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Sintesi
INDICE

• STORIA:
- IL SECONDO DOPO GUERRA

• ITALIANO:
-L’ERMETISMO
-SALVATORE QUASIMODO (BIOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA)
-LA POESIA ERMETICA:
ED E’ SUBITO SERA
-L’IMPEGNO SOCIALE E POLITICO:
MILANO, 1943


• GEOGRAFIA ECONOMICA:
-LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

• DIRITTO:
-L’EUROPA in generale
-L’ UNIONE EUROPEA

• ECONOMIA AZIENDALE:
-BREAK EVEN POINT


• LINGUA INGLESE:
-EUROPEAN UNION
-EURO

• LINGUA FRANCESE:
-ORGANISATIONS INTERNATIONALES
Estratto del documento

LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI :

DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE AD OGGI.

Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza

Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e

con le pietre. ”

A.Einstein

INDICE

 STORIA:

- IL SECONDO DOPO GUERRA

 ITALIANO:

-L’ERMETISMO

-SALVATORE QUASIMODO (BIOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA)

-LA POESIA ERMETICA:

ED E’ SUBITO SERA

SOCIALE E POLITICO:

-L’IMPEGNO

MILANO, 1943

 GEOGRAFIA ECONOMICA:

-LE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

 DIRITTO:

-L’EUROPA in generale

-L’ UNIONE EUROPEA

 ECONOMIA AZIENDALE:

-BREAK EVEN POINT

 LINGUA INGLESE:

-EUROPEAN UNION

-EURO

 LINGUA FRANCESE:

-ORGANISATIONS INTERNATIONALES

STORIA

IL SECONDO DOPOGUERRA NEL MONDO

I costi della seconda guerra mondiale furono raccapriccianti: 55 milioni di morti

(l'equivalente della popolazione italiana di oggi), due terzi dei quali civili; oltre 32 milioni nella

sola Europa, di cui 20 milioni i sovietici (il 12 della popolazione) e 5 milioni i tedeschi; in

Estremo Oriente 13 milioni di cinesi uccisi e quasi 2 milioni i giapponesi. Europa, Giappone,

intere aree della Cina erano distrutte; 25 milioni i senzatetto in URSS. Città rase al suolo dai

bombardamenti o cancellate dalla bomba atomica.

La conseguenza principale del conflitto fu il declino degli stati europei e l'emergere di due

"superpotenze": gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. I primi erano l'unico paese belligerante

uscito indenne dalla guerra (pur considerando i 290 000 soldati caduti), con un apparato

industriale intatto e cresciuto enormemente durante il conflitto. Nel 1945 la produzione

industriale americana costituiva i due terzi della produzione mondiale. Inoltre, gli USA

disponevano di un'arma, la bomba atomica, che garantiva loro una netta supremazia

militare.

L'Unione Sovietica uscì dalla guerra con un forte prestigio politico e militare, che le derivava dal

ruolo decisivo nella sconfitta del nazifascismo, ma con un apparato produttivo semidistrutto: la

produzione industriale, nel 1945, era inferiore del 40 rispetto a quella del 1940.

Ma tutti i paesi europei si trovavano nel 1945 in condizioni drammatiche: inflazione elevata,

penuria di generi alimentari, necessità di ricostruire strade, ferrovie, fabbriche. Da una parte

un'economia americana che sovrabbondava di beni, dall'altra un'Europa ridotta alla fame.

Il Piano MarshaII dal 1948 al 1952 fu lo strumento principale con cui gli Stati Uniti aiutarono

l'Europa a sopravvivere e poi a ricostruire le proprie strutture produttive; ma

contemporaneamente garantì anche lo sbocco alla enorme quantità di prodotti americani che

rischiava di provocare un'altra crisi di sovrapproduzione, come nel 1929.

Attraverso una politica di aiuti massicci, gli Stati Uniti legarono a sé i governi dei diversi

stati, condizionandone le scelte e la collocazione a livello internazionale. Gli accordi

monetaridi Bretton Woods, nel 1944, sancirono il primato del dollaro, come mezzo di

pagamento internazionale, al posto della sterlina (ancora oggi il petrolio si paga in dollari). La

creazione del Fondo monetario internazionale (FMl) e della Banca mondiale (istituzioni nelle

quali il peso americano è preponderante) garantirono agli USA il controllo e la direzione del

mercato mondiale.

