogo comune secondo cui

alcuni beni si apprezzano solo nel momento del bisogno e nel momento in cui rischiano

irrimediabilmente d’esser persi. E’ questo in breve il tema di fondo dell’opera: un

uomo, dall’identità sconosciuta ed irrilevante, scopre inaspettatamente d’esser vittima

di un epitelioma, un male che lo condanna a morte. Egli lo descrive con minuzia , il

suo nome è più dolce di una caramella, e ben si adatterebbe ad un fiore; si tratta però

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