Sul piano politico il fatto più rilevante del secondo dopoguerra fu la creazione di due blocchi

politico-militari contrapposti, facenti riferimento agli USA ed all'Unione Sovietica. L'alleanza

contro le potenze dell'Asse (Germania, Italia e Giappone) restò in piedi fino al 1945: ad essa

seguì la rottura e l'inizio della "guerra fredda" (l'espressione è di un giornalista americano), cioè

lo scontro-confronto politico ed ideologico tra due sistemi di alleanze, che erano anche due

diversi modelli politici, economici e culturali.

"Russi comunisti ed occidentali democratici avevano perso il loro nemico comune, che era il loro

vincolo comune"(Salvatorelli). Da una parte il "mondo libero", formato dagli Stati Uniti e da

tutti i paesi che gravitavano nell'orbita americana, accomunati dalla stessa economia di mercato,

da sistemi di governo democratico - liberali e dall'appartenenza al Patto Atlantico della NATO,

l'alleanza militare siglata da 12 paesi nel 1949. Dall'altra il "mondo comunista", formato

dall'URSS e dai paesi dell'Europa liberati dall'Armata Rossa, nei quali vennero insediati governi

comunisti "amici" dei sovietici, accomunati dallo stesso tipo di economia pianificata, da

sistemi di governo a partito unico, e dall'appartenenza al Patto di Varsavia, l'alleanza

militare creata nel 1955, in risposta all'entrata della Germania Federale nella NATO.

Il "sistema mondo libero" era tenuto insieme dal Piano Marshall e dalla paura del

comunismo: nel 1947 i comunisti vennero esclusi dal governo in Italia ed in Francia; il

"sistema comunista" era tenuto insieme dalla forza militare sovietica e dall'"onda lunga" della

rivoluzione d'ottobre.

Non potendo dispensare aiuti economici ai paesi satelliti, l'URSS dispenserà interventi militari

per reprimere le insurrezioni considerate " controrivoluzionarie" a Berlino (1953), in Ungheria

(1956), e in Cecoslovacchia (1968).

Le "aree calde" del conflitto Est-Ovest furono:

a) la Germania, divisa in quattro zone d'occupazione nel 1945 e poi organizzata in

Repubblica Federale e Repubblica Democratica nel 1949.

b) Berlino, che nel 1948 divenne occasione di un braccio di ferro" tra occidentali e

sovietici a seguito del blocco operato da questi ultimi; nel 1961, per fermare l'emorragia

di profughi verso la parte occidentale, il governo sovietico fece erigere il famigerato Muro

(durato sino al 1989).

c) La Corea, che era stata divisa in due stati (separati dal 38° parallelo), il Nord sotto un governo

comunista filosovietico, il Sud sotto un governo filoamericano. Nel 1950, a seguito di

un'invasione da parte dei nordcoreani, intervennero gli Stati Uniti (su mandato dell'ONU) e la

Cina.

La guerra durò sino al 1953 provocando un milione e mezzo di vittime e nessun

cambiamento territoriale .

Il blocco di Berlino nel 1948 e la guerra di Corea tennero il mondo con il fiato sospeso,

alimentando il timore di una terza guerra mondiale. Ma la prospettiva di una distruzione

reciproca (nel 1953 anche l'URSS ebbe la bomba H ed i missili per trasportarla) scongiurò la

guerra, creando una sorta di "equilibrio del terrore".

Altri "fronti" nei quali le due superpotenze furono indirettamente a confronto furono il Vietnam

e l' Afghanistan.

Una delle conseguenze più importanti di questo confronto fu la corsa agli armamenti da parte

di USA e USSS e la vendita di armi ai paesi interessati.

La "sfida" militare e tecnologica (pensiamo alla corsa allo spazio) che gli USA imposero

all'URSS divenne a lungo andare insostenibile per il regime sovietico. Le enormi spese militari

impedirono all'Unione Sovietica di destinare risorse al miglioramento delle condizioni di vita dei

propri cittadini e condannarono le economie dei paesi "satelliti" ad un ruolo subalterno, quasi da

"colonie". Tra il 1964 e il 1984 le spese militari dell'URSS aumentarono ogni anno di circa il

5% e questa fu certamente una delle cause principali del tracollo sovietico.

Si può poi affermare che la "guerra fredda" fu una moderna guerra di religione.

Il confronto tra i due sistemi assunse i toni di una vera e propria "crociata": nei paesi del blocco

comunista (al di là della cortina di ferro, come la defìnì Churchill) ogni dissenso e ogni protesta

vennero bollati come reazionari e "al servizio del'imperialismo", ogni alternativa al modello

sovietico divenne un "tradimento", come nel caso della Jugoslavia di Tito.

Negli USA e nei paesi amici la "minaccia del comunismo" assunse i toni di una vera e

propria "caccia alle streghe". In America, dal 1950 al 1954, il senatore McCarthy (e la

Commissione per le attività governative da lui diretta), scatenò una violenta campagna

contro tutti i sospetti comunisti, creando liste di proscrizione di migliaia di cittadini.

Diecimila funzionari furono esonerati; registi cinematografici, attori, scrittori, uomini

politici vennero inquisiti e molti di loro, con l'infamante accusa di essere comunisti "spie

della Russia", non poterono più lavorare.

Tragiche vittime di questa campagna furono i coniugi Rosenberg, condannati a morte nel 1953

con l'accusa di spionaggio a favore dell'URSS.

In Italia per le elezioni politiche del 1948 la DC e la Chiesa cattolica utilizzarono ampiamente lo

"spettro" del comunismo, sfruttando anche il recente colpo di stato con il quale i comunisti

avevano preso il potere in Cecoslovacchia nel febbraio 1948 .

A livello internazionale gli Stati Uniti fecero dell'anticomunismo il pretesto per costruire sistemi

di alleanze che servissero da barriera contro le mire espansionistiche dell'URSS. In America

Latina, in nome dell'anticomunismo sostennero persino veri regimi dittatoriali (come ad

esempio quello di Pinochet in Cile nel 1973).

In politica interna i governi americani adottarono quest'arma per vincere le tendenze

"isolazioniste" sempre presenti nella società, per "far digerire" ai cittadini USA e dei paesi amici

i costi enormi che una politica di "gendarme del mondo" comportava, per garantirsi la fedeltà dei

governi alleati anche in quelle scelte (pensiamo alla guerra del Vietnam) delle quali i governi

europei non vedevano i benefici.

Tra le conseguenze-eredità della seconda guerra mondiale va segnalata la decolonizzazione.

L'indebolimento delle due maggiori potenze coloniali, Francia ed Inghilterra, mise in moto

il processo di emancipazione di intere aree del globo, in Asia e in Africa; l'interesse di USA e

URSS a controllare regioni importanti per le materie prime e strategicamente cruciali, come

l'Estremo Oriente dopo la vittoria comunista in Cina nel 1949, fu un altro elemento che favorì

il processo di emancipazione delle colonie: dall'India nel 1947, all' Algeria nel 1962, al

Vietnam nel 1975, a gran parte dei paesi africani negli anni Sessanta .

Infine, anche i paesi dell'Europa occidentale, pur rimanendo nell'ambito dell'alleanza atlantica

e dell'economia di mercato, cercarono una loro strada, per sviluppare le proprie potenzialità

economiche e politiche, e per trovare una alternativa autonoma nei confronti delle grandi

potenze.

Fu così che nel 1949 si formò il Consiglio d'Europa e nel 1957, con il Trattato di Roma,

nacque la CEE, Comunità economica europea.

 IL DOPOGUERRA IN ITALIA

Il 2 giugno 1946, con un referendum istituzionale, l'Italia diventò una repubblica, 12 700 000

voti contro i 10 700 000 alla monarchia. I Savoia, dinastia regnante dal 1861, lasciarono l'Italia.

Le responsabilità di Vittorio Emanuele III nei confronti del fascismo e la vergognosa fuga da

Roma nel settembre 1943 pesarono certamente sulla decisione degli italiani.

Il 1° gennaio 1948 entrò in vigore la nuova Costituzione che sostituì lo Statuto Albertino.

Essa fu elaborata dall'Assemblea Costituente eletta nel 1946. Nel testo sono confluiti i princìpi

del pensiero liberale, attento ai diritti di libertà dell'individuo; le istanze solidaristiche di

ispirazione cattolica (insieme all'inserimento dei Patti Lateranensi); le preoccupazioni di giustizia

sociale e di ruolo attivo dello stato tipiche della tradizione democratico-socialista.

Ma l'alleanza delle forze antifasciste che diede vita ai primi governi del dopoguerra e alla

Costituente entrò ben presto in crisi, sulla spinta di fattori internazionali (la "guerra fredda") e

delle pressioni interne di forze economiche e politiche.

Nel maggio 1947 Alcide De Gasperi, segretario della Democrazia cristiana, formò un

governo dal quale erano esclusi i socialisti e i comunisti.

Le elezioni dell'aprile 1948 diedero una schiacciante maggioranza alla Democrazia cristiana e

segnarono l'inizio di una lunga egemonia democristiana, destinata a durare sino al 1992.

Iniziò nel 1948 un periodo di "restaurazione". Tutti quelli che avevano sperato in una

radicale rottura con il passato, sulla spinta della Resistenza e della vittoria sul

nazifascismo, dovettero ricredersi: gran parte dei funzionar! pubblici e dei magistrati

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